14 dicembre. Giunto al quinto giorno di mobilitazione il Movimento del 9 dicembre, dopo aver ostentato la sua forza, mostra le sue evidenti debolezze. E' vero che esso è stato innescato da un manipolo di "capi-popolo", ma questi, proprio come l'apprendista stregone, hanno perso completamente il controllo degli spiriti che hanno evocato. La loro inadeguetezza è allarmante. Hanno acceso la miccia della "rivoluzione italiana" ed ecco che ai primi vagiti di sollevazione sbragano, si dividono tra chi si spaventa e balbetta e i mitomani che lanciano proclami roboanti. Leader improvvisati, come star televisive all prime armi, si lasciano impallinare dagli scaltri giornalisti di regime.
Un caso esemplare è quello del torinese Andrea Zunino, che parlando a ruota libera con la repubblica, si è lasciato scappare che lui non solo è un musulmano mezzo spiritista, ma che nella grande finanza "comandano un manipolo di ebrei". Non l'avesse mai detto! Dopo le accuse di populismo, qualunquismo, e fascismo è giunta inesorabile quella di "antisemitismo". Al netto della campagna di diffamazione e criminalizzazione da parte delle forze di regime, simili idiozie, sono la punta di un iceberg, poiché questo movimento riesce sì a catalizzare una potente energia sociale, ma da diritto di cittadinanza alle idee ed ai soggetti più pittoreschi e bizzarri i quali, cresciuti ai margine della buona società, si sono abbeverati a sorgenti culturali e ideali le più disparate.
Il movimento sembra come un corpo senza testa, anzi microcefalo, in cui cui le diverse membra si muovono ognuna per i fatti propri. La qual cosa non ci stupisce, poichè ciò è vero per ogni movimento genuinamente popolare, sorto dalle viscere di una società sfasciata che era stata in sonno per troppo tempo. Né ci sorprende che questa fiammata, squarciate le tenebre, sia destinata a spegnersi.
Ma ci sono giorni che valgono anni. Migliaia di cittadini, tenendo conto che erano in letargo, hanno compiuto un'esperienza politica diretta formidabile. Difficile pensare che tutto vada perduto, è comunque un patrimonio che non può e non deve evaporare. La rivoluzione è come una scala, che va salita un gradino per volta, ed essa può anche inciampare. Per dirla con Mao: "La vittoria strategica è il risultato di una serie di sconfitte tattiche".
Questo lampo improvviso ha gettato un fascio di luce sufficiente per capire cosa va prendendo forma nel buio. Cos'è che abbiamo non solo intravisto ma toccato con mano? Che lo sfascio del tessuto sociale ha generato un'ampia e magmatica zona di emarginazione e di esclusione; che in questa zona si sono depositati brandelli delle più diverse classi sociali; che essa ribolle ed è sul punto di eruttare fragorosamente; che il collante decisivo che tiene unito l'insieme caotico è l'odio per la casta politica e i ricchi, ma perché hanno fatto strame della giustizia sociale, della democrazia, della sovranità nazionale.
A sinistra ha prevalso il disprezzo: l'odio per la casta è stato bollato come qualunquismo, la richiesta di giustizia sociale come populismo Peggio ancora è andata con la richiesta diffusa di sovranità nazionale. Per il fatto che la sola bandiera usata dai dimostranti è solo quella tricolore, le due sinistre (quella affetta dalla sindrome da globalismo eurista e l'altra da internazionalismo compulsivo ) hanno gridato al nazionalismo, allo sciovinismo, alla xenofobia.
Babbei! Aveste frequentato i presidi avreste compreso come ogni cosa sia contraddittoria e polisemica, che lo sventolare quella bandiera esprima anzitutto la considerazione che dopo il "crollo delle ideologie" quello è diventato il simbolo unificante dei rivoltosi e ai nuovi attivisti. Un simbolo da sbattere in faccia a politicanti che la sovranità italiana hanno svenduto, da oppore all'Europa neoliberista ad egemonia tedesca, quindi un'icona ad esprimere bisogno di comunità, identità e solidarietà.
Che sia stata la piccola emedia borghesia gettata nel lastrico la forza motrice della protesta, era comprensibile. Quante volte l'avevamo detto agli operaisti mummificati! E quante volte avevamo ammonito che proprio l'atteggiamento spocchioso ed elitario della sinistra (nelle sue diverse sfumature) rischiava di gettare questi ceti tra le braccia dell reazione!
