12 dicembre
Alcuni giorni fa Claudio Borghi Aquilini (Lega Nord) ha rilasciato un'intervista in cui si scaglia frontalmente contro l'iniziativa del Movimento 5 Stelle di un referendum per uscire dall'euro, e subito rilanciata dalla stampa berlusconiana.
Non ci siamo mai stancati di denunciare le ambiguità ed il ritardo con cui M5S ha sin qui affrontato (schivato) la questione della battaglia per riottenere la sovranità monetaria. Ambiguità, ritardi e nodi che avrebbero potuto essere sciolti molto prima così che avrebbero evitato al movimento l'emoraggia di voti, e quindi chiuso buona parte dello spazio guadagnato dalla Lega salviniana. Gli errori in politica si pagano.
Potremmo discettare sulle cause di questo ritardo. Da una parte ha pesato l'anima euro-liberista che alligna nel Movimento —che Casaleggio apertamente rappresenta—, ha influito anche lo scarso coraggio, la paura di osare, il codismo elettoralistico.
Tuttavia, meglio tardi che mai. Il fatto che M5S si è apertamente schierato per l'uscita dall'eurozona è un fatto non solo di prima grandezza, è un fatto altamente positivo.
Ora è anche chiaro che la proposta di referendum in questione si riferisce, come da noi a suo tempo segnalato, al referendum di indirizzo costituzionale sulla scia del precedente del 1989.
Che significa? Significa che la raccolta di firme lanciata da M5S è niente di più che una pezza d'appoggio all'iniziativa futura dei gruppi parlamentari dei Cinque stelle, dato che il referendum d'indirizzo potrà essere indetto solo a patto che il Parlamento approvi una legge costituzionale ad hoc.
E' chiaro che non si tratterebbe di un referendum abrogativo dei Trattati internazionali sottoscritti dall'Italia per adottare la moneta unica, referendum che la Costituzione italiana purtroppo impedisce (Art. 75), in quanto vieta espressamente di sottoporre a Referendum abrogativi sia trattati internazionali che leggi tributarie e/o di bilancio dello Stato (ad esempio la partecipazione alla NATO oppure il recente Art. 81 che prevede il pareggio di bilancio).
Detto per inciso. E' possibile cambiare la Costituzione (esclusa la forma repubblicana dello Stato, Art. 139) seguendo la procedura indicata nell'Art. 138 della Costituzione, esattamente come avvenuto nell'aprile 2012 con la modifica dell'Art.81 sul pareggio di bilancio.
Ma veniamo a Claudio Borghi Aquilini ed al suo attacco frontale all'iniziativa dei Cinque stelle. C'è un primo strafalcione di natura giuridica. Borghi afferma che la via del referendum è "impercorribile" perché occorrerebbe la maggioranza dei due terzi per poter celebrare un referendum d'indirizzo. Errato, visto che è sufficiente la maggioranza assoluta.
Ma andiamo alls sostanza. Borghi afferma:
Una simile meschina preoccupazione emerge quando Borghi afferma:
Alcuni giorni fa Claudio Borghi Aquilini (Lega Nord) ha rilasciato un'intervista in cui si scaglia frontalmente contro l'iniziativa del Movimento 5 Stelle di un referendum per uscire dall'euro, e subito rilanciata dalla stampa berlusconiana.
Non ci siamo mai stancati di denunciare le ambiguità ed il ritardo con cui M5S ha sin qui affrontato (schivato) la questione della battaglia per riottenere la sovranità monetaria. Ambiguità, ritardi e nodi che avrebbero potuto essere sciolti molto prima così che avrebbero evitato al movimento l'emoraggia di voti, e quindi chiuso buona parte dello spazio guadagnato dalla Lega salviniana. Gli errori in politica si pagano.
Potremmo discettare sulle cause di questo ritardo. Da una parte ha pesato l'anima euro-liberista che alligna nel Movimento —che Casaleggio apertamente rappresenta—, ha influito anche lo scarso coraggio, la paura di osare, il codismo elettoralistico.
Tuttavia, meglio tardi che mai. Il fatto che M5S si è apertamente schierato per l'uscita dall'eurozona è un fatto non solo di prima grandezza, è un fatto altamente positivo.
Ora è anche chiaro che la proposta di referendum in questione si riferisce, come da noi a suo tempo segnalato, al referendum di indirizzo costituzionale sulla scia del precedente del 1989.
