7 settembre. Molte componenti delle opposizioni al regime di Bashar al-Assad, sia islamiche che laiche, esultano davanti alla terribile minaccia di un'aggressione unilaterale degli Stati Uniti. Le componenti democratiche, socialiste e antimperialiste dell'opposizione, invece, dicono no. Tra queste il Coordinamento siriano per il Cambiamento Democratico di Haitam Manna (nella foto). Incontrammo Manna l'anno passato ad Assisi. Riascoltare il suo intervento di allora è importante se si vuole comprendere la natura della guerra e la dialettica tra le diverse forze siriane.
A Bruxelles, giovedì prossimo, ci sarà un forum internazionale delle opposizioni democratiche e antimperialiste siriane. Qui sotto il testo convocatorio.
«Contro la dittatura
«Contro la dittatura
e l'intervento militare straniero in Siria
Il 18 marzo 2011 i siriani si sollevarono contro la dittatura chiedendo libertà, giustizia e dignità.
Essi desideravano una Siria civile e democratica, la caduta del sistema di corruzione e della tirannia, con tutti i suoi simboli e la rifondazione della vita politica .
Come tutte le dittature nella storia moderna del genere umano, l’unica risposta che il regime ha saputo dare è stata quella della sicurezza e della repressione militare.
La rivoluzione siriana è così sprofondata in un pantano di violenza e contro-violenza che ha aperto la porta al più ampio e sfaccettato intervento straniero, di forze diverse regionali e internazionali.
Oggi, la Siria si trova su una china pericolosa. I suoi diritti come Stato-nazione, l'orizzonte democratico sono minacciati da un intervento militare straniero diretto, che apre la porta a una guerra civile settaria il cui esito non può essere determinato.
Tutte le esperienze umane hanno dimostrato che l'occupazione e l'aggressione straniere non sono un rimedio contro la tirannia interna e la dittatura.
La Siria visto il peso della minaccia dell’intervento militare straniero è di fronte a due, e non a tre scelte: (1) consolidare l’attuale tirannia o l’avvento di una nuova sull’onda di un confronto militare esterno e interno;
(2) oppure un progetto di pace civile e di democrazia nazionale che apra la porta, anche parzialmente, al superamento della dittatura e della tirannia.
Lasciateci afferrare i nostri realistici sogni, quelli di una Siria forte civile e democratica che la gioventù siriana ha abbracciato, lasciateci alzare la nostra voce contro ogni forma di dominio vecchio e nuovo, lasciateci affermare che rifiutiamo la scelta tra accettare la dittatura o la dipendenza.
L' Alleanza delle Forze civili e politiche contro la dittatura e l’intervento straniero in Siria organizzerà un Seminario internazionale al fine di studiare e analizzare la realtà e il futuro, un futuro che non potrà darsi all'ombra di un intervento militare straniero in Siria.
Questo seminario si terrà alla presenza di figure siriane e internazionali a Bruxelles presso il Thon Hotel Bristol Stephanie giovedì 12 settembre con inizio alle ore 17:00.
Invitiamo tutti i sostenitori della libertà, della giustizia e della pace a partecipare a questa occasione speciale».
L’Alleanza delle Forze civili e politiche siriane contro la dittatura e intervento straniero
Il 18 marzo 2011 i siriani si sollevarono contro la dittatura chiedendo libertà, giustizia e dignità.
Essi desideravano una Siria civile e democratica, la caduta del sistema di corruzione e della tirannia, con tutti i suoi simboli e la rifondazione della vita politica .
Come tutte le dittature nella storia moderna del genere umano, l’unica risposta che il regime ha saputo dare è stata quella della sicurezza e della repressione militare.
La rivoluzione siriana è così sprofondata in un pantano di violenza e contro-violenza che ha aperto la porta al più ampio e sfaccettato intervento straniero, di forze diverse regionali e internazionali.
Oggi, la Siria si trova su una china pericolosa. I suoi diritti come Stato-nazione, l'orizzonte democratico sono minacciati da un intervento militare straniero diretto, che apre la porta a una guerra civile settaria il cui esito non può essere determinato.
