15 gennaio. Il Porcellum non c'è più. Al suo posto abbiamo una legge proporzionale, senza premio di maggioranza.
Si può dunque andare al voto subito con una legge che, sebbene non perfetta (restano infatti le soglie di sbarramento), è comunque la più democratica in vigore dal 1993.
Se il ritorno ad un sistema proporzionale terrorizza i partiti del sistema, non si capisce perché chi vi si oppone non impugni da subito quest'arma potentissima consegnataci dalla sentenza della Corte Costituzionale (nella foto), le cui motivazioni sono state rese pubbliche ieri.
Non torneremo qui nei particolari dei vari sistemi elettorali, limitandoci invece ad un breve ragionamento politico. In sostanza la Consulta ha bocciato l'idea maggioritaria su cui si è fondato per vent'anni il bipolarismo. Secondo questa concezione il voto deve produrre "governabilità" non rappresentanza. La Corte ha invece stabilito che non può esservi distorsione - o perlomeno "distorsione eccessiva" - del principio democratico della rappresentanza.
Certo, le motivazioni di questa sentenza lasciano aperta la porta a nuove distorsioni di quel principio, purché meglio architettate (sistema spagnolo, eccetera). Ma la centralità del concetto di rappresentanza è stata ripristinata.
Naturalmente i principali partiti, il sistema castale dell'attuale nomenclatura, i mezzi di comunicazione al loro servizio con i relativi opinion maker, si sgolano per dire tre cose: che bisogna fare al più presto una nuova legge elettorale, che questa dovrà essere in ogni caso maggioritaria e bipolare, che è proprio questo l'auspicio della Consulta.
Affermazioni non si sa se più arroganti o più false. La falsità sta nel voler ignorare che una legge c'è, ma anche nel forzare a più non posso le argomentazioni della sentenza. Argomentazioni dal nostro punto di vista assai discutibili in alcuni passaggi, ma comunque non forzabili al punto da rendere ora legittimo un nuovo premio di maggioranza che sostituisca quello vecchio (e dichiarato illegittimo) della legge calderoliana.
L'arroganza, sia politica che giuridica, sta nel voler riproporre - addirittura in forma ancor più accentuata - quel sistema maggioritario che ha prodotto un bipolarismo in cui ormai si riconosce soltanto una minoranza degli elettori. Un sistema bocciato clamorosamente alle elezioni del febbraio 2013.
In questa fiera della sfrontatezza, cui partecipano tutte le forze di governo, ma anche il partito berlusconiano, il primo premio va certamente a Matteo Renzi, di cui ci siamo già occupati in un altro articolo.
Ora, però, è il momento di venire all'opposizione. E cioè al M5S, visto che non possiamo considerare opposizione quella di Sel, un piccolo partito personale dell'amico di Archinà, che da sempre si muove come corrente (per adesso) esterna del Pd.
E' il momento che M5S prenda una posizione chiara. Ci è infatti capitato di sentir dire, ad alcuni suoi esponenti, che solo il ritorno al Mattarellum sarebbe legittimo, in quanto ultima legge elettorale fatta da un parlamento legittimo. E' questo un ragionamento che fa acqua da tutte le parti.
Intanto, come abbiamo tante volte dimostrato, quello del Mattarellum è un sistema potenzialmente ancor più distorsivo del principio della rappresentanza democratica. In secondo luogo, il criterio della legittimità di questo o quel parlamento ci porterebbe in un ginepraio inestricabile, altro non fosse che per la banale considerazione che anche il Porcellum è stato varato da un parlamento eletto col Mattarellum...
D'altronde, il ritorno al Mattarellum potrebbe avvenire solo ad opera di questo parlamento, che M5S considera illegittimo. Come afferma giustamente Aldo Giannuli sul blog di Beppe Grillo, ogni ipotesi di "reviviscenza" del Mattarellum è infatti esclusa dalla sentenza della Corte, ma non poteva essere altrimenti dato che «la categoria di "reviviscenza" da un punto di vista giuridico non esiste».
