27 maggio. Capisco che sotto botta ci si interroghi anzitutto sulle ragioni dell'insuccesso dei cinque stelle. Tuttavia, se sono le dimensioni del successo del Pd renziano il vero fatto eclatante, è sulle ragioni di questa inattesa avanzata che occorre interrogarsi.
Solo in questo quadro segnalo la spiegazione di Gianluigi Paragone della sconfitta dei pentastellati. In piena controtendenza rispetto ai molti che addebitano la causa della sconfitta di M5S all'eccesso di "estremismo protestatario", Paragone sostiene che Grillo avrebbe perso perché ha dato retta a Casaleggio:
Sotto l'effetto della sconfitta, per primi i "grillini", si sono spiegati l'avanzata di Renzi come la vittoria dell'Italia della conservazione, leggendola quindi come risposta reazionaria all'Italia del cambiamento. Quindi giù a dare addosso ai cittadini italiani, beoti e pecoroni. E' una spiegazione non solo parziale ma sbagliata, che può condurre solo a nuove batoste.
Due sono quindi le sorgenti che hanno alimentato il fiume renziano. Da una parte,
certamente, il consenso gli è venuto dalle classi e dai ceti sociali agiati, attestati su una linea di conservazione dell'esistente —si tratta, in una società post-fordista segnata dalla diagonale del debito, del "popolo dei creditori", come segnalava Pasquinelli—, e che quindi sono terrorizzati dal cambiamento, dal crollo dell'euro e dal default. Fosse stata solo questa la sorgente Matteo Renzi non avrebbe superato il 30%. Tutto il resto dei consensi gli è venuto da quella parte di popolo lavoratore che non è ancora con l'acqua alla gola e che si illude che la catastrofe sia evitabile con decisi aggiustamenti e facendo cambiare "verso all'Europa". Gli 80 euro non sono stati sono una regalia, sono stati il simulacro della speranza, come dice Paragone "l'inizio di una stagione nuova".
In questo senso la vittoria di Renzi è una sua personale vittoria, non del suo partito, che porta sulle spalle tutte le responsabilità delle politiche di macelleria sociale e di salvataggio del capitalismo predatorio.
Se quest'analisi è corretta occorre saperne trarne le dovute conseguenze politiche.
Quali sono queste conseguenze? La prima è che questo folgorante successo di Renzi è fragile, fragile proprio per l'ampiezza delle aspettative che ha suscitato in tanti italiani, i quali ora si aspettano che una svolta rispetto alle politiche austeritarie avvenga, e avvenga presto.
Ma quali sono i margini di manovra di Renzi? Essi sono strettissimi —si tenga conto che il fatidico banco di prova del "semestre europeo" finisce il 31 dicembre 2014. E di quali arnesi Renzi dispone, oltre al capitale di consenso ottenuto, per poter adottare politiche economiche espansive efficaci. Nessuno o quasi.
Da questa angolatura si capisce il basso profilo tenuto da Renzi nella sua conferenza stampa di ieri. Dopo aver temuto la sconfitta, ora gli tremano i polsi proprio per la spettacolare dimensione del suo successo. Una dimensione che da la cifra politica delle aspettative enormi che ha suscitato. Egli sa quanto sia arduo ora soddisfarle. Egli avrebbe bisogno, non solo di piegare le resistenze dei tedeschi e dei tecno-oligarchi europei, ma pure di una benevolenza dei grandi investitori internazionali e che l'economia internazionale conosca subito un ciclo espansivo —tale da premiare la politica mercantilistica sul cui solco il governo Renzi si muove.
Ammesso che i centri nevralgici dell'euro-sistema concedano al governo Renzi sforamenti parziali delle prescrizioni dei Trattati come il Fiscal compact, questi saranno sufficienti per imprimere una svolta e farla finita con l'asuterità? E se, come è probabile, invece di una dilatazione del ciclo espansivo di paesi come gli USA, il Giappone e il Regno unito, questo si risolvesse in una recessione generale?
