Sì; Mille-ottocento-novanta-settemila- e rotti miliardi. E' la cifra record raggiunta dal debito pubblico italiano. Dati Bankitalia diffusi questa mattina. Tenete presente che nel mese di maggio del 2010 il debito pubblico ammontava a 1.829,7 miliardi di euro. 67.800 miliardi in più in un anno. Alla faccia! La "Manovra" lacrime e sangue appena varata dal governo con la fidejussione delle opposizioni (di Sua Maestà) che quindi va a malapena a coprire l'aumento del debito di un anno. State attenti, c'è da considerare gli interessi che lo Stato paga su questo debito. Fatta una media tra Btp, Bot ecc del 2,5% fanno 45 Miliardi circa di euro che lo Stato ha sborsato in un anno ai suoi creditori —che sono al 55% (dato 2010) banche e fondi stranieri (quanto erano "belli" gli anni ottanta, quando al 90% il debito era affare interno italiano).
Come segnalano da più parti la pressione della rendita finaziaria (speculazione) sul debito italiano è correlata alla più complessa vicenda euro, ovvero alla crisi senza uscita dell'Eurozona. Una soluzione ci sarebbe, oltre a una cura da cavallo anche per i "virtuosi": unità politica e governo europeo, non solo dunque moneta unica, ma politiche di bilancio e tributarie unificate.
Ce la faranno le borghesie europee e le loro malconce elite politiche a compiere questo salto? Noi scommettiamo di no. Lo dice il buon senso. Lo stesso buon senso che porta la speculazione a scommettere nella stessa direzione e quindi a attrezzarsi per lucrare al massimo sul collasso della moneta unica (che potrebbe dividersi in due, come si sa: l'euro dei ricchi e quello dei poveri).
L'Istat intanto, sempre oggi, lancia l'allarme «Povere una famiglia su cinque». Fra un anno, come conseguenza della "Manovra" e del suo fallimento, potrebbero essere due su cinque, qualcosa come una quindicina di milioni di persone. Lorsignori hanno messo nel conto l'esplosione sociale, quindi ce la mettiamo anche noi. Con la differenza che loro fanno gli scongiuri mentre noi ce la auguriamo. Non per il gusto di far casino, che di casino ce n'è già abbastanza, ma al contrario per mettere ordine, perché solo una SOLLEVAZIONE popolare, politicamente consapevole, può appunto cambiare il corso delle cose. Tutto il resto, elezioni, referendum, partiti, raccolte di firme e quant'altro, con tutto il rispetto, son cazzate.
Il popolo è come l'acqua in una pentola, la crisi economica la fiamma che la porta in ebollizione. Oltre una certa soglia di temperatura il coperchio salta per aria. Non siamo molto lontani da questo scoppio —a proposito, c'è chi dice che la rivoluzione si fa, che non scoppia. In verità si fa solo in quanto scoppia.
La «Tempesta perfetta» non fu affatto quella dell'autunno 2008, il collasso finanziario made in USA. Mancavano due elementi affinché fosse "perfetta", che il crack colpisse l'Europa, e che si mettessero in moto larghe masse. State seguendo la situazione negli States? Solo un anno fa chi avesse parlato di default sarebbe stato preso per un visionario. Oggi ne parla il Presidente Obama in persona, nonché Bernanke. [Gli Stati Uniti verso il default?]
Se in autunno (settembre nero?) la crisi dell'eurozona dovesse precipitare, non è detto che ci guadagnerà Wall Street. Molti elementi indicano che sarebbe il collasso generale delle economie imperialiste occidentali. La crisi attuale, già più profonda di quella del '29, si inasprirebbe, con conseguenze fatali per le compagini sociali: tra cui una disoccupazione a due cifre, il fallimento di migliaia di aziende e banche, e quello di interi stati.
A quel punto la temperatura dell'acqua sarà prossima all'ebollizione e diversi coperchi salteranno per aria, assieme alla pace sociale. Allora sì che avremo la «tempesta perfetta»!
5 commenti:
Milleottocentonovantasettevirgolacinque miliardi e non milleottocentonovantasettemilacinquecento miliardi. Ok, lo sciocco guarda il dito che indica la Luna e non la Luna stessa ma un pò di precisione non guasterebbe.
Le cose stanno esattamente così, oltre a quello che quasi nessuno sa ancora. È peggio ...
Anonimo 1: grazie per aver segnalato il refuso.
Mi piacerebbe, sapere, cosa ne pensate di questo articolo, di cui al link.
Saluti
http://www.pclavoratori.it/files/index.php?c3:o2296
Manifesto del Pcl: quanto prima daremo il nostro giudizio. Abbiamo in scaletta altri pezzi da pubblicare, speriamo di poter commentare entro mercoledì.
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