Tutte le esperienze umane hanno dimostrato che l'occupazione e l'aggressione straniere non sono un rimedio contro la tirannia interna e la dittatura.
La Siria visto il peso della minaccia dell’intervento militare straniero è di fronte a due, e non a tre scelte: (1) consolidare l’attuale tirannia o l’avvento di una nuova sull’onda di un confronto militare esterno e interno;
(2) oppure un progetto di pace civile e di democrazia nazionale che apra la porta, anche parzialmente, al superamento della dittatura e della tirannia.
Lasciateci afferrare i nostri realistici sogni, quelli di una Siria forte civile e democratica che la gioventù siriana ha abbracciato, lasciateci alzare la nostra voce contro ogni forma di dominio vecchio e nuovo, lasciateci affermare che rifiutiamo la scelta tra accettare la dittatura o la dipendenza.
L' Alleanza delle Forze civili e politiche contro la dittatura e l’intervento straniero in Siria organizzerà un Seminario internazionale al fine di studiare e analizzare la realtà e il futuro, un futuro che non potrà darsi all'ombra di un intervento militare straniero in Siria.
Questo seminario si terrà alla presenza di figure siriane e internazionali a Bruxelles presso il Thon Hotel Bristol Stephanie giovedì 12 settembre con inizio alle ore 17:00.
Invitiamo tutti i sostenitori della libertà, della giustizia e della pace a partecipare a questa occasione speciale».
L’Alleanza delle Forze civili e politiche siriane contro la dittatura e intervento straniero
* Fonte: Campo Antimperialista
** Traduzione a cura della redazione di C.A.
12 commenti:
Siete proprio i classici sinistrati di sinistra privi di qualsiasi lungimiranza geopolitica, dediti a coltivare le più trampalate utopie. Se si seguisse il vostro modo di pensare nella politica internazionale l'imperialismo angloamericano durerebbe ancora per decenni
Dimenticavo...ai lettori di questo blog, invece si seguire le amenità che scrivono qui, leggete siti seri come Aurora, Bye Bye Zio Sam, Polemos etc.
Caro anonimo, scusa puoi spiegare il perchè del tuo astio verso la posizione di questo movimento? Perchè detto così non si capisce
Landru
Volevo chiedere un chiarimento alla redazione. Ho visto il video sulla guerra in siria dove Fraioli intervista Pasquinelli. Inizialmmente egli spiega che la Siria sia una democrazia multipartitica dove sono vietati certi partiti (gli islamisti). Un principio simile alle costituzioni italiane e tedesche dove nella prima è vietato ricostituire il PNF e nella seconda il partito nazista e il partito comunista.
So anche che Assad governa in coalizione. Quindi io mi domando: da dove si amplifica la dittatura di Assad? Ci sono limiti alla libertà di stampa? Di parola? E a chi sono imposti?
Grazie per l'attenzione
Mi permetto di segnalare anche questo intervento dello stesso tenore: http://www.correttainformazione.it/esteri/khaled-al-khalifa-sullattacco-alla-siria/
Caro Landru, gli USA (le sue elite finanziarie) stanno lottando rabbiosamente per conservare il loro privilegio valutario per continuare a vivere alle spalle di tutto il resto del pianete stampando dollari carta-straccia in cambio di materie prime (in primis petrolio) e merci e invece si appoggiare il governo anti imperialista suriano si discetta sul suo carattere democratico o meno (come se poi la democrazia sia il valore essenziale da diferdere mentre invece in tutti ipaesi in cui "sipratica e quasi sempre unna oligarchia)? Ti consiglio di leggerti almeno il libro di Arrighi Adam Smith a Pechino per capire che epoca cruciale stiamo vivendo e che richiede un appoggio totale ed incondizionato a qualsiasi stato che ancora si oppone coraggiosamente all'imperialismo angloamenricano...Una volta poi che l'america si sarà ridimensionata allora potrà anche avere senso parlare di democrazia...
