7 dicembre.
«A Proposito del "Sacco di Roma"
Nei giorni scorsi Roma ha “scoperto” l’esistenza della mafia tra le sue mura, a seguito della maxi operazione della magistratura che ha portato a 37 arresti e sequestri di beni per 200 milioni di euro. Una maxi operazione che ha messo in evidenza un vasto sistema corruttivo fondato sulle assegnazioni di appalti e finanziamenti pubblici dal Comune di Roma e dalle aziende municipalizzate con interessi, in particolare, anche nella gestione dei rifiuti, dei centri di accoglienza per gli stranieri e i campi Rom e nella manutenzione del verde pubblico.
Naturalmente, quest’ennesimo caso di corruzione ha prestato il fianco alla strumentalizzazione mediatica e dell’informazione contro i costi della politica, i partiti, il “partito della spesa pubblica”.
Il Coordinamento della Sinistra contro l’Euro rifiuta questa lettura data dagli organi di informazione ritenendo, al contrario, che la sistematica corruzione (politica prima ancora che economica) dopo Tangentopoli, non sia altro che la conseguenza di un sistema politico ormai distorto dal bipolarismo liberista e della fine della forma partito verso veri e propri comitati d’affari.
Il coinvolgimento di tutto il ceto politico, dal Pd fino a Fratelli d’Italia (senza dimenticare vecchi arnesi dell’estrema destra italiana neofascista ed eversiva), in questa deriva affaristica dimostra come tale sistema sia completamente trasversale e agevolato dalla completa subalternità dello Stato ai grandi attori dei mercati finanziari, i quali mirano incessantemente a colpire l’interesse pubblico e collettivo in nome del proprio profitto.
Il Coordinamento della Sinistra contro l’euro chiede, dunque, l’immediato scioglimento del consiglio comunale di Roma, le dimissioni del sindaco Ignazio Marino e la convocazione di immediate elezioni. Solo in questo modo si potrà dare inizio a una vera “Liberazione Nazionale” dall’attuale ceto politico e, insieme, dal ruolo di subordinazione nei confronti del sistema eurista e della dittatura del mercato».
Naturalmente, quest’ennesimo caso di corruzione ha prestato il fianco alla strumentalizzazione mediatica e dell’informazione contro i costi della politica, i partiti, il “partito della spesa pubblica”.
Il Coordinamento della Sinistra contro l’Euro rifiuta questa lettura data dagli organi di informazione ritenendo, al contrario, che la sistematica corruzione (politica prima ancora che economica) dopo Tangentopoli, non sia altro che la conseguenza di un sistema politico ormai distorto dal bipolarismo liberista e della fine della forma partito verso veri e propri comitati d’affari.
Il coinvolgimento di tutto il ceto politico, dal Pd fino a Fratelli d’Italia (senza dimenticare vecchi arnesi dell’estrema destra italiana neofascista ed eversiva), in questa deriva affaristica dimostra come tale sistema sia completamente trasversale e agevolato dalla completa subalternità dello Stato ai grandi attori dei mercati finanziari, i quali mirano incessantemente a colpire l’interesse pubblico e collettivo in nome del proprio profitto.
Il Coordinamento della Sinistra contro l’euro chiede, dunque, l’immediato scioglimento del consiglio comunale di Roma, le dimissioni del sindaco Ignazio Marino e la convocazione di immediate elezioni. Solo in questo modo si potrà dare inizio a una vera “Liberazione Nazionale” dall’attuale ceto politico e, insieme, dal ruolo di subordinazione nei confronti del sistema eurista e della dittatura del mercato».
Roma 5 dicembre 2014
* Fonte: Coordinamento sinistra contro l'euro
1 commento:
Il sistema sta crollando, ragazzi.
Leggete qui, tanto per fare un esempio, dove si dice che anche l' edificio dei paesi scandinavi mostra le prima crepe
http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2014-12-05/il-declino-modello-nordico-svezia-stabilita-politica-addio-174110.shtml?uuid=ABnZMmMC&nmll=2707
E il peggio è che più che di crepe, nell'articolo si tratta della rappresentazione dell'ennesimo attacco liberista al welfare, al lavoro, allo Stato e in ultima analisi alla democrazia che oggi sta per rivolgersi addirittura contro quei paesi nordici che in qualche modo fino adesso erano stati considerati zona franca alla quale era "vietato" creare problemi.
Quindi adesso bisogna scegliere:
1) si decide di accelerare il crollo per arrivare al conflitto finale dove FORSE il popolo si solleverà unito contro i suoi sfruttatori.
2) ci si prepara al conflitto che sarà durissimo preoccupandosi principalmente di ricreare l'unita del fronte della sinistra (che dovrà includere sinistra popolare e socialdemocratici "borghesi"). Ci vuole più tempo perché il dialogo per iniziare non può basarsi sul confronto fra posizioni massimaliste e sarà necessario un accordo su un terreno intermedio; ma è ovvio che se si è convinti che il sistema sta per implodere saranno i fatti a impedire che ci si areni su questo "terreno intermedio".
Vedremo quale sarà la scelta della sinistra popolare e della media borghesia (che si devono decidere alla svelta perhé rischiano di essere sopravanzate dalle destre becere che ovviamente, non capendo un cazzo per definizione, si metteranno al servizio dei dominanti).
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