Dunque di che parliamo? Da un punto di vista democratico il Mattarellum è anche peggio del Porcellum appena cassato dalla Consulta, la sua reintroduzione potrebbe avvenire solo con l'ennesimo pastrocchio delle forze sistemiche, ed in particolare con un accordo Renzi-Berlusconi. Se reintrodotto, quel sistema - data la forte personalizzazione del voto che comporta - avrebbe il sicuro effetto di falcidiare proprio la rappresentanza parlamentare di M5S. Inoltre, la nuova legge richiederebbe comunque tempo, mentre invece M5S dice giustamente che bisogna mandare a casa questo parlamento il prima possibile.
Occorre allora una posizione chiara e conseguente: tornare a votare subito con la legge appena ridisegnata dalla Corte Costituzionale. Questo intanto toglierebbe di mezzo i parlamentari abusivi, quelli entrati alla Camera ed al Senato solo grazie al premio di maggioranza. Poi costringerebbe le forze politiche a fare i conti con la loro forza reale, non con quella gonfiata dai meccanismi truffaldini del maggioritario.
Sarebbe la vera fine del bipolarismo e l'apertura di una nuova stagione politica, che è poi quel che teme la casta che M5S dice di voler abbattere. L'unica strada per sbaragliare l'attuale classe politica è dunque quella di fare propria la legge così come uscita dalla Consulta, quella legge proporzionale che Renzi, Letta, Berlusconi e Napolitano proprio non vogliono. E non per caso.
Si può dunque andare al voto subito con una legge che, sebbene non perfetta (restano infatti le soglie di sbarramento), è comunque la più democratica in vigore dal 1993.
Se il ritorno ad un sistema proporzionale terrorizza i partiti del sistema, non si capisce perché chi vi si oppone non impugni da subito quest'arma potentissima consegnataci dalla sentenza della Corte Costituzionale (nella foto), le cui motivazioni sono state rese pubbliche ieri.
Non torneremo qui nei particolari dei vari sistemi elettorali, limitandoci invece ad un breve ragionamento politico. In sostanza la Consulta ha bocciato l'idea maggioritaria su cui si è fondato per vent'anni il bipolarismo. Secondo questa concezione il voto deve produrre "governabilità" non rappresentanza. La Corte ha invece stabilito che non può esservi distorsione - o perlomeno "distorsione eccessiva" - del principio democratico della rappresentanza.
Certo, le motivazioni di questa sentenza lasciano aperta la porta a nuove distorsioni di quel principio, purché meglio architettate (sistema spagnolo, eccetera). Ma la centralità del concetto di rappresentanza è stata ripristinata.
Naturalmente i principali partiti, il sistema castale dell'attuale nomenclatura, i mezzi di comunicazione al loro servizio con i relativi opinion maker, si sgolano per dire tre cose: che bisogna fare al più presto una nuova legge elettorale, che questa dovrà essere in ogni caso maggioritaria e bipolare, che è proprio questo l'auspicio della Consulta.
Affermazioni non si sa se più arroganti o più false. La falsità sta nel voler ignorare che una legge c'è, ma anche nel forzare a più non posso le argomentazioni della sentenza. Argomentazioni dal nostro punto di vista assai discutibili in alcuni passaggi, ma comunque non forzabili al punto da rendere ora legittimo un nuovo premio di maggioranza che sostituisca quello vecchio (e dichiarato illegittimo) della legge calderoliana.
L'arroganza, sia politica che giuridica, sta nel voler riproporre - addirittura in forma ancor più accentuata - quel sistema maggioritario che ha prodotto un bipolarismo in cui ormai si riconosce soltanto una minoranza degli elettori. Un sistema bocciato clamorosamente alle elezioni del febbraio 2013.
In questa fiera della sfrontatezza, cui partecipano tutte le forze di governo, ma anche il partito berlusconiano, il primo premio va certamente a Matteo Renzi, di cui ci siamo già occupati in un altro articolo.
Ora, però, è il momento di venire all'opposizione. E cioè al M5S, visto che non possiamo considerare opposizione quella di Sel, un piccolo partito personale dell'amico di Archinà, che da sempre si muove come corrente (per adesso) esterna del Pd.
