Roma, 21 novembre 2015 |
...ma noi ci crediamo poco
A proposito dell'assemblea di "Eurostop" di ieri a Roma
Ieri eravamo all'assemblea nazionale della campagna "Eurostop" a Roma. Un'assemblea con luci ed ombre. Per la verità più ombre che luci.
Il Coordinamento della sinistra contro l'euro ha aderito all'appello di convocazione di questo incontro, valutando positivamente il recente spostamento su posizioni no-euro di uno spezzone della sinistra precedentemente indifferente al tema della sovranità monetaria e nazionale, e addirittura ostile a chi da tempo, da sinistra, ne sosteneva le ragioni. Per chi, come noi, ritiene ormai da molti anni questa questione assolutamente centrale, si tratta senz'altro di un passo avanti da salutare positivamente.
Al tempo stesso non ci sfuggiva, già nella fase preparatoria, l'assoluta contraddittorietà tra l'adozione di una parola d'ordine (no-euro, no-UE) ed un'elaborazione del tutto inadeguata - per alcuni aspetti assente - sulle implicazioni della lotta contro la gabbia europea. Speravamo sinceramente che l'assemblea di ieri iniziasse a colmare queste lacune. Purtroppo non è andata così.
Dipenderà forse dal fatto che il Coordinamento della sinistra contro l'euro, e le forze che vi aderiscono, hanno sviluppato da anni un'elaborazione assai precisa, che c'è stato un confronto costante con i migliori economisti euro-critici, ma francamente il livello espresso nell'assemblea di ieri non ci ha convinto.
Non ci riferiamo tanto al primitivismo politico di alcuni interventi, che pure c'è stato, ci riferiamo soprattutto al mancato approfondimento degli stessi temi proposti. Temi pesanti, che avrebbero richiesto ben altre riflessioni, ben altro livello di elaborazione. In breve: si è voluto mantenere il dibattito su un piano di estrema genericità, come se un'iniziativa anti-euro, anti-Ue ed anti-Nato, equivalesse ad una delle tante assemblee di movimento degli ultimi cinquant'anni. Non si fa così. E se lo si fa non si va da nessuna parte.
L'intervento del Coordinamento della sinistra contro l'euro ha posto tre questioni: 1) La necessità di costruire una soggettività politica che, partendo dall'assunzione della questione europea come decisiva, si doti di una piattaforma programmatica adeguata - in sostanza, la lotta contro l'euro/Ue non può esaurirsi in una campagna. 2) La possibilità di colpire il fronte eurista italiano, cogliendo in particolare l'occasione del referendum costituzionale (che dovrebbe tenersi nell'autunno 2016) per mandare a casa Renzi. 3) L'urgenza di porsi l'obiettivo della costruzione di un fronte ampio, basato sui valori della Costituzione del 1948, per arrivare ad un governo popolare d'emergenza in grado di rompere davvero con l'Unione Europea e di riconquistare la sovranità nazionale, democratica e popolare.
Su questo tema del fronte, e delle sue caratteristiche ampie, ha insistito con forza anche Ugo Boghetta, della minoranza no-euro di Rifondazione Comunista.
Non serve oggi un fronte residuale, un aggregato purchessia d'estrema sinistra. Serve invece un fronte ampio, popolare, democratico, in grado di raccogliere le forze migliori per salvare il Paese dal disastro economico, dalla disoccupazione di massa, dall'impoverimento crescente. E' dentro questo fronte, in parallelo con la sua costruzione, dentro la concreta battaglia per rompere con l'UE, che le forze che puntano alla fuoriuscita dal capitalismo-casinò potranno sviluppare appieno la propria iniziativa nella direzione del socialismo.
Fin qui i problemi di contenuto, di impostazione politica. Ma c’è stata anche una gestione dell’assemblea a dir poco burocratica, con una presidenza che ha incomprensibilmente escluso dal tavolo gli stessi esponenti della sinistra no-euro arrivati appositamente dalla Grecia (Dimitris Mitropoulos di Unità Popolare) e dalla Spagna (Pedro Montes e Diosdado Toledano, della Piattaforma uscire dall'euro). Meglio sorvolare su quello che è stato il curioso ordine degli interventi.