Il destino di Renzi non è nelle sue mani, né in quella della Divina Provvidenza. E' nelle mani delle cieche leggi economiche capitalistiche, che in tempi di crisi sistemica, non sono certo generose verso politicanti egotici che per salire al trono promettono mari e monti. La crisi è un tritacarne, fa presto a gettare nella polvere politici saliti alla stelle grazie ad annunci miracolistici. La loro caduta, di norma, è altrettanto fulminea quanto la loro ascesa.
Bando al pessimismo dunque. Si attrezzino piuttosto, e in fretta, quelle forze che vogliono salvare il popolo lavoratore dal baratro, e quindi rovesciare l'ordine di cose esistente.
Solo in questo quadro segnalo la spiegazione di Gianluigi Paragone della sconfitta dei pentastellati. In piena controtendenza rispetto ai molti che addebitano la causa della sconfitta di M5S all'eccesso di "estremismo protestatario", Paragone sostiene che Grillo avrebbe perso perché ha dato retta a Casaleggio:
«Il vero responsabile della sconfitta si chiama Gianroberto Casaleggio. Casaleggio era convinto di tenere in cassaforte i voti che prese alle politiche e perciò si dovesse “tranquillizzare” il voto moderato per tentare il sorpasso. Così ha messo la giacca e la cravatta ai suoi golden boy, li ha istruiti affinché parlassero come fighettini. E’ di Casaleggio la scelta di andare da Vespa e poi ai talk comodi, seduti, tranquilli».Non per eccesso di radicalismo gli stellati avrebbero quindi perso tanti voti, quanto piuttosto perché non sono stati in grado di dargli sostanza, sorreggendolo con proposte di politica economica credibili, perché sono stati elusivi e sfuggenti sulla questione dell'uscita dall'euro. E' la stessa chiave di lettura che, su questo sito, in tempo reale, avanzava Maria Gargano il 20 maggio. ha quindi ragione la Segreteria di Mpl nel sostenere che si è rivelato un grave errore impostare le elezioni come un referendum su Renzi, trattandolo però come un fantoccio della "casta", mentre a livello di massa era riuscito il tentativo di quest'ultimo di passare come il "rottamatore" dei vecchi pescecani politici, ad iniziare da quelli del suo Pd. A maggior ragione occorrevano argomenti tosti, tanto più perché il Renzi non ha affatto impostato la sua campagna elettorale al grido mortifero di "Viva L'europa delle banche e dell'austerità", quanto invece, proprio all'opposto, all'insegna del "cambiamo l'Europa" e del "porremo fine all'austerità".
Sotto l'effetto della sconfitta, per primi i "grillini", si sono spiegati l'avanzata di Renzi come la vittoria dell'Italia della conservazione, leggendola quindi come risposta reazionaria all'Italia del cambiamento. Quindi giù a dare addosso ai cittadini italiani, beoti e pecoroni. E' una spiegazione non solo parziale ma sbagliata, che può condurre solo a nuove batoste.
Due sono quindi le sorgenti che hanno alimentato il fiume renziano. Da una parte,
certamente, il consenso gli è venuto dalle classi e dai ceti sociali agiati, attestati su una linea di conservazione dell'esistente —si tratta, in una società post-fordista segnata dalla diagonale del debito, del "popolo dei creditori", come segnalava Pasquinelli—, e che quindi sono terrorizzati dal cambiamento, dal crollo dell'euro e dal default. Fosse stata solo questa la sorgente Matteo Renzi non avrebbe superato il 30%. Tutto il resto dei consensi gli è venuto da quella parte di popolo lavoratore che non è ancora con l'acqua alla gola e che si illude che la catastrofe sia evitabile con decisi aggiustamenti e facendo cambiare "verso all'Europa". Gli 80 euro non sono stati sono una regalia, sono stati il simulacro della speranza, come dice Paragone "l'inizio di una stagione nuova".
