8 aprile. Come i nostri lettori sanno, pubblichiamo spesso articoli e contributi che non condividiamo. E' questo il caso con il pezzo dell'amico Claudio Martini. Egli ritiene che «Le classi dirigenti europee, dopo la normalizzazione neoliberista dell'intero continente, si apprestano a smantellare-gradualmente- il dispositivo dell'austerità. Il che, fra le altre cose, sortirà l'effetto di impedire che l'euro crolli sotto il peso delle sue contraddizioni. (C.M.)» Sull'annunciato Quantitative easing della Bce, abbiamo già detto. Noi non riteniamo che i desiderata dei governi francese e italiano di sforare la soglia del 3% deficit-Pil saranno decisivi, né che l'introduzione in Germania di una salario minimo sarà sufficiente ad invertire la tradizionale politica mercantilistica tedesca. E comunque siamo ben lontani da un'inversione di rotta rispetto alle politiche neoliberiste di austerità.
«Mettiamo in fila alcuni fatti, praticamente tutti arcinoti; tuttavia è importante cercare di coglierli nel loro significato. Tutti insieme sembrano dare un certo segnale. Vediamo:
-Sappiamo che Renzi vuole aumentare il rapporto defict/pil del nostro paese. Il Premier dice che rispetterà i parametri di Maastricht, ossia il limite del 3%; ma i nostri lettori sanno che il Fiscal Compact impone di non superare lo 0,2. Tanto è vero che ci si chiede se Renzi sappia quali siano gli effettivi contenuti dei patti europei. Ma a ben guardare è una questione irrilevante: la nuova dirigenza PD, nelle parole del responsabile economico del partito, vuole rimettere in discussione proprio i termini dei trattati. E uno.
-Il nuovo ministro dell'economia francese- nominato a seguito della grande sberla- annuncia che anche il suo governo metterà in discussione i vincoli di bilancio. E due.
-In Germania il governo di grande coalizione sta per introdurre un salario minimo legale che dovrebbe aiutare i salari reali, diminuire la precarietà e sostenere la domanda interna. E tre.
-Mario Draghi annuncia misure non convenzionali per sostenere la crescita europea e rendere, di fatto, più facile ripagare i debiti degli Stati e dei privati dell'Europa meridionale. In pratica, si tratta di una monetizzazione generalizzata dei debiti europei. Un intervento non privo di contraddizioni, ovviamente. Un intervento che conserva la sua importanza, tuttavia. E quattro.
Che impressione si trae tenendo nel nostro campo visivo questi fatti nuovi, tutti assieme? Vi invito a dire la vostra. A me danno l'impressione di una conferma di un sentore che ho già espresso qui equi. Le classi dirigenti europee, dopo la normalizzazione neoliberista dell'intero continente, si apprestano a smantellare-gradualmente- il dispositivo dell'austerità. Il che, fra le altre cose, sortirà l'effetto di impedire che l'euro crolli sotto il peso delle sue contraddizioni».
-Sappiamo che Renzi vuole aumentare il rapporto defict/pil del nostro paese. Il Premier dice che rispetterà i parametri di Maastricht, ossia il limite del 3%; ma i nostri lettori sanno che il Fiscal Compact impone di non superare lo 0,2. Tanto è vero che ci si chiede se Renzi sappia quali siano gli effettivi contenuti dei patti europei. Ma a ben guardare è una questione irrilevante: la nuova dirigenza PD, nelle parole del responsabile economico del partito, vuole rimettere in discussione proprio i termini dei trattati. E uno.
-Il nuovo ministro dell'economia francese- nominato a seguito della grande sberla- annuncia che anche il suo governo metterà in discussione i vincoli di bilancio. E due.
-In Germania il governo di grande coalizione sta per introdurre un salario minimo legale che dovrebbe aiutare i salari reali, diminuire la precarietà e sostenere la domanda interna. E tre.
-Mario Draghi annuncia misure non convenzionali per sostenere la crescita europea e rendere, di fatto, più facile ripagare i debiti degli Stati e dei privati dell'Europa meridionale. In pratica, si tratta di una monetizzazione generalizzata dei debiti europei. Un intervento non privo di contraddizioni, ovviamente. Un intervento che conserva la sua importanza, tuttavia. E quattro.
