venerdì 11 gennaio 2013

MPL (53) ELEZIONI: LA NOSTRA POSIZIONE

Anche dalle urne la spinta alla sollevazione

L'ordine del giorno, discusso emendato e approvato a maggioranza dalla II. Assemblea nazionale del Mpl svoltasi sabato 12 e domenica 13 gennaio

(1) Non ci sono dubbi che l’Unione europea e la moneta unica sono stati sull’orlo dell’implosione.
Grazie al combinato disposto di drastiche misure antipopolari di austerità imposte ai paesi più indebitati e a colossali iniezioni di liquidità a vantaggio del gigantesco sistema bancario, il vorace mostro della finanza speculativa globale è stato per il momento saziato. Sarebbe sbagliato interpretare questa quiete come se la crisi sistemica fosse oramai alle spalle. L'apparente stabilizzazione è solo temporanea poiché i fattori strutturali di crisi delle economie imperialistiche restano intatti. E’ anzi molto probabile che l’overdose di liquidità immessa nei circuiti finanziari dalle banche centrali sfoci in una nuova devastante bolla finanziaria, in un crollo dei mercati borsistici. Solo una consistente ripresa economica generale può sventare questa eventualità che tuttavia, non sembra all’orizzonte. Il dato certo è che, pur in maniera diseguale, tutto l’Occidente imperialistico è entrato in una fase di stagnazione di lungo periodo, una depressione che sottopone anzitutto i popoli dei paesi con più alto debito pubblico come l’Italia, ad un regime di sofferenza penitenziale. Temendo esplosioni sociali le tecno-oligarchie europee tenteranno di mitigare le politiche di macelleria sociale. Questi tentativi avranno tuttavia scarsa possibilità di successo. La feroce competizione globale con gli imperialismi emergenti, le fondamenta su cui l’Unione è stata edificata, e i nazionali conflitti d’interesse nel suo seno, rendono ardua l’adozione di radicali ed espansive politiche anticicliche di segno keynesiano.

(2) E’ in questa cornice, segnata dalla sensazione di scampato pericolo e dalla momentanea stabilizzazione, che il nostro paese si appresta a celebrare le prossime elezioni politiche. Le classi dominanti, malgrado le divisioni nel loro campo politico, ostentano tranquillità — giustificata anche dalla sostanziale pace sociale che ha regnato nell’ultimo periodo. E’ una sicurezza più apparente che reale. L’indignazione verso il regime che ha portato il paese allo sfascio si intreccia in modo inesorabile con le sofferenze sociali senza precedenti causate dalla crisi. Noi riteniamo che la rabbia serpeggiante, che finora (tranne che in sporadiche fiammate) non si è manifestata per le strade e nelle piazze, potrà invece riversarsi nelle urne, premiando anzitutto quelle forze che denunciano le politiche di macelleria sociale e che si oppongono apertamente a Monti, alla sua “Agenda” e, per proprietà transitiva, alle liste che vanno fiere di averlo sostenuto e che proclamano di voler proseguire sulla sua strada. Non si può essere indifferenti di fronte alla possibilità di battere l’asse montiano, sulla cui vittoria puntano tutto i poteri oligarchici sovranazionali e nazionali che hanno commissariato il paese. Questi hanno un vitale bisogno di essere legittimati nelle urne. Noi dobbiamo fare tutto quello che possiamo per impedirlo.

