[ 18 settembre 2010 ]
IN VISTA DELLE TEMPESTE SOCIALI
UNA SUPER POLIZIA MILITARE EUROPEA (SOTTO TUTELA USA). PER MISSIONI ALL'ESTERO? NO! ANCHE PER SEDARE IL CONFLITTO SOCIALE INTERNO.
di Gianni Lannes*
Missioni e compiti di EUROGENDFOR?
L’articolo 4 del Trattato illustra un ampio spettro di attività: «EGF potrà essere utilizzato al fine di: a) condurre missioni di sicurezza e ordine pubblico; b) monitorare, svolgere consulenza, guidare e supervisionare le forze di polizia locali nello svolgimento delle loro ordinarie mansioni, ivi comprese l’attività di indagine penale; c) assolvere a compiti di sorveglianza pubblica, gestione del traffico, controllo delle frontiere e attività generale d’intelligence; d) svolgere attività investigativa in campo penale, individuare i reati, rintracciare i colpevoli e tradurli davanti alle autorità giudiziarie competenti; e) proteggere le persone e i beni e mantenere l’ordine in caso di disordini pubblici; f) formare gli operatori di polizia secondo gli standard internazionali: g) formare gli istruttori, in particolare attraverso programmi di cooperazione».
14 maggio 2010: il Parlamento italiano approva all'unanimità.
L’incubo fantascientifico diviene realtà sotto il naso della società distratta dal caos alimentato ad arte dai media. Potere economico e bellico, al servizio degli Usa (in declino economico ma non solo), per controllare definitivamente la società civile in ogni recesso del pianeta Terra, a partire dal vecchio continente. Ben oltre il grande fratello di orwelliana memoria letteraria o addirittura lo scenario tratteggiato dalla saga cinematografica di Matrix. Uno spettro militarista – con conflitti resi permanenti – solca l’Europa e la crisi finanziaria non c’entra un fico secco. E’ nota dagli addetti ai lavori come «EuroGendFor», ovvero Forza di Gendarmeria Europea svincolata dal controllo parlamentare e dalla dipendenza della magistratura; nel 2011 soppianterà la Polizia di Stato (già priva di mezzi e di uomini), relegata ad un ruolo secondario su base locale mescolata alla bassa forza (sottufficiali) dell’Arma. Ufficialmente questa Polizia multinazionale alle esclusive dipendenze di un comitato interministeriale (esclusivamente Difesa ed Esteri) denominato Cimin, è stata originata dal «trattato di Velsen». La genesi si rinviene però nella Dichiarazione di Petersberg (anno 1992). L’accordo è stato firmato a più riprese e a prescindere dall’orientamento governativo (Martino e Parisi) dai Paesi che sono dotati di Polizie militari: Francia (Gendarmerie), Spagna (Guardia Civil), Portogallo (Guardia nacional) e Olanda (Marechaussée) e per l’Italia, i Carabinieri.
Lo Stato del belpaese ha sancito definitivamente l’accordo con la legge numero 84, il 14 maggio di quest’anno. Le cronache parlamentari danno i numeri. Infatti: la Camera ha approvato la «Ratifica ed esecuzione della Dichiarazione di intenti tra i Ministri della difesa di Francia, Italia, Olanda, Portogallo e Spagna relativa alla creazione di una Forza di gendarmeria europea, con Allegati, firmata a Noordwijk il 17 settembre 2004, e del Trattato tra il Regno di Spagna, la Repubblica francese, la Repubblica italiana, il Regno dei Paesi Bassi e la Repubblica portoghese per l’istituzione della Forza di gendarmeria europea, EUROGENDFOR, firmato a Velsen il 18 ottobre 2007». Presenti 443, Votanti 442, Astenuti 1, Maggioranza 222. Hanno votato sì 442».
Il 28 aprile anche il Senato ha approvato senza discussione seria né approfondimenti. Per caso qualche onorevole italiota ha letto i 47 articoli elaborati a Velsen? Cos’è l’European Gendarmerie Force? All’articolo 3 si legge: “la forza di polizia multinazionale a statuto militare composta dal Quartier Generale permanente multinazionale, modulare e proiettabile con sede a Vicenza (Italia). Il ruolo e la struttura del QG permanente, nonché il suo coinvolgimento nelle operazioni saranno approvati dal CIMIN – ovvero – l’Alto Comitato Interministeriale. Costituisce l’organo decisionale che governa EUROGENDFOR“. Le caratteristiche portanti – definite dall’articolo 1 – configurano la EGF come “una Forza di Gendarmeria Europea operativa, pre-organizzata, forte e spiegabile in tempi rapidi al fine di eseguire tutti i compiti di polizia nell’ambito delle operazioni di gestione delle crisi“. Al servizio di chi? L’articolo 5 recita:
EUROGENDFOR potrà essere messa a disposizione dell’Unione Europea (UE), delle Nazioni Unite (ONU), dell’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OSCE), dell’Organizzazione del Trattato del Nord Atlantico (NATO) e di altre organizzazioni internazionali o coalizioni specifiche.
