lunedì 23 settembre 2013

ELEZIONI IN GERMANIA: LA CORRELAZIONE INVERSA


23 settembre. Sono giunti i risultati delle attese e decisive elezioni parlamentari tedesche (vedi tabelle). I democristiani hanno vinto, ma non stravinto. I due partiti fratelli coalizzati della Merkel hanno sì raggiunto il 41,5%, ma a ben vedere anzitutto cannibalizzando i tradizionali alleati liberali, che per la prima volta nella storia non entrano nel Bundestag. Sta di fatto che la "mammina" (così i media tedeschi chiamo la Merkel), a meno che non voglia andare a nuove elezioni, dovrà formare un governo coi socialdemocratici. 

Il Primo ministro Letta, ostentando un insopportabile servilismo, si è immediatamente felicitato con la cancelliera tedesca: "ha vinto la linea europeista" ha affermato. Certo, ma ha vinto la linea eurista dura, quella che continuerà ad imporre ai paesi "periferici" piani draconiani di austerità e di rigore. Per greci, italiani, spagnoli, portoghesi ma anche francesi, la vittoria della Merkel non promette quindi nulla di buono.

Un risultato ampiamente atteso, visto che tutto il mondo della grande finanza e della grande industria tedesche, schierati per difendere l'euro con tutti i suoi effetti collaterali, erano e sono con la Merkel. 

Alternativa per la Germania (AfD) non ha superato la soglia di sbarramento del 5%, ma l'ha sfiorata e, a giusto titolo festeggia, poiché due milioni e passa di voti non sono affatto pochi. Una spina nel fianco del prossimo governo tedesco, che sarà spinto a seguire la sua linea dura rispetto ai paesi che chiedono un allentamento delle selvagge politiche di austerità. Senza dimenticare che fra poche settimane la Corte costituzionale tedesca emetterà sentenza rispetto alle operazioni Omt (acquisto di titoli di debito dei paesi sull'orlo del default) decise dalla Bce di Draghi.

Niente male, tutto sommato il risultato della Linke (al cui interno si allarga la linea critica dell'euro dopo le prese di posizione di Lafontaine), che cala rispetto al 2009, ma recupera ampiamente rispetto alle recenti tornate elettorali regionali. Un voto, quello alla Linke, ottenuto anzitutto tra i settori proletari giovanili sfruttati coi minijob sulle cui spalle si è retta la "crescita" tedesca (ora boccheggiante).

C'è da scommettere che la vittoria della Merkel accrescerà le tensioni politiche italiane e farà traballare ulteriormente le "larghe intese". Più in generale si può affermare che c'è una correlazione inversa tra la stabilità politica tedesca e quella dei "periferici": più stabile è il sistema politico e sociale tedesco, meno lo saranno quelli del Sud Europa.

Vai all'articolo di Leonardo Mazzei:  MERKELANDIA

21 commenti:

Ezio ha detto...

Non condivido l'ottimismo. A mio parere peggio di così non poteva andare.

C'erano almeno 6 scenari possibili per queste elezioni tedesche:

1) governo Merkel con maggioranza assoluta CSU/CDU, AdF fuori dal parlamento
2) governo Merkel con maggioranza assoluta CSU/CDU, AdF in parlamento
3) governo Merkel con maggioranza CSU/CDU + FDP, AdF fuori dal parlamento
4) governo Merkel con maggioranza CSU/CDU + FDP, AdF in parlamento
5) governo Merkel con maggioranza CSU/CDU + SPD, AdF fuori dal parlamento
6) governo Merkel con maggioranza CSU/CDU + SPD, AdF in parlamento

Alla fine dovremmo ricadere nel caso 5), decisamente il peggiore tra quelli possibili.

La AdF in parlamento avrebbe spingo a maggiore austerità, avvicinando il momento della rottura insanabile con i paesi della periferia.

La presenza della SPD fornirà uno scudo alla Merkel per politiche più concilianti (da far pagare elettoralmente alla SPD).

RISULTATO: rimane la palude eurista, ma nella versione più digeribile e quindi con meno probabilità di generare una rottura con il sud, nonchè una sollevazione.

