Spazzato via il teorema accusatorio che portò agli arresti del 1 aprile 2004*
23 Settembre 2010. Un giorno che difficilmente dimenticheremo: «In base all’Art. 530, primo comma, si assolvono gli imputati perché il fatto non sussiste».
23 Settembre 2010. Un giorno che difficilmente dimenticheremo: «In base all’Art. 530, primo comma, si assolvono gli imputati perché il fatto non sussiste».
Vittoria piena, sul piano giuridico anzitutto, ma pure politico e morale.
Non scorderemo infatti, e come potremmo, nemmeno il 1 aprile 2004, quando fummo arrestati con l’accusa di appartenere ad una rete terroristica internazionale.
Non scorderemo infatti, e come potremmo, nemmeno il 1 aprile 2004, quando fummo arrestati con l’accusa di appartenere ad una rete terroristica internazionale.
L’unica rete di cui facevamo parte era invece il Campo Antimperialista. Una rete che il governo Berlusconi, l’allora Ministro degli Interni Pisanu e il sottosegretario Torquemada-Mantovano, da tempo avevano in mente di togliere di mezzo, per “colpa” delle sue grandi campagne di solidarietà con la Resistenza dei popoli oppressi. (nella foto la manifestazione del Campo Antimperialista a sostegno della resistenza irachena a Piazza San Pietro - 2004)
Per anni, allo scopo di incastrarci, venimmo “attenzionati” dai Ros e dalla Digos. Non trovarono né la pistola fumante, né prove degne di questo nome. Ripiegarono su un teorema, che la Procura di Perugia si ingegnò a confezionare.
Il teorema era semplice: in base alla legislazione speciale vigente sui reati associativi (270Bis) e al suo inasprimento del dicembre 2001 (270 Ter, Quater, ecc.), sostenere le Resistenze alle guerre d’occupazione come quella palestinese e irachena, o quelle turca e curda contro la dittatura militare, equivaleva ad essere dei terroristi o, come minimo a fiancheggiare il terrorismo.
La sentenza di assoluzione piena demolendo questo dispositivo accusatorio, non solo rifiuta di considerare delinquenti gli antimperialisti; spinge a riflettere sulla legittimità costituzionale della legislazione cosiddetta “antiterrorismo”, in particolare degli inasprimenti adottati a partire dal 2001.
Lo stesso giorno degli arresti, mentre a sirene spiegate venivamo tradotti in carcere, mentre media compiacenti ci dipingevano come pericolosi criminali, fu lo stesso Ministro degli Interni Giuseppe Pisanu a metterci la faccia e a consacrare la montatura: «Si consolida l'ipotesi che gruppi o singoli personaggi dell'eversione italiana possano entrare in contatto e collaborare con organizzazioni terroristiche internazionali, spinti dai comuni orientamenti antiamericani e antioccidentali».
La sentenza di oggi, spazzando via quel teorema, ristabilendo la verità per cui sempre e in ogni sede ci siamo battuti, ci riconsegna la cosa più preziosa: la dignità di militanti antimperialisti e anticapitalisti.
Il nostro pensiero corre ora a chi come noi, in ogni parte del mondo e in Italia, subisce la galera per le sue idee e per il suo impegno nei movimenti di liberazione. La persecuzione e gli arresti non ci hanno cambiati, siamo stati, siamo e saremo vicini agli oppressi, a maggior ragione a quei popoli che hanno il coraggio di ribellarsi alla prepotenza imperiale americana, guardiano di un sistema mondiale che rischia di condurre l’umanità verso l’abisso.
Ringraziamo tutti i compagni che si sono attivati allora per la nostra scarcerazione, e la cui solidarietà non è mai venuta meno in tutti questi anni di tormento. E salutiamo i tanti amici e i comuni cittadini che non ci hanno fatto mancare il loro affetto e la loro stima.
Fonte: Campo Antimperialista
2 commenti:
pisanu e mantovano non dovrebbero risarcire per i danni che hanno subito i compagni?
aspetta e spera...
dovrebbero andare ad una causa civile...
sai quanti anni??
Comunque i compagni debbono attendere: La procura potrebbe appellarsi in Cassazione
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