Libre
Caro "anonimo",
Mi pare quantomai strampalato ed irrazionale il tuo intervento:
In che modo tu contrasti l'imperialismo angloamericano?
Sostenendo i suoi interventi militari e leccandogli il culo?
...anche perchè l'idea che perchè ci si "indigna" per l'uccisione di donne e bambini col gas si debbano massacrare donne e bambini colle cluster bomb mi pare quantomeno demente!
Quindi evitiamo queste ipocrisie del c...o...non vi frega una minchia se donne e bambini finiscono gasati*...volete solamente fare i "cagnetti di merda" del più forte che ha deciso di bombardare!
Guido
* = Io francamente trovo piuttosto ridicole queste "indignazioni":
Gente? Ma che cazzo credete che cambi se uno viene gasato, esplode con una bomba, brucia col napalm o viene fatto a pezzi col machete?!
Il fatto che vengano o meno rispettate foglie di fico del cazzo come la Convenzione di Ginevra regola la vostra indignazione o meno?
Nelle guerre la gente muore.
In genere muoiono soprattutto i civili, perchè non sono in grado di difendersi. Donne e bambini sono civili.
In una guerra civile, in genere, se le parti vengono lasciate "regolarsi" tra di loro, ad un certo punto una prevale...e se c'è una che ha maggior presa sulla popolazione, in genere, è quella che vince, perchè in quel casoalla fine anche i militari si cagano in mano e preferiscono non stare contro la maggior parte del loro popolo.
Francamente l'idea di andare in guerra "per motivi umanitari" la trovo grottesca, ridicola e demente
almeno quanto i discorsi sentiti in televisione di certi militari che vanno in guerra e "non sapevano che si poteva morire" o "credevano fosse un lavoro normale"!
(Io se facessi il militare lo farei perchè non nutro nessuno scrupolo ad ammazzare altri esseri umani e non ho paura di morire, certamente *non* perchè credo di essere una "crocerossina in mimetica" o perchè sono un idiota che crede di arruolarsi e stare imboscato a fare un cazzo!)
Mi permetto di consigliare la lettura di due esaurienti links sulla crisi siriana:
http://diciottobrumaio.blogspot.it/2013/09/siria.html
http://www.pane-rose.it/files/index.php?c3:o40356:e1
Buona lettura compagni e compagne.
Franco
L'opposizione, senza se e senza ma, all'aggressione americana è per Mpl fuori discussione.
Nei limiti delle nostre forze stiamo partecipando alle mobilitazioni locali che si stanno programmando in diverse città.
Stiamo anche consultando da giorni diverse organizzazioni che sono contro l'aggressione affinché si promuova una manifestazione nazionale.
Detto questo in Siria c'è anche una guerra civile, di fatto scatenata dal regime dopo che questo ha risposto col piombo alle manifestazioni popolari pacifiche iniziate nel marzo 2011 a Dara'a, nel sud del paese.
Davanti alla repressione migliaia e migliaia di giovani hanno imbracciato le armi. Si sono quindi formate centinaia di milizie locali di autodifesa.
E' vero che i nemici esterni del regime siriano hanno soffiato sul fuoco della guerra civile, ma il fuoco esisteva come conseguenza della ribellione popolare e di massa.
Liquidare la rivolta popolare e quindi la resistenza armata dal basso al cento volte più potente apparato militare del regime, come "congiura", come "complotto imperialista", è una colossale menzogna.
E' l'infame menzogna che usa il regime siriano.
Questa guerra civile è da tempo diventata una "fitna", una guerra tra sette religiose, tra le diverse comunità, in cui si sta da una parte o da un'altra, né in base alla dicotomia "democrazia-dittatura", né in base a quella sociale e di classe ma, appunto, in base ai legami religiosi e di clan.