SOLLEVAZIONE ha detto...

Scusi Ezio,

non ci pare che l'articolo sia all'insegna dello "ottimismo". I risultati elettorali, del tutto attesi, consegnano un quadro politico tedesco stabile.
Solo noi affermiamo che la stabilità tedesca destabilizza i "periferici".
Che la "palude eurista" esca più forte, questo è dunque vero per la Germania, non in generale.
Vedremo se l'alleanza con la SPD porterà ad un alleggerimento della politiche di austerità. Vedremo.
Lei si augurava uno sfondamento massiccio di Afd che avrebbe, come lascia capire, causato la rottura dell'eurozona.
Questo sfondamento, proprio seguendo il suo ragionamento, visto che il grosso dei dominanti tedeschi è eurista, avrebbe comunque portato ad un governo di "grosse Koalition".
Notiamo che con questi risultati esce con le ossa rotte l'ipotesi di chi vaticinava una "uscita della germania dall'euro". Se lo possono scordare.
Devono essere i popoli sacrificali a determinare la rottura.

Anonimo ha detto...

A me sembra che abbia ragione Ezio. Da queste elezioni esce fuori un quadro di maggiore stabilità dell'Euro, viste anche le felicitazioni che vengono alla Merkel da tutte le borghesie nazionali europee, comprese quelle dei Pigs. Mi corregga se mi sbaglio.
E' possibile una fuoriuscita dall'Euro senza che almeno una nazione dei Pigs, nella più ampia unità (dalla borghesia al proletariato, impugni questa battaglia? Può esserci in Italia una sollevazione antieurista a breve se la maggioranza del popolo italiano è per restare nell'euro temendo un ritorno alla lira?
attendo risposte

Ezio ha detto...

Redazione, non dico certo che l'articolo sia all'insegna del "festeggiamo che meglio di così non poteva andare". Mi è parso però che l'analisi non fosse "peggio di così non poteva andare", ma semmai "luci ed ombre". Io penso invece che questo era il risultato peggiore possibile, e mi sarei aspettato, soprattutto dal Mazzei, una chiara indicazione di questo.
Mi sono sbagliato?
Se mi sono sbagliato faccio più che volentieri ammenda.

Anonimo ha detto...

OT ma interessante.

Avete notato cosa ha detto il Papa in Sardegna? A un certo punto ha piegato il foglio che leggeva e ha improvvisato una preghiera chidendo s questa frase:

"Signore Gesù, a Te non mancò il lavoro, dacci lavoro e insegnaci a lottare per il lavoro e benedici tutti noi."

Insegnaci a "lottare" per il lavoro...non è una frase di poco conto, a mio avviso.

http://www.vatican.va/holy_father/francesco/speeches/2013/september/documents/papa-francesco_20130922_lavoratori-cagliari_it.html

Amicus Platus ha detto...

Avete sentito cosa a detto il Papa nella sua preghiera improvvisata drante la visita in Sardegna:

"Gesù, insegnaci a lottare per il lavoro"

Una bella frase.

Giovanni ha detto...

Nel frattempo Draghi dichiara che (grassetto mio) la ripresa dovrà essere ristabilita con fermezza [..] La politica monetaria resterà accomodante per tutto il tempo necessario [..] La Bce è pronta, se necessario, a usare altre misure, anche un'altra operazione LTRO.

Ai falchi tedeschi verrà il mal di pancia per un altro LTRO? Oppure sarà fermezza assistita dalla BCE più il PD in decomposizione e i mal di pancia saranno nostri?

Presto avremo la risposta, in ogni caso un altro passo avanti nel dramma si annuncia.

Fiorenzo Fraioli ha detto...

Se sbalio corigeteme, ma non è forse vero che SPD+Linke+Verdi=maggioranza assoluta? (192+64+63=319 che è più di 311).

Che aspettano 'sti partiti "de sinistra" a fa er governo? Che nun so' de sinistra????

... ma cos'è la destra, cos'è la sinistra...

SOLLEVAZIONE ha detto...