Poteva andare molto peggio. Il sussulto sociale scatenato da questi ceti poteva in effetti prendere una brutta piega. Sarebbe forse accaduto se non fosse che la gioventù proletaria e precaria si è unità alla lotta. Potrebbe ancora accadere se le forze rivoluzionarie che hanno incontrato e dialogato con questo movimento non insistessero nella loro battaglia di inseminazione e di organizzazione. Debbono provare a dare continuità al movimento, radaicandolo in ogni zona, proponendo un'organizzazione stabile e unitaria dei vari focolai, fino alla costruzione di un coordinamento nazionale davvero rappresentativo.
Ci sono due vie. La prima è quella di convocare in un'assemblea nazionale di delegati eletti dai comitati locali. Questa via ha delle controindicazioni: si sono fatti avanti per primi, in molte città e zone, individui pieni sì di buona volontà, ma privi di esperienza politica, spesso ingenui, altre volte bizzarri, poco affidabili.
L'altra via è quella che potremmo chiamare della cooptazione. L'attuale coordinamento nazionale a sette, quello che ha una conoscenza più precisa delle diverse realtà territoriali, conformi esso un coordinamento nazionale più ampio e autorevole. Il rischio insito in questa procedura è duplice: non solo essa non è democratica (e quindi rischia di partorire una direzione scarsamente rappresentativa), sta appunto nella debolezza politica intrinseca dell'attuale nucleo dirigente. Un nucleo diviso al suo interno, tra chi ragiona e non vuola fare passi falsi e chi si fa vettore di un ribellismo di marca fascistoide.
Come che sia occorre fare procedere nel tentativo di dare un'organizzazione stabile. Se questo non accadrà la disgregazione sarà inevitabile.
Per concludere. I limiti dell'attuale direzione del movimento non sono incidentali, essi esprimono l'evidente incapacità di direzione della piccola e media borghesia, la sua impotenza ad esercitare egemonia reale. Questa non è frutto di una quantità sociologica, ma di una qualità politica che manca a questi ceti. D'altra parte la vecchia classe operaia, voltando le spalle al movimento di protesta, ha confermato il suo stato comatoso. Entrerà nel gorgo per ultima.
E' al nuovo proletariato precario e flessibile che spetta il compito di diventare la forza motrice della sollevazione che bussa alle porte. Ed ai rivoluzionari quello di dotarlo di intelligenza strategica.
Un caso esemplare è quello del torinese Andrea Zunino, che parlando a ruota libera con la repubblica, si è lasciato scappare che lui non solo è un musulmano mezzo spiritista, ma che nella grande finanza "comandano un manipolo di ebrei". Non l'avesse mai detto! Dopo le accuse di populismo, qualunquismo, e fascismo è giunta inesorabile quella di "antisemitismo". Al netto della campagna di diffamazione e criminalizzazione da parte delle forze di regime, simili idiozie, sono la punta di un iceberg, poiché questo movimento riesce sì a catalizzare una potente energia sociale, ma da diritto di cittadinanza alle idee ed ai soggetti più pittoreschi e bizzarri i quali, cresciuti ai margine della buona società, si sono abbeverati a sorgenti culturali e ideali le più disparate.
Il movimento sembra come un corpo senza testa, anzi microcefalo, in cui cui le diverse membra si muovono ognuna per i fatti propri. La qual cosa non ci stupisce, poichè ciò è vero per ogni movimento genuinamente popolare, sorto dalle viscere di una società sfasciata che era stata in sonno per troppo tempo. Né ci sorprende che questa fiammata, squarciate le tenebre, sia destinata a spegnersi.
Ma ci sono giorni che valgono anni. Migliaia di cittadini, tenendo conto che erano in letargo, hanno compiuto un'esperienza politica diretta formidabile. Difficile pensare che tutto vada perduto, è comunque un patrimonio che non può e non deve evaporare. La rivoluzione è come una scala, che va salita un gradino per volta, ed essa può anche inciampare. Per dirla con Mao: "La vittoria strategica è il risultato di una serie di sconfitte tattiche".
Questo lampo improvviso ha gettato un fascio di luce sufficiente per capire cosa va prendendo forma nel buio. Cos'è che abbiamo non solo intravisto ma toccato con mano? Che lo sfascio del tessuto sociale ha generato un'ampia e magmatica zona di emarginazione e di esclusione; che in questa zona si sono depositati brandelli delle più diverse classi sociali; che essa ribolle ed è sul punto di eruttare fragorosamente; che il collante decisivo che tiene unito l'insieme caotico è l'odio per la casta politica e i ricchi, ma perché hanno fatto strame della giustizia sociale, della democrazia, della sovranità nazionale.
