25 marzo 2017 |
[ 26 marzo ]
Il corteo di ieri, promosso da Eurostop insieme ad altri movimenti antagonisti, è stata la prima consistente manifestazione di piazza contro l'euro e l'Unione Europea. Il fatto che si sia svolta in contrapposizione al vertice dei 27 leader dell'UE rende ancora più forte il suo significato politico.
Il corteo di ieri, promosso da Eurostop insieme ad altri movimenti antagonisti, è stata la prima consistente manifestazione di piazza contro l'euro e l'Unione Europea. Il fatto che si sia svolta in contrapposizione al vertice dei 27 leader dell'UE rende ancora più forte il suo significato politico.
Finalmente
la sinistra no-euro si è ritrovata in piazza con parole d'ordine chiare,
mettendo insieme la parte migliore del sindacalismo di base con le forze della
sinistra popolare e dell'antagonismo sociale.
I
diecimila manifestanti di ieri sarebbero stati almeno il doppio se non vi fosse
stata un'autentica campagna di terrore messa in campo dai media, con l'evidente
regia del ministero dell'interno. Alla fine si è visto quanto quella campagna
fosse falsa e pilotata allo scopo di scoraggiare la partecipazione al corteo di
Eurostop in tutti i modi.
E'
anche per questo motivo, che evidenzia fra l'altro la preoccupazione che regna
tra i governanti, che possiamo essere soddisfatti della riuscita della
manifestazione. Possiamo dire che quello sceso in piazza ieri è solo lo zoccolo
duro della sinistra no-euro, uno zoccolo che potrebbe allargarsi notevolmente
nel prossimo futuro.
Ma
c'è un'altra operazione mediatica che dobbiamo denunciare. I giornali di oggi
cercano di trattare il corteo no-euro come qualcosa di folcloristico, cercando
di accreditare invece la riuscita della manifestazione (in realtà sostanzialmente
fallita) della sinistra filo-europeista («La
nostra Europa») tenutasi nella mattinata di ieri.
Confederazione per la Liberazione Nazionale, 25 marzo 2017 |
E'
evidente il tentativo del sistema di isolare la sinistra no-euro. Un tentativo
destinato però al fallimento se Eurostop saprà fare il salto ora necessario.
Qual è questo salto? Quello di allargare i propri orizzonti, di presentarsi
come movimento meno ideologico e più popolare. La sfida è insomma quella di
essere il lievito di un vero movimento di massa.
Questo
è quel che è possibile e necessario oggi. Questa è la nostra convinzione, che
ieri abbiamo portato nel corteo come Confederazione
per la Liberazione Nazionale (CLN).
3 commenti:
Roma: diecimila persone alla manifestazione di Euro stop e forse a contarle bene erano anche meno. In proporzione eravamo in numero inferiore rispetto alla polizia schierata.
Milano: un milione di cittadini accorsi ad accogliere e consolarsi da Papa Francesco. Con il 40% di disoccupazione giovanile, 11 milioni di cittadini che non possono più curarsi, una moltitudine di famiglie ed individui sotto la soglia di povertà ed indigenza, questa è stata la risposta. Il popolo non si ribella, non lotta ma va a sentire Papa Bergoglio. Strutturalmente la stragrande maggioranza degli italiani preferisce affidarsi o alla provvidenza o ad una figura, gruppo, che per conto loro risolva i problemi che li affliggono senza essere costretti ad impegnarsi in prima persona. Solo quando (e la nostra storia lo ha dimostrato) in modo eufemistico si dice "sono stati presi per il collo" riescono ad esprimere le giuste motivazioni per agire e ribellarsi. Di conseguenza cosa si può e si deve fare? Se quello che, nella sua metafora Trotsky (e che io ritenga sia vero) afferma che "i padroni ci forniranno sempre la corda con cui impiccarli" occorre organizzarsi, riunirsi, dissodare il campo del conflitto, proporre una visione altra della società e della ridistribuzione della ricchezza, un modo alternativo alla cosiddetta meritocrazia nella selezione delle classi dirigenti, facilitare e attendere che i "padroni" compiano quell'errore fatale che determinerà l'inizio della loro fine. Il determinarsi delle condizioni oggettive in grado di dare vita ad una azione rivoluzionaria non le potranno mai determinare le masse oppresse. Esse saranno sempre generate, inconsapevolmente o per troppa arroganza, dallo stesso potere dominante. La rivoluzione comunista è la lotta di una avanguardia che in un determinato momento storico riesce a sposarsi e a condurre la sacrosanta voglia di ribellione sociale e politica di un popolo. Come diceva il vero Pasquino: il popolo si sveglia quando lo decide lui. Noi possiamo nel frattempo solo prepararci, stimolarlo e attendere.