(3) La posta in palio, alle spalle dei truffaldini meccanismi elettorali premiali, è appunto quella di impedire che le due gambe dello schieramento euro-montiano (la lista “scelta civica per l’Italia” e “L’Italia giusta” di Pd e Sel) ottengano assieme la maggioranza dei consensi. Noi riteniamo non solo necessario ma realistico questo risultato —tanto più se consideriamo che la presenza di Sel nel blocco montiano, necessaria allo scopo di ottenere la maggioranza elettorale, potrebbe rivelarsi presto un fattore di tensioni e scompaginamento dello stesso blocco. Sappiamo che le elezioni non sono mai risolutive, che le urne non sono uno strumento adeguato, tantomeno sufficiente, per cambiare radicalmente la società. Tuttavia l’esito di queste elezioni avrà un impatto sicuro sul quadro politico europeo e italiano. Lo avrà anche sul comune sentire del popolo lavoratore. Un conto è se vincono i servi delle tecno-oligarchie europee, un altro se perdono. E se perdono, quello che oggi sembra impensabile diventerà possibile. La rabbia popolare, oggi solo latente riceverà una spinta a manifestarsi, a venire alla luce. I cittadini, oggi prigionieri di una sofferenza che fatica a esprimersi in risposta collettiva, prenderanno coraggio. Se il fronte dei principali nemici perdesse esso non avrebbe vita facile, né sul piano del controllo delle spinte alla ribellione sociale e nemmeno su quello della stabilità istituzionale.

(4) Diverse sono le forze anti-montiane, tra cui anche i rottami del berlusconismo. Non cadiamo nel ricatto della sinistra borghese, che dopo vent’anni di collusione concertativa proprio col berlusconismo, prova ancora ad usare questo spauracchio per ottenere consensi. La sinistra incardinata attorno al PD è per noi un nemico maggiore del blocco berlusconiano. E’ la sinistra che difende l’arma di distruzione di massa dell’euro, che ha approvato il Fiscal Compact e il Mes, che ha posto il pareggio di bilancio in costituzione. E’ la sinistra che ha sacrificato democrazia, diritti sociali e sovranità nazionale al Moloch eurista. Il berlusconismo crepuscolare, che per tenersi a galla, sbraita contro la “dittatura euro-tedesca” dopo averne subito i diktat ed averli fatti pagare a caro prezzo al popolo lavoratore, è un nemico di second’ordine. Quando pensiamo che dalle urne possa venire una spallata alla dittatura eurista e ai suoi proconsoli locali, pensiamo anzitutto ad una forte affermazione del Movimento 5 Stelle, che pur con obiettivi limiti vuole solo farla finita col regime politico oligarchico, ma si oppone alla dittatura eurista, all’inganno dell’europeismo, al Fiscal compact, alle misure di macelleria sociale, e avanza proposte sociali che vanno nella direzione, pur in un quadro di illusioni democraticistiche e giustizialiste, della difesa degli interessi del popolo lavoratore e della sovranità nazionale. 

(5) Esistono poi altre liste minori che sono collocabili nel campo anti-montiano. Tra queste la principale è “Rivoluzione civile” di Ingroia. Questa lista non ci convince. Se non minori sono i suoi pregiudizi democraticistici, decisamente maggiore è il suo carattere di posticcia armata Brancaleone elettoralistica, usata come salvagente dai gruppi dirigenti che in decenni hanno mostrato tutta la loro incoerenza e inaffidabilità. Non è infine escluso (come del resto il dominus di questa alleanza De Magistris non si stanca di ripetere) che Rivoluzione Civile, una volta entrata in Parlamento, decida di fare da ruota di scorta al governo a guida Pd. In fondo a sinistra c’è il Pcl, un partito che antepone la propria coerenza (che gli riconosciamo) e la propria visibilità identitaria ad ogni altra considerazione, tra cui quella che per noi è la fondamentale: la costruzione di un fronte per la sollevazione popolare. Una sollevazione che presto o tardi verrà e che certo potrà anche prendere forme reazionarie se, appunto, le forze rivoluzionarie non sapranno incontrarla e, per incontrarla occorre che esse sappiano promuoverla.

(6) Se la nostra analisi è giusta, se dalle urne verrà una spallata al blocco montiano, se questo non riuscirà, come ci auguriamo, ad avere la forza per dare vita ad un esecutivo forte, il paese entrerà in una nuova fase di fibrillazione politica, di ingovernabilità. Due fattori che, mostrando l’incapacità delle classi dominanti di far venir fuori il paese dal marasma, alimenteranno l’instabilità sociale, la consapevolezza generale che solo l’insorgenza popolare può aprire un varco ad una svolta decisiva. In questo nuovo quadro politico e sociale la necessità di un fronte popolare ampio e antagonista, da consapevolezza di piccole minoranze, diventerà un’esigenza avvertita da masse sempre più ampie, stimolando quel processo di aggregazione che oggi stenta a materializzarsi.