A sinistra ha prevalso il disprezzo: l'odio per la casta è stato bollato come qualunquismo, la richiesta di giustizia sociale come populismo Peggio ancora è andata con la richiesta diffusa di sovranità nazionale. Per il fatto che la sola bandiera usata dai dimostranti è solo quella tricolore, le due sinistre (quella affetta dalla sindrome da globalismo eurista e l'altra da internazionalismo compulsivo ) hanno gridato al nazionalismo, allo sciovinismo, alla xenofobia.
Babbei! Aveste frequentato i presidi avreste compreso come ogni cosa sia contraddittoria e polisemica, che lo sventolare quella bandiera esprima anzitutto la considerazione che dopo il "crollo delle ideologie" quello è diventato il simbolo unificante dei rivoltosi e ai nuovi attivisti. Un simbolo da sbattere in faccia a politicanti che la sovranità italiana hanno svenduto, da oppore all'Europa neoliberista ad egemonia tedesca, quindi un'icona ad esprimere bisogno di comunità, identità e solidarietà.
«A Torino, uno degli arrestati negli scorsi giorni ha dichiarato ai magistrati: "volevo fare qualcosa per il mio Paese". L’uomo, titolare di una piccola impresa, è anche titolare di un bar, ed è stato arrestato proprio per aver costretto un bar a chiudere durante la manifestazione».Chi sputa addosso a questo sentimento nulla ha capito di quanto accaduto e maturato nelle viscere della società, è quindi destinato ad essere espulso come corpo estraneo da questa nuova Italia dei poveri e dei reietti che urla giustizia e vuole riscattarsi, e sarà condannato all'irrilevanza politica.
Che sia stata la piccola emedia borghesia gettata nel lastrico la forza motrice della protesta, era comprensibile. Quante volte l'avevamo detto agli operaisti mummificati! E quante volte avevamo ammonito che proprio l'atteggiamento spocchioso ed elitario della sinistra (nelle sue diverse sfumature) rischiava di gettare questi ceti tra le braccia dell reazione!
Poteva andare molto peggio. Il sussulto sociale scatenato da questi ceti poteva in effetti prendere una brutta piega. Sarebbe forse accaduto se non fosse che la gioventù proletaria e precaria si è unità alla lotta. Potrebbe ancora accadere se le forze rivoluzionarie che hanno incontrato e dialogato con questo movimento non insistessero nella loro battaglia di inseminazione e di organizzazione. Debbono provare a dare continuità al movimento, radaicandolo in ogni zona, proponendo un'organizzazione stabile e unitaria dei vari focolai, fino alla costruzione di un coordinamento nazionale davvero rappresentativo.
Ci sono due vie. La prima è quella di convocare in un'assemblea nazionale di delegati eletti dai comitati locali. Questa via ha delle controindicazioni: si sono fatti avanti per primi, in molte città e zone, individui pieni sì di buona volontà, ma privi di esperienza politica, spesso ingenui, altre volte bizzarri, poco affidabili.
L'altra via è quella che potremmo chiamare della cooptazione. L'attuale coordinamento nazionale a sette, quello che ha una conoscenza più precisa delle diverse realtà territoriali, conformi esso un coordinamento nazionale più ampio e autorevole. Il rischio insito in questa procedura è duplice: non solo essa non è democratica (e quindi rischia di partorire una direzione scarsamente rappresentativa), sta appunto nella debolezza politica intrinseca dell'attuale nucleo dirigente. Un nucleo diviso al suo interno, tra chi ragiona e non vuola fare passi falsi e chi si fa vettore di un ribellismo di marca fascistoide.
Come che sia occorre fare procedere nel tentativo di dare un'organizzazione stabile. Se questo non accadrà la disgregazione sarà inevitabile.
Per concludere. I limiti dell'attuale direzione del movimento non sono incidentali, essi esprimono l'evidente incapacità di direzione della piccola e media borghesia, la sua impotenza ad esercitare egemonia reale. Questa non è frutto di una quantità sociologica, ma di una qualità politica che manca a questi ceti. D'altra parte la vecchia classe operaia, voltando le spalle al movimento di protesta, ha confermato il suo stato comatoso. Entrerà nel gorgo per ultima.