Pasquno55
Traduzione della frase "un movimento meno ideologico e più popolare":
"Eurostop non si deve fossilizzare sulle vecchie pregiudiziali "de sinistra". Il popolo istintivamente condivide molto degli ideali della destra quindi dobbiamo considerare quelle posizioni a noi estranee come un punto di partenza valido (in quanto comunque si tratta di un momento di ribellione) che non solo potrebbe portare a una evoluzione in direzione delle nostre idee ma con il quale dobbiamo renderci conto che è necessario e "indispensabile" collaborare" da subito.
Ecco, se ho azzeccato la traduzione Eurostop sta sulla strada giusta e se riuscirà in questa rivoluzione copernicana il futuro è suo.
Aggiungo che dovete urgentemente cominciare a elaborare un progetto - e soprattutto degli "ideali" - nel quale piccola imprenditoria/piccoli proprietari trovino una via di collaborazione con i lavoratori dipendenti in funzione della vera contrapposizione che è quella nei confronti delle élite (élite cosmopolite ma anche quelle locali asservite alle cosmopolite).
1) destra e sinistra purché entrambe democratiche devono collaborare contro il nemico comune (quindi la democrazia diretta sarebbe un progetto comune facilmente comdivisibile)
2) piccola imprenditoria e lacoratori sono in competizione ma non in conflitto e lo Stato esiste appunto per regolamentare le competizioni rendendole fruttuose per la comunità. Il conflitto è solo comtro le élite internazionali e i loro servi.
Io ieri in piazza a Roma c'ero e 10 mila persone mi sembrano una cifra esagerata. Secondo me saremmo stati al massimo 3 mila. Questa tendenza a triplicare i numeri dei manifestanti la considero particolarmente fastidiosa. I commenti di tutte le persone con cui ho parlato, sono piuttosto tristi.
L'insuccesso del corteo ha due ragioni: una di fondo e una di scelte specifiche. La ragione di fondo è la natura elitaria, isolazionasta e attendista che ha assunto da qualche anno la principale forza politica di questo blocco: la rete dei comunisti. Questo partito-ombra, che non scende mai in piazza con le proprie bandiere, ma solo in conferenze, giornali, siti, ecc., in realtà rappresenta una area abbastanza forte (di questi tempi!), la più forte sicuramente del corteo di ieri. Questo partito-ombra, controlla inoltre l'USB. Ieri, sotto il camuffamento delle bandiere dell'USB, abbiamo visto in piazza lo spezzone della rete dei comunisti. Erano in piazza solo loro, l'USB dei lavoratori con la tessera e dei simpatizzanti non si è vista. Hanno scelto di non fare la solita campagna di autobus gratis che il sindacato in questi casi mette a disposizione (circa tre per regione). Per fare un esempio: a Taranto l'USB ha 1200 iscritti e circa 2-3 mila voti in fabbrica. Beh da lì non è partita nemmeno un autobus, nemmeno una macchina!
Insomma la rete dei comunisti ha fatto il proprio spezzone (sempre camuffati da USB), ma senza mettere in moto l'intero sindacato, ma solo i militanti sia del sindacato sia del partito. Il risultato è stato quello di un corteo di soli militanti, senza nessuna presenza di persone "normali" (ad eccezione dello spezzone della lotta per la casa, pieno di migranti e occupanti, ma anche in questo caso, è stata solo una manifestazione cittadina, nessuna altra occupazione si è mossa da nessuna altra città italiana).
Perché questa scelta? Un sindacato con 300 mila iscritti avrebbe potuto mobilitare almeno 30 mila persone. Perché non l'ha fatto?
La ragione è l'attendismo della rete dei comunisti. Credendo che viviamo un momento ancora negativo, si preferisce la conta. La rete ha voluto dimostrare quante persone può portare in piazza e di essere la forza di maggioranza relativa di eurostop. C'è poi un discorso sulla gestione della pizza. Un conto è mobilitare solo mille persone, cingerle con un cordone ben difeso e ternle buone. Altro conto è mettere in moto i soliti 50 autobus dei cortei di autunno, mettere le locandine nelle città con scritto "domani autobus gratis da piazza della stazione" ecc. portando in piazza qualche decina di migliaia di persone, magari tesserati USB ma non indottrinati rete dei comunisti, magari nemmeno sindacalizzati, ma semplici compagni che "scroccano il passaggio". In quest'ultimo caso la gestione della piazza sarebbe stata molto più difficile. in quest'ultimo caso, la mole di autobus avrebbe reso più difficile alla polizia isolare 150 no tav cattivi e chiuderli in caserma fino alla fine del corteo. Una massa incontrollata che avrebbe potuto dare fastidio a qualcuno.
La volontà è stata quella di fare un corteo per militanti. Io conoscevo la metà delle persone, quantomeno di vista. Uno zoccolo duro? Forse sì, ma questa mania del controllo mi fa un po' paura
Posta un commento