Che significa? Significa che la raccolta di firme lanciata da M5S è niente di più che una pezza d'appoggio all'iniziativa futura dei gruppi parlamentari dei Cinque stelle, dato che il referendum d'indirizzo potrà essere indetto solo a patto che il Parlamento approvi una legge costituzionale ad hoc.
E' chiaro che non si tratterebbe di un referendum abrogativo dei Trattati internazionali sottoscritti dall'Italia per adottare la moneta unica, referendum che la Costituzione italiana purtroppo impedisce (Art. 75), in quanto vieta espressamente di sottoporre a Referendum abrogativi sia trattati internazionali che leggi tributarie e/o di bilancio dello Stato (ad esempio la partecipazione alla NATO oppure il recente Art. 81 che prevede il pareggio di bilancio).
Detto per inciso. E' possibile cambiare la Costituzione (esclusa la forma repubblicana dello Stato, Art. 139) seguendo la procedura indicata nell'Art. 138 della Costituzione, esattamente come avvenuto nell'aprile 2012 con la modifica dell'Art.81 sul pareggio di bilancio.
Ma veniamo a Claudio Borghi Aquilini ed al suo attacco frontale all'iniziativa dei Cinque stelle. C'è un primo strafalcione di natura giuridica. Borghi afferma che la via del referendum è "impercorribile" perché occorrerebbe la maggioranza dei due terzi per poter celebrare un referendum d'indirizzo. Errato, visto che è sufficiente la maggioranza assoluta.
Ma andiamo alls sostanza. Borghi afferma:
LA SANTISSIMA TRINITA' |
«Questa campagna [per il referendum, Ndr] è l'esatta continuazione dell'attività a favore di Renzi e dei pro euro, già iniziata mesi fa quando i grillini decisero di non schierarsi contro la moneta unica in campagna elettorale (...) i 5 Stelle seguono le tesi di Casaleggio, contrario all'uscita dalla moneta unica. Anzi, adesso i grillini si sono messi in testa di sabotare il movimento di uscita dall'euro, e non riuscirei a immaginare una tattica più efficace di questa: portare su un binario morto tante persone sinceramente convinte di fare questa battaglia».Quindi per il Borghi l'iniziativa referendaria dei Cinque stelle non solo sarebbe sbagliata, è un sabotaggio alla battaglia per l'uscita. L'accusa è, oltreché squinternata, profondamente infingarda. Borghi e i leghisti, se fossero in buona fede, pur se da opposta sponda, dovrebbero rallegrarsi che un movimento con i consensi di quello di Grillo, si sia finalmente e formalmente deciso per l'uscita dall'euro. Invece, non solo escludono che il passo avanti di M5S sia frutto di una faticosa maturazione, ma gli sparano addosso e per giustificarsi vanno a pescare nella pattumiera delle dietrologie complottiste. E' evidente la ragione: i leghisti temono che la mossa di Cinque stelle tolga loro la patente di essere i campioni no-euro e quindi consensi elettorali.
Una simile meschina preoccupazione emerge quando Borghi afferma:
«Occorrerebbe unire le forze veramente contro l'euro, sedersi a un tavolo e preparare l'uscita in maniera professionale. Poi bisogna fare cadere il governo e andare alle elezioni alleati con una sola priorità: fuori dalla moneta unica, tutto il resto viene dopo».
Ci vuole una bella faccia tosta per proporre l'unità dopo aver affermato che M5S "sabota" la battaglia per l'uscita e "fa il gioco di Renzi". E ce ne vuole altrettanta per dire che l'uscita che propongono la Lega e Borghi (anche al netto della liberistica flat tax) sia "professionale". Fatevi due risate ascoltando il discorsetto che Borghi fece al congresso della Lega nel dicembre dell'anno scorso.
L'iniziativa referendaria dei Cinque stelle presenta certamente dei rischi, ma è necessario correrli. Essa ha il merito di mettere a tema, coinvolgendo non quattro gatti ma l'opinione pubblica, la questione dell'euro e della sovranità, politica e monetaria. Per questo non c'è dubbio che questo Parlamento "di nominati" non darà mai la maggioranza affinché il referendum si svolga. Bene comunque! I cittadini potranno non solo capire meglio come stanno le cose, ma chi sono i servi dell'euro-dittatura. E vedremo come si schiererà quando verrà il momento, anche la Lega Nord.
Limiti emergono analizzando anche le proposte di politica economica del M5S, ma esse sono di segno diverso e opposto alle proposte di tipo neoliberista della Lega Nord. L'uscita dall'euro che propone M5S non è quella "a sinistra" che noi auspichiamo, ma ci va vicino.