E' al nuovo proletariato precario e flessibile che spetta il compito di diventare la forza motrice della sollevazione che bussa alle porte. Ed ai rivoluzionari quello di dotarlo di intelligenza strategica.
22 commenti:
Ora c'è lo scandalo dell'antisemitismo, quello non doveva. Non toglie che la BCE e la Banca d'Italia sia controllata dalla quella famiglia e per stampare il denaro fanno pagare il valore facciale della banconote più spese e interessi. Perchè non fanno pagare solo il costo della stampata ? La banconota dell'euro non avendo il controvalore in oro vale quanto i soldi del monopoli. Tutti i media dovrebbe far sapere che il debito pubblico Italiano e mondiale è basato sul debito con le banche centrali (PRIVATE) perchè fanno pagare dei fogli di carta colorati 102 euro (banconote da 100 euro) dal costo di 30 centisimi di euro? Bella domanda..
VANDEE E MONTAGNE
Non c'è solo un opportunismo moderato e governista. Questo è certamente l'atteggiamento che più danni ha prodotto nel recente passato. Ma ce n'è anche uno - spesso ma non sempre conseguenza reattiva del primo - che preferisce la furia del dileguare alla pedagogia dell'ordine nuovo e nel suo vitalismo di stampo soreliano trae energia dal mettersi alla coda di tutto ciò che si muove.
Avendo anch'esso disimparato la grammatica della politica, e non sapendo più leggere la propria storia, questo vede in ogni ribellismo un'insurrrezione, in ogni Vandea una Montagna, in ogni evasore fiscale incattivito dalla crisi un contestatore del potere totalitario dello Stato, in ogni Lumpen un soldato rivoluzionario.
Non è la prima volta che questo accade: il nostro Novecento è pieno di episodi simili. E del resto il significato politico dei movimenti di massa - perché è ovvio che di questo si tratti, come è ovvio che in essi vi sia un terreno di scontro egemonico - non è mai univoco e persino le stesse parole d'ordine mutano di senso secondo il contesto, la presenza o l'assenza di un soggetto politico consapevole e organizzato, i rapporti di forza, la direzione di marcia del conflitto.
Finché non saremo in grado di ricostruire una prospettiva teorica e culturale che ci restituisca la nostra autonomia, saremo esposti ai quattro venti e la realtà si prenderà gioco di noi. Ogni altra cosa rimarrà secondaria, per molti decenni.
Un ' utile e a mio parere appropriata riflessione tratta dal blog materialismo storico di Stefano Azzara'
Maurizio Fratta
La BdI non mi pare abbia tra i suoi azionisti i Rotschild e comunque il problema non è la mancanza di convertibilità in oro, ma il fatto che la BCE non finanzi direttamente il debito degli stati cosa che la Banca d'Italia faceva fino al 1981, funzione che fu esautorata perchè "emettere moneta provoca inflazione". Falso, non è vero, è un friedmanata. Per chi non ci crede si legga questi due ottimi contributi dal blog di Bagnai:
http://goofynomics.blogspot.it/2012/10/le-ricette-veloci-di-giampiero-friedman.html
http://goofynomics.blogspot.it/2012/12/endogenous-money-for-dummies-part-2.html
W.Wilson
Sono d'accordo col commento di Maurizio Fratta. Ben altro ci vuole per una insurrezione.
Ovviamente tutti quelli che dicono che si tratta di un movimento fascista (la rete degli stalinisti del terzo millennio in primis) non capiscono un cazzo e sono loro il vero problema della sinistra italiana.
Premesso questo non è sul concetto astratto e dogmatico di fascismo che si valuta questo movimento, ma presupposti ben più sostanziali, come la sua natura di classe. Questo è un movimento di imprenditori impoveriti (nemmeno tutti, ieri ad Orte a bloccare la rotatoria erano tutti macchinoni che valgono più di casa mia) e di nuovo proletariato giovanile (precari, disoccupati, studenti).
In ogni caso la bandiera dietro cui si muovo non è la nostra.
IL TRICOLORE HA DUE COLORI DI TROPPO.
Non è una battuta. Domenica ho partecipato ad un corteo di quartiere dove circa 200 migranti e 100 giovani italiani hanno marciato con uno slogan che possiamo riassumere in: "non conta la nostra nazionalità, quello che conta è che siamo tutti sfruttati e che il nostro nemico sono lo Stato e i padroni" su per giù.
