Siamo ad un tornante della storia
APPELLO CONVOCATORIO del II. incontro di Chianciano
dicembre 2008
La crisi economica in corso porta con se una tremenda crisi sociale, culturale, ambientale.
Essa travolge le vecchie certezze: dal mito della globalizzazione, a quello del mercato. Poche decine di ipermiliardari possiedono più beni di intere nazioni e di miliardi di persone. La natura tutta – aria, acqua, suoli – è vicina al collasso. L’economia e la politica sono fuori controllo e sempre più in mano a comitati d’affari mafiosi che stanno usando ogni mezzo per scaricare la crisi sui popoli, sui lavoratori e sugli emarginati di ogni angolo del pianeta.
Ma questo non gli basta.
La soluzione che il sistema cova nel suo grembo è ancora una volta la guerra.
La crisi del 1929, per diversi aspetti di minore ampiezza e profondità di quella che ci sta travolgendo, fu risolta soltanto con la seconda guerra mondiale. E’ nostra convinzione che quel processo possa ripetersi oggi, con un impatto distruttivo ben superiore, proporzionato alla enorme potenza distruttiva dei moderni armamenti.
Ecco perché pensiamo che sia questo il momento di agire.
Di fronte a questa crisi ed ai suoi effetti devastanti, il sistema politico appare totalmente sottomesso alle oligarchie finanziarie che l’hanno prodotta.
Questa sottomissione, aggravata da un bipolarismo autoritario, è la causa del distacco crescente tra i cittadini e i loro rappresentanti, della vergognosa corruzione castale, dell’intreccio con l’economia criminale, della morte della democrazia.
E’ riformabile questo sistema? Noi riteniamo di no.
Il malaffare, come ci mostrano le innumerevoli inchieste in corso, è la norma non l’eccezione. Non si tratta dunque di mettere qualche toppa, ma di dare vita da subito ad un percorso per la costruzione di un’alternativa.
Nelle recenti elezioni abruzzesi un elettore su due ha rifiutato l’inganno della scelta all’interno del recinto in cui vorrebbero rinchiudere ed uccidere la democrazia. Questo rifiuto è la manifestazione del distacco non dalla politica, bensì dalla sua riduzione a mera gestione affaristica e autoritaria dell’esistente.
Occorre raccogliere ed organizzare questo rifiuto di massa sulla base della consapevolezza comune della straordinaria gravità della situazione, per un’alternativa fondata sui principi di Libertà, Uguaglianza e Fraternità, che affermi che l’economia, il lavoro, la vita non debbono più ubbidire a fantomatiche leggi di mercato bensì al criterio politico del bene comune, riprendendo anche i principi, sempre disattesi, della Prima parte della Costituzione Italiana.
Occorre dunque lavorare ad una risposta e ad un’organizzazione di massa, che sappia ripensare e far rinascere la politica e la democrazia, chiamando all’impegno, alla partecipazione e alla lotta tutti quanti hanno maturato – in forme e per vie sicuramente diversissime – la coscienza dell’insopportabilità del presente.
Non ci spaventano le differenze, ci spaventa l’immobilismo. In momenti eccezionali, servono risposte eccezionali, confidando sull’intelligenza, il sentimento, la responsabilità di tutti quanti risponderanno a questo appello.
Siamo convinti della necessità di questo salto di qualità perché giudichiamo inservibili le forze politiche esistenti, comprese quelle oggi costrette all’opposizione extraparlamentare, che appaiono incapaci di recidere il cordone ombelicale che le assoggetta alle forze del capitale. Esse sono caratterizzate dall’assoluta incapacità di ripensare radicalmente il presente e restano chiuse nella loro nicchia e nella autodistruttiva logica del “meno peggio” che prepara sistematicamente il peggio.
Contro le oligarchie dominanti, penetrate come metastasi in ogni angolo della società, c’è bisogno di un nuovo soggetto politico che faccia dell’alternativa la sua stella polare. Un movimento ampio, pluralista, aperto, democratico quanto deciso nell’iniziativa.
Abbiamo davanti molta strada da fare. Costruire un programma, avviare le prime iniziative, pensare e realizzare una forma di organizzazione nuova ed efficace, affrontare come prioritaria la questione dell’informazione e della comunicazione.
Riteniamo quest’ultimo aspetto decisivo, data la necessità di cominciare a contrastare seriamente la grande menzogna in cui viviamo. Una menzogna che si dirama dal vertice del potere fino ai luoghi più reconditi della vita sociale, attraverso l’uso totalitario dei mezzi d’informazione di massa.
E’ giunto il momento di cominciare a sfidare seriamente il potere anche su questo terreno.
In questo tornante della storia gravido di incognite la maggioranza delle persone vede la propria esistenza avvolta nell’incertezza. Chi già viveva in quella condizione la vede peggiorare di giorno in giorno. Chi credeva davvero di vivere nel migliore dei mondi possibili comincia ad avere molti dubbi.
Non è che l’inizio, la crisi continuerà a demolire ogni certezza. L’illusione di uscirne con misure tese al rilancio dello “sviluppo” avrà vita breve. Stiamo andando verso una generale resa dei conti: con la natura devastata sull’intero pianeta, con l’incontenibile flusso di popolazioni in fuga dai paesi depredati, nel quadro, che si allarga, di una tragica guerra infinita.
I centri dominanti del potere economico e politico entreranno ben presto in conflitto, ognuno per salvare se stesso contro gli altri, ma tutti uniti contro la stragrande maggioranza della popolazione chiamata a pagare, a soffrire, a subire ogni tipo di prepotenza.
Non possiamo attendere oltre, è questo il momento di agire!
Tutti coloro che si riconoscono in queste esigenze sono invitati a partecipare, per unirsi in un progetto di radicale cambiamento dell’attuale stato di cose.
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