7 luglio. Riceviamo e pubblichiamo.
Bene ha fatto la redazione a pubblicare l'intervista rilasciata da Emiliano Brancaccio a il manifesto. E altrettanto bene ha fatto a segnalare la predizione con cui Brancaccio chiude la sua intervista:
Bene ha fatto la redazione a pubblicare l'intervista rilasciata da Emiliano Brancaccio a il manifesto. E altrettanto bene ha fatto a segnalare la predizione con cui Brancaccio chiude la sua intervista:
«In questo scenario [di gravissima crisi sociale ed economica, Ndr] prevedo nuovi successi per i movimenti reazionari e xenofobi. Temo che i risultati delle elezioni europee siano solo l’inizio di un lungo ciclo politico, in cui ci troveremo nella tenaglia di due tipologie di destre: una europeista e tecnocratica nella quale si inserisce anche l’attuale compagine che sostiene il governo italiano; l’altra ultranazionalista e potenzialmente neo-fascista, come il Fronte nazionale in Francia. Mentre il lavoro e le sue residue rappresentanze sembrano paralizzate e silenti, in modo analogo a quanto già accaduto nei momenti più cupi della storia europea».
Una predizione categorica, che ha il sapore dell'inesorabile.
Al netto della concessione che Brancaccio può avere fatto alla testata (organo appunto di quella sinistra che da troppo tempo si piange addosso e che è corresponsabile della situazione degradante in cui si trova il movimento operaio), la predizione di Brancaccio non mi pare sia figlia di un'analisi seria e rigorosa.
Il discorso di Brancaccio sul pericolo che "forze ultra-nazionaliste e potenzialmente neo-fasciste" prendano il sopravvento a me sembra poggi proprio sul postulato contenuto sulle ultime righe, che recitano: "Mentre il lavoro e le sue residue rappresentanze sembrano paralizzate e silenti, in modo analogo a quanto già accaduto nei momenti più cupi della storia europea".
Per cui, schematicamente: siccome abbiamo un movimento operaio a pezzi, cresce la minaccia di svolte "ultranazionaliste e potenzialmente neo-fasciste".
Va bene che le analogie storiche vanno sempre prese con le pinze, ma non sta in piedi la connessione causale per cui una minaccia reazionaria è tanto più probabile quanto più debole il movimento operaio. Storicamente è stato invece vero il contrario: i movimenti di tipo fascista sono stati tanto più potenti, fino alla conquista del potere, tanto più forte era la minaccia rivoluzionaria. La Borghesia si affidò ad essi solo dal momento che (1) non riusciva a contenere entro il perimetro delle democrazie parlamentari l'avanzata prepotente delle classi subalterne e, (2) quando i partiti socialdemocratici non erano più in grado di ammansire le classe proletaria. Infatti i fascismi ebbero la meglio, ma solo passando per periodi di asprissima conflittualità sociale e piegando con la forza extra-legale i settori più combattivi del proletariato (altro che "paralizzate e silenti"!). Fenomeni di cui, haimé, adesso non s'intravvede nemmeno l'ombra.
Si potrebbe dunque letteralmente rovesciare l'affermazione di Brancaccio: "come già accaduto in altri momenti storici, quando il lavoro e le sue residue rappresentanze sembrano paralizzate e silenti, la borghesia non ha bisogno dei fascisti e si guarda bene dall'intraprendere avventure reazionarie dalle conseguenze imprevedibili".
Spero che Brancaccio vorrà chiarire il suo pensiero e, nel caso, perché mai oggi, certe "regole" non varrebbero più.
Non mi convince infine la predizione di Brancaccio per un'altra ragione.
Forse è cosa non voluta, ma essa essa ha un certo qual sapore di indulgenza verso ciò che resta della sinistra. Prendiamo il caso del Fronte nazionale in Francia. Il successo del FN non è forse la sanzione del fallimento della sinistra realemente esistente? Non è forse anche a causa della imperdonabile responsabilità di questa per l'essere stata levatrice del mostro eurista e delle politiche liberiste d'austerità? Non ci dice forse, la campanella d'allarme della Le Pen, spingerci ad agire e a dare forma ad una sinistra degna di questo nome? Quindi a rompere il cordone ombelicale con quella vigente? Se sarà così non tutte la avvisaglie reazionarie vengono per nuocere.
6 commenti:
RED TOOL
Cincischiando nella categorizzazione paranoica fra destre e sinistre, nel frattempo, con un partito di maggioranza che si autoclassifica fra le "sinistre", sta passando una riforma piduista e anticostituzionale che sta creando la strana e inquietante figura del "SUPERPREMIER", ruolo del resto già sperimentato in questi ultimi tempi.
L'etichettatura è mimetica: si tratta propriamente del dittatore democratico !!!!
E quasi nessuno ne parla!!!!!