Lo slogan del 9 dicembre è DIAMETRALMENTE OPPOSTO: "non conta se siamo imprenditori o lavoratori, quello che conta è che siamo Italiani".
L'altro ieri ero a pranzo con uno dei candidati nell'm5s a Terni. Lui avrebbe voluto partecipare al movimento 9 dicembre, ma è stato messo in minoranza nella votazione online. Quello che è interessante è che è stato lui a dirmi, senza che io lo provocassi, che il successo elettorale ha fermato il fermento sociale: loro erano in piazza il 15 ottobre 2011, il 14 novembre 2012 (quando grillo scrisse "soldato blu" ricordare?) mentre oggi si sentono imbalsamati e impotenti nel partecipare a queste manifestazione.
Il che è una smentita della vostra tesi: gli stessi grillini si rendono conto che la spallata elettorale non sta impedendo quella sociale.
La scarsa qualità politica della piccola e media borghesia, che impoverendosi non è più quella di una volta, è direttamente proporzionale all'ignoranza dei fatti reali, ben coltivata dal decadimento della scuola e dei media governati dal sistema aziendalistico totalizzante, ovviamente nel privato ma soprattutto nel pubblico.
Le prossime europee temo che daranno la misura di questo gap conoscitivo. Restano comunque una sfida apertissima il cui esito sarà dirimente: libertà di pensiero o medioevo prossimo venturo.
moreno scusami, non è che i partiti della sinistra ex parlamentare ed extra parlamentare, sono da considerare un ferro vecchio del quale occorre disfarsi per impedire germinazioni da pompieraggio che possano spegnere l'incendio della rivolta popolare?; su contropiano le interpretazioni della prima ora, col passare dei giorni stanno cedendo il passo alle valutazioni più ponderate e razionali, ho letto il comunicato del pcl e non misembra che ci siano contumelie contro coloro che si stanno ribellando; anche la lunga analisi di ferrero sul sito di rifo ha spunti interessanti ha proposito dei lavoratori che volgarmente vengono chiamati bottegai; ho elencato tre organizzazioni che hanno struttura nazionale e militanti che lottano per un ideale che dovrebbe diventare patrimonio comune di quanti si oppongono alla dittatura della toika; in ultimo mi aspetto dalla assemblea di ross@ oggi a roma scelte per dare forza alla, lotta popolare in corso.
"L’uomo,...è anche titolare di un bar, ed è stato arrestato proprio per aver costretto un bar a chiudere durante la manifestazione"
Chi sputa addosso a questo sentimento
a che titolo far chiudere il collega sarebbe rivoluzionario? Capirei l'avessero preso mentre prendeva a pietre una banca...
"Ora c'è lo scandalo dell'antisemitismo, quello non doveva. Non toglie che la BCE e la Banca d'Italia sia controllata dalla quella famiglia"
insomma, va bene parlare del complotto demoplutogiudaico, basta ricordarsi di cancellare "ebreo" e sinonimi alla fine altrimenti i media si rendono conto di chi siamo davvero.
QUoto al100% il commento di Michele.
"Restano comunque una sfida apertissima il cui esito sarà dirimente: libertà di pensiero o medioevo prossimo venturo."
Il medioevo prossimo venturo ci sarà se questa piccola borghesia analfabeta prevarrà o se verrà sconfitta?
Alla Redazione chiedo: che ve ne pare di questa lunga disamina di Paolo Ferrero? A me pare contenga anche elementi condivisibili e interessanti...
http://www.controlacrisi.org/notizia/Politica/2013/12/13/38595-nota-sul-movimento-dei-forconi/
Le parole di Zunino sono sbagliate perché lui parla di potenti Ebrei innescando così il tema antisemitismo ,in realtà avrebbe dovuto dire potenti Sionisti che sono schifati dagli stessi altri ebrei , quindi non si tratta di antisemitismo bensì di antisionismo ,ma non tutti conoscono le differenze e quanto il potere sionista anche sia la causa dei nostri Mali oggi come da sempre.
Anche Marx bloccherebbe le strade.
Piccola nota sul 9 dicembre
di Davide Grasso :
http://quieteotempesta.blogspot.it/2013/12/anche-marx-bloccherebbe-le-strade.html
C'è una gande confusione in giro: ma quelli sono di destra! Ma quegli altri sono di sinistra! Guarda là quante bandiere rosse! Oh, ma va là: quelli con il tricolore quanti!!