In questo senso la vittoria di Renzi è una sua personale vittoria, non del suo partito, che porta sulle spalle tutte le responsabilità delle politiche di macelleria sociale e di salvataggio del capitalismo predatorio.
Se quest'analisi è corretta occorre saperne trarne le dovute conseguenze politiche.
Quali sono queste conseguenze? La prima è che questo folgorante successo di Renzi è fragile, fragile proprio per l'ampiezza delle aspettative che ha suscitato in tanti italiani, i quali ora si aspettano che una svolta rispetto alle politiche austeritarie avvenga, e avvenga presto.
Ma quali sono i margini di manovra di Renzi? Essi sono strettissimi —si tenga conto che il fatidico banco di prova del "semestre europeo" finisce il 31 dicembre 2014. E di quali arnesi Renzi dispone, oltre al capitale di consenso ottenuto, per poter adottare politiche economiche espansive efficaci. Nessuno o quasi.
Da questa angolatura si capisce il basso profilo tenuto da Renzi nella sua conferenza stampa di ieri. Dopo aver temuto la sconfitta, ora gli tremano i polsi proprio per la spettacolare dimensione del suo successo. Una dimensione che da la cifra politica delle aspettative enormi che ha suscitato. Egli sa quanto sia arduo ora soddisfarle. Egli avrebbe bisogno, non solo di piegare le resistenze dei tedeschi e dei tecno-oligarchi europei, ma pure di una benevolenza dei grandi investitori internazionali e che l'economia internazionale conosca subito un ciclo espansivo —tale da premiare la politica mercantilistica sul cui solco il governo Renzi si muove.
Ammesso che i centri nevralgici dell'euro-sistema concedano al governo Renzi sforamenti parziali delle prescrizioni dei Trattati come il Fiscal compact, questi saranno sufficienti per imprimere una svolta e farla finita con l'asuterità? E se, come è probabile, invece di una dilatazione del ciclo espansivo di paesi come gli USA, il Giappone e il Regno unito, questo si risolvesse in una recessione generale?
Il destino di Renzi non è nelle sue mani, né in quella della Divina Provvidenza. E' nelle mani delle cieche leggi economiche capitalistiche, che in tempi di crisi sistemica, non sono certo generose verso politicanti egotici che per salire al trono promettono mari e monti. La crisi è un tritacarne, fa presto a gettare nella polvere politici saliti alla stelle grazie ad annunci miracolistici. La loro caduta, di norma, è altrettanto fulminea quanto la loro ascesa.
Bando al pessimismo dunque. Si attrezzino piuttosto, e in fretta, quelle forze che vogliono salvare il popolo lavoratore dal baratro, e quindi rovesciare l'ordine di cose esistente.
17 commenti:
Ormai da tutte le parti si sente parlare di vittoria straordinaria del PD. Non c'è stata nessuna vittoria! Quel 40% è dovuto all'altissima astensione (41%) che rapportato agli aventi diritto invece che ai votanti si riduce a un 23%. Renzi ha preso meno voti di Veltroni nel 2008, quando si parlò di cocente sconfitta per il PD e meno dell'Ulivo del 2006. Sono finiti i tempi d'ora del centrosinistra.
Quindi, per favore, raccontiamo la verità invece di allinearci alla disinformazione di regime.
Qui i particolari:
http://nuovalira.blogspot.it/2014/05/vince-il-pd.html
"Non per eccesso di radicalismo gli stellati avrebbero quindi perso tanti voti, quanto piuttosto perché non sono stati in grado di dargli sostanza, sorreggendolo con proposte di politica economica credibili, perché sono stati elusivi e sfuggenti sulla questione dell'uscita dall'euro".
Ragazzi, pur di assolvere il popolo beota ora lanciate tutta la croce su Grillo e Casaleggio. Sport facile quanto inconcludente.