E' il momento che M5S prenda una posizione chiara. Ci è infatti capitato di sentir dire, ad alcuni suoi esponenti, che solo il ritorno al Mattarellum sarebbe legittimo, in quanto ultima legge elettorale fatta da un parlamento legittimo. E' questo un ragionamento che fa acqua da tutte le parti.
Intanto, come abbiamo tante volte dimostrato, quello del Mattarellum è un sistema potenzialmente ancor più distorsivo del principio della rappresentanza democratica. In secondo luogo, il criterio della legittimità di questo o quel parlamento ci porterebbe in un ginepraio inestricabile, altro non fosse che per la banale considerazione che anche il Porcellum è stato varato da un parlamento eletto col Mattarellum...
D'altronde, il ritorno al Mattarellum potrebbe avvenire solo ad opera di questo parlamento, che M5S considera illegittimo. Come afferma giustamente Aldo Giannuli sul blog di Beppe Grillo, ogni ipotesi di "reviviscenza" del Mattarellum è infatti esclusa dalla sentenza della Corte, ma non poteva essere altrimenti dato che «la categoria di "reviviscenza" da un punto di vista giuridico non esiste».
Dunque di che parliamo? Da un punto di vista democratico il Mattarellum è anche peggio del Porcellum appena cassato dalla Consulta, la sua reintroduzione potrebbe avvenire solo con l'ennesimo pastrocchio delle forze sistemiche, ed in particolare con un accordo Renzi-Berlusconi. Se reintrodotto, quel sistema - data la forte personalizzazione del voto che comporta - avrebbe il sicuro effetto di falcidiare proprio la rappresentanza parlamentare di M5S. Inoltre, la nuova legge richiederebbe comunque tempo, mentre invece M5S dice giustamente che bisogna mandare a casa questo parlamento il prima possibile.
Occorre allora una posizione chiara e conseguente: tornare a votare subito con la legge appena ridisegnata dalla Corte Costituzionale. Questo intanto toglierebbe di mezzo i parlamentari abusivi, quelli entrati alla Camera ed al Senato solo grazie al premio di maggioranza. Poi costringerebbe le forze politiche a fare i conti con la loro forza reale, non con quella gonfiata dai meccanismi truffaldini del maggioritario.
Sarebbe la vera fine del bipolarismo e l'apertura di una nuova stagione politica, che è poi quel che teme la casta che M5S dice di voler abbattere. L'unica strada per sbaragliare l'attuale classe politica è dunque quella di fare propria la legge così come uscita dalla Consulta, quella legge proporzionale che Renzi, Letta, Berlusconi e Napolitano proprio non vogliono. E non per caso.
13 commenti:
Volevo capire una cosa: la Corte ha emesso qualche giudizio in merito agli sbarramenti? Perchè anche quelli sono una vera e propria porcata (perdonate la banalità).
Voi che posizione avete sugli sbarramenti? Ritenete che non servano o che qualche limite debba comunque sussistere?
Mike
Penso che si debba tornare a un proporzionale puro ,senza soglia di sbarramento ,tutti i cittadini devono essere rappresentati in una democrazia.
Siamo d'accordo che la soglia di sbarramento è lesiva del principio democratico della piena rappresentanza —un Parlamento può dirsi pienamente sovrano solo se rappresenta anche le minoranze.
La Corte Costituzionale, hainoi, ha de facto sancito la legittimità della soglia di sbarramento.
Dipende dalla misura della soglia. Se lo scalino è troppo alto è ovvio che la democrazia pura viene lesa, ma lo 0% sarebbe un'assurdità.
Occorrerebbe stabilire una soglia ragionevole, ma non oltre il 2%.
Perché ritiene che il proporzionale puro sia assurdo?Ritiene forse che anche pochi cittadini possono non meritare di essere eletti? Credo che questa impostazione mentale abbastanza comune sia parte del Problema .
Ottimo articolo che riprenderemo sul blog. Un appunto: la Corte non ha dichiarato la legittimità delle soglie di sbarramento, nemmeno de facto. Semplicemente non poteva pronunciarsi sopra ad esse, in quanto il petitum del giudice rimettente contemplava solo i premi di maggiornaza e le liste bloccate. Nulla esclude che un domani le soglie siano oggetto di analogo giudizio di costituzionalità; né soprattutto che esse siano aggredibili via referendum.