E quello che voleva mettere il tricolore al posto della bandiera dei banksters, l'hai visto? ma era di casa pound! sta ben fatto no' ? Chi , quello della bandiera o quelli che l'hanno arrestato' per il ltricolore? l'hanno arrestato?, ma non è la bandiera tricolore la bandiera italiana' ? no, adesso non più. chi la sventola viene arrestato1 Ah, sì' ma non è l'Italia questa'? ma non t'ho detto che ci hanno preso tutto i banksters? Chi? Quali gangsters?!! Ma dove sei con la testa?!!
Oh, segnur! Ce l'hai una pastiglia per i mal di testa?
Sciagurato! Ti sei preso un candelotto sulla fronte non te ne sei accorto?
http://video.corriere.it/levano-bandiera-palazzo-uescontri-polizia-manifestanti/8126953e-64d6-11e3-bf08-7326d8b40f20
la battaglia antieuropea in azione
" ...lo sfascio del tessuto sociale ha generato un'ampia e magmatica zona di emarginazione e di esclusione; che in questa zona si sono depositati brandelli delle più diverse classi sociali; che essa ribolle ed è sul punto di eruttare fragorosamente; che il collante decisivo che tiene unito l'insieme caotico è l'odio per la casta politica e i ricchi, ma perché hanno fatto strame della giustizia sociale, della democrazia, della sovranità nazionale."
Condivido con entusiasmo. Bravo Pasquinelli!
sara' che i partitucoli della sinistra radicale(??)organizzata iniziano ad analizzare la protesta,ma sul web tutti questi pagliacci mitomani che ci hanno insultato,minacciato dove li mettiamo?'..sono questi i loro mili TONTi,e per questo siamo alla frutta dove all'inizio del rigetto del sistema,bolla come fascista e reazionaria questo popolo.Riepto è solo l'inizio e chi è contro il sistema dovrebbe stare in campo,sporcarsi le mani tra il popolo,..e non farsi aristocratico da salotto,radical chic...
QUEALLI CHE CI SONO... e quelli che ci fanno
Il Movimento del 9/12 è un movimento interclassista. Come lo erano altri movimenti quali quello pacifista degli anni '80, o quello No Global. Per non parlare di quelli studenteschi come la Pentera o l'Onda.
Come mai certi "comunisti" non si facevano problemai a stare in quei movimenti e oggi fanno tanto casino contro l'Mpl e quei rivoluzionatri che han deciso di star dentro al 9/12?
Si sta nei movimenti se se ne condividono obiettivi e finalità.
Noi riteniamo avanzate le rivendicazioni del movimento 9/12, perché conducono ad una lotta frontale contro il capitalismo realmente esistente. Se ne rendano cinto o meno i leader dei "Forconi".
Capiamo coloro che se ne stanno fuoti perché non condividono l'uscita dall'euro e la sovranità. Si tratta o di piddini o di internaziomnalisti da operetta che hanno i pensieri immersi nei ricordi dei tempi andati.
Un caso clincico è invece quello dei BABBEI i quali dicono, è vero, gli obbettivi di 9/12 sono avanzati e pienamente condivisibili, ma siccome si vanno infiltrando i fascisti noi non solo ce ne stiamo a casa ma condanniamo tutto il movimento.
Fa pensare alla storia del marito cornuto che per fare un dispetto alla moglie si taglia le p...
I BABBEI colti di sopresa, giocano al super-antifascismo. O bella!?
E come pensate di impedire ai fascisti di penetrare tra i settori popolari inbestialiti contro il sistema se non li affrontate proprio sul loro terreno? Come pensate di contratsre il fascismo se non contestando loro ogni centimetro di spazio politico?
I BABBEI questo lo sanno bene, sanno bene che non è anzitutto menando le mani che si ferma la crescita deli fascisti. Sanno bene che la lotta antifascista è lotta politica ideale e culturale per eccellenza, che con loro, non meno che con altre correnti avversario vale la regola della lotta per l'egemonia: idee chiare, fermezza sui principi non negoziabili, pazienza e tenacia.
Questo è l'abc.
I BABBEI lo sanno, tant' che di fascisti ne hanno anche tra gli iscritti ai sindacati di base. Come sanno che dentro le fabbriche c'erano sindacalisti o operai fascisti. Qual'era il metodo dei comunisti in questi casi? Picchiarli in assemblea mentre chiedevano la parola? O isolarli con la battaglia delle idee e stando in prima fila nelle lotte?
