7 giugno. Il superamento dello sbarramento elettorale (per il rotto della cuffia) da parte della Lista Tsipras ha dato una boccata d'ossigeno anche al Prc, che ora ri-propone (dopo la mala sorte dell'Arcobaleno e di Rivoluzione Civica) una coalizione unitaria di sinistra, questa volta sul modello di Izquierda Unida in Spagna. Errare è umano, perseverare è diabolico, verrebbe da dire. Qui di seguito l'intervento e la dichiarazione di voto di Ugo Boghetta (nella foto), uno degli esponenti dell'area no-euro del Prc e membro del nostro Coordinamento in occasione della riunione del Comitato politico nazionale del Prc svoltasi il 31 maggio e i 1 giugno scorsi.
«1) Ho votato la lista Tsipras turandomi il naso perché era l'unico modo per votarla: ogni volta che la Spinelli ed altri (anche del PRC) parlavano d'Europa dovevo dare una stretta alla narici.
2) Il superamento del quorum per un pelo è una vittoria psico-politica, vale a dire che crea una condizione psicologica e politica positiva per poter proseguire. Tuttavia ciò sarà possibile a condizione che si riconoscano e si mettano in discussione gravi errori analitici e politici:
- la campagna ed il risultato sono ampiamente autoferenziali; riguardano un ceto politico e d'opinione genericamente di sinistra;
- come era ampiamente prevedibile sull'austerità è stato più vincente ed efficace Renzi; e Grillo ha rappresentato nonostante tutto rabbia e protesta;
- l'aggregato Tsipras (Prc, Sel ed altri) ha perso dalle politiche dell'anno scorso 1 milione di voti circa acquisendone solo 2/300 mila;
- non c'è stata nessuna capacità di parlare ai lavoratori e più genericamente alle masse popolari massacrate dalla crisi; scusate se è poco per una lista che si dice di sinistra.
3) Ciò è anche colpa del PRC: un partito di muli quando si tratta di sfacchinare, raccogliere le firme o altro, ma che risulta assente sulla politica.
Abbiamo abrogato completamente la linea che ci eravamo dati al congresso per ignavia, subalternità a professori, ignoranza. È sparita la rottura o la disobbedienza all'Europa, l'uscita a sinistra dalla crisi, figuriamoci l'irriformabilità dell'Europa che emerge e sparisce dai documenti della Sinistra Europea. È stata cassata la decisione del Congresso di approfondire la questione euro (cosa che sarebbe stata anche utile dal punto di vista elettoralistico). Siamo appunto un partito di muli, un contenitore senza contenuti che continua a dirsi di essere rifondazione comunista.
Ma può esistere un partito comunista (ma anche una sinistra che si rispetti) senza porsi il tema del socialismo? Senza si finisce per essere una delle tante variabili di sinistra, altro che comunista o rifondazione!
4) Le elezioni non sono state un terremoto ma hanno dato una grande scossa. Il risultato della Le Pen ha azzoppato una gamba su cui si regge l'Europa: la Francia. I risultati inglesi e greci accentuano le difficoltà. Bisognerà vedere come reagiranno per salvare i partiti di questi paesi chiave. In ogni caso non modificheranno i punti fondamentali su cui si regge l'Unione.
Nelle elezioni emerge in modo palese che non c'è un paese che abbia un assetto politico uguale all'altro. Questo dipende da situazioni e condizioni sociali e storiche diverse. È la plastica evidenza che non si possono fare gli Stati Uniti d'Europa e che dunque questo modello d'Europa è da distruggere con buona pace della famiglia Spinelli.
Al nord la critica prede la strada dei nazionalismi di destra, al sud della sinistra. Una sinistra che al suo interno ha in modo vario e legittimo (tranne che in Italia) una forte componente noeuro.