Caro Eco,

I seggi totali al Bundestag fino ad ora assegnati sono 598. La Merkel ne ha ottenuti 296.
La SPD ne ha ottenuti 182, Die Linke 60 e i Grunen altri 60. Totale 302.
Il fatto è che ne restano da assegnare altri 24 (sono 622 i seggi totali nel parlamento tedesco) in base ad una complessa norma che redistribuisce alcuni seggi (compensazione tra collegi uninominali e proporzionale), per cui la composizione finale del Bundestag non ci è per ora nota.

Ma il problema è politico: la SPD ha sempre ribadito che non avrebbe mai fatto un'alleanza con Die Linke. E la principale divergenza è proprio sulle dure politiche rigoriste ed euriste della Merkel, che la SPD appoggia e Die Linke no, mentre i Verdi sono divisi.





Fuck You Google+ ha detto...

Amicus Platus: Forse non è troppo in tema, ma verramente questo Papa ha un evidente trend "in crescendo" nella radicalità delle posizioni che assume:

Non ricordi le dichiarazioni sugli attacchi alla Siria...dove suggerisce che gli attacchi siano "per poter vendere illegalmente armi"?

Sembra quasi che lui o qualcuno del suo staff moderi le dichiarazioni, talvolta dicendo inesattezze (non ci sono "vendite illegali"...magari c'è il desiderio
di rifarsi l'arsenale per dare soldi all'industria degli armamenti, come in Iraq)...però in nuce ci sono concetti decisamente "pesanti" se valutati con gli standard di cosa ci si aspetta dica un Papa:

Gli unici che abbiano mai sostenuto
che gli USA abbiano fatto o facciano le guerre per svecchiare il proprio arsenale sono persone su posizioni no-global o addirittura anti-imperialiste!

Comincio seriamente a credere che Bergoglio sia la figura politica di spicco più "con le palle" sullo scacchiere internazionale...

Redazione:

Non è un commento molto politico, ma a me la vittoria "strombazzata" della Merkel mi ha veramente dato sui nervi e l'ho solo letta sull'ANSA...poi forse avete ragione a dire che non è vero che ha stravinto e la dipingono come "stravincente" (come dipingevano Monti come "uomo della Provvidenza").

Anonimo ha detto...

1) Una delle principali banche del paese ha maturato 2,2 miliardi di perdita netta nell’ultimo trimestre del 2012 e ha dovuto accantonare 1 miliardo per spese legali. La banca centrale ha ridotto ancora le previsioni di crescita. Nel solo mese di dicembre le vendite al dettaglio sono calate dell’1,7% rispetto a novembre, e del 4,7% rispetto al dicembre del 2011. No, non stiamo parlando dell’Italia, ma della Germania.

Della situazione drammatica in cui versano i paesi europei in crisi sappiamo molto: della disoccupazione in Spagna, dell’aumento dei suicidi in Grecia, e ovviamente dei fallimenti di imprese in Italia. Meno noto, invece, è il fatto che i paesi europei ritenuti «virtuosi» e «al sicuro» non se la passano affatto bene: la Banca Centrale dei Paesi Bassi prevede per l’Olanda un –0,5% del Pil nel 2013, e un ulteriore calo nel 2014; la disoccupazione è in aumento in Finlandia; quanto alla Francia, in cronico deficit della bilancia commerciale, lo stesso ministro del Lavoro l’ha definita «uno Stato in totale bancarotta».


Cosa sta succedendo? Semplice: nel 2007-2008 è saltato un modello di sviluppo che aveva sostenuto per trent’anni la crescita economica dei paesi a capitalismo maturo. Un modello imperniato sulla finanza e sul debito (privato e pubblico). L’implosione di quel modello non è più reversibile di quanto lo fosse la caduta del Muro di Berlino. Ciò nonostante tutti gli sforzi dell’establishment occidentale in questi anni sono stati indirizzati a rappezzare quel modello andato in frantumi. [...]

Anonimo ha detto...