Mi sembra che anche da queste parti subiate il fascino del renzismo. Pensate davvero che l'ebetino resisterà alla crisi? invece di dire che "non tutti i reazionari vengono per nuocere" forse dovremmo accelerare il passo per costruire un'alternativa. Il monito di Brancaccio non ammette replica se non esce fuori una proposta politica in grado di competere con le "due destre" in campo.
Kugelmino
Brancaccio dice:
"l’inizio di un lungo ciclo politico, in cui ci troveremo nella tenaglia di due tipologie di destre: una europeista e tecnocratica nella quale si inserisce anche l’attuale compagine che sostiene il governo italiano; l’altra ultranazionalista e potenzialmente neo-fascista, come il Fronte nazionale in Francia. Mentre il lavoro e le sue residue rappresentanze sembrano paralizzate e silenti"
Voi dite:
"Il successo del FN non è forse la sanzione del fallimento della sinistra realemente esistente?"
Belli di papà, state dicendo la stessa cosa di Brancaccio, no?
Fallimento=sinistra paralizzata e silente
No, eh?
Il difetto della sinistra non è tanto che dorme paralizzata ma che si spippetta nell'ermeneutica della masturbazione dei grilli, come diceva Gianni Brera (i grilli, non Grillo...).
Come c'è scritto nell'incipit: "Riceviamo e pubblichiamo".
Filippo Santarelli è un lettore di SOLLEVAZIONE, non fa parte né della redazione né di Mpl.
Questo per la precisione, non per dissociarci da quanto egli scrive sulla previsione di Brancaccio, che ha tuttavia solide fondamenta.
Verso la "vaselinocrazia"...
La storia non si ripete mai identica, ma spesso la prima volta è tragedia la seconda è farsa.
L'avanzata delle destre reazionarie è un dato di fatto (e non c'è solo la Francia, pensate a Olanda, Ungheria, Germania, sorvoliamo su Inghilterra poiché la classificazione è complicata, UIKIP è un ibrido di tutte le tendenze antieuro e non solo di destra, chiaro invece il PD, che di destra (cioè contraio all'interesse dei lavoratori) lo è in modo chiaro anche se troppi non vogliono ammetterlo. Quando dopo l'occupazione delle fabbriche (a torino) nel 1920-21 venne fondato da GRamsci il partito comunista (a Livorno) la classe operaia torinese era stata giá profondamente delusa dall'incapacità organizzativa dei dirigenti sindacali, e dopo la marcia su Roma non pochi degli stessi operai che avevano lottato occupando le fabbriche gestendone il funzionamento e la produzione per mesi, si orientarono verso il fascismo di Mussolini, che era stato appunto socialista e prometteva una terza via (amara illusione, ma ci cascarono in tanti). Orbene, ora non serve evidentemente più un Mussolini, le forze che potrebbero agire per un cambiamento radicale sono cosí deboli e divise che basta un Renzi qualunque, sorrisi e quattro chiacchiere e promesse di rottamazione. Esagera dunque Brancaccio (anche se il pericolo non è del tutto da trascurare), ma soltanto perché non serve una grossa avanzata delle destre, visto che sono le sinistre ad indietreggiare e regalare il terreno agli avversari. Il tutto avviene in modo pacifico e ben oliato, dalla finta democrazia si sta passando alla "vaselinocrazia".
Prospettive
Lo spazio politico disponibile sarebbe meglio da definirsi come "vuoto di contropotere". Quella che nei commenti viene detta "destra" tecnocratica ed europeista , secondo me non la categorizzerei come "destra" ma come potere del Sistema atlantista e basta. Un potere stritolatore i cui effetti stanno fiaccando le vecchie nazioni , cancellando la "cultura" europea e la stessa composizione etnica delle popolazioni.
A questo sistema c'è qualche forza che osa fare un'opposizione? Non certo la"vecchia sinistra" perché sostituita da "sinistre" quisling. Un contropotere, per quanta buona volontà ci si metta sarebbe velleitario perché ad una forza (anche militare: basi, eurogendfor, leggi) si deve sempre poter opporre un'altra foza possibilmente uguale e contraria. Sulla forza"del Popolo" si potrà contare sempre meno perché la gente è frustrata, intimidita da condizioni esistenziali sempre più critiche, fiaccata nello spirito perché abbandonata da ogni ispirazione ideologica, impaurita da sconfitte e segregazioni (vedi la resistenza alla TAV). Ci vorrebbe un bel po' di inventiva per colmare il vuoto politico. Le "vecchie" destre alla Le Pen sono ostracizzate come la peste e liquidate con le accuse di nazionalismo, razzismo o altro di peggio dalle forze sistemiche che hanno buon gioco mediante la rete di informazione e di "educazione" alla filosofia antinazionale.
Sognare una resurrezione di una vera "sinistra?
Una volta la sinistra aveva il cuore nell'URSS che non esiste più né risorgerà mai più.
L'Eurasia? Se tira un altro po' la corda monetario-commerciale rischia una "guerra lampo" preventiva con basi in Europa.
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