5) Queste elezioni ci dicono un'altra cosa: è posta la questione nazionale. Si tratta di decidere come affrontarla. Si tratta di connettere la nazione e la questione democratica, di pensare come popoli e proletariati possano unirsi nel reciproco interesse fuori dalla gabbia dell'Unione e dell'Euro. Checché dica la relazione di Ferrero, il nesso questione nazionale/internazionalismo fa parte del patrimonio dei comunisti. È incredibile questa rimozione. Per converso non significa nulla e non è serio proporre di unire i popoli col pensiero o riproporre sovranità e disobbedienza in modo generico.
6) In questo contesto la Lista Tsipras può continuare come una spazio pubblico aperto purché si ripensi profondamente l'asse, la linea politica che dovrebbe essere popolare, classista, democratica e pluralista nelle opzioni da approfondire. Così come è necessario parlare di blocco sociale da aggregare senza il quale i programmi sono generici e non saremo in grado di aggredire l'astro vincente Renzi né l'astro in difficoltà Grillo.
È un problema di linea politica grave e pesante che abbiamo dinnanzi.
Per concludere propongo:
* approfondire come da congresso la questione dell'euro (dentro l'Europa post elettorale);
* avviare la discussione e la ricerca sul socialismo e l'uscita a sinistra dalla crisi;
* la conferenza d'organizzazione».
DICHIARAZIONE DI VOTO NON FAVOREVOLE
«1) Ho votato la lista Tsipras turandomi il naso perché era l'unico modo per votarla: ogni volta che la Spinelli ed altri (anche del PRC) parlavano d'Europa dovevo dare una stretta alla narici.
2) Il superamento del quorum per un pelo è una vittoria psico-politica, vale a dire che crea una condizione psicologica e politica positiva per poter proseguire. Tuttavia ciò sarà possibile a condizione che si riconoscano e si mettano in discussione gravi errori analitici e politici:
- la campagna ed il risultato sono ampiamente autoferenziali; riguardano un ceto politico e d'opinione genericamente di sinistra;
- come era ampiamente prevedibile sull'austerità è stato più vincente ed efficace Renzi; e Grillo ha rappresentato nonostante tutto rabbia e protesta;
- l'aggregato Tsipras (Prc, Sel ed altri) ha perso dalle politiche dell'anno scorso 1 milione di voti circa acquisendone solo 2/300 mila;
- non c'è stata nessuna capacità di parlare ai lavoratori e più genericamente alle masse popolari massacrate dalla crisi; scusate se è poco per una lista che si dice di sinistra.
3) Ciò è anche colpa del PRC: un partito di muli quando si tratta di sfacchinare, raccogliere le firme o altro, ma che risulta assente sulla politica.
Abbiamo abrogato completamente la linea che ci eravamo dati al congresso per ignavia, subalternità a professori, ignoranza. È sparita la rottura o la disobbedienza all'Europa, l'uscita a sinistra dalla crisi, figuriamoci l'irriformabilità dell'Europa che emerge e sparisce dai documenti della Sinistra Europea. È stata cassata la decisione del Congresso di approfondire la questione euro (cosa che sarebbe stata anche utile dal punto di vista elettoralistico). Siamo appunto un partito di muli, un contenitore senza contenuti che continua a dirsi di essere rifondazione comunista.
Ma può esistere un partito comunista (ma anche una sinistra che si rispetti) senza porsi il tema del socialismo? Senza si finisce per essere una delle tante variabili di sinistra, altro che comunista o rifondazione!
4) Le elezioni non sono state un terremoto ma hanno dato una grande scossa. Il risultato della Le Pen ha azzoppato una gamba su cui si regge l'Europa: la Francia. I risultati inglesi e greci accentuano le difficoltà. Bisognerà vedere come reagiranno per salvare i partiti di questi paesi chiave. In ogni caso non modificheranno i punti fondamentali su cui si regge l'Unione.