Che impressione si trae tenendo nel nostro campo visivo questi fatti nuovi, tutti assieme? Vi invito a dire la vostra. A me danno l'impressione di una conferma di un sentore che ho già espresso qui equi. Le classi dirigenti europee, dopo la normalizzazione neoliberista dell'intero continente, si apprestano a smantellare-gradualmente- il dispositivo dell'austerità. Il che, fra le altre cose, sortirà l'effetto di impedire che l'euro crolli sotto il peso delle sue contraddizioni».
Fonte: mainstream
13 commenti:
Il rischio (che Draghi & C.) riescano a salvare l'euro, c'è.
L'euforia di piazza affari, appena scalfita oggi, può essere un bluff o una conferma, però è un dato di fatto (momentaneo) a suffragio di quest'ipotesi, infausta per la causa dei Popoli.
E' da un pezzo che l'andamento delle borse è contrario agli interessi popolari, fino al parossismo di questi giorni che rischia di cronicizzarsi.
Cosa resta a fronteggiare questo tristo scenario? Quasi nulla, questo è il punto su cui riflettere.
Di fatto l'Italia economica è come una molla ipercompressa, destinata a scattare. Sarebbe un vero peccato lasciare questa opportunità alle forze reazionarie che hanno già vinto i primi round.
Bisogna capire che la situazione attuale non è frutto del kaos, ma scientemente organizzata. e quindi è illusorio pensare di fare forza sulle debolezze ipotetiche dei poteri forti. Il vero metodo per riprendere il controllo della situazione è capire che gli strumenti democratici stanno per essere smantellati dalla cura Renzie, In secondo luogo necessita farsi una idea di come dovrebbe essere gestita la situazione per essere a favore del 99% e non dell'1%. Infine serve intelligenza collettiva. Lo spiego con più dettaglio nel video seguente: https://www.youtube.com/watch?v=c-vTysHVycY
I "sussurri di Borsa" stanno dandosi da fare in vista delle elezioni. Figurarsi in un ambiente come quello finanziario se non ci sono specialisti nel far scambiare lucciole per lanterne.
Caro Lino,
intervento ineccepibile, condivisibile al 100x100.
Alberto: al netto di ogni determinismo, difendiamo quanto di buono (tanto) c'è nella visione marxiana (di Marx). Ci sono leggi obiettive, contraddizioni insanabili.
I dominanti non stanno fermi, si dimenano e resistono in ogni modo alle tendenze all'implosione dell'eurozona. Possono farcela a due condizioni: che il resto del mondo capitalistico scopi di salute e che i popoli europei, anzitutto quelli vittima, restino in letargo.
Osservando e analizzando i fatti non ci sembra che i dominanti ce la possano fare.
a proposito della truffa del salario minimo tedesco,
qui:
http://www.clashcityworkers.org/internazionale/1335-germania-indagine-condizioni-lavoro-settore-alberghiero-tedesco.html
viene spiegato come gli schiavisti tedeschi hanno trovato il modo di bypassarlo ancor prima che entri in vigore, imponendo per contratto un "minimo produttivo" da raggiungere nell'orario prestabilito, o, nel caso non ci si riesca (e il dipendente NON PUO' RIUSCIRCI, perchè il carico da lavoro ha bisogno del doppio dell'orario contrattuale per essere smaltito) con straordinari GRATUITI. E così il salario reale è la metà del minimo legale.
La borghesia tedesca non è razzista, è antiproletaria, e quindi sfruttare lavoratori tedeschi o PIIGS poco cambia...
Alberto, ti stai dimenticando il "Piccolo" particolare che gran parte del "parco buoi" della borsa, ovvero i piccoli risparmiatori, dalla borsa sono usciti definitivamente, o perchè disoccupati direttamente, o perchè costretti dai massacri del welfare state a pagare privatamente (e quindi a costi ben maggiori) quello che prima era gratuito, o semplicemente perchè a differenza di chi di soldi ne ha tanti, non può diversificare mentre la borsa va male e aspettare con comodo che il vento giri e tornare a investire massicciamente in azioni. Quindi la domanda da farsi non è "la borsa continuerà a salire?", ma "per chi la borsa salirà"?
Che salgano la borse non vuole dire che il capitalismo sia in buona salute, che produzione e scambi vadano a gonfie vele. Dal 2010 al 2013, malgrado la recessione, le borse hanno conosciuto un rally incessante fino al picco storico di mesi addietro. Esse sono salite grazie alle politiche monetarie espansive di paesi come gli Usa, il Giappone, la Gran Bretagna, la Svizzera.
Di qui il rischio che scoppi una "bolla" fra non molto visto che i prezzi dei titoli finanziari sono schizzati troppo in alto.