In conclusione: chiunque desideri davvero uscire dalla gabbia dell'euro, chiunque abbia sale in zucca, non può che salutare positivamente il passaggio di M5S nel campo no-euro, e quindi aiutare i Cinque stelle a sfidare e battere il blocco eurista in via di sfaldamento.
10 commenti:
Finalmente un articolo che chiama le cose con il loro nome e rimette al loro posto gli anti-euristi opportunisti.
Se ne sentiva il bisogno.
Bravo Piemme
Certo che la dialettica è una roba affasciante, si può convincere,e soprattutto convincersi delle.l cose più improbabili.
Cominciamo dal M5S. Dove starebbe la novità che tanto esalta questo articolo? Sta roba del referendum Grillo la sostiene da anni, e quindi, indipendentemente dal giudizio di merito, non v'è nulla di nuovo nel dichiarare di partire con un'iniziativa già messa in cantiere da tempo. Semmai, la tempistica suggerirebbe la volontà di entrare in competizione con chi vuole decidere di uscire dall'euro da subito.
Che costoro a loro volta facciano polemica politica perchè temono la competizione, è una cosa abbastanza ovvia in politica e trovo incomprensibile lo scandalizzarsi di queste cose.
In effetti, malgrado la mia lontananza dalla Lega, non posso che osservare che la loro posizione è quella più chiara e comprensibile almeno riguardo all'euro.
La verità è ancora una volta è che le condizioni oggettive, la velocità con cui l'economia peggiora a causa delle politiche fin qui perseguite anche in ossequio alla unione europea, imporrebbe decisioni immediate, anche un mese è un tempo troppo lungo, e la carenza di gruppo dirigente, con quei pochi apertamente schierati contro l'euro ben divisi e in perenne rissa tra loro.
Ciò solleva il problema di quanto abbia senso costituire un fronte antieuro che non veda come aprte integrante dell'accordo un piano economico complessivo.
Andiamo da Borghi che sostanzialmente punta semplicemente a fare in modo che l'Italia segua le scelte economiche fatte nel mondo anglosassone, a chi più apertamente pensa di risolvere tutto con una politica keynesiana che oggi non è proponibile sde non in forme finora inesplorate, a chi lo fa in un'ottica antiglobalista.
Mi chiedo dove stia il cemento che possa tyenere assieme queste componenti, è evidente che ci sono differenze di fronte cui la comune scelta antieuro diventa un elemento minuscolo e che certo non può tenere assieme.
Il M5S è stato a lungo incerto sull'atteggiamento da adottare nei confronti del problema Euro. Anch'io mi meravigliavo di tanta incertezza, ma riflettendo e con il senno di poi, a parte il fatto che la Moneta unica Europea è probabilmente la causa di tutti gli inconvenienti attuali dell'economia di molti Stati, Italia non ultima, mi sono ricordato di cosa succedette negli anni '90 quando la nostra Lira, che si stava allineando con il famoso "serpentone", fu attaccata duramente con il metodo Soros per tagliarle le gambe. E con pieno successo. Fu quando dovette subire una svalutazione del 30% e quando Amato attuò il famigerato prelievo dello 0,9 % su tutti i depositi.
Il "serpentone" mirava a creare una valuta "Europea" con l'intento di fare del MEC un mercato potente che, potenzialmente, si poneva a minacciare il dollaro USA. Apriti cielo! e ci fu l'episodio dell'attacco alla Lira. Voglio dire che per gli USA veder affermarsi una moneta capace di minacciare la supremazia USA non fu mai considerata una prospettiva allettante. Con la forza internazionale dell'economia USA (banche) e con la crisi apertasi nel 2008, oral 'EURO viene considewreato da quasi tutti gli aderenti all'UE un mostro d'iniquità e molti vorrebbero liberarsene, ma, potenzialmente, poteva concorrere a far "grande" l'Europa. Questa degenerazione forse meriterebbe di essere meglio analizzata.
In verità Borghi non dice che "la via del referendum è "impercorribile" perché occorrerebbe la maggioranza dei due terzi per poter celebrare un referendum d'indirizzo", ma giustamente afferma che ci vuole una maggioranza di 2/3 per approvare la legge costituzionale necessaria per poter celebrare il referendum di (mero) indirizzo.
Beh, se pensiamo che nel 2008 qualcuno scriveva sul suo blog: "Tedeschi invadeteci" allora la tesi esposta dall'anonimo delle 11:56 ha effettivamente una sua ratio.