Nelle elezioni emerge in modo palese che non c'è un paese che abbia un assetto politico uguale all'altro. Questo dipende da situazioni e condizioni sociali e storiche diverse. È la plastica evidenza che non si possono fare gli Stati Uniti d'Europa e che dunque questo modello d'Europa è da distruggere con buona pace della famiglia Spinelli.
Al nord la critica prede la strada dei nazionalismi di destra, al sud della sinistra. Una sinistra che al suo interno ha in modo vario e legittimo (tranne che in Italia) una forte componente noeuro.
5) Queste elezioni ci dicono un'altra cosa: è posta la questione nazionale. Si tratta di decidere come affrontarla. Si tratta di connettere la nazione e la questione democratica, di pensare come popoli e proletariati possano unirsi nel reciproco interesse fuori dalla gabbia dell'Unione e dell'Euro. Checché dica la relazione di Ferrero, il nesso questione nazionale/internazionalismo fa parte del patrimonio dei comunisti. È incredibile questa rimozione. Per converso non significa nulla e non è serio proporre di unire i popoli col pensiero o riproporre sovranità e disobbedienza in modo generico.
6) In questo contesto la Lista Tsipras può continuare come una spazio pubblico aperto purché si ripensi profondamente l'asse, la linea politica che dovrebbe essere popolare, classista, democratica e pluralista nelle opzioni da approfondire. Così come è necessario parlare di blocco sociale da aggregare senza il quale i programmi sono generici e non saremo in grado di aggredire l'astro vincente Renzi né l'astro in difficoltà Grillo.
È un problema di linea politica grave e pesante che abbiamo dinnanzi.
Per concludere propongo:
* approfondire come da congresso la questione dell'euro (dentro l'Europa post elettorale);
* avviare la discussione e la ricerca sul socialismo e l'uscita a sinistra dalla crisi;
* la conferenza d'organizzazione».
DICHIARAZIONE DI VOTO NON FAVOREVOLE
AL DOCUMENTO DELLA SEGRETERIA
Se la vittoria è psico-politica e crea una situazione positiva, il documento rappresenta un'altra occasione che si perde:
* è un documento che non parla delle dinamiche e delle contraddizioni europee eppure le elezioni hanno dato segnali forti e l'Europa sovradetermina le condizioni sociali e politiche;
* ovviamente non si vuole approfondire la questione euro costituzionalizzando una voluta ignoranza; c'è la paura di discutere;
* abbiamo perso un milione di voti ma questo non è un problema;
* alle amministrative quando il Prc va da solo prende 1-1,5% e questo non è un problema;
* non sappiamo parlare ai lavoratori ed alle classi popolari e questo non è un problema;
* ciò significa che non sapremo intervenire su Renzi o il M5S, e questo non sembra un problema di linea politica; quindi continueremo a parlare del PD;
* né sapremo per l'ennesima volta affrontare la questione sindacale;
* nulla sul socialismo, così continueremo ad essere rifondazione di nulla;
* si propone il continuismo, l'ovvietà, il volontarismo;
* si dice inoltre di cedere sovranità ad una lista senza sapere cosa sarà; se la lista Tsipras rimane questa come è possibile cedere qualcosa anche solo sul piano elettorale?!
Se la vittoria è psico-politica e crea una situazione positiva, il documento rappresenta un'altra occasione che si perde:
* è un documento che non parla delle dinamiche e delle contraddizioni europee eppure le elezioni hanno dato segnali forti e l'Europa sovradetermina le condizioni sociali e politiche;
* ovviamente non si vuole approfondire la questione euro costituzionalizzando una voluta ignoranza; c'è la paura di discutere;
* abbiamo perso un milione di voti ma questo non è un problema;
* alle amministrative quando il Prc va da solo prende 1-1,5% e questo non è un problema;
* non sappiamo parlare ai lavoratori ed alle classi popolari e questo non è un problema;
* ciò significa che non sapremo intervenire su Renzi o il M5S, e questo non sembra un problema di linea politica; quindi continueremo a parlare del PD;
* né sapremo per l'ennesima volta affrontare la questione sindacale;
* nulla sul socialismo, così continueremo ad essere rifondazione di nulla;
* si propone il continuismo, l'ovvietà, il volontarismo;
* si dice inoltre di cedere sovranità ad una lista senza sapere cosa sarà; se la lista Tsipras rimane questa come è possibile cedere qualcosa anche solo sul piano elettorale?!