Quanto alto sia questo rischio Claudio Martini non lo tiene affatto in considerazione.
Non è tanto l'aumento della liquidità finanziaria che fa uscire l'economia dalla depressione, ma un rilancio effettivo di un ciclo forte di accumulazione e investimenti nei settori che soffrono crisi di sovrapproduzione.
Purtroppo quella italiana è una "sottobolla". Intendo dire che quando BlackRock viene in Italia a fare shopping, è proprio per diversificare, per sfuggire alla bolla USA.
L'anomalia italiana è la resilienza di una parte del tessuto produttivo, che contro ogni logica capitalistica non è ancora fuori gioco, nonostante gli attacchi subiti dall'operazione euro. Perciò siamo visti, a torto o a ragione, come gli emergenti ultimi dalla crisi curata a suon di QE, con le maggiori potenzialità di crescita, visti i livelli ai quali siamo già sprofondati.
Probabilmente gli analisti di BlackRock hanno già calcolato anche la (breve) durata di questa bollicina ritardataria, al traino della grande bolla ormai matura e prossima allo scoppio.
Poi ci molleranno, col malloppo realizzato, e saranno c... nostri.
Questo a prescindere dalla sopravvivenza del sistema Europa, che più si trascina nel dubbio e più tempo lascia agli USA per tirare a campare un altro po', almeno fino a che gli attuali "player" saranno tutti morti per limiti d'età. Questa è la logica, che purtroppo continua a funzionare.
A parte questa considerazione contingente, personalmente sono un ottimista cronico sul futuro della civiltà umana, e sull'evoluzione della nostra in particolare, sempre pronta a guizzi di vitalità imprevedibili.
Philosophus
Parlare di "civiltà umana" e di aspettative ottimistiche in proposito lascia un senso di perplessità.
Mai come oggi la cosiddetta "civiltà umana" si è basata sull'uso spietato e folle della "mazza di Shiva" (direbbero gli Hindu) tanto sugli "umani" ,come sulla Natura.
Certo molto sta ad intendersi sul concetto di "civiltà" perché purtroppo tutto è relativo.
Anche le strutture socio antropologiche pre-diluviane erano "civiltà", ma, a quanto si narra, Dio le annientò con il Diluvio e non ci furono né pianti, né grida di aiuto di vecchi, donne e bambini, né "santi ne Madonne" come si dice popolarmente: tutto sotto acqua!
Evviva Noé, il gran Patriarca, il Padre dell'Arca che il vino ci diè!.
Per una volta sono più d'accordo con Martini.
Le contraddizioni ed i rischi rimangono anche con "un nuovo corso" ma questo non vuol dire essere davanti vicini ad una resa dei conti.
Anzi, dal momento che il capitalismo si ritrova quasi in assenza di opposizione vedo più probabile una sua evoluzione e un suo completo liberarsi dalle poche catene che gli rimangono.
Ci terranno nella m...a sino al collo anzi sino alla bocca ma non ci faranno affondare e tutti gli Italiani PDini Renziani ecc.. che vedranno calare di un centimetro il livello della m...a plauderanno a Renzie che ci ha salvato.Purtroppo solo dopo molti anni ho capito che le democrazie create nel dopoguerra sono state create ad uso e consumo e funzionali ad alcuni centri di potere che facendo leva sui loro poteri manipolatori soprattutto mediatici indirizzano i popoli a votare chi vogliono loro.Dopo tanti anni ho capito una cosa per combattere questi poteri andrebbe sospesa la democrazia, come sta giustamente facendo Orban purtroppo quando il cancro e' cosi' diffuso ci vuole la chemioterapia forte che produce anche degli effetti collaterali ma se non si fa cosi' il paziente non guarisce,uno volta estirpato il male ci preoccuperemo di ripristinare la democrazia quindi smettiamola di fare gli schizzignosi destra sinistra,oppure moriamo tutti schiavi dei padroni del vapore.
Sospendere la democrazia? La democrazia è gia sospesa da un bel pezzo! E poi mi risulta che i primi a voler chiedere di "riformare" le costituzioni del dopo-guerra siano stati enti come la JP Morgan.
DISCORSI PELOSI
Quindi noi schiavi della Ue dovremmo liberarci della catene euriste ad ogni costo, anche a quello piombare sotto regimi di merda come quello di Orban?
Da schiavi di un padrone a schiavi di un altro padrone.
E questa la si chiamerebbe "liberazione"?
Ma fateci il favore!
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