19 dicembre
Il Coordinamento della sinistra contro l’euro sostiene l’iniziativa di raccolta firme del M5S- Comunicato del 15 dicembre 2014.
Il Coordinamento della sinistra contro l’euro sostiene l’iniziativa di raccolta firme del M5S- Comunicato del 15 dicembre 2014.
«Il 13 dicembre il Movimento 5 Stelle ha inaugurato la campagna di raccolta delle firme per una legge di iniziativa popolare per un referendum di indirizzo sull’uscita dell’Italia dall’euro. Per la prima volta il M5S esprime una posizione netta nei confronti dell’Unione Europea e dell’euro, facendone seguire una chiara azione politica con la promozione di una campagna referendaria atta ad interrogare i cittadini sulla fuoriuscita del Paese dalla moneta unica.
Il Coordinamento della Sinistra contro l’euro, pur ritenendo che l’utilizzo del referendum d’indirizzo sia un terreno accidentato, di difficile realizzazione sul piano dei rapporti di forza nonché rischioso – a causa della forza che i media euristi avranno nel seminare terrorismo ed inquinare il dibattito pubblico – saluta con piacere l’apertura della battaglia politica sulla questione dell’euro e della sovranità democratica.
Nonostante i limiti espressi e la convinzione che l’Italia non uscirà dall’euro tramite referendum, il Coordinamento della Sinistra contro l’euro ritiene comunque che questo sia uno strumento utile ad aprire in modo più ampio possibile il dibattito pubblico, una grande occasione per permettere a ogni cittadino di avere un’informazione completa e non distorta su quale sia la responsabilità della moneta unica nel disastro economico in cui il nostro paese è sprofondato e sulle soluzioni possibili.
L’insostenibilità di un’area valutaria come quella europea è un fatto evidente, noto a tutti gli economisti, tant’è che ormai da tempo è in atto un riposizionamento diffuso delle forze politiche nei riguardi dell’euro e che, partendo dalla destra sciovinista della Lega, tocca la destra liberista berlusconiana ed ora perfino spezzoni del PD. Purtroppo, però, l’uscita dalla moneta unica – che avverrà solo sotto la spinta di forti volontà politiche – potrebbe non significare un reale cambiamento di rotta nelle politiche economiche applicate nell’intero continente e nel nostro paese. Se la classe politica che traghetterà l’Italia fuori dall’euro sarà del medesimo tipo di quella che ci ha portati all’interno dell’eurozona, essa difenderà gli interessi dei grandi poteri economici, sicché avremmo un finto cambiamento che ci porterebbe semplicemente alla prosecuzione delle stesse politiche liberiste di redistribuzione di ricchezza dai più poveri ai più ricchi, di privatizzazione indiscriminata di beni pubblici, comuni e servizi.
L’uscita dall’euro rappresenta, infatti, una condizione necessaria ma non sufficiente per garantire un futuro al nostro Paese, e che siano irrinunciabili punti fondamentali quali:
1) Disdetta dei trattati fondanti dell’UE (da Maastricht al Fiscal Compact)
2) Nazionalizzazione della Banca d’Italia e del sistema bancario
3) Politica economica volta al raggiungimento della piena occupazione
4) Emissione della nuova valuta sovrana
5) Controllo sui movimenti di capitale
6) Piani di “Lavoro Garantito” per il raggiungimento della piena occupazione
7) Moratoria sul debito pubblico
8) Applicazione dei principi costituzionali, per la democrazia economica, anche con l’adozione di strumenti di democrazia reale
Tutte questioni attinenti la piena e corretta applicazione della nostra carta costituzionale, obiettivi di vitale importanza per permettere un ritorno ai fondamentali valori democratici e quindi il recupero della piena sovranità popolare.
Il Coordinamento della sinistra contro l’euro, quindi, sostiene l’iniziativa di raccolta firme del M5S, con la volontà di avviare un chiaro e sincero confronto sul terreno della concreta collaborazione tra tutti i cittadini e i militanti che operano nei territori, affinché il Paese, oggi sprofondato in una crisi socio-economica senza precedenti, possa tornare libero democratico e sovrano, rimettendo al centro la politica come mezzo per difendere gli interessi del popolo tra i quali, come si legge nell’articolo 1 della Costituzione, la centralità del lavoro».
Fonte: Sinistra contro l'euro
Il Coordinamento della Sinistra contro l’euro, pur ritenendo che l’utilizzo del referendum d’indirizzo sia un terreno accidentato, di difficile realizzazione sul piano dei rapporti di forza nonché rischioso – a causa della forza che i media euristi avranno nel seminare terrorismo ed inquinare il dibattito pubblico – saluta con piacere l’apertura della battaglia politica sulla questione dell’euro e della sovranità democratica.
Nonostante i limiti espressi e la convinzione che l’Italia non uscirà dall’euro tramite referendum, il Coordinamento della Sinistra contro l’euro ritiene comunque che questo sia uno strumento utile ad aprire in modo più ampio possibile il dibattito pubblico, una grande occasione per permettere a ogni cittadino di avere un’informazione completa e non distorta su quale sia la responsabilità della moneta unica nel disastro economico in cui il nostro paese è sprofondato e sulle soluzioni possibili.