7 commenti:
RED TOOL
La questione suscita perplessità per una infinità di motivi. E poi come si fa a interrogarsi come si potrà intervenire su PD e M5S mettendoli sullo stesso piano?
Le semplificazioni eccessive sono fuorvianti. L'Isquierda che sinistra è in fin dei conti per potersi distinguere proficuamente?
Concordo. Qual è il vero problema dei comunisti? Il vero problema lo si può trovare solo sulla incapacità di stare al passo dei tempi dei comunista. Malgrado la sua genesi dovrebbe avvicinarli di più ad un lavoratore, perché i testi (antichi) dicono questo, proprio quelle persone o lavoratori, la grande massa parliamoci chiaro, fuggono da essa perché lontani dal mondo che li circonda. Solo una questione di non riuscire a modificare quello scritto quando le case erano prive di elettricità, con il mondo odierno. Poi, bisogna anche avere una buona conoscenza del proprio popolo, con tutti i suoi pregi e le numerose debolezze per entrare dentro di esso. Senza queste profonde conoscenze, si può tranquillamente stare al di sotto del 2% senza organizzare congressi di riflessioni inutili. Peccato, perché con questa massa di bisognosi dovevano essere loro ad avere il 41% e no il Pd. Ma il mondo gira così e non si può fare niente se un comunista lo prende dal verso sbagliato. Prima c'erano i giovani che odiavano questo sistema, adesso neanche i giovani si hanno....forse un cambio generazionale non sarebbe male. Facce nuove e senza barba....puliti e freschi. Gli altri, mi dispiace dirlo, ma nella vita di ognuno di noi ci sono anche una moglie, i propri figli e i nipotini.
Sí, intanto ha fotato Tsipras, bella coerenza.
La proposta "no euro" è finita per mancanza di adesione dei proponenti.
Ridicoli.
RED TOOL
La protesta "no Euro" è affogata nel mare delle astensioni e dei voti di chi ha votato chi non avrebbe dovuto votare (a parte il sospetto di brogli).
Se la"gente" si dà la zappa sui piedi cosa si deve pensare?
RED TOOL
Mi vien da pensare che buttar nel precipizio il compagno di cordata, sia una moda che sta prendendo piede ....
Oltre alla delusione per il risultato delle europee che ha consacrato Renzi, rimane anche la delusione di aver visto il Coordinamento della sinistra contro l'euro in questa occasione importantissima non essere nemmeno riuscito a trovare una linea comune tra chi ha inviato a votare il M5S (compreso il sottoscritto), chi ha invito a votare Tsipras e chi ha invitato ad astenersi. Non è stata una bella cosa. Su un fatto fondamentale come le elezioni europee dove non solo non si sono presentate liste, e questo ci sta tranquillamente, ma addirittura neanche nelle dichiarazioni di voto si è riusciti a raggiungere l'accordo. Decisamente bene i convegni e onore a chi vi partecipa, male, malissimo all'atto pratico del momento elettorale. Per cui la vedo male, molto male se non si riesce a trovare una sintesi chiara e senza malintesi. Il fatto poi che Boghetta e Porcaro che rimangano in un partito palesemente PRO euro non può che accrescere la confusione. Siamo in due gatti e ci dividiamo in 3 correnti al momento del voto. Male, malissimo.
Giancarlo
RED TOOL
"L'unione fa la forza e dà il successo" . La disunione tutto il contrario.
Un tale che su queste colonne ha sostenuto questo concetto è stato preso per "cretino".
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