23 agosto. Intervista ad Andrea Beltratti (Università Bocconi di Milano, presidente di Banca Intesa San Paolo), Emiliano Brancaccio (Università del Sannio), Michele Calzolari (presidente Assosim).
D. Il nuovo allarme sui mercati da cosa dipende?
D. Il nuovo allarme sui mercati da cosa dipende?
Beltratti: “I mercati azionari ad agosto sono più volatili del solito perché mancano investitori istituzionali. Non dovevamo entusiasmarci tanto nei giorni scorsi, quando le Borse andavano bene, e non dobbiamo allarmarci troppo adesso. Sul piano internazionale la flessione è legata alla decisione monetaria della Fed, ma in Italia dipende dall’incertezza politica”.
Brancaccio: “Già da qualche tempo avevamo registrato, a Wall Street e altrove, prezzi che non erano giustificabili alla luce dei profitti delle società quotate. Si trattava dell’effetto di manovre speculative. Un trend che si ripete, dopo il tracollo del 2007-2008. Ora sono bastati pochi segnali da parte della Fed per mettere in crisi un mercato già contraddittorio”.
Calzolari: “La correzione da parte delle Borse è legata ai timori che i rialzi dei giorni scorsi non dipendano dall’economia reale ma dalla liquidità immessa dalla Fed e dalle banche europee. Però, i segnali di ripresa sono confortanti per il futuro”.
D. Lo spread tra i tassi d’interesse italiani e tedeschi è destinato ad altre impennate?
Beltratti: “Per capire cosa accadrà sul fronte dello spread bisogna attendere l’evoluzione delle vicende politiche italiane. Se cresce il rischio di una crisi del governo Letta, è possibile che anche lo spread subisca pericolose impennate.
Brancaccio: “La situazione di crisi gravissima che attraversano i Paesi periferici dell’eurozona diverrà insostenibile nel lungo periodo. I problemi del debito, pubblico e privato, non si stanno risolvendo, perché l’austerity ha depresso i redditi della popolazione. Gli operatori sui mercati finanziari sanno che per questi Paesi resta alto il rischio di uscita dall’euro, con il corollario della svalutazione. Essi quindi sono indotti ad esigere rendimenti più alti per coprirsi. Per questo è probabile che i tassi d’interesse saliranno di nuovo, e quindi salirà anche lo spread”.
Calzolari: “Nei giorni scorsi c’era stata una discesa dello spread soprattutto perché erano saliti i tassi d’interesse tedeschi. Se si va verso la ripresa, i tassi dovrebbero aumentare. Per l’Italia, la vera preoccupazione non è tanto la tenuta del governo del Paese, ma se sarà in grado di cogliere la ripresa e attuare le politiche di sostegno, considerata la scarsità delle risorse”.
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Brancaccio: “Già da qualche tempo avevamo registrato, a Wall Street e altrove, prezzi che non erano giustificabili alla luce dei profitti delle società quotate. Si trattava dell’effetto di manovre speculative. Un trend che si ripete, dopo il tracollo del 2007-2008. Ora sono bastati pochi segnali da parte della Fed per mettere in crisi un mercato già contraddittorio”.
Calzolari: “La correzione da parte delle Borse è legata ai timori che i rialzi dei giorni scorsi non dipendano dall’economia reale ma dalla liquidità immessa dalla Fed e dalle banche europee. Però, i segnali di ripresa sono confortanti per il futuro”.
D. Lo spread tra i tassi d’interesse italiani e tedeschi è destinato ad altre impennate?
Beltratti: “Per capire cosa accadrà sul fronte dello spread bisogna attendere l’evoluzione delle vicende politiche italiane. Se cresce il rischio di una crisi del governo Letta, è possibile che anche lo spread subisca pericolose impennate.
Brancaccio: “La situazione di crisi gravissima che attraversano i Paesi periferici dell’eurozona diverrà insostenibile nel lungo periodo. I problemi del debito, pubblico e privato, non si stanno risolvendo, perché l’austerity ha depresso i redditi della popolazione. Gli operatori sui mercati finanziari sanno che per questi Paesi resta alto il rischio di uscita dall’euro, con il corollario della svalutazione. Essi quindi sono indotti ad esigere rendimenti più alti per coprirsi. Per questo è probabile che i tassi d’interesse saliranno di nuovo, e quindi salirà anche lo spread”.
Calzolari: “Nei giorni scorsi c’era stata una discesa dello spread soprattutto perché erano saliti i tassi d’interesse tedeschi. Se si va verso la ripresa, i tassi dovrebbero aumentare. Per l’Italia, la vera preoccupazione non è tanto la tenuta del governo del Paese, ma se sarà in grado di cogliere la ripresa e attuare le politiche di sostegno, considerata la scarsità delle risorse”.
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(intervista di Cinzia Peluso)
Fonte: Il Mattino, 21 agosto 2013
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