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E se il Fiscal Compact non fosse la cura, ma la malattia?
di Comitato per la Salvaguardia dei Numeri Reali
«Chiunque affermi che l’Italia ha un debito pubblico ”insostenibile” è in mala fede e mente; oppure è in buona fede, ma non conosce i numeri reali! Alla luce delle conclusioni della stessa Commissione europea appaiono dunque ingiustificati il taglio delle pensioni, il Decreto salva-Italia, la spending review e gli aumenti della pressione fiscale».
Il Fiscal Sustanaibility Report 2012*, pubblicato dalla Commissione Europea, analizza lo stato dei bilanci pubblici dei paesi dell’Unione Europea alla luce della loro ”sostenibilità” nel medio e lungo periodo, in funzione del previsto invecchiamento della popolazione (pensioni, sanità, assistenza a lungo termine, indennità di disoccupazione). La sintesi del complesso lavoro si concretizza nella definizione di alcuni indicatori. Due di essi, S1 e S2, valutano, rispettivamente, la capacità dei diversi paesi di mantenere i bilanci pubblici sotto controllo in due diversi scenari.
L’indicatore S1 valuta la ”sostenibilità” di medio periodo assumendo il rispetto degli impegni previsti dal Fiscal Compact (un percorso di aggiustamento fiscale, dal 2014 al 2020, tale da stabilizzare il debito, per giungere a centrare l’obbiettivo di un rapporto tra il debito e il PIL inferiore al 60% entro il 2030). La ”sostenibilità” di medio periodo dei bilanci pubblici italiani è nettamente migliore di paesi come Francia, Olanda, Finlandia, Austria, Inghilterra, Spagna, Belgio e della media europea, preceduta (escludendo i paesi dell’est Europa e dei Balcani) solo da Germania e Danimarca!
L’indicatore S1 valuta la ”sostenibilità” di medio periodo assumendo il rispetto degli impegni previsti dal Fiscal Compact (un percorso di aggiustamento fiscale, dal 2014 al 2020, tale da stabilizzare il debito, per giungere a centrare l’obbiettivo di un rapporto tra il debito e il PIL inferiore al 60% entro il 2030). La ”sostenibilità” di medio periodo dei bilanci pubblici italiani è nettamente migliore di paesi come Francia, Olanda, Finlandia, Austria, Inghilterra, Spagna, Belgio e della media europea, preceduta (escludendo i paesi dell’est Europa e dei Balcani) solo da Germania e Danimarca!
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L’indicatore S2 valuta la ”sostenibilità” di lungo periodo senza tener conto degli impegni prescritti dal Fiscal Compact. Esso ci classifica in posizione di assoluta eccellenza: Solo l’Italia e la Lettonia (questa con una popolazione di soli 2 milioni di abitanti) si trovano nell’area di ”sostenibilità”.
Di fatto, attraverso il suo autorevole studio, la Commissione Europea certifica che rimanere nell’euro (quindi accettando e mettendo in pratica il Fiscal Compact) è una scelta squisitamente politica, non dettata da alcuna emergenza o necessità contabile. Per la Commissione Europea, il debito pubblico italiano è ”sostenibile”!
Chiunque affermi che l’Italia ha un debito pubblico ”insostenibile” è in mala fede e mente; oppure è in buona fede, ma non conosce i numeri reali! Alla luce delle conclusioni della stessa Commissione europea appaiono dunque ingiustificati il taglio delle pensioni, il Decreto salva-Italia, la spending review e gli aumenti della pressione fiscale.
Ricorda: la prima vittima della crisi è la verità!
(*) http://ec.europa.eu/economy_finance/publications/european_economy/2012/pdf/ee-2012-8_en.pdf
Vai sul blog la solitudine dei numeri reali, scarica questo volantino e stampane le copie che vuoi. Poi, regalale ai tuoi amici!
Di fatto, attraverso il suo autorevole studio, la Commissione Europea certifica che rimanere nell’euro (quindi accettando e mettendo in pratica il Fiscal Compact) è una scelta squisitamente politica, non dettata da alcuna emergenza o necessità contabile. Per la Commissione Europea, il debito pubblico italiano è ”sostenibile”!