Controprova fattuale: quando il movimento sindacale conferedale è diventato giallo, la Cisnal (oggi Ugl) ha guadagnato posizioni rilevanti, in certi luoghi di lavoro apperando come l'unico sindacato non colluso.
L'ANTIFASCISMO E' UNA COSA TROPPO SERIA PER LASCIARLO CONDURRE AGLI ANTIFASCISTI DA STRAPAZZO.
Posto un commento di Pietro Ancona, storico esponente della sinistra CGIL siciliana sull'attuale esito delle proteste di questi giorni. Ancona, che polemizzando con molti suoi8 compagni, ha condiviso le ragioni della protesta, oggi ha scritto: "Al sesto giorno di lotta il movimento dei forconi è già minestra riscaldata che non solleva emozioni di nessun genere tranne quello di fastidio alimentato dai pennivendoli del regime o supportato dalla cosidetta sinistra.
I forconi sono stati sconfitti perche traditi da una direzione legalitaria, timorosa di non dispiacersi il Potere. Insomma più i meno simile a quella che è la direzione della Camusso e dei suoi soci Bonanni ed Angeletti per i lavoratori.
Non hanno ottenuto il resto di nulla tranne che farsi perdonare con riserva per lo spavento che si era preso il regime. Uno spavento grosso che in questi giorni è passato!
I problemi del ceto medio produttivo impoverito e proletarizzato sono rimasti intatti ma la condizione di questi ceti è peggiorata: : prima potevano minacciare lo sciopero ed il blocco del Paese, ora minacciano a vuoto. Il Potere sa di potere contare sulle loro dirigenze giudiziose perbeniste ed accomodanti."
Complimenti, siete citati da Repubblica (penultima riga):
http://www.repubblica.it/cronaca/2013/12/10/news/forconi_le_rivendicazioni_della_protesta-73274169/?ref=HREA-1
@Redazione
Ma di quello che eice Ferrero nell'articolo linkato sopra che ne pensate?
Trovo che Ferrero sia molto migliorato ulitimamente.
SARETE PRESENTI A BOLOGNA DOMANI?
COMUNICATO STAMPA DEL MOVIMENTO DEI PRESIDI DEL 9 DICEMBRE:
"Il seguente Comunicato Stampa è stato scritto e condiviso da alcuni dei principali gestori di Pagine fb, di blog d'opinione, di siti internet e Movimenti vari che hanno dato l'eco e voce prima del 9/12 e che in seguito hanno partecipato anche attivamente sul territorio, documentando dal vivo l'evolversi della situazione nelle varie città del paese in merito ai blocchi, presidi, cortei e proteste varie. Il Movimento dei Presidi del 9 Dicembre è un Movimento Popolare che, pur convocato su iniziativa di alcuni specifici Movimenti quali i così detti "Forconi" di Mariano Ferro o dal CRAI guidato da Danilo Calvani, trova le sue radici nel capitale di consapevolezza sociale prodotta dal grande lavoro collettivo di sensibilizzazione della popolazione, compiuto in questi anni da tanti Movimenti e Associazioni culturali, politiche e "cittadine". La forza del Movimento del 9 Dicembre e la garanzia della sua democraticità risiede proprio nell'unità di tutte le forze autenticamente popolari nel ripristino della Sovranità Monetaria e Nazionale che l'hanno generata e che ne garantiscono nel tempo la durata e la coerenza democratica. Pertanto, i Movimenti firmatari della presente dichiarazione, si DISSOCIANO dalla personalizzazione riduttiva e strumentale che ne danno i mass media, collegando la protesta a presunti "leader nazionali" quali Mariano Ferro, Danilo Calvani, Lucio Chiavegato e altri ancora; di questi e dei loro specifici Movimenti, di cui pur riconoscendo loro la promozione e l'impegno della protesta, si contesta la loro " autoreferenzilalità ", in quanto nessuno di loro è stato eletto a rappresentanza univoca ed ufficiale di detta manifestazione di tutti i cittadini che vi partecipavano. Si auspica invece la massima democrazia interna al Movimento dei Presidi del 9 Dicembre, che non può certo essere egemonizzato escludendo la rappresentanza di tutti gli altri Movimenti, con la motivazione che sarebbero "politici", proprio dai leader "politicizzati" del Movimento dei Forconi siciliano e dal