2 giugno. Le elezioni europee hanno confermato che l'Unione oligarchica e la moneta unica che ne costituisce il pilastro, traballa. Le difficoltà delle oligarchie dominanti quindi si accentuano. Per salvare il mostro esse dovrebbero non solo limitarsi a qualche aggiustamento di politica monetaria (che la Bce forse farà presto portando i tassi a zero) ma ricorrere ad modifiche sostanziali di politica economica.
Proviamo ad esprimerci con una metafora.
L'euro è il cuore pulsante del fronte nemico, e che il nemico ha depositato in un bunker a sua volta circondato da una fitta rete di trincee e cinte murarie.
Non disponendo di un'arma letale che possa puntare a demolire questo bunker in un colpo solo, o ci illudiamo che la fortezza cada da sola, o che i nemici alzino bandiera bianca prima ancora della guerra vera e propria, o stiamo alla finestra lasciando che i dominanti si adottino il loro "piano B"; oppure conduciamo la guerra attaccando i punti deboli delle linee difensive nemiche, sempre sapendo che occorrerà raggiungere il bunker.
Solo se sfondiamo la prima linea del dispositivo difensivo nemico possiamo dare coraggio alle forze antagoniste e seminare il panico in quelle nemiche.
teoricamente possono farlo, in pratica è altamente improbabile, visto che ciò significherebbe modificare sostanzialmente i trattati e, tra questi, l'ultimo arrivato, il Fiscal compact.
A parte la farraginosa e lunga procedura di modifica, queste sono infatti possibili e le autorità tedesche e il potente blocco euro-liberista accetteranno davvero, per usare lo slogan renziano, di "cambiare verso all'Europa". Svolta che, appunto, è da escludere.
Questa ha delle implicazioni grandi nella battaglia per demolire l'euro e l'Unione
In un primo momento l'irrigidimento dei dominanti, il loro muro contro muro, potrà dargli dei risultati. In prospettiva sarà meglio per le forze sovraniste, comprese quelle democratiche.
Il muro contro muro, intanto, metterà in difficoltà le forze blandamente euro-critiche, quelle che pur non volendo uscire dall'euro, si battono sinceramente per la fine dell'austerità e respingono i trattati euro-liberisti.
Siccome il blocco eurista non si batte (ormai sarà chiaro) solo con le chiacchiere, limitandosi a svolgere con convegni, né solo con opere pur meritorie di divulgazione di teorie economiche alternative; siccome quella contro l'euro-dittatura è una lotta, occorre chiedersi come questa lotta dev'essere condotta. Gli aspetti sono diversi, ma uno è di solare evidenza: occorre mettere in piedi un movimento sociale e politico forte, e per essere forte dev'essere il più ampio possibile.
Proviamo ad esprimerci con una metafora.
L'euro è il cuore pulsante del fronte nemico, e che il nemico ha depositato in un bunker a sua volta circondato da una fitta rete di trincee e cinte murarie.
Non disponendo di un'arma letale che possa puntare a demolire questo bunker in un colpo solo, o ci illudiamo che la fortezza cada da sola, o che i nemici alzino bandiera bianca prima ancora della guerra vera e propria, o stiamo alla finestra lasciando che i dominanti si adottino il loro "piano B"; oppure conduciamo la guerra attaccando i punti deboli delle linee difensive nemiche, sempre sapendo che occorrerà raggiungere il bunker.
Solo se sfondiamo la prima linea del dispositivo difensivo nemico possiamo dare coraggio alle forze antagoniste e seminare il panico in quelle nemiche.
Noi pensiamo che questa prima linea difensiva dei dominanti sia il Fiscal compact. Questa dobbiamo anzitutto attaccare perché presenta diversi varchi che possono consentirci di aprire una breccia
Anzitutto è una prima linea debole perché il Fiscal compact contiene clausole difficilmente applicabili. In secondo luogo sono contro di esso numerose forze oppositive anche solo "euro-critiche". In terzo luogo sul Fiscal compact può anche dividersi il blocco dei dominanti.
Occorre unire, nella battaglia per disdettare il Fiscal compact, le forze no-euro con quelle che sperano e si illudono di poter "riformare l'euro, pena il fallimento dell'offensiva. Si può e si deve dare vita ad un movimento di massa contro il Fiscal compact in arrivo e, qui in Italia, sfidare il governo Renzi che se non ottiene e presto risultati tangibili, andrà incontro ad una crisi.
Bisogna agire dunque. Un ciclo si è chiuso, un altro, nuovo se ne apre. Immaginiamo che nell'area no-euro qualcuno respingerà quanto diciamo, preferirà arroccarsi nella sua turris eburnea. Sarebbe un errore gravissimo.