L’insostenibilità di un’area valutaria come quella europea è un fatto evidente, noto a tutti gli economisti, tant’è che ormai da tempo è in atto un riposizionamento diffuso delle forze politiche nei riguardi dell’euro e che, partendo dalla destra sciovinista della Lega, tocca la destra liberista berlusconiana ed ora perfino spezzoni del PD. Purtroppo, però, l’uscita dalla moneta unica – che avverrà solo sotto la spinta di forti volontà politiche – potrebbe non significare un reale cambiamento di rotta nelle politiche economiche applicate nell’intero continente e nel nostro paese. Se la classe politica che traghetterà l’Italia fuori dall’euro sarà del medesimo tipo di quella che ci ha portati all’interno dell’eurozona, essa difenderà gli interessi dei grandi poteri economici, sicché avremmo un finto cambiamento che ci porterebbe semplicemente alla prosecuzione delle stesse politiche liberiste di redistribuzione di ricchezza dai più poveri ai più ricchi, di privatizzazione indiscriminata di beni pubblici, comuni e servizi.
L’uscita dall’euro rappresenta, infatti, una condizione necessaria ma non sufficiente per garantire un futuro al nostro Paese, e che siano irrinunciabili punti fondamentali quali:
1) Disdetta dei trattati fondanti dell’UE (da Maastricht al Fiscal Compact)
2) Nazionalizzazione della Banca d’Italia e del sistema bancario
3) Politica economica volta al raggiungimento della piena occupazione
4) Emissione della nuova valuta sovrana
5) Controllo sui movimenti di capitale
6) Piani di “Lavoro Garantito” per il raggiungimento della piena occupazione
7) Moratoria sul debito pubblico
8) Applicazione dei principi costituzionali, per la democrazia economica, anche con l’adozione di strumenti di democrazia reale
Tutte questioni attinenti la piena e corretta applicazione della nostra carta costituzionale, obiettivi di vitale importanza per permettere un ritorno ai fondamentali valori democratici e quindi il recupero della piena sovranità popolare.
Il Coordinamento della sinistra contro l’euro, quindi, sostiene l’iniziativa di raccolta firme del M5S, con la volontà di avviare un chiaro e sincero confronto sul terreno della concreta collaborazione tra tutti i cittadini e i militanti che operano nei territori, affinché il Paese, oggi sprofondato in una crisi socio-economica senza precedenti, possa tornare libero democratico e sovrano, rimettendo al centro la politica come mezzo per difendere gli interessi del popolo tra i quali, come si legge nell’articolo 1 della Costituzione, la centralità del lavoro».
Fonte: Sinistra contro l'euro
6 commenti:
Bravi, sono d'accordo.
Ovviamente Rifondazione e gli altri non lo faranno per cui rimaniamo fea quattro gatti...
scusate l'OT. Voglio augurarmi che questo sondaggio sia il solito studio manipolato, perché davvero non ne posso più di vivere fra persone che non capiscono nulla e si affidano ai carnefici. Non bastava il 41% di Renzi, ora abbiamo Napolitano ter al 19% e Draghi al 10%.
Sottoscrivo dalla prima all'ultima riga. Aggiungendo che il tentativo di revisione dei trattati è stato già più volte portato all'attenzione dell'EU
https://twitter.com/search?f=realtime&q=%40marcozanni86%20nada&src=typd
Chiedo scusa. Ho postato link alla stringa di ricerca che mi ha consentito di ritrovare la conversazione e non alla conversazione propriamente detta con Zanni
https://twitter.com/Marcozanni86/status/529582166393356288
Il concetto del post è condivisibile. Constato tuttavia il permanere della solita ambiguità del movimento e/o di una parte dei suoi attivisti sulla questione euro. Al banchetto dove dovevo firmare uno degli attivisti mi ha dichiarato apertamente che la firma aveva valore in relazione al fine di permettere ai cittadini di esprimersi e che non era scontato dunque che avrei dovuto appoggiare l'uscita dall'euro. Ora è vero che la finalità di informare i cittadini è sacrosanta ma se coloro che promuovono il referendum non sono convinti loro stessi tanto da suggerire la possibilità di scegliere una strada diversa dall'uscita allora ne deriva che chiarezza non è stata fatta. Lo stesso volantino distribuito conteneva delle ambiguità semantiche e " grafiche". Ritengo queste scelte volute e non casuali e quindi non si vedono certezze sulla effettiva volontà dei 5 stelle in merito alla questione euro. Nulla di nuovo ovviamente ma il fatto che ci siano " diverse sensibilità" e che le stesse vengano " rappresentate all'esterno" non mi porta a credere che si possa contare su una " vera informazione" e dunque su una vera battaglia politica. Spero proprio di sbagliarmi e che il movimento mi faccia ricredere attraverso il lavoro futuro.
Il Programma sembra tratto dal libro dei Sogni eppure c'è ancora chi di dice che non va bene.
SE si riuscisse a mettere sul fuoco tutta quella roba superlativa potremmo dire che l'Italia si può salvare ancora. Ma un salvataggio dell'Italia fa parte anch'esso purtroppo del Libro dei Sogni.
Ho proprio paura che "les jeux son faites"; e da tempo anche, ahinoi.
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