18 dicembre. Sarebbe interessante svolgere un referendum tra le migliaia di attivisti che hanno animato la mobilitazione iniziata il 9 dicembre per chiedere loro cosa ne pensino del Coordinamento nazionale. Noi lo ripetiamo: essi hanno avuto il grande merito di aver accesso la scintilla, ma si sono rivelati del tutto inadeguati a dare direzione e sbocco alla protesta quando essa si è estesa a tutto il Paese.
Questa critica è sembrata ad alcuni ingenerosa.
Prendiamo spunto da un commento di ieri:
Su Calvani abbiamo già detto. L'amicizia fraterna che ci lega a Ferro non ci impedisce di vedere i limiti del suo fare politico. Limiti che sono emersi ai tempi dei moti siciliani del gennaio 2012, e riemersi quando i Forconi decisero di presentarsi alle elezioni regionali sicialiane dell'ottobre 2012.
Qual è il principale limite di Mariano Ferro? La sua linea oscillante e zigzagante. Non si può fare la frittata senza rompere le uova. Ovvero: non si può chiamare il popolo a ribellarsi e, una volta che si è ribellato, chiamarlo a fare dietrofront, ad ammosciare e sfumare contenuti e radicalità. Un leader che abbia chiara la sua funzione non può dare un'ordine e subito dopo un contr'ordine di segno opposto. Ne nasce grande confusione e sbandamento.
Esemplare, sotto questo profilo, la vicenda della manifestazione calvaniana che si svolgerà oggi a Piazza del Popolo a Roma. Calvani ha ragione da vendere quando afferma che era stata decisa congiuntamente, e quindi accusare Ferro e Chiavegato di aver fatto dietrofront.
Il 16 dicembre Mariano Ferro rilasciava questa secca dichiarazione:
Ma com'è che è nato questo pasticciaccio?
Noi mettemmo subito in guardia Ferro dal pericolo rappresentato dall'adesione a scoppio ritardato dei fascisti di Forza Nuova e Casa Pound. Vero è che venne fuori un comunicato stampa che prendeva le distanze dai fascisti. Ma esso non era sufficientemente chiaro. E in questa ambiguità l'estrema destra, spalleggiata da Calvani, ha avuto facile gioco ad incunearsi.
Ma questa dei fascisti era solo una specie di foglia di fico per camuffare la resipiscenza legalitaria e quindi per smorzare i toni e i contenuti della rivolta. Dopo la sollevazione di Torino Ferro è giunto a dire che si dovevano consegnare alla polizia i "facinorosi".
Dai! così non si fa. E a Ferro abbiamo avuto occasione di contestare de visu questa scivolata.
L'inadeguatezza dei leaders del Movimento 9/12 è sotto gli occhi di tutti. Giusta quindi la richiesta, che emerge da vari comitati locali, di andare ad una verifica e di svolgere subito un'assemblea nazionale. Debbono convocarla proprio questi lader. Se non lo faranno, come sospettiamo, giusto che i comitati e i presidi si autoconvochino.
Prima è meglio è.
Questa critica è sembrata ad alcuni ingenerosa.
Prendiamo spunto da un commento di ieri:
«Le vicende legate al movimento dei Forconi dimostrano che i leaderini in provetta della sinistra rivoluzionaria italiana se sono negletti nella pars costruens sono dei veri campioni in quella destruens. La foga con cui ci si scaglia una volta contro Grillo, una volta contro Danilo Calvani, un'altra ancora contro Mariano Ferro é direttamente proporzionale alla propria inconsistenza nella capacità di mobilitazione delle masse. E' indice inoltre di un cupio dissolvi che assale chi nutre complessi di inferiorita' nei confronti di chi alle masse è in grado di parlare. Un forcone deluso».Ma di quale "sinistra rivoluzionaria" si cincischia? Questa sinistra, in larga parte, ha boicottato o snobbato il Movimento 9/12. Noi di Mpl siamo stati tra i pochi che non solo l'abbiamo sostenuto a parole ma animato, sin dall'inizio. Vorremmo ricordare ai soloni che siamo in stretto contatto con i Forconi di Mariano Ferro sin dal gennaio 2012, e che lo stesso Ferro fu ospite dell' assemblea costituiva del Mpl che si svolse un mese dopo.
Su Calvani abbiamo già detto. L'amicizia fraterna che ci lega a Ferro non ci impedisce di vedere i limiti del suo fare politico. Limiti che sono emersi ai tempi dei moti siciliani del gennaio 2012, e riemersi quando i Forconi decisero di presentarsi alle elezioni regionali sicialiane dell'ottobre 2012.