Coordinare forze sociali e politiche diverse contro un singolo punto del dispositivo difensivo nemico non vuol dire necessariamente fare sodalizio politico. Non ci illudiamo che sia possibile edificare un fronte tra forze profondamente eterogenee. Un Fronte vero e proprio, per noi, è un'alleanza strutturata che traccia, pur tra forze pur diverse, un percorso che ha per sbocco la piena vittoria sul nemico.
Forze completamente eterogenee possono però dare vita a forme di unità d'azione necessariamente circoscritte e momentanee, per ottenere anche solo un obbiettivo parziale.
12 commenti:
Contrordine compagni: sotto le insegne dell' "uscita dall'euro" siamo rimasti scornati ... la gente non ha capito ... dobbiamo adottare mobiettivi più immediati, come ha fatto Renzi ... proviamo a metterci sotto il vessillo della lotta all'austerità: vogliamo più degli 80 euro promessi da Renzi ! vogliamo più di 80 euro ! vogliamo più di 80 euro !
Un cordiale saluto
http://marionetteallariscossa.blogspot.it/
Geremia
"Coordinare forze sociali e politiche diverse contro un singolo punto del dispositivo difensivo nemico non vuol dire necessariamente fare sodalizio politico."
Questa asserzione da parte di Piemme, sebbene parecchio' tardiva, è un'inno alla ragionevolezza. Meglio tardi che mai, comunque. L'UNIONE FA LA FORZA . Sono anni che vado insistendo che bisogna convincersi della verità dell'antico detto "il nemico del mio nemico e mio amico." Le discriminazioni fondate su categorie non contingenti e spesso inattuali sono suicide.
MARIONETTA (rossa)
Secondo me non ci sei (cretino) ci fai.
Rinnovo l'invito a partecipare al corteo dell'11 luglio a Torino contro il vertice europeo. Spero veramente che non mancherete questa occasione. Sarebbe importante che il coordinamento Sinistra No Euro iniziasse a farsi vedere e conoscere in modo organizzato (con striscione, bandiere, volantini>) anche nelle piazze. Basterebbero 50 persone "inquadrate" e consapevoli...
saremo al corteo dell'11 luglio di Torino.
Che le elezioni europee dimostrano una crisi delle oligarchie mi sembra una opinione del tutto personale dello scrivente e comunque non rispondente alla realtà .I fatti dimostrano che grazie al paese Italia l'asse Merkel/ Renzi conferma a pieno questa Europa ancora per lungo tempo,poi possiamo fantasticare quanto ci pare ,ma parliamo di Sogni non realizzabili a breve termine.il potere dominante e' troppo forte e ha troppi strumenti di condizionamento a Suo favore,quindi l'unica possibilità e' partire attaccando i mezzi di informazione, o meglio di disinformazione , ma questo prevede un movimento rivoluzionario disposto a tutto che non mi pare sia in cantiere.il resto restano chiacchiere Ben assorbibili da Sistema.
A conferma del sempre potere dominante che detta le Regole Grillo e' stato invitato a fare accordi con Farage personaggio questo molto temuto dal Sistema e quindi da combattere con l'aiuto dell 'Amico di Renzi., infatti già nel Movimento incominciano le prime fratture sulla scelta di collaborazione con un partito ritenuto fascista.Mi meraviglio che Farage non l'abbia capito.
finchè anche solo formalmente saremo in democrazia il perdere consenso sarà sempre una sconfitta per le oligarchie.
e a queste elezioni europee, oltre alle potenze dell'asse Roma-Berlino, non resta molto su cui contare per l'oligarchia.
d'accordo, germania-italia sono due bastioni in grado di reggere la baracca per un pò...ma senza francia e inghilterra il giochino si rompe.
"Farage personaggio questo molto temuto dal Sistema"
tanto temuto che ha fatto il botto grazie al fatto che il principale finanziatore dei Conservatori adesso finanzia l'UKIP. Un antisistema dei padroni.
Il "cretino" che esorta all'unità, invita a leggere questo articolo:
Link: http://pauperclass.myblog.it/2014/06/02/front-national-anche-litalia-eugenio-orso/
Lucidissima analisi di Piemme.
Secondo me quando si prende una sberla bisogna saperlo riconoscere e riaggiustare il tiro di conseguenza. Piemme mostra di avere questa qualità essenziale in politica.
Altri a sinisitra ahimè invece ne sono del tutto sprovvisti.
RED TOOL
"Forze completamente eterogenee possono però dare vita a forme di unità d'azione necessariamente circoscritte e momentanee, per ottenere anche solo un obbiettivo parziale."
Si può approvare la dichiarazione senza essere tacciati di "cretinismo" marionettisico?
Spero di sì perché anche questa frase è una esplicitazione di ragionevolezza. E di pragmatismo, pure.
Purtroppo, per molti, è piuttosto difficile convincersi che ciò che conta veramente, alla fine, è raggiungere i risultati voluti
Posta un commento