[ 26 ottobre 2017 ]
«Si chiama Emilia Clementi e la sua plateale protesta scandita da innumerevoli “fitusi politici” è diventata virale su Facebook. La donna siciliana ha condiviso una diretta da Montecitorio il 15 settembre, giorno in cui è scattato il diritto alla pensione per 608 parlamentari al compimento dei 65 anni. Un video che ha fatto subito il giro della rete e che è stato visto quasi 7 milioni di volte e ha ricevuto oltre 300mila condivisioni».
Sette milioni e passa di condivisioni, più modestamente di visite alla sua pagina Facebook. Emilia Clementi è senza dubbio una star degli anti-social network. Un successo spontaneo (frutto della dilagante stupidità politica generale) o pilotato (da pupari che spingono, investendo soldi, per amplificare le sue piazzate?
Secondo me, un mix di entrambe le cose. Chi ci mette i soldi sta dietro le quinte, ma il pubblico, come in preda a pulsioni voyeuristiche, partecipa allo spettacolo virtuale sua sponte.
Che poi tra il virtuale ed il reale... ci sia di mezzo il mare, l'ha dimostrato il plateale fallimento della chiamata alle armi sotto Montecitorio proclamata dalla Clementi per il 12 ottobre. Erano in venti, lei compresa. Meglio così...
La qual cosa ce ne dice almeno due: che per mobilitare i cittadini c'è da fare poco affidamento sugli anti-social network e, cosa ancor più importante, che il populismo d'accatto, qualunquista e cripto-fascistoide, oggi come oggi, è un fenomeno da baraccone estremamente minoritario.
Tra questi fenomeni da baraccone resto del parere che quello che è meglio non prendere sottogamba è rappresentato dal giullare dell'Arma, ex-generale vitaliziatissimo, Antonio Pappalardo —ne parlavo giorni addietro, dopo la chiassata di cui è stato patetica vittima il pentastellato Di Battista. Ad attenta analisi, non a caso, risulta che la Clementi sia a sua volta una pedina dell'ex-generale.
Non ho dubbi che dietro a questo sicofante ci siano alcuni poteri occulti e "deviati" e che l'ex-generale sia solo una marionetta. Dietro alla chiassosa demagogia populista —portata avanti da pseudo-eversivi arresti di questo o quel parlamentare— c'è un'evidente strategia golpista.
Per portare avanti e camuffare questa torbida strategia, il Pappalardo ha bisogno di atteggiarsi a salvatore della patria e quindi di truppe cammellate a supporto delle sue sceneggiate pittoresche. Per trovare adepti Pappalardo persegue, sin dal 2012, una sistematica quanto goffa opera di infiltrazione in questo o quel movimento. Ci provò già coi Forconi siciliani di Mariano Ferro.
Poi, col Movimento 9 dicembre del 2013. In entrambi i casi il caglioffo cercò di prenderne la testa, senza riuscirvi. Si avventò dunque sui cascami più squalificati del 9 dicembre, in particolare con il gruppetto del non meno ambiguo Danilo Calvani, il quale, non contento di aver provocato la frattura e quindi la consunzione del Movimento 9 dicembre di Mariano Ferro (si alleò coi neofascisti di Casa Pound), nel marzo 2015, fondò a Pontinia il "Movimento 9 dicembre Forconi".
Un'entità che, se trasse in inganno anche persone per bene —vedi foto a destra, con Giulietto Chiesa e Marco Mori— attirò subito l'attenzione del Pappalardo, che ci si gettò a capofitto.
Nacque il sodalizio tra Calvani e Pappalardo con la nascita, nel giugno scorso del Movimento PAS
(Partito autonomista siciliano) Forconi. vero ideologo è l'avvocato Alfonso Luigi Marra.
Il Pappalardo, per nulla impensierito dall'ennesima scissione, non ci ha pensato due volte ed ha fondato la sua creatura, il Movimento Liberazione Italia.
«Si chiama Emilia Clementi e la sua plateale protesta scandita da innumerevoli “fitusi politici” è diventata virale su Facebook. La donna siciliana ha condiviso una diretta da Montecitorio il 15 settembre, giorno in cui è scattato il diritto alla pensione per 608 parlamentari al compimento dei 65 anni. Un video che ha fatto subito il giro della rete e che è stato visto quasi 7 milioni di volte e ha ricevuto oltre 300mila condivisioni».