Qual è il principale limite di Mariano Ferro? La sua linea oscillante e zigzagante. Non si può fare la frittata senza rompere le uova. Ovvero: non si può chiamare il popolo a ribellarsi e, una volta che si è ribellato, chiamarlo a fare dietrofront, ad ammosciare e sfumare contenuti e radicalità. Un leader che abbia chiara la sua funzione non può dare un'ordine e subito dopo un contr'ordine di segno opposto. Ne nasce grande confusione e sbandamento.
Esemplare, sotto questo profilo, la vicenda della manifestazione calvaniana che si svolgerà oggi a Piazza del Popolo a Roma. Calvani ha ragione da vendere quando afferma che era stata decisa congiuntamente, e quindi accusare Ferro e Chiavegato di aver fatto dietrofront.
Il 16 dicembre Mariano Ferro rilasciava questa secca dichiarazione:
«Con tutta quest’aria di violenza preferiamo dare un segnale diverso. Andremo dal Papa questa domenica, tutti insieme, a costo di pernottare a piazza S. Pietro». E’ quanto ci ha riferito telefonicamente il nostro concittadino Mariano Ferro, sempre più convinto della saggia scelta di dissociarsi dagli estremisti di destra. «Con queste persone non mi mischierò mai! ma non perchè sono di destra o di sinistra, ma perchè questa è gente mentalmente malata. Mercoledì sera vedremo chi avrà ragione!». [Avola Blog]Il giorno le agenzie battevano questo dispaccio:
«Mariano Ferro, però, alla vigilia dell'appuntamento nella Capitale, ha lanciato segnali di riavvicinamento: "Il nervosismo di questi giorni ci ha giocato un brutto scherzo. Domani non sarò in piazza ma mi auguro di cuore che la manifestazione sia partecipata", dice all'Adnkronos il leader dei Forconi dei siciliani, " sia io che Danilo Calvani siamo vittime del sistema - dice Ferro - e purtroppo si è dato spazio a questa spaccatura"». [la repubblica]Sembra quasi uno stato confusionale.
Ma com'è che è nato questo pasticciaccio?
Noi mettemmo subito in guardia Ferro dal pericolo rappresentato dall'adesione a scoppio ritardato dei fascisti di Forza Nuova e Casa Pound. Vero è che venne fuori un comunicato stampa che prendeva le distanze dai fascisti. Ma esso non era sufficientemente chiaro. E in questa ambiguità l'estrema destra, spalleggiata da Calvani, ha avuto facile gioco ad incunearsi.
Ma questa dei fascisti era solo una specie di foglia di fico per camuffare la resipiscenza legalitaria e quindi per smorzare i toni e i contenuti della rivolta. Dopo la sollevazione di Torino Ferro è giunto a dire che si dovevano consegnare alla polizia i "facinorosi".
Dai! così non si fa. E a Ferro abbiamo avuto occasione di contestare de visu questa scivolata.
L'inadeguatezza dei leaders del Movimento 9/12 è sotto gli occhi di tutti. Giusta quindi la richiesta, che emerge da vari comitati locali, di andare ad una verifica e di svolgere subito un'assemblea nazionale. Debbono convocarla proprio questi lader. Se non lo faranno, come sospettiamo, giusto che i comitati e i presidi si autoconvochino.
Prima è meglio è.
13 commenti:
Hanno avuto il merito di accendere la scintilla ma hanno dimostrato di essere inadeguati ,ma smettiamola di dire sciocchezze cosa pensavate che azioni dettate dallo sconforto possano cambiare le situazioni da un giorno all'altro?Se restiamo solo a far critica facciamo solo fare il gioco di chi vuole che nulla cambi
Demetrio
Si fa presto a dire "portare il popolo alla rivolta". Intanto questa frase mi sembra infelicemente mal scelta. Si deve parlare sempre di "protesta" non di "rivolta". Io penso che i "Forconi" (ma chi ha il coraggio , anzi, l'impudenza" di classificare a dritta o a manca i "Forconi" ?: La protesta non è di destra o di sinistra: e' un gridp di sofferenza . Invece: e i Forconi avrebbero dovuto fare così e i Forconi dovrebbero fare colà. Anche troppo bene hanno agito: tutti hanno parlato di loro, le piazze si sono riempite di gente sdegnata e stufa e lo sdegno è contagioso . Tutti sono stufi di un certo andazzo in politica a cominciare da quella Europea. Tutto sembra fatto apposta per schiacciare sempre di più chi ha sule spalle i pesi più gravosi.
