4 aprile. OLTRE L’EURO,
L’ALTERNATIVA C’È!
«Chi aveva a cuore, oltre agli interessi dei lavoratori, i diritti sociali e le sorti della democrazia, si oppose alla nascita dell’Unione europea. Essa venne suggellata nel 1992 dal neoliberista Trattato di Maastricht, un patto col quale i grandi capitalisti dei diversi paesi, nel clima di euforia imperialistica succeduta al crollo dei “socialismi reali”, fecero fronte comune per ripristinare il loro dominio assoluto.
Malgrado il sistema di Maastricht avesse subito mostrato crepe strutturali, i circoli dominanti procedettero a dare vita, nel 1999, alla moneta unica.
Alle spalle dei popoli, partiti (sia di destra che di sinistra) e Parlamenti oramai trasformati in comitati d’affari delle lobbi bancarie e finanziarie, privarono gli Stati della loro tradizionale facoltà di battere moneta. Gli Stati non cedettero soltanto la loro sovranità monetaria, con essa anche gran parte delle loro sovranità politiche e statuali. Non le alienarono, come promesso, ad un organismo sovranazionale e federale eletto dai cittadini, bensì ad organismi oligarchici e tecnocratici privi di ogni legittimità democratica. Il sogno dell’Europa dei popoli diventava l’incubo del riformatorio.
Era la prova provata di quale fosse il recondito disegno dei dominanti: un’unione in cui sovrani non sarebbero stati i popoli bensì le cosche finanziarie bancocratiche e globalitarie, il cui “europeismo” era solo uno specchietto per le allodole per ingannare i cittadini allo scopo di ottenerne il consenso. Euro e Mercato Unico, invece di migliorare le condizioni di vita dei lavoratori le hanno peggiorate, invece di ridurre le diseguaglianze sociali le hanno approfondite, invece di attenuare le divaricazioni tra i diversi paesi le hanno accentuate, invece di aiutare i paesi più deboli li hanno distrutti.
La crisi finanziaria scoppiata negli USA nel 2008, diventata ben presto crisi del sistema di capitalismo-casinò, ha terremotato la costruzione euro(peista). Malgrado ogni evidenza empirica abbia mostrato la fallacia dei dogmi neoliberisti e l’insostenibilità della moneta unica, le tecno-oligarchie, per evitarne il collasso, invece di allentare la morsa monetarista, hanno imposto criminali politiche di massacro sociale, di privatizzazioni, di tagli alla spesa pubblica (Patto di stabilità, Mes, Fiscal compact). Il fallimento di questa strategia è lampante. Anzitutto i paesi per i quali l’euro è una camicia di forza, liberarsene è una scelta non solo necessaria, ineludibile.
Le forze dominanti vorranno impedire in ogni modo che i popoli e le nazioni si riapproprino della loro sovranità politica e monetaria.
Questa lotta per la sovranità popolare, per sua natura democratica, può tuttavia essere deviata verso esiti liberisti e/o autoritari da forze a vario titolo reazionarie e nazionaliste. Queste forze vanno fermate. I movimenti democratici e rivoluzionari dei diversi paesi debbono anche per questo unire le forze, coordinarsi a livello europeo, mostrando che l’alternativa c’è, che questa cammina sulle loro gambe, sulla capacità di ribellarsi alla moderna dittatura euro-cratica.
La storia europea è giunta di nuovo ad un tornante decisivo.
Per questo si svolgerà il Forum europeo “Oltre l’euro, l’alternativa c’è”: per confrontare le diverse idee ed esperienze, per muovere i primi passi di un alleanza verso la costruzione di una piattaforma comune delle forze democratiche che si battono per la giustizia sociale, per la fratellanza e la liberazione dei popoli».
Il Coordinamento della sinistra contro l’euroaprile 2014
«Chi aveva a cuore, oltre agli interessi dei lavoratori, i diritti sociali e le sorti della democrazia, si oppose alla nascita dell’Unione europea. Essa venne suggellata nel 1992 dal neoliberista Trattato di Maastricht, un patto col quale i grandi capitalisti dei diversi paesi, nel clima di euforia imperialistica succeduta al crollo dei “socialismi reali”, fecero fronte comune per ripristinare il loro dominio assoluto.
Malgrado il sistema di Maastricht avesse subito mostrato crepe strutturali, i circoli dominanti procedettero a dare vita, nel 1999, alla moneta unica.
Alle spalle dei popoli, partiti (sia di destra che di sinistra) e Parlamenti oramai trasformati in comitati d’affari delle lobbi bancarie e finanziarie, privarono gli Stati della loro tradizionale facoltà di battere moneta. Gli Stati non cedettero soltanto la loro sovranità monetaria, con essa anche gran parte delle loro sovranità politiche e statuali. Non le alienarono, come promesso, ad un organismo sovranazionale e federale eletto dai cittadini, bensì ad organismi oligarchici e tecnocratici privi di ogni legittimità democratica. Il sogno dell’Europa dei popoli diventava l’incubo del riformatorio.
Era la prova provata di quale fosse il recondito disegno dei dominanti: un’unione in cui sovrani non sarebbero stati i popoli bensì le cosche finanziarie bancocratiche e globalitarie, il cui “europeismo” era solo uno specchietto per le allodole per ingannare i cittadini allo scopo di ottenerne il consenso. Euro e Mercato Unico, invece di migliorare le condizioni di vita dei lavoratori le hanno peggiorate, invece di ridurre le diseguaglianze sociali le hanno approfondite, invece di attenuare le divaricazioni tra i diversi paesi le hanno accentuate, invece di aiutare i paesi più deboli li hanno distrutti.
La crisi finanziaria scoppiata negli USA nel 2008, diventata ben presto crisi del sistema di capitalismo-casinò, ha terremotato la costruzione euro(peista). Malgrado ogni evidenza empirica abbia mostrato la fallacia dei dogmi neoliberisti e l’insostenibilità della moneta unica, le tecno-oligarchie, per evitarne il collasso, invece di allentare la morsa monetarista, hanno imposto criminali politiche di massacro sociale, di privatizzazioni, di tagli alla spesa pubblica (Patto di stabilità, Mes, Fiscal compact). Il fallimento di questa strategia è lampante. Anzitutto i paesi per i quali l’euro è una camicia di forza, liberarsene è una scelta non solo necessaria, ineludibile.
Le forze dominanti vorranno impedire in ogni modo che i popoli e le nazioni si riapproprino della loro sovranità politica e monetaria.
Questa lotta per la sovranità popolare, per sua natura democratica, può tuttavia essere deviata verso esiti liberisti e/o autoritari da forze a vario titolo reazionarie e nazionaliste. Queste forze vanno fermate. I movimenti democratici e rivoluzionari dei diversi paesi debbono anche per questo unire le forze, coordinarsi a livello europeo, mostrando che l’alternativa c’è, che questa cammina sulle loro gambe, sulla capacità di ribellarsi alla moderna dittatura euro-cratica.
La storia europea è giunta di nuovo ad un tornante decisivo.
Per questo si svolgerà il Forum europeo “Oltre l’euro, l’alternativa c’è”: per confrontare le diverse idee ed esperienze, per muovere i primi passi di un alleanza verso la costruzione di una piattaforma comune delle forze democratiche che si battono per la giustizia sociale, per la fratellanza e la liberazione dei popoli».
Il Coordinamento della sinistra contro l’euroaprile 2014
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