Insomma mercenari di elevato grado e livello di addestramento protetti dalle bandiere statali. E chi comanda su Eurogendfor? Un comitato interministeriale (appunto CIMIN) con sede a Vicenza, composto dai rappresentanti ministeriali dei Paesi aderenti (Difesa ed Esteri). Il CIMIN esercita in esclusiva il “controllo politico” sulla nuova Polizia militare e decide di volta in volta le condizioni di ingaggio di Eurogendfor. L’EGF dipende solo dal CIMIN. In altri termini: l’European Gendarmerie Force non risponde ad alcun Parlamento, nè nazionale nè europeo. Non è tutto, perché questa super Polizia sovranazionale gode anche di una sorta di totale immunità a livello internazionale. Infatti, analizzando il trattato si scopre inoltre che:
- articolo 21) «Inviolabilità dei locali, degli edifici e degli archivi»;
- articolo 22) «Le proprietà e i capitali di EGF e i beni che sono stati messi a disposizione per scopi ufficiali, indipendentemente dalla loro ubicazione e dal loro detentore, saranno immuni da qualsiasi provvedimento esecutivo in vigore nel territorio delle Parti»;
- articolo 23) «Le comunicazioni indirizzate ad EGF o da queste ricevute non possono essere oggetto di intercettazioni o interferenza»;
- articolo 28) «i Paesi firmatari rinunciano a chiedere un indennizzo per danni procurati alle proprietà nel corso della preparazione o esecuzione delle operazioni. L’indennizzo non verrà richiesto neanche in caso di ferimento o decesso del personale di Eurogendfor»;
- articolo 29) «gli appartenenti ad Eurogendfor non potranno subire procedimenti a loro carico a seguito di una sentenza emanata contro di loro, sia nello Stato ospitante che nel ricevente, in uno specifico caso collegato all’adempimento del loro servizio».
Missioni e compiti? L’articolo 4 illustra un ampio spettro di attività: «EGF potrà essere utilizzato al fine di: a) condurre missioni di sicurezza e ordine pubblico; b) monitorare, svolgere consulenza, guidare e supervisionare le forze di polizia locali nello svolgimento delle loro ordinarie mansioni, ivi comprese l’attività di indagine penale; c) assolvere a compiti di sorveglianza pubblica, gestione del traffico, controllo delle frontiere e attività generale d’intelligence; d) svolgere attività investigativa in campo penale, individuare i reati, rintracciare i colpevoli e tradurli davanti alle autorità giudiziarie competenti; e) proteggere le persone e i beni e mantenere l’ordine in caso di disordini pubblici; f) formare gli operatori di polizia secondo gli standard internazionali: g) formare gli istruttori, in particolare attraverso programmi di cooperazione».
Ergo: l’EGF potrà operare in qualsiasi parte del globo terrestre, sostituirsi alle forze di Polizia locali, agire nella più totale immunità giudiziaria e al termine dell’ingaggio, dovrà rispondere delle sue azioni al solo comitato interno. A quali crisi si fa riferimento? Si allude cripticamente a quelle inquadrate “nel quadro della dichiarazione di Petersberg”. Scarne righe ufficiali avvertono che “Il Consiglio ministeriale della UEO, riunito a Petersberg, presso Bonn, approvò, il 19 giugno 1992, una Dichiarazione che individuava una serie di compiti, precedentemente attribuiti alla stessa UEO, da assegnare all’Unione Europea; le cosiddette ‘missioni di Petersberg’ sono le seguenti: missioni umanitarie o di evacuazione, missioni intese al mantenimento della pace, nonché le missioni costituite da forze di combattimento per la gestione di crisi, ivi comprese operazioni di ripristino della pace”.
Uno degli innumerevoli aspetti inquietanti è la sede scelta per EGF: la caserma dei carabinieri “Generale Chinotto” a Vicenza. La medesima città dove è situata la più grande base militare Usa in Italia – in fase di ampliamento (Dal Molin) multiforme fuori e dentro l’area urbana – base a disposizione soltanto del Pentagono, che vi mantiene un buon numero di testate nucleari (Site Pluto nel comune di Longare), con i carabinieri di grado inferiore – ignari dei pericoli ambientali e sanitari – usati alla stregua di cani da guardia. In buona sostanza i nordamericani hanno voce in capitolo nell’ordinare le “missioni” per Eurogendfor.
Per gli ufficiali, l’Arma aumenta il suo potere: dovrà rispondere solo al CIMIN (ovvero a ufficiali e rappresentanti del ministero Esteri e Difesa); manterrà i suoi poteri in Italia e nel mondo godendo di privilegi impensabili in uno Stato di diritto, fino ad una totale immunità e insindacabilità. “Fedeli nei secoli” i sottufficiali e la truppa confluiranno nella PS ormai degradata a polizia regionale di secondo livello. Sotto il profilo operativo l’attività di EGF è assicurata dal comandante, attualmente il colonnello Jeorge Esteves. EGF ha un bacino di capacità ad alta prontezza operativa, variabile a seconda dell’esigenza che consente la possibile attivazione di 800 uomini e 2.300 di riserva entro 30 giorni. Singolare anomalia: la legge di ratifica risale a qualche mese orsono, ma il quartiere generale è stato insediato a Vicenza ben 4 anni fa. Anzi secondo fonti autorevoli del ministero della Difesa “La EGF rappresenta un’iniziativa joint, nata nel 2003 in seno all’Unione Europea”.