2) [...]Il vero significato dell’austerity estrema imposta a paesi già fiaccati dalla crisi sta tutto qui. Ma questo obiettivo, in parte conseguito (la regressione della produzione industriale italiana ai livelli del 1988 parla da sola), ha comportato un pesante effetto collaterale: un crollo di redditi e consumi dei paesi periferici di tale entità da avere un impatto assai pesante sugli scambi commerciali intraeuropei. E quindi anche sull’export della Germania e degli altri paesi del Centro-Nord dell’Europa. Risultato: il problema della sovrapproduzione industriale, appena scaricato sulle spalle dell’Europa del Sud, si ripresenta come un incubo nella stessa Germania.

Inoltre l’accesso ai mercati extraeuropei è reso più impervio dalla guerra valutaria scatenata dagli Stati Uniti e dal Giappone attraverso imponenti immissioni di liquidità nel sistema che hanno avuto l’effetto di provocare un forte indebolimento di dollaro e yen nei confronti dell’euro. Crisi economica, disoccupazione di massa, deflazione salariale, guerra valutaria: quattro ingredienti cruciali della crisi degli anni Trenta sono chiaramente dispiegati davanti ai nostri occhi, mentre anche il crescente attivismo militare europeo in Africa contribuisce a riportarci indietro di decenni.

È in questo contesto che i movimenti di opposizione, in Italia e in Europa, dovranno saper collocare i loro obiettivi. A cominciare dall’opposizione alle politiche di austerity depressiva e alla cornice istituzionale entro la quale si collocano, di cui il famigerato Fiscal Compact è soltanto l’ultimo tassello. Una cornice che ormai serve soltanto a puntellare malamente un modello di sviluppo che ha fatto fallimento.
(V.Giacchè)

http://www.marx21.it/internazionale/economia/21889-a-che-punto-e-la-notte.html

Anonimo ha detto...

RIPRESO DA UN COMMENTATORE POLITICO TEDESCO

Quindi come finirà in GERMANIA?

"Finirà in un granitico governo CDU-SPD, io credo che a questa ipotesi non ci siano realistiche alternative. Ma una alleanza del genere dovrebbe porre sul tavolo un certo ammorbidimento della politica di austerità imposta ai paesi del Sud Europa. Ora la Merkel non ha più una scadenza elettorale davanti a sé e quindi può prendere in considerazione alcune possibilità per non spaccare l’intesa con i francesi. Su qualcosa la Merkel e la BuBa cederanno. Adesso la Merkel ha le carte in regola e il tempo sufficiente per giocarsi la partita senza paura delle urne. La novità non è che la Merkel abbia vinto. La novità è che la Merkel può essere meno Merkel e più “Angie”. Ossia può cedere qualcosa per non far entrare in una spirale sempre più avvitata l’UE. Capisco che da fuori la Merkel possa sembrare rigida. In realtà è una politica in grado di lavorare molto bene sui compromessi e parte da una posizione di forza con le migliori carte in mano. Hollande, Letta, per non parlare di spagnoli e greci non hanno il suo consenso. Ed hanno un disperato bisogno che la Merkel lanci loro un salvagente. La Merkel non è stupida. Magari il salvagente sarà piccolo ma lo getterà. Quel che basta a non far naufragare del tutto i governi amici".

Anonimo ha detto...

"Notiamo che con questi risultati esce con le ossa rotte l'ipotesi di chi vaticinava una "uscita della germania dall'euro". Se lo possono scordare. "
ovvio, c'è ancora tanta cicca da spolpare nei PIIGS. MA chi si augurava il successo di AFD, non ha capito che quel partito non può aver successo adesso, dovrà averlo (e lo avrà, massiccio) quando sarà la Germania che avrà deciso, dopo essere arrivata all'osso a furia di spolparci dei PIIGS, di uscire dall'euro perchè ormai ha fatto quello per cui era nato.
Sarà un'uscita ancora una volta di destra, e perfettamente consequenziale (e non opposta) al fine per cui era nato l'euro, che chi ha voluto sapeva benissimo non essere una moneta permanente.

SOLLEVAZIONE ha detto...

