[ lunedì 8 luglio 2019 ]
In attesa che i nostri compagni greci ci inviino un giudizio ragionato sull'esito delle elezioni, poche e brevi note.
(1) La storia si ripete, lo ripetiamo. Quando la sinistra al governo applica politiche antipopolari lascia spazio al ritorno al potere della destra.
In questo caso la stessa Nuova Democrazia che è stata la prima ad accettare, prima di Tsipras, le politiche austeritarie ed i diktat dell'Unione europea. Non sembri un paradosso che l'attuale leader di Nuova democrazia abbia promesso aumento di salari e pensioni, la diminuzione delle tasse, investimenti... In poche parole: la fine dell'austerità di Tsipras. Ovviamente non accadrà, ma i cittadini, tanto più se spinti alla disperazione, si aggrappano a qualsiasi (minimamente realistica) speranza.
(2) Tuttavia Tsipras non è schiantato e tiene botta, avendo preso il posto del vecchio PASOK. Dopo tanto casino sembra risorgere in Grecia il tradizionale bipolarismo, con una fetta importante di borghesia che non ha voltato le spalle a Tsipras ed anzi l'ha apertamente sostenuto. Ciò che spiega in gran parte la sua tenuta elettorale.
(3) All'estrema sinistra, tre sono i fatti salienti: (a) il partito comunista greco (KKE) conserva il suo (inutile) 5,5%; (b) il movimento di Varoufakis (Mera 25), col suo 4% supera in slancio lo sbarramento ed entra in Parlamento — si tenga conto che al di là del suo altreuropeismo Varoufakis è percepito pubblicamente come un acerrimo nemico di Tsipras; (c) la conferma dell'insignificanza delle liste di sinistra rivoluzionaria (Antarsya 0,7%) e il vero e proprio schianto di Unità Popolare (Lae) di Lafazanis (0,4%). Dopo questo ennesimo tonfo riusciranno i gruppi dell'estrema sinistra ad evitare il suicidio collettivo? A capire che occorre un cambiamento politico profondo?
(4) Sul fianco destro è addirittura sorprendente la catastrofe capitata ai neo-nazisti di Alba Dorata, che sono piombati dal 7% al 2,93% non riuscendo quindi a superare lo sbarramento. Uno schianto che smentisce tutti gli allarmismi sulla "minaccia fascista" nel paese ellenico e che in parte ha premiato il raggruppamento nazionalista Soluzione Greca, impostasi al pubblico mesi addietro per la sua opposizione patriottica all'accordo imposto da Ue e NATO sulla cosiddetta "Macedonia del Nord".
Per concludere: con la rinascita del tradizionale bipolarismo tra due partiti borghesi ed entrambi europeisti, quella che era stata chiamata "tragedia greca" è diventata una commedia, per quanto triste essa sia.
A maggior ragione diventa decisivo quanto accadrà qui da noi, nel "laboratorio Italia".
In attesa che i nostri compagni greci ci inviino un giudizio ragionato sull'esito delle elezioni, poche e brevi note.
(1) La storia si ripete, lo ripetiamo. Quando la sinistra al governo applica politiche antipopolari lascia spazio al ritorno al potere della destra.
In questo caso la stessa Nuova Democrazia che è stata la prima ad accettare, prima di Tsipras, le politiche austeritarie ed i diktat dell'Unione europea. Non sembri un paradosso che l'attuale leader di Nuova democrazia abbia promesso aumento di salari e pensioni, la diminuzione delle tasse, investimenti... In poche parole: la fine dell'austerità di Tsipras. Ovviamente non accadrà, ma i cittadini, tanto più se spinti alla disperazione, si aggrappano a qualsiasi (minimamente realistica) speranza.
(2) Tuttavia Tsipras non è schiantato e tiene botta, avendo preso il posto del vecchio PASOK. Dopo tanto casino sembra risorgere in Grecia il tradizionale bipolarismo, con una fetta importante di borghesia che non ha voltato le spalle a Tsipras ed anzi l'ha apertamente sostenuto. Ciò che spiega in gran parte la sua tenuta elettorale.
(3) All'estrema sinistra, tre sono i fatti salienti: (a) il partito comunista greco (KKE) conserva il suo (inutile) 5,5%; (b) il movimento di Varoufakis (Mera 25), col suo 4% supera in slancio lo sbarramento ed entra in Parlamento — si tenga conto che al di là del suo altreuropeismo Varoufakis è percepito pubblicamente come un acerrimo nemico di Tsipras; (c) la conferma dell'insignificanza delle liste di sinistra rivoluzionaria (Antarsya 0,7%) e il vero e proprio schianto di Unità Popolare (Lae) di Lafazanis (0,4%). Dopo questo ennesimo tonfo riusciranno i gruppi dell'estrema sinistra ad evitare il suicidio collettivo? A capire che occorre un cambiamento politico profondo?
(4) Sul fianco destro è addirittura sorprendente la catastrofe capitata ai neo-nazisti di Alba Dorata, che sono piombati dal 7% al 2,93% non riuscendo quindi a superare lo sbarramento. Uno schianto che smentisce tutti gli allarmismi sulla "minaccia fascista" nel paese ellenico e che in parte ha premiato il raggruppamento nazionalista Soluzione Greca, impostasi al pubblico mesi addietro per la sua opposizione patriottica all'accordo imposto da Ue e NATO sulla cosiddetta "Macedonia del Nord".
Per concludere: con la rinascita del tradizionale bipolarismo tra due partiti borghesi ed entrambi europeisti, quella che era stata chiamata "tragedia greca" è diventata una commedia, per quanto triste essa sia.
A maggior ragione diventa decisivo quanto accadrà qui da noi, nel "laboratorio Italia".
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3 commenti:
Non mi pare che la sinistra patriottica italiana se la passi meglio della sinistra sinistrata o del PC di Rizzo, legato KKE greco! Pensate se avesse il 5,5 %, che farebbe? La stampella di sinistra al governo giallo verde? Un po' di umilta' ragazzi
La ex-sinistra sinistrata ha adempiuto al compito assegnatoli dai suoi sponsors: garantire la stabilità del PUDE (partito unico dell'euro) cambiando nome e faccioni alla sua ormai superscreditata cordata socialdemocratica.
i responsabili dello sfascio ritornano al governo dopo che la
falsa novità di sinistra ( tsipras ) ha fatto il lavoro sporco.
BELLO!!! è l'apoteosi della schifezza e del masochismo...
e pensare che un sinistrato qualche anno fa mi disse:
no no 5stelle... guai ciò... ci vorrebbe qualcosa come tsipras...
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