Chiunque affermi che l’Italia ha un debito pubblico ”insostenibile” è in mala fede e mente; oppure è in buona fede, ma non conosce i numeri reali! Alla luce delle conclusioni della stessa Commissione europea appaiono dunque ingiustificati il taglio delle pensioni, il Decreto salva-Italia, la spending review e gli aumenti della pressione fiscale.
Ricorda: la prima vittima della crisi è la verità!
(*) http://ec.europa.eu/economy_finance/publications/european_economy/2012/pdf/ee-2012-8_en.pdf
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1 commento:
Parlare della "sostenibilità" del debito pubblico è come parlare della "caricabilità" dell'asino o del mulo. Il problema vero è che il "pubblico" non è un asino o un mulo, o meglio non dovrebbe esserlo in un paese di gente razionale.
Dicono che in Giappone l'enorme debito pubblico è sostenibilissimo perchè è soprattutto credito dei cittadini giapponesi, come predica la MMT.
Caso A: ogni giapponese possiede pari quota di bond e gode di pari reddito. Quindi con le tasse si paga l'interesse percepito sul proprio stesso risparmio. Sai che furbata contabile!
Caso B: ci sono pochi giapponesi ricchi e molti poveri, costretti a lavorare a Tokio tutti i giorni facendo i pendolari anche da molto lontano. Quindi con le tasse dei poveri (che sono numerosissimi) si pagano le rendite ai ricchi. Sai che politica "redistributiva"!
In entrambi i casi il debito pubblico è un assurdità contabile o peggio un'ingiustizia sociale.
Caso C: il debito pubblico se lo compra la BOJ con emissioni di fiat-money. Peggio che andar di notte! Molto più semplice che la BOJ emetta la sola moneta necessaria alla spesa pubblica del momento, esente da interessi, senza esagerare prestando il di più al carry trade.
In ogni caso il debito pubblico dell'amministrazione centrale è sempre e solo una perversa interpretazione del concetto di moneta, di diabolica e ingiustificata separazione e indipendenza della BC emettitrice dalla contabilità del Tesoro.
Il "divorzio" di Ciampi-Andreatta, seguito dalle "privatizzazioni" all'italiana di Draghi-Amato (fondazioni, cioè il massimo dell'assurdo), dalle fusioni-incorporazioni, dalla promisquità di banche commerciali con agenzie di affari finanziari senza regole, le normative di Basilea sulla "tenuta" del sistema bancario fondato su credito a riserva frazionaria, capitalizzazione minima, traffici di valuta overnight tra banche e BC, con tassi ridicoli e misurati col bilancino per far coincidere i desiderata della speculazione finanziaria con la realtà contabile, i criteri di bilancio "elastici", dove far entrare o uscire alla bisogna soldi dopo opportuno riciclaggio in prodotti finanziari derivati, ecc. ecc., sono tutti dei puri e semplici formalismi comportamentali del sistema bancario a fini parassitari dell'economia reale. Il mostro della Banca S.p.A che "produce" capitale è nient'altro che la figura del mulattiere che carica il mulo per trasportare in salita il proprio carico di interessi di parte.
Se il sistema bancario non torna ad essere puro e semplice SERVIZIO PUBBLICO di gestione della moneta, relegando i traffici finanziari speculativi ad una nicchia di crimine organizzato qual'è la gestione del gioco d'azzardo, saremo sempre sotto il ricatto di fantasmi della mente costruiti ad hoc per obbligarci a lavorare per i mafiosi del pizzo e dell'usura. Questo è il debito pubblico, prodotto dagli "interessi" fasulli sulla circolazione della moneta, della quale non si può fare a meno in ogni caso. Una volgare truffa, comprensibile dalla V elementare in poi.
Parlare ancora di "sostenibilità" del debito, pubblico e privato (che è il primo a lievitare trascinandosi poi anche il secondo), è come parlare di sostegno alla truffa, senza capire che una truffa non va "sostenuta", ma va semplicemente stroncata, punendo i truffatori e togliendoli la refurtiva accumulata negli anni, a maggior ragione se sono entità sistemiche, "troppo grandi per fallire". Questa poi è la più grossa e puerile delle scuse, del tutto equivalente alla confessione pubblica del reato.
Alberto Conti
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