HEI ANONIMO!?!?
fai finta di non capire? Ci marci?
Noi siamo dentro il Movimento 9/12 sin dall'inizio, anzi sin da tempi dei Forconi siciliani del gennaio 2012.
Quindi non facciamo solo critiche.
Punto primo.
Punto secondo: da quando in qua esprimere critiche significa distruggere? Le nostre critiche sono nello spirito di rafforzare il movimento non per indebolirlo.
"Qual è il principale limite di Mariano Ferro? La sua linea oscillante e zigzagante".
Ma i limiti vostri e dell'MPL non li consideri?
Ci sono modi e modi di lanciare le critiche!! Certe critiche vanno fatte all'interno del movimento e del coordinamento nazionale e non urbi et orbi nel blog. La forma in certi momenti diventa più importante della sostanza.
Invece di accendere lo scontro tra le diverse fazioni screditandole occorre tenere unito il fronte, smorzare le critiche, compattare le fila e prepararsi allo scontro, avendo di mira la demolizione dell'avversario non dell'alleato. Questo è l'abc della tattica e della strategia politica.
Delle buone idee, come quelle dell'MPL, se veicolate nelle forme sbagliate e con persone inadeguate vanno incontro alla sconfitta. Viceversa delle cattive idee che incontrano le forme e i canali giusti possono vincere. Questo insegna la storia. E il primo esame va fatto con se stessi non con gli altri!!
Grillo e Ferro, non sono delle cime dal punto di vista intellettuale ma hanno molto da insegnarci sul piano della prassi politica, ci stanno una spanna sopra nell'uso dei linguaggi e della comunicazione, delle forme dell'agire politico. Noi ci consideriamo dei giganti teorici ma siamo degli emeriti nani nell'agire politico.
Da questa riflessione autocritica bisogna partire per rilanciare qualsiasi ipotesi rivoluzionaria
La parte antagonista è come l'acqua in una diga: bastano cavillature capillari e subito spinge per cercare di sgretolare la diga.
Anonimo18 12 2913 17.45 ha fatto un'osservazione giusta: le critiche agli amici non si fanno coram populo altrimenti possono venire interpretate per discordie interne e le discordie interne formano dei punti deboli e chi sa guerreggiare ne può approfittare facilmente. Rimproverare gli amici, lo dice anche la Bibbia, è come quando si tirano sassi agli uccelli: li si fa inevitabilmente allontanare.
Una domanda alla redazione: ma avete letto questa intervista a Mariano Ferro? "Danilo Calvani ha capito meglio di noi la voglia della gente di andare a Roma, sfogarsi. Danilo è il mio capo, va bene così."
http://www.repubblica.it/cronaca/2013/12/18/news/mariano_ferro_troppi_fascistoidi_il_rischio_scontri_c_ma_ho_sbagliato_a_rompere_con_loro-73936658/
IN CAMERA CARITATIS?
Premesso che prima di esporre pubblicamente certe nostre critiche le abbiamo fatte in camera caritatis —senza alcun successo. E però, mica il Movimento 9/12 è un partito con un regime di centralismo democratico e quindi le critiche ai dirigenti non vanno portate all'esterno!!
Ci sono migliaia di attivisti che chiedono che fare ora, che esigono risposte, che hanno bisogno di una bussola. In molti luoghi siamo alla sbando e ciò a causa delle incertezze, delle divisioni e dell'opportunismo del coordinamento nazionale.
Tacere significa diventare complici e non aiutare gli attivisti a capire le cose.
si vede lontano un chilometro che chi se la prende tanto con le critiche del mpl a Calvani, Ferro e compagnia, nel movimento di protesta non ci ha messo piede. Se ci avesse messo piede avrebbe visto che le cose che dice questo blog erano oggetto di discussione e confronto tra tutti. Ad esempio mpl aveva previsto il flop dell'adunata di Calvani. E giusto è stato mettere in guardia quelli che volevano andarci a tutti i costi. per fortuna che ci sono state voci critiche che non hanno preso per oro colato le stronzate dei leader.
FACCIAMO CIRCOLARE!
FATE CIRCOLARE!
«Il Comitato 9 dicembre di Perugia, riunitosi in seduta plenaria lunedì 16 dicembre, dopo aver tirato un bilancio positivo di una settimana di mobilitazioni, ha deciso all’unanimità quanto segue:
(1) La lotta intrapresa il 9 dicembre contro il governo del massacro sociale, per la difesa e l’applicazione della Costituzione, per l’uscita dall’euro e quindi per la riconquista della piena sovranità popolare e nazionale continuerà. Per questo ci costituiamo come comitato permanente.