Si fa così se davvero si vuol costruire uno schieramento che pretende di essere popolare ed inclusivo quindi non autoreferenziale? Certamente non è solo una questione di stile, è anche l'assenza di un vero spirito unitario, probabilmente l'assenza di una vera convinzione su quel che si sta facendo.
Il nostro è un giudizio politico franco. E, sinceramente, preferiremmo avere torto. Ma non si costruiscono percorsi unitari in questo modo, né si potrà svilupparli fingendo di non vedere la realtà delle cose.
Con la stessa franchezza con la quale scriviamo questo commento, dobbiamo dire che l'assemblea di ieri ci conferma al 100% la giustezza della strada che il Coordinamento della sinistra contro l'euro ha intrapreso: quella di lavorare alla costruzione di un nuovo soggetto politico. Un'esigenza condivisa da molti dei presenti, ma sentita pure da un mondo ben più vasto di quello presente nell'assemblea romana.
Il primo passo di questo percorso è rappresentato dal Seminario nazionale che si terrà a Morlupo (Roma) il 12 e 13 dicembre.
Naturalmente, e ieri lo abbiamo ribadito, fermo rimane il nostro spirito unitario, la nostra disponibilità a partecipare ad iniziative comuni. Vedremo quali saranno i prossimi passi.
A coloro che hanno gestito la presidenza ieri ci sono voluti 7 anni di crisi per arrivare ad una posizione no-euro. Ma noi non facciamo come fanno altri: gli diciamo benvenuti! Ci auguriamo però che non ce ne vogliano altrettanti per trarne le relative conseguenze in termini di analisi, elaborazione, programma ed alleanze.
In conclusione: se son rose fioriranno... ma la partenza di ieri proprio non è stata convincente.
10 commenti:
Ne ero certo.
Ormai ho capito che a sinistra gli unici che sono in grado di andare oltre i loro stessi schemi sono i compagni di MpL.
Pochi, troppo pochi per riuscire a schiodare la sinistra dalla sua atavica autoreferenzialità.
L'autoreferenzialità è vincente se sei vincente, quando sei sotto invece è perdente.
Ma si è classe subalterna per mancanza di fantasia e coraggio, ossia le due qualità necessarie a chi deve confrontarsi con un nemico più forte, e quindi si sceglie la strada vigliacca e patetica dell'autoreferenzialità per "sognare di esistere" come ai bei tempi.
Non posso venire a dicembre perché starò all'estero ma se questa cosa non muore appena nata parteciperò alle prossime riunioni per sostenere Sollevazione.
Io mi sarei già arreso da un pezzo, complimenti a voi che veramente avete fede.
Purtroppo senza la presa di coscienza del popolo la fede serve solo per il regno dei cieli, qui in terra finché la gente non si sveglia le alternative sono soltanto due, non si scappa: o la vox clamantis in deserto a vita (e alla fine uno si stufa) o la croce.
Quali nuovi attori sul palcoscenico dopo l'eterogeneo e confuso M5S? Il fronte residuale ed i gattopardi della rivista Thatcheriana. Direi che il cielo è molto scuro.
Per completezza di informazione posto anche il report ufficiale della piattaforma sociale Eurostop: http://www.eurostop.info/un-buon-inizio-report-sullassemblea-nazionale-della-piattaforma-sociale-eurostop-tenutasi-a-roma/#more-443
A mio avviso il pezzo di Sollevazione è eccessivamente critico e, sbagliando, si sofferma sul bicchiere mezzo vuoto anzichè su quello mezzo pieno. Peccato, un vero limite politico della redazione.
Macri vuole cambiare i vertici della BC argentina, vuole eliminare la tassa sulla soia, è contro i controlli di capitale, vuole negoziare con i creditori sul debito argentino che avevano il contenzioso con la Kirchner, tirerà i cordoni della borsa sui sussidi per mettere in atto un inasprimento della politica fiscale, credo di aver capito che alzerà i tassi per rimediare alla svalutazione del peso.
Una vostra analisi economica e sul fatto che il popolo anche se con una maggioranza non larghissima non ha sostenuto la politica della Kirchner?