Il M5s ha perso tra il 25 e il 40% dei voti verso il PD. Vero? Logica vuole che il PD sta a destra di Grillo e quindi un profilo ancora più radicale e antieurista si poteva tradurre in una sconfitta ancor più cocente. Voi glissate ancora sul fatto che in Italia regge il blocco sociale maggioritario che sostiene la casta dominante dietro al partito unico PD-PDL-NCD. Voi, pur di non fare i conti con la vostra analisi errata su fantomatica sollevazioni antieuriste alle porte, siete disposti anche ad assolvere questo blocco sociale beota e parassitario. Ebbe più coraggio Proudhon, dopo il voto che porto' al potere Napoleone terzo, a scagliarsi contro un popolo parigino inetto, credulone, infingardo e reazionario. Ogni popolo merita il governo che ha. Renzi é la quintessenza e l'espressione perfetta di questa mucillagine che é il popolo italiano, di questa paccottiglia sociale che si lamenta sempre e sempre é disposta a genuflettersi al regime di turno. A pugnalare i suoi eroi, lasciandoli marcire nell'isolamento, trovandogli sempre un difetto per capello, mentre chiude gli occhi difronte ai crimini in Iraq, in Libia, in Afghanistan. Sempre disposto a perdonare le mostruosità dei suoi Renzusconi, solo perché appaiono più telegenici e più rassicuranti.
Abbasso il popolo italiano, merita un salasso ancora più duro di quello che gli ha riservato il PD-PDL in questi 20 anni, e forse neanche quello sara' sufficiente a risvegliarlo.
LE PERCENTUALI INGANNANO....
Anonimo,
evitiamo tanta sicumera. La vittoria di Grillo causata anzitutto dall'emorragia di voti di M5S?
Non parrebbe proprio secondo le prime analisi dei flussi elettorali.
I voti in più rispetto a Bersani sarebbero venuti anzitutto da altri lidi. Ad esempio dalla defunta Scelta Civica montiana, che solo l'anno passato aveva ottenuto l',8,3%, ovvero 2.824.001 voti. Solo questi sono più dei due milioni e mezzo di voti guadagnati da Renzi rispetto a Bersani.
Non esageriamo poi la portata reale del successo renziano.
Vediamo.
I voti ottenuti da Renzi sono stati 11.172.861.
Vale ricordare che quelli che ottenne il Pd di Veltroni nel 2008 furono 14.099.747.
Alle europee del 1984 il PCI ottenne il 33,33%, ovvero 11.714.428 voti. Un po' più di quelli di Renzi.
Anonimo delle 21 e21, premesso che considero poco serio fare commenti senza indicare il proprio nome, devo dire che le tue considerazioni sono condivisibili solo se si considerano i votanti. Io faccio parte di quella enorme fetta di cittadini che pur avendo il diritto di votare, non lo hanno fatto per il semplice motivo che non esiste nell'attuale panorama politico un movimento o un partito che siano degni di essere votati. Non certo perché chiniamo la testa o perché gente come te ci definisca un un blocco sociale beota e parassitario. Ti assicuro che noi astenuti non meritiamo ne le tue critiche ne questo governo e organizzandoci potremo anche cambiarlo: i numeri li abbiamo.
Per quanto riguarda MPL io starei attento adesso a cercare di dare spiegazioni sul perché il M5S ha perso voti e sul perché il PD ne ha guadagnati. Forse un comportamento più saggio e costruttivo potrebbe essere quello di guardare in casa propria di quali idee si dispone e quali strategie usare per ottenere in proprio il consenso popolare senza agganciarsi ad altri, perlomeno quando questi altri sono movimenti ambigui come lo è il M5S.
Johas
Ecco, chi orgogliosamente informa di non aver votato è come colui che "Allorchè dala trincea, suona l'ora di battaglia ...." se ne sta bello appiattito nel fango puzzolente in attesa che gli shrapnels sbranino i compagni usciti all'attacco. Votare è una scelta, comporta una decisione, espone anche al rischio di una sconfitta bruciante se è il caso. In quanto a certi distacchi veramente stregoneschi ed incredibili mi vien da pensare che "quelli" del'11 settembre" e dello "sbarco sulla Luna" sanno fare cose mirabolanti.