(2) Ribadisce il proprio dissenso verso chi ha indetto la manifestazione che si svolgerà a Roma il 18 dicembre. Questa manifestazione invece di contribuire all’unità e rilanciare il movimento lo ha diviso e rischia di precipitarlo in un vicolo cieco. E’ velleitario pensare che sia possibile rovesciare il regime con una singola spallata.
(3) La divisione avvenuta in seno al Coordinamento nazionale ha messo in luce quanto questo Coordinamento sia disorganizzato, inadeguato, e incapace di indicare la strada che il Movimento dovrà seguire. Giusto criticare i proclami roboanti e velleitari di Danilo Calvani, ma altrettanto necessario criticare i tentennamenti e le ambiguità degli altri coordinatori.
(4) Gli attivisti, i comitati locali, che sono stati la spina dorsale della mobilitazione, non possono essere considerati un gregge, vanno invece chiamati a discutere e decidere come proseguire la lotta.
(5) Chiediamo quindi ai coordinatori nazionali di convocare immediatamente un’assemblea nazionale di tutti gli attivisti da svolgersi entro la fine dell’anno.
(6) Ove i coordinatori non accettassero questo nostro invito, non resta che la via dell’autoconvocazione dal basso. Facciamo appello ai Comitati locali a sostenere la nostra proposta».
L’Assemblea plenaria del Comitato 9 dicembre di Perugia
16 dicembre 2013
"La lotta intrapresa il 9 dicembre contro il governo del massacro sociale, per la difesa e l’applicazione della Costituzione, per l’uscita dall’euro e quindi per la riconquista della piena sovranità popolare e nazionale..." Purtroppo segnalo che non ovunque è questo lo spirito della manifestazione. Con gran dispiacere, dopo 8 giorni assidui nel presidio di Padova zona ind.le organizzato da LIFE (liberi imprenditori federalisti europei), ho abbandonato, perchè il coordinatore ha autonomamente deciso di limitare la protesta sostanzialmente ai costi della politica,eliminando qualsivoglia riferimento alla difesa della Costituzione, all'uscita dall'euro e alla riconquista della sovranità monetaria (perchè la gente non capirebbe, perchè non è la moneta il problema, perchè le monete nazionali sono ostacoli da abbattere nel libero mercato, perchè l'euro ci costringerà a fare le riforme...).
Che voi sappiate è così in tutti i presidi LIFE?
Capire o non capire?
A me pare che quel coordinatore abbia capito lui piuttosto poco della situazione in cui ci troviamo e la cosa potrebbe essere sintomatica di un suo atteggiamento personale ambiguo . Che si deve dire? Che c'è stato chi aveva come obiettivo immediato e più importante il volume di partecipazione a prescindere dalle mete finali?
E allora? Era qualcosa di simile all'assalto al "Palazzo" d'inverno possibilmente con massacro annesso che si cercava di conseguire da parte di alcuni organizzatori?
Anche un massacro può essere utile ai fini "rivoluzionari" ,ma il costo umano è cinicamente deplorevole e, per quanto si dica, moralmente e umanamente inaccettabile come il Lusitania, o Pearl Harbour, o le Torri Gemelle.
"[...] Trascurare e peggio disprezzare i movimenti così detti “spontanei”, cioè rinunziare a dar loro una direzione consapevole, ad elevarli ad un piano superiore inserendoli nella politica, può avere spesso conseguenze molto serie e gravi. Avviene quasi sempre che a un movimento “spontaneo” delle classi subalterne si accompagna un movimento reazionario della destra della classe dominante, per motivi concomitanti: una crisi economica, per esempio, determina malcontento nelle classi subalterne e movimenti spontanei di massa da una parte. Dall’altra parte determina complotti dei gruppi reazionari che approfittano dell’indebolimento obbiettivo del governo per tentare dei colpi di Stato. Tra le cause efficienti di questi colpi di Stato è da porre la rinunzia dei gruppi responsabili [dei comunisti, ndr] a dare una direzione consapevole ai moti spontanei e a farli diventare quindi un fattore politico positivo. (…)"
Antonio Gramsci, Quaderni dal carcere
Demetrio
Gramsci aveva davvero un senso strategico e acutamente realistico della politica. Le grandi menti non si smentiscono mai.
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