CRAI (Comitati Riuniti Agricoli) di Latina. Nel contempo, i Movimenti dei Presidi del 9 Dicembre, firmatari del presente Comunicato Stampa SI DISSOCIANO dalle deliranti dichiarazioni di un certo Leo Zagami, sedicente leader del "Popolo dei Forconi" e del "Comitato per la Rivoluzione", il quale, ai microfoni di una Radio sul Web ha dichiarato che "E' in atto un colpo di Stato". Si ribadisce inoltre, con estrema determinazione, la distanza culturale ed ideologica da dichiarazioni, come quelle rilasciate da un certo Zunino. Invitano quindi i cittadini a proseguire la protesta pacifica dei Presidi, chiedendo le dimissioni di questo Parlamento eletto in modo incostituzionale. Invitano inoltre tutti i rappresentanti di pagine Facebook, di blog d’opinione, di siti, di portavoce dei Presidi svoltisi in questi giorni, di Movimenti e di Associazioni sociali, culturali e politiche che hanno partecipato o aderito alla protesta dei Presidi del 9 Dicembre, a partecipare all’incontro che si terrà domani DOMENICA 15 DICEMBRE A BOLOGNA ORE 14,30 presso l’Hotel Europa, Via Boldrini 11, per fare il punto sulla situazione e insieme prendere le migliori decisioni per le prossime azioni."
MOVIMENTO DEI PRESIDI 9 DICEMBRE
-Ufficio Stampa del Movimento dei Presidi: Carla Liberatore tel 347/3017980
-Coordinamento Presidi e Movimenti degli Studenti: Armando Manocchia tel 339/8704071 -Coordinamento Pagine Fb Italia, Blog d'opinione, Siti Internet: Luigi Tenderini 340/3641758
CALMA E GESSO
(1) Abbiamo informato i vari presidi-blocchi in cui siamo, quindi i loro portavoce della giusta iniziativa di Bologna. Dato il carattere precipitato della riunione bolognese non potrà essere a carattere nazionale. Occorre organizzare un'assemblea nazionale AUTOCONVOCATA dei presisi 9/12. Prima possibile.
(2) A questo punto, davanti al tentativo dei "golpisti" calvaniani di prendere in mano il movimento, occorre opporre la più tenace resistenza.
(3) Condividiamo, hainoi, il giudizio icastico di Pietro Ancona sul gruppo dirigente dei Forconi siciliani. Ma almeno questi ultimi non stanno con Calvani.
(4) Abbiamo letto la posizione mediana di Ferrero del Prc. Meglio di niente, ma troppo poco. Se il Prc avesse compreso dall'inizio ciò che stava montando, se avesse da subito mobilitato i suoi militanti, i rappoerti di forza interni al 9/12 sarebbero stati più favorevoli.
(5) Ora la cosa più urgente è far capire ai presidi che quella della cosiddetta "marcia su Roma" è una vana e pericolosa scorciatoia. Occorre strutturare il movimento in forme democratiche permanenti. Abbiamo mosso solo una piccola minoranza. Occorre olio di gomito, tempo e tenacia per allargare al massimo il consenso popoalre che è ampio ma che resta ancora passivo.
Desidererei prendere in considerazione la qualifica (o meglio "squalifica" ) sprezzante assegnata in un commento ai non meglio definibili autoreferenzianti, rifiutati perché non eletti. Non mi pare giusto un tale concetto. I "Tribuni" effettivamente spesso non hanno "referenze" elettive, ma possiedono la referenza "tribunizia" perché riescono a convincere chi li ascolta. Questa è la qualità necessaria per diventare "CAPI" da che mondo è mondo e i CAPI li crea il "POPOLO", anche direttamente, sul campo.
Auritiano
"La BCE non finanzia direttamente il debito pubblico" rif. Anonimo 14 dicembre.
La questione andrebbe chiarita meglio: prima della "famigerata "circolare" Andreatta, il Tesoro Italiano poteva finanziare direttamente il debito pubblico perché aveva la "sovranità monetaria", cioè emetteva biglietti di banca nella quantità dovuta senza prenderli a prestito da una banca praticamente privata come è effettivamente da allora la Banca d'Italia e in UE oggi la stessa BCE.
Cioè lo Stato non prendeva a prestito soldi da Banchieri, ma li "creava" a seconda del bisogno per conto suo come malauguratamente non succede oggi.
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