Addirittura il bimestrale ufficiale del dicastero retto attualmente da Ignazio La Russa, INFORMAZIONI DELLA DIFESA (edizione numero 3/2010) attesta che “il 18 gennaio, la Presidenza del CIMIN ha incaricato il QGP di Vicenza di studiare un piano finanziario relativo alla potenziale missione. Il 2 febbraio il CIMIN ha proposto l’uso della forza in ambito MINUSTAH – Missions des Nationes Unies pour Stabilisation en Haiti. L’8 febbraio, il CIMIN, con procedura elettronica, ha approvato la partecipazione della EGF alla missione”.
Il famigerato Edward Luttwak che non ha esitato recentemente ad offendere in tv i familiari delle vittime della strage di Ustica, spara a bruciapelo ( …):
Haiti è completamente incapace di auto-governarsi. Tutti i regimi come Haiti generano crisi che costringono ad un intervento diretto dall’esterno, per quanto questo non possa essere un intervento definitivo e perciò non di certo una colonizzazione.
Insomma, un avvertimento in pieno stile mafioso. La tentazione muscolare è contagiosa: Romania e Lituania aderiranno a breve all’EGF. L’analista Carlo Jean – nel 2003 a capo della Sogin (ramo smantellamento nucleare) – sulla rivista Geopolitica scrive senza scrupoli:
Occorre smettere di considerare la pace come una specie di diritto acquisito, garantito dall’articolo 11 della Costituzione, ma di fatto delegato ad altri. Occorre considerare le Forze Armate come strumenti di guerra anziché come mezzi indispensabili per qualsiasi pace possibile.
Come dar torto al generale che intendeva calpestare in buona compagnia di Silvio Berlusconi la volontà popolare dei lucani per realizzare a Scanzano Jonico il deposito unico di scorie atomiche nel 2003? In effetti il Trattato di Lisbona (13/12/2007) entrato in vigore il primo dicembre 2009, composto da 300 pagine e da numerosi protocolli, modifica il Trattato sull’Unione Europea e il trattato che istituisce la Comunità Europea; è stato ratificato e reso esecutivo in Italia con la legge numero 130 del 2 agosto 2008.
Il Trattato di Lisbona approvato dagli italianuzzi parlamentari, ma sconosciuto agli italiani, assoggetta ogni Stato europeo ad una normativa promulgata da legislatori oscuri. L’inquietante presenza che avanza è il modello militarista, vale a dire il potere crescente della macchina bellica ad ogni latitudine. Il militarismo gerarchico e autoritario, coltivato dalle caste con le stellette siano esse “democratiche”, integralistiche o populistiche, incombe nell’immediato futuro del genere umano.
La questione cruciale è il rapporto tra democrazia rappresentativa e potere militare, retti notoriamente su principi diversi. La prima si basa su libertà e controllo pubblico, mentre il secondo su disciplina e gerarchia. Le democrazie occidentali condizionate dal potere economico rischiano di svuotarsi sempre più, rinunciando alle garanzie di libertà e concedendo spazio alle caste militari. Non è in gioco soltanto il monopolio della forza, ma il controllo totale della collettività.
In questa situazione si collocano attualmente i rapporti tra potere politico e potere militare, tra governo di facciata e governo invisibile ma sostanziale. E’ in questo tipo di processo concretamente in atto che rivestono un ruolo le èlites militari, ossia il potere repressivo. In uno studio della Kennedy School of Government (Harvard) si descrive come ogni mese si tenga a Washington una riunione tra rappresentanti dei principali media nazionali, del governo, del Congresso e dei servizi segreti, per determinare il margine di manovra sulle informazioni da pubblicare, ossia cosa e quanto. In ultima battuta si delinea un mondo inquietante in cui gli uomini armati accresceranno il loro potere influenzando più di oggi le grandi scelte della politica.
Di fronte al saccheggio di Gaia, all’inquinamento globale e all’esaurimento delle risorse naturali (dall’acqua al petrolio) come impedire che il sistema democratico ceda il passo a quello autoritario? Provate a sciogliere il dilemma. Ultima domanda. Che fine faranno i milioni di fascicoli accumulati e custoditi illegittimamente dall’Arma sugli italiani? E le migliaia di campioni di Dna conservati dal Ris di Parma? Saranno consegnati direttamente al Pentagono?
1 commento:
David Icke nei suoi libri aveva già previsto tutto questo. Questi sono solo passaggi per arrivare in futuro ad avere un Unico Governo Mondiale ed un Unico Esercito; in pratica saremo controllati da un solo Potere accentrato e l'Autoritarismo, che in questi tempi è occultato dalla falsa democrazia, sarà palese a tutti.
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