Condivido chi ha scritto che il vostro giudizio è troppo sbilanciato sul negativo. Mi vien da chiedervi come mai non siete riusciti, voi di "sinistra contro l'euro", a coinvolgere nel coordinamento tutte le realtà di sabato (che non si possono ridurre a quelli che stavano al tavolo della presidenza), da Militant a Fronte Popolare, ai GC di Rifondazione a quelli del PCdI, fino alla rte No War. Perchè queste realtà hanno aderito a "Eurostop" e non a "sinistra contro l'euro"? No è che forse qualche limite lo avete pure voi?
1) Forse perché tutte le realtà presenti sabato hanno capito solo ora l'importanza dell'uscita dall'euro?
Quelle forze non erano d'accordo sull'uscita dall'euro, piaccia o meno.
2) Il Coordinamento della Sinistra contro l'euro esiste già da un anno e mezzo, e alcune delle forze del Coordinamento, già dal 2008 consideravano l'uscita dall'euro e dall'unione europea come punto centrale della battaglia politica odierna. Quelle realtà hanno aderito finalmente alla campagna "eurostop" poco convintamente, senza avere una visione di lungo respiro, succubi ancora del tabù della sovranità nazionale e monetaria.
Proprio nella risposta qui sopra emergono tutti i limiti della vostra impostazione politica. 1) Il fatto che forze che prima erano incerte sulla questione euro, siano finalmente giunte su posizioni NO EURO, NO UE e NO NATO, dimostra che è possibile far avanzare politicamente altre organizzazioni di sinistra. Ebbene anzichè lavorare in modo serrato per accellerare questo processo, vi beate del fatto che siete stati i primi a capire. Essere i primi a capire non basta se non si è in grado di far penetrare la coscienza e la comprensione della realtà in settori più vasti del proprio ambito condominiale. Resta la domanda inevasa: perchè le realtà politiche che "solo ora" sono giunte a capire la centralità della questione "europea" non si sono aggregate, "solo ora", al coordinamento sinistra contro l'euro ma alla campagna eurostop?
2) Proprio l'evoluzione politica che riconoscete a quelle forze dimostra che propbabilmente in un prossimo futuro potranno evolvere anche su una visione di più ampio respiro rispetto alla questione della sovranità, delle alleanze e del soggetto politico. Certo per favorire questo processo dovreste porvi come avanguardia paziente e non come setta dedita a sterili fughe in avanti. Lanciare l'appello ad un nuovo movimento politico, sapendo che a parte poche decine di volenterosi, non riuscirete a coinvolgere nessuno è a mio avviso un vostro grave limite politico.
Spero di sbagliarmi, ma temo che come per "Rivoluzione Democratica" e "MPL" anche in questo caso sprecherete molte energie invano, quando potreste impiegarle in modo più fruttuoso.
Non ero presente all'assemblea di Roma di cui questo resoconto.
Ero tuttavia presente al convegno OLTRE L'EURO del gennaio 2014 a Chianciano, promossa da SOLLEVAZIONE e MPL
Non so quanti eravamo, ma la sala era piena, 400 o 500 persone o giù di lì.
Mi pare che da lì prese il via il Coordinamento sinistra contro l'euro.
Che a quasi due anni di distanza certa estrema sinistra gongoli per aver portato a Roma 300 persone mi fa sorridere, anche viste tutte le sigle promotrici.
Che queste rose d'estrema sinistra possano fiorire, anch'io ci credo poco. Certi gruppi e gruppetti non andranno da nessuna parte finché saranno chiusi nel loro recinto ideologico.
Se c'è una cosa che condivido di MPL è la sua volontà e capacità di parlare una lingua nuova e di comunicare ad ampio spettro, ai diversi mondi che la crisi sta risvegliando. Certo estremismo di sinistra è invece sterile e, come dice il post "autoreferenziale".
Un consiglio ai compagni di Mpl, non tornate indietro, andate in mare aperto, liberatevi per sempre, non delle vostre radici,ma della zavorra degli ultrarivoluzionari, che se solo adesso scoprono che l'euro è un problema è solo perché sono alla canna del gas e non se li fila nessuno.
Brenno
All'anonimo che se la prende tanto con il Coordinamento della sinistra contro l’euro...e che probabilmente non era presente all'assemblea.