In questo pantano sanguinoso le forze della sinistra siriana sono divise in tre campi: (1) il vecchio partito comunista staliniano e filosovietico (tendenza Bakdash) combatte al fianco del regime; (2) all'opposto, quelli che provengono dalla tradizione di sinistra rivoluzionaria (Partito d'azione comunista) e che fecero anni di galera sotto Assad, sono nella rivolta armata; (3) una parte, quella appunto che fa riferimento a Haitham Manna (vedi l'articolo) si è opposta come ha potuto alla guerra civile. Tuttavia (in una situazione oramai del tutto militarizzata) in diverse zone, anche questa parte mediana della sinistra siriana anima milizie di autodifesa locali, che spesso combattono su due fronti. Contro gli sgherri del regime e contro i gruppi di "ribelli" al soldo delle potenze esterne.
Per concludere: secondo le stime delle Nazioni unite esistono circa 1200 brigate o gruppi armati che combattono contro il regime. La polverizzazione è estrema. Non esistono quindi solo i jihadisti interni al fronte al-Nusra, né solo quelli che si riconoscono nell'Esl foraggiato da Sauditi, qatarioti, turchi e americani.
Con Manna noi riteniamo che dev'essere fermata questa guerra maledetta. Occorre un negoziato che stabilisca un primo cessate il fuoco, zone smilitarizzate, il rientro dei milioni di sfollati e rifugiati. Se non ci sarà una soluzione politica concordata sarà guerra prolungata e la fine della Siria.
La tesi del MPL ha fondi di verità e da un certo punto di vista è rispettabilissima, ma qual'è la sicurezza che le forze della sisnitra rivoluzionaria possa costruire un'alternativa al regime baathista? Io per carità non mi permetto di dare lezioni ma queste cose: seminario.... manifestazioni pacifiste... credo proprio non servino a nulla. Per carità, vale sempre la regola uno ci deve pur provare, ma siamo sicuri che queste forze abbiano una forte probabilità di essere alternativi sia al blocco jihadista che al blocco di Assad?
Perchè se è così posso anche concordare, ma se non è così bisognerebbe ricordare quando Trotzky disse in una vecchia intervista che in caso di guerra tra una potenza imperialista e un paese retto da una dittatura sarebbe sempre auspicabile difendere quest'ultimo perchè la potenza imperialistica di certo in caso di vittoria non ci metterebbe un democratico
Ma allora non ci capiamo!
In effetti L.D. Trotsksy, nel 1936 affermò che in caso di guerra tra" l'Inghilterra democratica e il Brasile fascista", si sarebbe dovuto difendere il Brasile. Di mezzo c'è qui un concetto: che la giusta causa è dalla parte del paese coloniale e semicoloniale. Che quindi il nemico principale è sempre l'imperialismo.
Se diciamo di essere contrari all'aggressione americana alla Siria vuol dire che CONTRO GLI AMERICANI siamo dalla parte del regime siriano se, come speriamo, combatterà contro gli aggressori e i suoi eventuali ascari.
Certo Trotsky non proponeva ai comunisti brasiliani di cessare la loro lotta contro contro l'ipotetico regime fascista brasiliano. la lotta doveva continuare anche nell'eventuale conflitto, con modalità diverse. ma doveva continuare.
Come ci sono gli ascari di Obama in Siria, ci sono gli ascari di Assad fuori dalla Siria. Quelli che, sotto l'effetto di non si sa quale allucinogeno, dicono che la Siria è un... "paese socialista" (sic!) e che dunque chiunque lotta contro Assad (che sarebbe quindi una specie di rivoluzionario -- sic! sic!) è un mercenario americano.
Morale della favola: sappiamo bene che la situazione peggiore in cui possano trovarsi dei rivoluzionari è quella di dovere lottare contro due nemici.
Sfortunatamente è in questa situazione che si trovano i compagni siriani. A maggior ragione hanno bisogno del sostegno internazionale
Beh, innanzitutto mi scuso se posso aver dato fastidio col precedente post, comunque riguardo al socialismo bisogna intendere di quale socialismo si tratti, perchè il concetto si socialismo è molto labile. Anche Geddhafi nella sua dottrina parlava di società socialista, non intesa secondo i canoni classici marxiani, ma in medioriente esiste una specifica cultura. Ma qua andiamo oltre a disquisizoni troppo lunghe, temo
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