Borghi sbaglia quando parla dei 2 terzi del parlamento ma non di molto.
A me pare che la legge costituzionale possa certamente essere approvata a maggioranza assoluta, ma in tal caso ci troveremmo sicuramente a dover fare un referendum per approvare la legge che vuole indire un referendum consultivo sull'euro.
Quello poi che i 5s omettono di dire è che l'uscita la deve comunque decidere il governo, il referendum consultivo non vincola nessuno, sarebbe solo un invito al parlamento per trattare la questione.
Voglio ricordare che pure il testo del famoso refferendum dell'89 è stato del tutto disatteso.
Oltre questo Grillo sta veicolando il messaggio che si possa uscire solo con il referendum, cosa semplicemente non vera.
Se l'occasione di una raccolta di firme contro l'euro può essere importante per sensibilizzare sul tema non vedo perchè non essere chiari e trasparenti in toto.
Diciamo che posso capire chi fa delle dietrologie visto che la mossa del referendum ha molti più rischi che benefici.
Non sono d'accordo poi con l'idea secondo cui l'uscita dei 5s sarebbe così vicino alla vostra uscita da sinistra.
A me pare che sia davvero molto simile a ciò che propone la lega (praticamente usano volantini interscambiabili).
E' chiaro che della lega non ci si possa fidare, sia per il suo passato che per la sua impronta liberista, ma non bisogna rishiare di diventare acritici con i 5s solo perchè sono ottimi interlocutori.
forse è lievemente ot ma visto che la mia attenzione è stata attirata da quella che piemme definisce la santissima trinità vi posto comunque questo bell'articolo:
http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=14351
Si si aspettate il referendum ( che non verra' mai indetto) Grillo e Casaleggio per salvarvi dall'euroschiavitu'.Il vostro limite e' che anteponete la rivalita' destra sinistra all'uscita dall'Euro per cui se Salvini che e' di destra propone di uscire a voi non va bene mentre se Grillo propone un improbabile referendum a voi va bene,senza contare il fatto che avete le idee confuse sui concetti destra sinistra infatti e' piu' di destra la Lega che cerca di interpretare e diciamocelo pure cavalcare i bisogni dei ceti deboli oppure sono piu' di destra due personaggi uno miliardario con 2ville di cui una condonata in riva al mare che ha usufruito di 2 condoni tombali (grillo) ed un personaggio ambiguo (casaleggio)che prima di fondare il M5S ( per incanalare il dissenso?) non frequentava di certo circoli Marxisti ma piuttosto gente come Saasson .,i quali tra l'altro in barba ad ogni forma di democrazia gestiscono il movimento con piglio fascistoide e se lo possono permettere visto che ne sono propietari avendo registrato nome e simbolo.Aspettate aspettate pure un adagio popolare dice campa cavallo che l'erba cresce.In nome di un presunto purismo di sinistra vi siete relegati nell'anonimato,Grillo ha sperperato un patrimonio inestimabile di voti e per chi come lui campa di palcoscenico da una vita certi errori non possono essere frutto del caso evocare Hitler pochi giorni prima delle Europee equivale a regalare i voti dei moderati al servo dell'Europa Renzi quindi potremo dire operazione riuscita Mr Grillo i banchieri ringraziano.Meno male che c'e' la Lega altrimenti nel panorama politico Italiano i no Euro non avrebbero nessuno a portare avanti questa battaglia
Il problema è che Sollevazione antepone la pregiudiziale antifascista a tutto il resto.
Per quel poco che ne so la Lega ha tentato per mesi di convincere il M5S a costituire un fronte unico antieuro, ricevendone rifiuti o risposte evasive. Dopo aver rifiutato questo passo decisivo, assulatamente impegnativo, che avrebbe messo la battaglia antieuropeista avanti a ogni altra cosa, Grillo procede colla sua discutibile idea di un referendum che sa benissimo non avrà mai luogo e che rinvia la questione alle calende greche. E che ha quindi il gran pregio di non scontentare i suoi elettori europeisti.
Ecco a cosa si riferisce Borghi Aquilini quando critica l’inconcludenza grillina. Poi per carità, il referendum sarà comunque utile a sensibilizzare le coscienze e la Lega ha peccati grandi quanto i condomini di Tor Vergata da farsi perdonare, ma in questo caso ha buone ragioni.
a tutti i buopntemponi che hanno il coraggio di apprezzare un personaggio come Borghi, si vedano il suo curriculum, forse cominciano un pò a capire il tizio.
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