15 maggio. Il 13 Maggio, a Torino, sono scattati quattro arresti domiciliari e un obbligo di firma. Si tratta di misure cautelari eseguite dalla polizia di Torino nei confronti di cinque giovani ritenute responsabili degli incidenti avvenuti lo scorso 9 dicembre, in occasione della protesta, dilagata in tutto il paese e definita dai media dei Forconi.
Le accuse sono di resistenza e lesioni aggravate. Le misure, eseguite dalla DIGOS, hanno colpito due compagni del Centro sociale Askatasuna, mentre gli altri sono ultrà della Juventus (tifoseria notoriamente di estrema destra). Si tratta di Tommaso Rebora, 23 anni, Simone Crapa, 22 anni, Giuseppe Fico, 23 anni e Simone Graziani di 20 anni. Una quinta persona, di 38 anni, accusata di violenza privata in concorso, è stato sottoposto all'obbligo di presentazione bisettimanale alla polizia giudiziaria.
Contrariamente a quanto affermato da alcuni babbei —gli stessi che liquidarono la protesta del 9 dicembre come "fascista" e "reazionaria"—, queste non sono né le prime né le uniche misure vendicative e repressive messe in atto per colpire quello che è stato il 9 dicembre.
A parte i recenti, scandalosi arresti di Patrizia Badii e Lucio Chiavegato, esponenti di spicco del Movimento 9 dicembre, secondo un'accusa giudiziaria interamente montata e costruita ad arte, ricordiamo anche le 20 misure cautelari avvenute tra Barletta e Andria nel gennaio scorso —per non parlare delle diverse denunce in diverse città e di inchieste tutt'ora aperte.
Le accuse sono di resistenza e lesioni aggravate. Le misure, eseguite dalla DIGOS, hanno colpito due compagni del Centro sociale Askatasuna, mentre gli altri sono ultrà della Juventus (tifoseria notoriamente di estrema destra). Si tratta di Tommaso Rebora, 23 anni, Simone Crapa, 22 anni, Giuseppe Fico, 23 anni e Simone Graziani di 20 anni. Una quinta persona, di 38 anni, accusata di violenza privata in concorso, è stato sottoposto all'obbligo di presentazione bisettimanale alla polizia giudiziaria.
Contrariamente a quanto affermato da alcuni babbei —gli stessi che liquidarono la protesta del 9 dicembre come "fascista" e "reazionaria"—, queste non sono né le prime né le uniche misure vendicative e repressive messe in atto per colpire quello che è stato il 9 dicembre.
9 dicembre: il blocco a Soave |
A parte i recenti, scandalosi arresti di Patrizia Badii e Lucio Chiavegato, esponenti di spicco del Movimento 9 dicembre, secondo un'accusa giudiziaria interamente montata e costruita ad arte, ricordiamo anche le 20 misure cautelari avvenute tra Barletta e Andria nel gennaio scorso —per non parlare delle diverse denunce in diverse città e di inchieste tutt'ora aperte.
Noi riteniamo che il 9 dicembre sia stata una prima avvisaglia, una prima, timida spallata al regime, e che la prossima sarà più potente, meglio organizzata, e sbirri e magistrati non potranno fermarla.
Volentieri pubblichiamo il comunicato del Collettivo Universitario Autonomo di Torino, il collettivo di cui fa parte Tommaso Rebora. Lo leggano, e imparino la lezione, i babbei. Che considerino "fascisti" pure i compagni di Askatasuna? Esageriamo a qualificare certi sinistrati dei babbei? Leggere per credere a quali contorsioni possono ricorrere i dogmatici pur di non ammettere di non aver capito un'acca, non solo del 9 dicembre, ma della realtà sociale del nostro Paese.
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Il comunicato stampa dei compagni torinesi
Volentieri pubblichiamo il comunicato del Collettivo Universitario Autonomo di Torino, il collettivo di cui fa parte Tommaso Rebora. Lo leggano, e imparino la lezione, i babbei. Che considerino "fascisti" pure i compagni di Askatasuna? Esageriamo a qualificare certi sinistrati dei babbei? Leggere per credere a quali contorsioni possono ricorrere i dogmatici pur di non ammettere di non aver capito un'acca, non solo del 9 dicembre, ma della realtà sociale del nostro Paese.