LE BORSE NON ESULTANO, ANZI

«Le principali Borse europee sono state sull'altalena per grande parte della giornata: sono andate un po' su e un po' giù. Alla fine di seduta hanno chiuso in calo. Così è stato per il Ftse Mib di Milano, il Cac 40 di Parigi e l'Ibex 35 di Madrid. Analogo il discorso per il Dax 30 di Francoforte. Sulla performance dei mercati, al di là del voto di Berlino, ha influito il dato dei Pmi pubblicato questa mattina. L'indice manifatturiero in Germania, a settembre, è sceso a 51,3 punti dai 51,8 di agosto. La dinamica al ribasso, seppure oltre la soglia dei 50 punti che indica l'espansione economica, è replicata in quel di Eurolandia. Il Pmi dell'Eurozona si è assestato al livello di 51,1 punti dai 51,4 di agosto».
[Il Sole 24 Ore in line, del 23 settembre]

Realista ha detto...

Il dato delle borse non ci dice molto. Si spiega anche con un semplice buy on rumors, sell on news.

Al contrario è interessante vedere cosa fa lo spread sui bund tedeschi, che incorpora il rischio esplosione dell'euro (e quindi il rischio di cambio). Lo spread pare essersi giovato della vittoria merkel con grosse koalitionen...

Anonimo ha detto...

Che si sia giovato lo spread è evidente, con una grosse koalition le probabilità "politiche" di una deflagrazione dell'euro è molto improbabile.

SOLLEVAZIONE ha detto...

Si dice in giro che quella di AfD (due milioni di voti) è stata una sconfitta?
Non scherziamo per favore!
Va bene che in Germania ci sono più aventi diritto, ma una forza che da sola qui da noi avesse ottenuto il 4,2% malgrado il Porcellum, da sola e non coalizzata, avrebbe strappato circa 25 parlamentari.
Facciamo due paragoni.
(1) Sel di Nichi Vendola alle ultime elezioni ha ottenuto poco più di un milione di voti (3,2%) e 37 seggi in Parlamento. E' passata solo grazie al fatto che era coalizzata col Pd.
(2) Prendiamo la Lega Nord. Alle ultime ha ottenuto 1.390mila voti (4%) e 18 seggi soltanto, essendo coalizzata con il Pdl perdente.

Anonimo ha detto...

ma che discorso è? Ogni partito misura il successo in base ai voti che prende nel proprio paese, non a quelli che prenderebbe con il sistema elettorale italiano!
E se sei L'UNICO partito dichiaratamente antieuro, prendere il 4% è una sconfitta totale perchè vuol dire che il 96% degli elettori (compresi milioni di morti di fame coi minijob da 400 euro al mese) votano per partiti a favore dell'euro.
Ma, constatato che è stata una sconfitta netta, per me lo è solo per il momento, il partito avrà i suoi successi quando il grande capitale tedesco avrà deciso di buttare a mare la UE perchè non c'è più niente da spolpare, e allora potrà anche avere il 60%.
Ma allora mezza Europa sarà già fallita, di quello che succederà in Germania a me interessa relativamente...

SOLLEVAZIONE ha detto...

PESI E MISURE

Lo sappiamo: la Germania ha 61milioni di votanti.
L'Italia ne ha 47milioni. Abbiamo precisato che se una lista anti-euro in Italia avesse preso il 4,7% tutti avrebbero parlato di vittoria.

Facciamo due conti: alle ultime elezioni di febbraio hanno votato 32.271.541 italiani, il 75,19%.
Se una lista avesse preso il 4,7% avrebbe ottenuto 1.657.762.
Più della Lega e qualcosa come 550mila voti in più di Sel.
Un risultato simile sarebbe stato un successo indiscusso.
Ma lo è tanto più in Germania, che dall'euro ha tratto enormi vantaggi.

Anonimo ha detto...

L'euro, in un certo senso ha funzionato per fare terra bruciata attorno alla Germania che ancora riesce a rimanersi in piedi grazie a virtù e possibilità che gli altri paesi, in verità, posseggono in grado inferiore. Per quanto concerne la politica della Banca Centrale Europea, a coloro che mirano a portare l'UE verso la rovina e il saccheggio, è bene che l'Euro resista un altro po'. Dicono bene coloro che parlano di durata programmata fino allo spolpamento totale degli altri Stati PIGS.

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