29 commenti:

Anonimo ha detto...

Oggi Grillo ha aperto ai fascisti. Siete in buona compagnia

Anonimo ha detto...

A parlato con tutti anche con i centri sociali ecc ecc.

Palmieri Fabio ha detto...

http://www.youtube.com/watch?v=jeVgiMFE-MA
Il video è quello integrale con causapound, fate attenzione quello di casapound tenta di portarlo ad associare alcune questioni anche al movimento e Grillo è chiaramente a disagio. Più stato, sanità pubblica,contro le multinazionali ecc ma sono argomenti identici che sono anche nell'M.P.L come avere una banca centrale sovrana ecc ecc. dal 13 minuto in poi Grillo dice che se hai queste idee non ti definisce di destra, facendo capire che per lui a poca importanza l'importante è l'obbiettivo comune!!!

Anonimo ha detto...

Aggiungo che quando gli chiedono se lui è antifascista, si vede che traballa e non risponde alla domanda e gli dice che il movimento è "ecumenico". Avrebbe fatto allo stesso modo anche se gli avessero chiesto se era comunista. Onestamente penso che a lui non gli interessi niente delle ideologie. Probabilmente a guardare i "partiti di oggi" siamo già in un era post-idealista!!!

Lorenzo ha detto...

Domanda alla Redazione: voi ritenete che le elezioni nazionali siano esenti da brogli?

Anonimo ha detto...

" voi ritenete che le elezioni nazionali siano esenti da brogli?"
Non appartengo alla Redazione, ma personalmente titengo che NON saranno esenti da brogli come del resto quelle del 1948 e diverse altre. Il potere sa arrangiarsi in molti modi e ringraziamo Dio che non venga messa in atto la solita terapia preventiva di tipo stragistico! Potrebbe essere troppo presto per dirlo!

Anonimo ha detto...

A me piace molto la vignetta con i piragna che si accigono ad aggredire il pescione ingordo. Ecco, se i piragna non sono tutti dello stesso colore, che importanza ha? L'importante é far fuori il pescione ingordo (bello anche il particolare con il pescione che si mangia il pesciolotto che tutto bramoso sta per mangiare il piragnetto) .
Grillo giustissimamente non vuol essere di qualche colore . Ci vuol tanto a capirla che i colori di una volta sono passati di moda? O meglio: sono controproducenti ai fini della caccia al pescione? Lo so che potrebbe essere dura da digerire, ma se il pescione, finito il suo pasto (tener presente che il pescione é insaziabile e vuole mangiare tutti, proprio tutti anche se sono piccoli con poca ciccia, ma insierme fanno una saporita grande ciccia a misura del suo appetito planetario) , si mette in coda al branco dei piragnetti che stanno litigando sparsi in piccoli gruppi divisi a seconda dei colori , come finisce? Guardate che bocca che ha!!
Ah, ecco! E allora ??

la congiura degli eguali ha detto...

condivido quello che scrivete del pcl, ma lo voterò, perchè è fondamentale l'indicazione e la richiesta di una forza comunista rivoluzionaria e di massa, ed è di una forza comunista coerente e conseguente che in italia c'è assoluto bisogno; chiaramente mi auguro che il pcl maturi la necessità del fronte popolare per il socialismo; in bocca al lupo per la vostra assemblea.

Anonimo ha detto...

Che il PCL non si batta per il fronte popolare è una balla grossa come una casa.

la congiura degli eguali ha detto...

ti sei chiesto se la tua risposta ancorchè volgare è anche presuntuosa?; il pcl se non erro considera il frontismo un freno alla lotta anticapitalista, e questo in più di un documento; non si spiega altrimenti il rifiuto del fronte elettorale delle forze anticapitaliste ed anatgoniste.

Anonimo ha detto...

