L'OTTAVO NANO E L'OTTAVO RE DI ROMA(primo Tempo)
di Valerio Bruschini*
Indubbiamente, da qualche mese, si respira un’aria diversa nelle case italiane; precisamente, da quando, nel luglio scorso, Enrico Mentana è diventato Direttore del Telegiornale di LA7.
1) Infatti, ogni sera, qualche minuto prima delle 20,00, al momento del Martini e dell’oliva, che ogni Italiana/o si concede, prima di dare inizio al “fiero pasto” [1], il viso, moderatamente sorridente, ma anche riflessivo del Direttore, compare nel video e la Sua voce, senz’altro da persona beneducata, porge alle/ai telespetta/trici/tori la sintesi delle disgrazie della giornata.
Va subito detto, per rispetto della verità storica [2], che non vi è persona che non colga nel tono del Direttore sia le scuse, per quella che potrebbe configurarsi come un’intrusione nell’ambito familiare, sia il rammarico per esser, appunto, latore/messaggero delle sciagure, che, quotidianamente, si abbattono sul Paese, (ed anche sul Mondo, se rimane il tempo per darne conto).
2) Alle 20,00 in punto, inizia la “cena”, sapientemente orchestrata dal Direttore di sala.
Le/i Sue/Suoi inviate/i, altrettanto professionali, (e si avverte sia che hanno stoffa, sia che sono state/i sfiorate/i dal di Lui tocco magico-magistrale), ragguagliano approfonditamente ed esaustivamente il pubblico, fino ad esaurirlo, su quanto è avvenuto in tre dei punti cardinali del sistema galileo-mentaniano: Montecitorio, Palazzo Madama, il Quirinale.
Il quarto punto cardinale è, ovviamente, costituito dallo Studio, ove il Direttore in persona conduce, nella Sua inarrivabile maniera, il dibattito, breve, ma ficcante, comunque illuminante, con il fortunato di turno: il Leader di un Partito, un aspirante Leader di uno schieramento, un sospirante Salvatore della Patria; insomma o con un Qualcuno o con uno destinato a diventarlo, non foss’altro dopo che è passato nello Studio Magico, dove da rospo è trasformato in Principe, grazie al Menta-Bacio, casto, s’intende.
Le/i Sue/Suoi inviate/i, altrettanto professionali, (e si avverte sia che hanno stoffa, sia che sono state/i sfiorate/i dal di Lui tocco magico-magistrale), ragguagliano approfonditamente ed esaustivamente il pubblico, fino ad esaurirlo, su quanto è avvenuto in tre dei punti cardinali del sistema galileo-mentaniano: Montecitorio, Palazzo Madama, il Quirinale.
Il quarto punto cardinale è, ovviamente, costituito dallo Studio, ove il Direttore in persona conduce, nella Sua inarrivabile maniera, il dibattito, breve, ma ficcante, comunque illuminante, con il fortunato di turno: il Leader di un Partito, un aspirante Leader di uno schieramento, un sospirante Salvatore della Patria; insomma o con un Qualcuno o con uno destinato a diventarlo, non foss’altro dopo che è passato nello Studio Magico, dove da rospo è trasformato in Principe, grazie al Menta-Bacio, casto, s’intende.
3) Così, da quando Lui, dopo il volontario e (moderatamente, dato l’aplomb) corrucciato esilio dal video, è tornato “folgorante in solio” [3], la politica italiana non ha più segreti per noi comuni mortali, poiché veniamo ragguagliati da: “Tutto il partitismo minuto per minuto” su ogni respiro emesso da ognuno dei “Cari Leader” della penisola nordcoreana, pardon: italiana.
Infatti, a fronte dell’indecoroso spettacolo, offerto da quasi tutte le altre reti televisive, che, sfacciatamente, non vedono l’ora di passare dalle notizie politiche a quelle culinarie, sportive, gossipare/vipparole, di cronaca-sangue-grondante e di (mal)costume, il Direttore ha imboccato la strada opposta: l’overdose di politica … del Palazzo.
Così, non solo ci vengono serviti gli uomini, si fa per dire, politici in tutte le salse, ma ci vengono ammanniti pure i gustosi manicaretti degli scoop, degli approfondimenti, dei retroscena.
Il tutto è, superfluo dirlo, all’insegna di quel politically correct, di cui la Vestale Mentana custodisce in sé il Sacro Fuoco.
Infatti, non solo vengono metodicamente invitati nello Studio i Massimi Rappresentanti dell’uno e dell’altro schieramento, ma, quando “il gioco si fa duro”, vengono evocati anche i Numi tutelari dello “Spirito bipartisan”: Feltri versus Padellaro, Belpietro versus Travaglio, Sallusti versus De Gregorio, che, dai rispettivi studi/loculi, emettono i loro inappellabili responsi/oracoli; così:
“Giustizia (mediatica) è fatta!”.
Infatti, a fronte dell’indecoroso spettacolo, offerto da quasi tutte le altre reti televisive, che, sfacciatamente, non vedono l’ora di passare dalle notizie politiche a quelle culinarie, sportive, gossipare/vipparole, di cronaca-sangue-grondante e di (mal)costume, il Direttore ha imboccato la strada opposta: l’overdose di politica … del Palazzo.
