[ 25 maggio 2018 ]
E' ora di aprire il fronte della sovranità agricola ed alimentare italiana
La situazione in cui versa l'agricoltura italiana è ogni giorno più drammatica, malgrado l'alta qualità di ciò che viene prodotto. Dipende forse dalla scarsa "produttività" delle aziende? NO! E non dipende nemmeno, come vorrebbero fra credere i neoliberisti, dalle loro ridotte dimensioni (che non sono sarebbero sufficienti "a stare sul mercato"). Dipende dalla spietata concorrenza dei grandi gruppi agro-industriali che l'Unione europea difende. Il governo italiano e quelli regionali, invece di proteggere l'agricoltura italiana ed i suoi addetti, ubbidiscono supinamente a Bruxelles e lasciano morire migliaia di aziende.
Riceviamo e volentieri pubblichiamo la notizia della prossima manifestazione degli agricoltori che si svolgerà a Perugia il 5 giugno prossimo. Ci auguriamo che sia un successo contagioso, in barba al boicottaggio delle associazioni di categoria e del governo regionale umbro. [Sopra la bandiera che i manifestanti umbri porteranno in piazza]
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AGRICOLTORI INDIGNATI
ADESSO BASTA!
1) Contestiamo le politiche agricole della Regione Umbria:
➡︎ per il privilegio dato a noti gruppi agroindustriali, impegnando per essi la maggior parte delle risorse del Piano di Sviluppo Rurale;
➡︎ per la penalizzazione dei piccoli produttori, biologici e di qualità, con una netta riduzione dei finanziamenti programmati;
➡︎ per il fatto che oltre il 75% delle domande di insediamento dei giovani agricoltori non sono state finanziate.
2) Contestiamo AGEA (l’Ente di rogazione dei fondi in agricoltura) che pur avendo ampia disponibilità di risorse stanziate dalla Comunità Europea non riesce a saldare i progetti di investimento regolarmente rendicontati e le regolari domande di sostegno all’agricoltura per inettitudine e incompetenza, mettendo a serio repentaglio la vita stessa delle aziende per motivi esclusivamente burocratici.
3) Contestiamo alcune associazioni di categoria per quei comportamenti che spesso non hanno rappresentato i diritti degli agricoltori e per non essere riuscite a porre argine a queste problematiche.
CORTEO REGIONALE DI PROTESTA CON I TRATTORI
Martedì 5 Giugno ore 15.00
Nessuna bandiera ma trattori, pale, zappe e prodotti della nostra Terra!
CORTEO DEI TRATTORI
ore 15.00: raduno dei TRATTORI parcheggio PIAZZALE DEL BOVE, Perugia
ore 16.00: partenza del corteo dei TRATTORI con sosta sotto la Regione Umbria (Broletto), arrivo parcheggio Minimetrò PIAN DI MASSIANO
DELEGAZIONE DI 5 TRATTORI
ore 18.30: assemblea pubblica degli agricoltori sotto il palazzo del Consiglio Regionale PIAZZA ITALIA con una delegazione di 5 trattori (Minimetrò da Pian di Massiano per raggiungere Piazza Italia)
Tutta la cittadinanza è chiamata a partecipare per difendere i nostri cibi, il nostro territorio, le nostre acque e i nostri Agricoltori veri custodi del territorio.
AGRICOLTORI INDIGNATI
2 commenti:
Quando nel 1951, terminate le scuole medie (quelle col latino non la porcheria catto comunista di poi), intendevo iscrivermi ad un istituto tecnico agrario dovetti soggiacere alla volontà dei politici di iscrivermi ad un istituto tecnico industriale perché loro avevano deciso che sarebbe stato più proficuo per loro leccare il cuolo ai nuovi padroni. Così si cominciarono a distruggere gli istituti agrari, a spargere voci malevoli sugli agricoltori, a denigrare il meridione che più del nord era portato alla coltivazione della terra, pubblicizzare -è la parola giusta- in ogni modo il fatto che l'unica possibilità di lavoro stava nell'industria: così anche a "sinistra" dovevamo essere o proletari e in fabbrica o disoccupati. In effetti ci fu lavoro per tutti ma fu così che io, non portato al lavoro dell'industria potei cambiare lavoro ogni qualvolta me ne veniva il buzzo: ho un libretto di lavoro che è una bibbia di nomi di aziende; ma non ebbi una gioventù felice e non ebbi una vita semplice sempre preso dalla "mania" della terra...ma alla politica non gliene fregò nulla!
Cioè la questione non è di oggi.
Manlio Padovan
Seppure in gran ritardo, il mio commento è stato pubblicato...avevo perso ogni speranza.
Temevo che esso non fosse stato capito o che io non mi fossi spiegato a sufficienza.
Il problema del rapporto tra politica ed agricoltura è fondamentale. Esso risale a Cavour che si oppose ad una riforma agraria così come si oppose ad essa la DC. E non una riformna agraria si ebbe con la DC, come si blatera, ma una riforma fondiaria che non risolse alcun problema.Bene interpretò il problema Carlo Levi in "Cristo si è fermato a Eboli" che vide nella rivoluzione in campo agricolo una risorsa per il paese.
Ma siamo ancora allo stesso punto.
Manlio Padovan
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