Io credo sia bene rendersi conto che le cosiddette "masse" non hanno né bombe nucleari, né
armi chimihe o bioloiche, né mitragliette da decine di migliaia di colpi al minuto, né cannoni laser né taser, né gas lacrimogeni, né bombe a mano, né cannoni, né pistole, né carri armati, né autoblide, né idranti, né cannoni sonori, né ecc. ec. Tutt'al più possono rabberciare qualche bomba molotof (e poche pure con quel che costa la benzina) e spaccare qualche vetrina! Intendo dire che l'unica arma "letale" (da usarsi per opporsi ad una politica di oppressione e di sfruttamento ignobile e disumano) in possesso delle masse é il loro voto elettorale. E si chiamano masse proprio per la loro numerosità, che in democrazia é quel che conta perché si traduce in forza rappreentativa purché le masse trovino unità di scopi (non di bandiera né di colore). Sognare un'altra rivoluzione d'ottobre é appunto solo sognare. Ma il voto bisogna usarlo, se possibile, per "vincere" le elezioni, non per andare solo a far presenza, meramente verbale, alle Camere per far dire alla gente: "guarda, ce n'e ancora qualcuno di questi umani in via d'estinzione". Per conseguire unità e vincere é necessario lasciare indietro i pregiudizi ideologici e persino le ferite storiche se occorre perché oggi non é ieri ed oggi é un altro giorno, oggi non é ieri, ma se non ci sarà unità nelle masse per loro NON ci sarà domani. Non ci sarà domani!!!
Questo anche a proposito delle critiche a Grillo che rifiuta di farsi verniciare di qualche colore ma bada solo agli obiettivi primari per le masse: continuare a vivere e a vivere in libertà e democraticamente.

Anonimo ha detto...

Per farsi un'idea di quanto in certi ambienti di potere temano la "bomba Grillismo", basta informarsi su tutti i più sofisticati escamotages burocratici e leguleistici messi in azione per togliere di mezzo la sua presenza alle prossime elezioni. Molti nemici molto onore, si diceva una volta temerariamente, ma molti nemici significa pure che il Movimento fa paura ai prevaricatori che ci stanno spingendo nell'abisso purtroppo con la sgomentevole complicità di quelli che avrebbero dovuto salvarci.

Anonimo ha detto...

Evocare ed agitare i fantasmi del passato con il fine di dividere le forze di chi potrebbe, coalizzandosi, conseguire la vittoria, porta acqua abbondante al Mulino Nero della Reazione. il Mulino Nero che macina vite di umani per spremerne il sangue da trasformare in oro.

Anonimo ha detto...

La tattica del "tanto peggio tanto meglio" potrebbe funzionare, ma anche finire in un disastro sociale inimmaginabile per gravità.
Data l'attuale situazione storica mondiale, questa tattica é decisamente rischiosissima per le masse inermi e lasciate in balia delle forze della repressione senza che nessuno possa affiancarsi ad esse con la forza militare così che si potrà arrivare a catastrofiche sofferenze e a repressioni sanguinosissime e spietate. Si é visto come sono finiti gli abbozzi di sollevazione in Spagna e in Grecia. In Africa le "cosidette primavere arabe" hanno avuto successo perché facevano gli interessi dell'imperialismo, non per altro.
Non si sa mai fin dove possa arrivare il "peggio" per la povera gente in attesa del "tanto meglio". Siamo nel 2013, non nel 1919.

Anonimo ha detto...

Già: nel 1919 c'erano forze possenti che volevano la distruzione dello zarismo e avevano lo scopo di lanciare l'internazionalismo connesso ad un esperimento in corpore vili di una specie di Nuovo Ordine Mondiale in nuce e adatto ai tempi. Il benessere dei Tovarisci non era un obiettivo primario, ma un ingrediente sociale dell'esperimento.

lettore/spettatore ha detto...

Ho seguito il dibattito di ieri.
Complimenti per il successo dell'iniziativa, spero oggi vada ancora meglio.
Molti fra gli ospiti, ma anche fra i compagni dell'mpl, mi pare abbiano espresso seri dubbi sul voto a Grillo. Anche Pasquinelli ha detto che forse l'indicazione di voto va messa in forma meno esplicita e più riflessiva/argomentativa.