Ovviamente noi siamo contro ad ogni sbarramento.
Se una lista ha i voti per eleggere anche un solo parlamentare, perché non dovrebbe averne diritto? Si tratta, in fondo, del principio “una testa un voto”.
Tuttavia, anche nella Prima Repubblica uno sbarramento di fatto c’era. E dipendeva dal fatto che per aver diritto alla ripartizione dei voti nel collegio unico nazionale (recuperando cioè i resti dei singoli collegi) bisognava far scattare il quorum in almeno un collegio.
Questo meccanismo portò ad esempio all’esclusione del Psiup dalla camera, nel 1972, pur avendo ottenuto un risultato dell’1,9% .
In ogni caso, nonostante gli sbarramenti, la legge uscita dalla Consulta è di gran lunga la migliore rispetto a tutte le altre proposte in campo.
Leonardo Mazzei
Per esperienza politica e in parlamento nell'aiutare i 5 stelle il sistema elettorale oltre che a portare la rappresentanza di tutti(proporzionale) deve assolutamente tener conto della capacità di spingere le persone alla collaborazione e partecipazione politica. Per questo si è pensato ad un proporzionale con alcuni sbarramenti collegiali. Immaginate che in Italia ci siano persone che votino un 3% a livello nazionale in tutta Italia ma che se vai a dividere nei vari collegi per esempio 10 non arrivano. Significa che queste persone che non hanno nessuna spinta elaborativa ad aggregarsi e quindi concentrasi in un progetto comune ma semplicemente piccole rappresentanze autoreferenziali... in termini d'efficienza di sistema solo quando ti impegni e raggiungi almeno in uno dei collegi il (ad esempio)il 5% puoi essere definito come portatore di interessi comuni o almeno con una spinta di cambiamento riconosciuta.Pur essendo per un proporzionale mi rendo conto che alcuni correttivi servono per incentivare le persone in maniera tale che vengano spinte a creare dei gruppi che poi possano andare avanti e svilupparsi anche a livello parlamentare. Scusate ma mi sono fatto un culo tanto questi anni e per esperienza non basta mai la rappresentanza di voto è essenziale anche quella di partecipazione.
La governabilità in democrazia viene dal consenso, se non ottieni consenso sufficiente non puoi manipolare l'entità del voto popolare con le truffe del premio e dello sbarramento. Idem per il concetto di "aggregazione": le elezioni devono essere lo specchio della società e una società disgregata avrà un parlamento disgregato fino a quando non ci sarà qualcuno che darà un'ideale aggregante almeno alla maggioranza degli elettori. Comunque volevo segnalare la legge elettorale proporzionale proposta dai deputati m5s e praticamente ignorata da Grillo: http://www.camera.it/leg17/995?sezione=documenti&tipoDoc=lavori_testo_pdl&idLegislatura=17&codice=17PDL0013300&back_to=http%3A%2F%2Fwww.camera.it%2Fleg17%2F126%3Ftab%3D2-e-leg%3D17-e-idDocumento%3D1657-e-sede%3D-e-tipo%3D
Scusate ,ma sentita la sua partecipazione alla politica credo che il culo sia stato fatto a noi e continueranno a farlo se non usciamo dagli schemi del sistema.Abbiamo commentato sul proporzionale per attenerci al tema ,ma non dimentichiamo che se ripercorriamo ancora la stessa strada non andremo da nessuna parte anzi andremo esattamente dove Vogliono.
Volevo condurre un tema che non so fino a che punto c'entri, comunque ritengo da non sottovalutare: secondo voi il suffragio universale è una conquista da preservare o va revisionato come propongono alcuni introducendo un "patentino"?
Io personalmente penso che ci sia parecchia ignoranza in giro, ma come al solito si pensa di curare il cancro al cervello partendo dal trapianto di milza.
Voi che ne pensate? So che può sembrare una domanda strana, ma vorrei sapere la vostra opinione
Linux
Siamo per il suffragio universale in linea di principio. E, sempre in linea di principio, contro l'idea di un patentino.
http://www.beppegrillo.it/2014/01/alle_elezioni_alle_elezioni.html
Sembra chiaro!!!
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