Nel 2008 il PD di Veltroni prese 12.095.306 voti in Italia + altri 338.954 voti dagli italiani residenti all'estero.
Mi sembra di essere di fronte ai due litigandi mentre il terzo Gode (Renzi) ,se uno non vota e' perché non ha trovato una risposta politica credibile ,quindi il problema è' nell'offerta che non c'è stata.la stessa cosa quando ci si lamenta dei troppi partiti ,ma se ci fossero rappresentanze adeguate alle richieste dei cittadini ,quale sarebbe il motivo di avere tanti partiti? ,insomma il problema e' nell'offerta che risulta inadeguata.Cercare motivazioni tra le più assurde per spiegare la sconfitta del M5s è assurdo .Il Movimento ha perso per il semplice fatto che non si è reso credibile punto.
Ma siamo così sicuri che questo plebiscito sia effimero e dettato solo dalla "creduloneria" delle masse verso le "promesse renziane?Ma davvero si pensa che il sempre maggioritario blocco conservatore/reazionario fosse scomparso per sempre sotto i colpi della crisi del capitale?Quando lorsignori paventano e diffondono il terrore del "cambiamento"ecco scattare all'unisono quel MAI sopito "riflesso d'ordine"presente in tutti i ceti sociali,anche e soprattutto fra i subalterni,quel richiamo forte che li accomuna e che ha funzionato ancora una volta.No compagni,non è un voto "transitorio",ma qualcosa di peggio che si chiama atavica acquiescenza al potere e al potente di turno,tipico delle società feudali ancora presente e maggioritario in questo paese.Non bastano le crisi ricorrenti del ciclo di accumulazione capitalistico a far sparire dalla testa di molti proletari questa perversa idea dell'immutabilità del suo modo di produzione.E' una nuova e rinnovata fiducia nelle leggi eterne del capitale.Amen.Luciano
Sergiey
"Co' se baratta, uno se frega le man, l'altro se gratta"
La politica è come gli affari e spesso chi sa infinocchiare meglio cinge la corona.
Vorrà dire che tempo e modo di grattarsi per l'infinocchiato, o meglio, per chi si è fatto bellamente infinocchiare, verranno certissimamente. Chi è causa del suo mal pianga sé stesso.
Il brutto è, che chi si è fatto infinocchiare, in democrazia, fa grattare anche chi non era d'accordo.
Perciò Dio stramaledice gli imbecilli .
http://www.investireoggi.it/forum/matteo-renzi-il-futuro-pdc-d-italia-vt80829-11.html#post3917475
renzi 11,2 milioni di voti.
veltroni 2008 12,1 milioni di voti
l'astensione ha il 42% dei voti ed è 1° partito.
è ora che le forze di opposizione vera si uniscano sotto le parole ITALIA, SOVRANITA', AUTODETERMINAZIONE e vadano a prendersi quel 42%
dngrmz
Peter,qual buon vento?Per te sarà davvero una buona e rigenerante brezza, vero?Scampato pericolo!E adesso come la mettiamo con i fascistissimi elettori del Cavaliere che vi hanno fatto stravincere?Ma non erano i tremendissimi nemici della "democrazia?E ora,cosa avete intenzione di fare,rinchiudere in uno stadio tutti i grillini,gli astensionisti e gli oppositori del nuovo Messia,siamo ancora un bel numero,come farete a farli entrare tutti?Ah,già,dimenticavo che esistono i più grandi esperti in queste nobili pratiche,i vostri migliori alleati,sempre loro da settan'anni, con cui si può essere certi del risultato,abitano appena aldilà delle Alpi,e sono infallibili in questo speciale "trattamento". Marxista dell'Illinois
" Egli avrebbe bisogno, non solo di piegare le resistenze dei tedeschi e dei tecno-oligarchi europei, "
per fare questo bisogna cambiare i trattati, che non sono stati scritti dalla Germania.