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Il comunicato stampa dei compagni torinesi
Tommi libero subito! Liberi tutti!
«A cinque mesi dal 9 dicembre polizia e magistratura hanno confezionato una risposta repressiva a quei giorni di rabbia e ribellione che hanno bloccato la città e fatto tremare diverse poltrone del potere torinese. Dopo la notizia di un paio di giorni fa della condanna a sei mesi ad un manifestante che aveva partecipato ai blocchi stradali di quei giorni di dicembre, questa mattina sono scattate le denunce per altre sei persone, quattro delle quali con misura cautelare degli arresti domiciliari e una con obbligo di firma. Tra di loro in particolare c’è Tommaso, militante del Collettivo Universitario Autonomo, che da anni si spende generosamente nelle lotte degli studenti ed ora è sottoposto agli arresti domiciliari con il divieto di comunicazione con l’esterno.
Il 9 dicembre e le giornate successive migliaia di torinesi (da diversi quartieri, lavoratori, disoccupati e studenti) hanno partecipato ai blocchi, hanno assediato il palazzo della Regione contro i politici che pensano solo alla loro poltrona e a fare favori ai loro amici potenti. Le strade di Torino sono state invase da una composizione eterogenea che ha gridato la rabbia di chi vive in una città che si impoverisce, di chi perde il lavoro o è strozzato dalle tasse, dei giovani che vedono nel futuro solo disoccupazione e miseria. Nella
difficoltà di affrontare una situazione tanto estesa e variegata, la questura ha colpito solo un numero relativamente piccolo di persone riconducibili a collettivi, all’area antagonista o al mondo dello stadio, con l’intento di rappresentare quelle giornate come frutto di forze organizzate o della prevedibile natura criminogena di minoranze devianti e pericolose. D’altra parte proprio leggendo l’ordinanza di custodia cautelare si vede che cinque indagati su sei sono giovanissimi nati tra il 1990 ed il 1994, provenienti da diversi quartieri di Torino o dalla sua cintura, a testimoniare il ruolo di protagonisti avuto da tanti giovani che vivono un presente di merda e non vedono un futuro migliore. Non saranno queste misure cautelari che potranno fermare la voglia di lottare e lo dimostreremo l’11 Luglio in occasione del vertice europeo per la disoccupazione giovanile.
Torino 9 dicembre: gioventù proletaria protagonista
Non possiamo che esprimere solidarietà a chi è stato colpito da questi provvedimenti per aver espresso la propria rabbia ed aver lottato per cambiare le cose in un paese che sembra immobile di fronte allo schifo che politici, banche e potenti stanno facendo sulla nostra pelle!».
Tommi libero subito!
Liberi tutti!
Collettivo Universitario Autonomo – Torino
2 commenti:
I babbei di cui parlate, peraltro, hanno rimediato una ennesima figuraccia commentando gli scontri del primo maggio a Torino (quando Askatasuna e No Tav hanno cacciato il PD da Piazza San Carlo) con un'articolo delirante...dopo che hanno ricevuto una risposta durissima dal profilo facebook ufficiale di InfoAut, nonchè critiche da molti compagni hanno levato l'articolo incriminato facendo una patetica marcia indietro (http://contropiano.org/articoli/item/23703)...che dire? Speriamo continuino a offrire certe chicche, sono decisamente divertenti.
Piena solidarietà ai compagni di Torino e a TUTTI gli altri denunciati per le iniziative di lotta del 9 dicembre...
P.S. A l corteo dell'11 luglio a Torino contro il vertice europeo sarebbe bello se MPL e gli altri gruppi della Sinistra anti-euro riuscissero a partecipare con uno spezzone che ne propagandasse i contenuti (anche 50 volenterosi sarebbero sufficienti per fare una discreta figura e iniziare a farsi conoscere in modo visibile anche nelle piazze)...
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