Così, non solo ci vengono serviti gli uomini, si fa per dire, politici in tutte le salse, ma ci vengono ammanniti pure i gustosi manicaretti degli scoop, degli approfondimenti, dei retroscena.
Il tutto è, superfluo dirlo, all’insegna di quel politically correct, di cui la Vestale Mentana custodisce in sé il Sacro Fuoco.
Infatti, non solo vengono metodicamente invitati nello Studio i Massimi Rappresentanti dell’uno e dell’altro schieramento, ma, quando “il gioco si fa duro”, vengono evocati anche i Numi tutelari dello “Spirito bipartisan”: Feltri versus Padellaro, Belpietro versus Travaglio, Sallusti versus De Gregorio, che, dai rispettivi studi/loculi, emettono i loro inappellabili responsi/oracoli; così:
“Giustizia (mediatica) è fatta!”.
Ed il pensiero va ai versi del Poeta:
“Ei si nomò: due secoli,
l’un contro l’altro armato,
sommessi a lui si volsero,
come aspettando il fato;
ei fe’ silenzio, ed arbitro
s’assise in mezzo a lor” [4].
“Ei si nomò: due secoli,
l’un contro l’altro armato,
sommessi a lui si volsero,
come aspettando il fato;
ei fe’ silenzio, ed arbitro
s’assise in mezzo a lor” [4].
(Scorrono i titoli di coda; fine Primo Tempo).
Leggi il “Secondo tempo" e il "Terzo Tempo"
NOTE
[1] Dante: “La bocca sollevò dal fiero pasto”, Divina Commedia, Inferno, Canto XXXIII, verso 1.
[2] Ad uno sguardo superficiale, il termine “storico” può apparire eccessivo o, per lo meno, prematuro, ma non lo è se si pon mente al fatto che, ogni sera, grazie al Sommo Sacerdote dell’Imparzialità, noi non seguiamo un qualsiasi telegiornale, ma abbiamo la possibilità di assistere ad un’epifania dello Spirito del giornalismo.
[3] Manzoni Alessandro:
“Lui folgorante in solio
vide il mio genio e tacque;
quando con vece assidua,
cadde, risorse e giacque,
…
tutto ei provò: la gloria
maggior dopo il periglio,
la fuga e la vittoria,
la reggia e il triste esiglio;
due volte nella polvere,
due volte sull’altar.”
Il Cinque Maggio, versi 13-16, 43-48.
Pur se il Poeta parla di Napoleone trionfante sul trono (folgorante in solio), che perse e riconquistò (cadde, risorse), provando sia le gioie del Potere (la reggia), sia l’amarezza dell’esilio (il triste esiglio), come non ravvisare, in questi versi, un’allusione anticipatrice, peraltro frequente in ambito artistico, della Mentaneide?
[4] Manzoni, cit., versi 49-54.
Una possibile parafrasi: Fu sufficiente che Mentana diventasse il Direttore, perché il Centrodestra ed il Centrosinistra, fino a quel momento in aspro conflitto, si rivolgessero a Lui, per sapere cosa dovessero fare da grandi; Egli impose (educatamente) di far silenzio e si sedette quale arbitro tra loro.
[2] Ad uno sguardo superficiale, il termine “storico” può apparire eccessivo o, per lo meno, prematuro, ma non lo è se si pon mente al fatto che, ogni sera, grazie al Sommo Sacerdote dell’Imparzialità, noi non seguiamo un qualsiasi telegiornale, ma abbiamo la possibilità di assistere ad un’epifania dello Spirito del giornalismo.
[3] Manzoni Alessandro:
“Lui folgorante in solio
vide il mio genio e tacque;
quando con vece assidua,
cadde, risorse e giacque,
…
tutto ei provò: la gloria
maggior dopo il periglio,
la fuga e la vittoria,
la reggia e il triste esiglio;
due volte nella polvere,
due volte sull’altar.”
Il Cinque Maggio, versi 13-16, 43-48.
Pur se il Poeta parla di Napoleone trionfante sul trono (folgorante in solio), che perse e riconquistò (cadde, risorse), provando sia le gioie del Potere (la reggia), sia l’amarezza dell’esilio (il triste esiglio), come non ravvisare, in questi versi, un’allusione anticipatrice, peraltro frequente in ambito artistico, della Mentaneide?
[4] Manzoni, cit., versi 49-54.
Una possibile parafrasi: Fu sufficiente che Mentana diventasse il Direttore, perché il Centrodestra ed il Centrosinistra, fino a quel momento in aspro conflitto, si rivolgessero a Lui, per sapere cosa dovessero fare da grandi; Egli impose (educatamente) di far silenzio e si sedette quale arbitro tra loro.
Fonte: Valerio Bruschini
1 commento:
Il tuo articolo e le relative note sono una vera goduria.
Il finale non scontato probabilmente arriverà come un pugno nello stomaco di molti compagni/e. A me no, sono una pugliese e questa "condizione" mi da la possibilità di verificare l'inconsistenza oltre alla imperdonabile fumosità della dialettica forbita del presidente regionale più ascoltato e intervistato d'Italia
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