Uno degli intervenuti ha avuto la faccia tosta di dire che quella di Roma era la prima assemblea della sinistra antieuro, una bugia com’è evidente, che la dice lunga su certa “onestà intellettuale”... Questo per dire che non siamo certo noi ad accampare primati...
A parte questo...
Ci sono due problemi: uno di metodo e uno di sostanza.
Sulla sostanza.
La crisi sociale morde, i tempi sono stretti. A sinistra si è già indugiato abbastanza. Ci voleva la tragedia greca per capire la centralità della battaglia contro l'euro? Anche a causa di questo ritardo si è permesso alla destra di presentarsi come campione della sovranità nazionale.
E qui, penso, sta il punto dolens: che per molti di coloro che stavano a Roma la riconquista della sovranità nazionale resta un tabu inviolabile. Questo rifiuto di lottare per ripristinare la Costituzione e quindi la sovranità nazionale, è stato ben espresso da uno degli intervenuti che ha detto: “Noi non vogliamo uscire dall’Unione europea per tornare ad un’Italia capitalista”. Che tradotto in soldoni significa: la lotta contro l’euro e l’Unione per noi è secondaria. A noi interessa solo e subito la lotta contro il capitalismo”.
Questo modo di pensare non porta da nessuna parte, se non a chiudersi in un recinto identitario e gruppuscolare.
Sul metodo: il comportamento di chi gestiva la presidenza è stato sbagliato ed anche poco corretto. Gli accordi presi sulla scaletta degli interventi non sono stati rispettati. Invece di dare la priorità ad interventi di approfondimento delle questioni relative alla gabbia dell’euro e come uscirne, sono stati fatti parlare per primi personaggi che della questione di cosa sia il regime dell’euro e dell'Europa ne san poco o addirittura se ne fregano.
Il settarismo di cui accusi MPL ed il Coordinamento appartiene ad altri, e proprio per questa metodologia temo che difficilmente si riuscirà a fare qualcosa di serio e duraturo.
Spero di sbagliarmi.
Ma non è la prima nè sarà l'ultima temo che assistiamo a comportamenti di questo genere più o meno gravi (a dire il vero ne abbiamo subito di molto peggiori, quando alcuni di questi soggetti avevano idee diverse dalle nostre..)
Affinché un fronte unitario non si sfasci alla prima prova seria c’è bisogno della massima correttezza, della massima disponibilità all’ascolto delle ragioni altrui, di anteporre la lotta per gli obbiettivi comuni agli interessi di bottega.
Claudia Cast
PRECISAZIONE
un lettore anonimo non ha gradito il resoconto che abbiamo fatto dell'Assemblea svoltasi a Roma il 21 novembre scorso e mette sotto accusa il nostro "metodo" che non sarebbe in grado di "proprio ambito condominiale". Ci accusa anzi di essere una "setta dedita a sterili fughe in avanti".
Intanto segnaliamo il resoconto dell'assemblea pubblicato dalla rete dei Comunisti:UN BUON INIZIO
Il commento piccato del nostro lettore, al netto delle sterile frecciate polemiche, non risponde alle due critiche principali contenute nel nostro resoconto. Ribadiamole:
(1) dato il tema molto impegnativo della necessità di uscire dall'euro, noi abbiamo registrato molta superficialità nell'analisi e pressapochismo nell'indicare i necessari passaggi che dovrebbero condurre alla rottura con la Ue. Se si eccettuano gli accenni fatti da Cremaschi nella sua introduzione, e le cose dette da Mazzei e Boghetta (interventi stretti dentro i 5 munuti) abbiamo avuto il nulla. Quali alleanze per riconquistare la sovranità monetaria? Quali i passaggi di fase? ecc. Tutto è rimasto a livello di slogan....Come "prima uscita" la cosa non è promettente.
(2) Sulla gestione dell'assemblea il solito metodo che con eufemismo abbiamo chiamato "burocratico". Veniamo ad esempio a sapere che la coalizione nascente ha già un nome: Piattaforma sociale eurostop. Non è questione se sia bello o brutto, adeguato o meno. La questione è: chi l'ha deciso? In quale camera caritatis?
Speriamo che strada facendo le cose prendano il verso giusto.
C'è di che essere scettici.
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