Sette milioni e passa di condivisioni, più modestamente di visite alla sua pagina Facebook. Emilia Clementi è senza dubbio una star degli anti-social network. Un successo spontaneo (frutto della dilagante stupidità politica generale) o pilotato (da pupari che spingono, investendo soldi, per amplificare le sue piazzate?
Secondo me, un mix di entrambe le cose. Chi ci mette i soldi sta dietro le quinte, ma il pubblico, come in preda a pulsioni voyeuristiche, partecipa allo spettacolo virtuale sua sponte.
Che poi tra il virtuale ed il reale... ci sia di mezzo il mare, l'ha dimostrato il plateale fallimento della chiamata alle armi sotto Montecitorio proclamata dalla Clementi per il 12 ottobre. Erano in venti, lei compresa. Meglio così...
La qual cosa ce ne dice almeno due: che per mobilitare i cittadini c'è da fare poco affidamento sugli anti-social network e, cosa ancor più importante, che il populismo d'accatto, qualunquista e cripto-fascistoide, oggi come oggi, è un fenomeno da baraccone estremamente minoritario.
Tra questi fenomeni da baraccone resto del parere che quello che è meglio non prendere sottogamba è rappresentato dal giullare dell'Arma, ex-generale vitaliziatissimo, Antonio Pappalardo —ne parlavo giorni addietro, dopo la chiassata di cui è stato patetica vittima il pentastellato Di Battista. Ad attenta analisi, non a caso, risulta che la Clementi sia a sua volta una pedina dell'ex-generale.
Non ho dubbi che dietro a questo sicofante ci siano alcuni poteri occulti e "deviati" e che l'ex-generale sia solo una marionetta. Dietro alla chiassosa demagogia populista —portata avanti da pseudo-eversivi arresti di questo o quel parlamentare— c'è un'evidente strategia golpista.
Per portare avanti e camuffare questa torbida strategia, il Pappalardo ha bisogno di atteggiarsi a salvatore della patria e quindi di truppe cammellate a supporto delle sue sceneggiate pittoresche. Per trovare adepti Pappalardo persegue, sin dal 2012, una sistematica quanto goffa opera di infiltrazione in questo o quel movimento. Ci provò già coi Forconi siciliani di Mariano Ferro.
Poi, col Movimento 9 dicembre del 2013. In entrambi i casi il caglioffo cercò di prenderne la testa, senza riuscirvi. Si avventò dunque sui cascami più squalificati del 9 dicembre, in particolare con il gruppetto del non meno ambiguo Danilo Calvani, il quale, non contento di aver provocato la frattura e quindi la consunzione del Movimento 9 dicembre di Mariano Ferro (si alleò coi neofascisti di Casa Pound), nel marzo 2015, fondò a Pontinia il "Movimento 9 dicembre Forconi".
Un'entità che, se trasse in inganno anche persone per bene —vedi foto a destra, con Giulietto Chiesa e Marco Mori— attirò subito l'attenzione del Pappalardo, che ci si gettò a capofitto.
Nacque il sodalizio tra Calvani e Pappalardo con la nascita, nel giugno scorso del Movimento PAS
(Partito autonomista siciliano) Forconi. vero ideologo è l'avvocato Alfonso Luigi Marra.
Molto istruttivo leggere gli intenti, le proposte e la strampalata ideologia di questo accrocchio. Salta agli occhi l'appello alla "massoneria buona" contro "quella cattiva", il rifiuto di uscire dall'euro che invece va "appropriato dal popolo", l'infatuazione per il "sublime Nietzsche", quindi il disprezzo per la sinistra in ogni sua declinazione e per il cristianesimo. Sì, proprio così, massoneria ci cova...
Un sodalizio, quello tra Calvani e Pappalardo, durato lo spazio del mattino. Nel giugno scorso già volavano gli stracci. Insulti reciproci, contumelie, espulsioni e controespulsioni.
Il Pappalardo, per nulla impensierito dall'ennesima scissione, non ci ha pensato due volte ed ha fondato la sua creatura, il Movimento Liberazione Italia.
E qui torniamo alla Emilia Clementi, che nella sua pagina Facebook, annunciando la sua manifestazione del 12 ottobre, si vantava che ci sarebbe stato anche Pappalardo.
Dio li fa e poi li accoppia...
Nessun commento:
Posta un commento