Ricordate i due economisti francesi che hanno imposto il vincolo del 3%.
Erano del club Attalì....chiedere a Hollande
Ah no, non sono stati scritti ANCHE, e TENACEMENTE difesi dalla Germania?Ma guarda, allora abbiamo sbagliato tutto.Non è la Germania che ha finora goduto e gozzovigliato ai danni delle "cicale"dell'Europa del sud.Bisognerà riscrivere la storia di questa "benevola" UE,perchè fino ad ora non avevamo capito quanto innocente fosse la patria dei precursori dei lager, così lungimiranti ed efficienti da essere pronti all'uso anche oggi.Marxista dell'Illinois
@ anonimo.
"La formula del 3% sul deficit/Pil fu decisa in un’ora e senza nessuna base teorica
A rivelarlo il suo inventore, l'economista francese Guy Abeille, che spiega: "Nasceva dalle circostanze della Francia di allora".
continua su: http://www.fanpage.it/la-formula-del-3-sul-deficit-pil-fu-decisa-in-un-ora-e-senza-nessuna-base-teorica/#ixzz33E21xVam
http://www.fanpage.it
Ma nessuno, giustamente ha pensato di incolpare i francesi di quanto deciso in stanze segrete.
I tedeschi invece son colpevoli di quello che decidono le sue banche. Va bene, bel metro di giudizio.
Quei vincoli sono stati difesi DA TUTTI I BANCHIERI E LORO CAMERIERI per oltre 20 anni.
Ma capisco, è comodo tirare in mezzo solo i tedeschi FINGENDO sia tutta colpa loro e così ci laviamo la coscienza
CHE POI, L'EURO FORTE, COME ANCHE AMMESSO DA LUTTWAK avvantaggia gli USA.
http://www.lintellettualedissidente.it/litalia-uscira-dalleuro-renzi-e-un-bluff-edward-luttwak/
Hai dato un'occhiata al GAP???
USA vs Unione Europea: il gap degli utili è destinato a chiudersi
http://intermarketandmore.finanza.com/usa-vs-unione-europea-il-gap-degli-utili-e-destinato-a-chiudersi-60555.html
ma tu guarda, la Ue che è invenzione della CIA,
http://luniversovibra.altervista.org/lunione-europea-stata-creata-dalla-cia/
SERVE AGLI INTERESSI USA e non una nazione che ha perso la guerra....difficile da capire? O comodo?
Ah un'altra domanda:
se tu dovessi acquistare, conviene in euro o in dollari?????
Toh la Germania ha l'euro come noi.....
Come ci avrebbero guadagnato le az tedesche non è dato sapere.
Imprigliando l'economia italiana?
Ma viete mai accorti che Germania ed Italia non sono mai stati in competizione essendo concentrati su settori diversi?
Per non parlare di fasce di prodotto....
Il manifatturiero tessile non è stato distrutto dai tedeschi...non si son messi loro a far tessuti ma i cinesi.
"Ma vi siete accorti che Germania e Italia non sono mai stati in competzione.......questa me la segno.Inarrivabile!La devo segnalare al nuovo kaiser del Quarto Reich,cosi,per farsi quattro risate.Ahahahahah
Sta barbararella mi fa sempre più sorridere.
Il suo pensiero può essere sintetizzabile così:
"Foi non potere parlare male di teteski"
"Teteski tutti buoni, amerikani, cinezi tutti cattifi"
Bagnai e i suoi seguaci saranno un po'superficiali a dipingere la Germania come il Grande Satana (cosa che in realtà poi se uno legge bene non fanno assolutamente), ma tu che accusi americani e cinesi dei mali del mondo non è che sia migliore, francamente.
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