Desolante l'intervento di Grisolia del pcl, con il solito citazionismo 1851, 1917, quasi imbarazzante...penso che se ci fosse stato Ferrando forse avrebbe saputo emozionarci di più.
Interessante l'intervento del giovane compagno anarchico, ma anche quello di segno opposto del grillino. Penso comunque che darò retta all'anarchico e non voterò.
Bello e semplice i discorso del sindacalista della CUB.
Il più grande oratore è sempre Moreno


Forza compagni!

Anonimo ha detto...

Chi non voterà fa come coloro che si tagliano i cosiddetti. Il Partito degli astensionisti porta acqua al mulino della Repressione la quale, se qualcuno non lo sa ancora, ha in programma di abolire la Libertà perché la considera incompatibile con il NWO. Ma come, osserverà quacuno, se il risveglio delle masse nel 1789 fu innescato dagli illuministi illuminati e illuminanti proprio con la triade Liberté, Egalité, Fraternité?
Eh, già. Vagliela a spiegare!

Anonimo ha detto...

Il PCL ha sempre parlato di fronte unico di lotta e presentazione elettorale autonoma: quest'ultima è una scelta tattica non strategica. Il PCL critica ed ha sempre criticato i fronti comuni con la borghesia c.d. "democratica", che in ultima analisi tendono a subordinare gli interessi storici proletariato ai propri. Effettivamente il nome "fronte popolare" non è quello usato dal PCL, anche perché ricorda episodi poco piacevoli come quello della Rivoluzione Spagnola.

Anonimo ha detto...

L'IDEA DEL VOTO POPOLARE COME UNICA CARMA E' UNA STRONZATA CHE GLI IMBONITORI VECCHI E NUOVI RACCONTANO AL POPOLINO PER PLAGIARLO E ANESTETIZZARE I SUOI PRIMORDIALI ISTINTI. NON HAI LE ARMI, NON HAI I FUCILI? TE LI PROCURI E' FACILISSIMO. I LIBICI CHE HANNO MANDATO AL ROGO IL LORO RAIS ERANO TUTTI ARMATI SECONDO TE?

Lorenzo ha detto...

La tua povera gente è un esercito di fighetti che vuole solo il telefonino, il maglioncino firmato e soprattutto vivere nel menefreghismo più totale di tutto ciò che ha a che fare con la storia, la politica e il pensare con la propria testa.

la congiura degli eguali ha detto...

sono sempre convinto che il pcl sbaglia a voler insistere a presentarsi da solo alle elezioni, e non si è speso per vedere di costituire un fronte popolare per il socialismo, fronte popolare che la borghesia, quella cosidetta democratica e progressista non vedrebbe di buon occhio; è chiaro che nel fronte popolare è fondamenatle la componente comunista unitaria, che lenin sollecita ai comunisti inglesi in stato e rivoluzione; ed anche se siamo nel 2013, ritengo la sollecitazione di lenin ancora valida; il pcl che ha come riferimento lenin e trotsky, dell'indicazione di lenin sul tema elettorale non ne tiene conto; e se non si cerca l'unità dei comunisti, di strada se ne fa poca a tutto danno degli esisti della lotta di classe per il socialismo.

Anonimo ha detto...

C'é del passatismo irriducibile in molte considerazioni e questo modo di pensare e di concepire le strategie mi sembra , con tutto il rispetto perché si tratta di atteggiamenti in buona fede, qualcosa di fossile. Dagli anni Venti la Storia ha camminato accumulando esperienze su esperienze, rivolgimenti, capovolgimenti e stravolgimenti, ristrutturaioni ideologiche, politiche ed economiche, fallimenti imprevisti, disastri e cambiamenti imprevedibili, mutazioni e inversioni di rotta, situazioni del tutto nuove ed altro. Come si fa a citare come esempi da seguire pedissequamente tattiche e strategie di 9O anni or sono e per di più condizionate a contingenze, ambienti ed emergenze particolari e irripetibili ?!

Anonimo ha detto...

Sarà e beato chi ci crede, ma i Libici "ribell" avevano dalla loro la preponderante forza militare della Nato e dell'imperialismo plutocratico internazionale. Furono aizzati non certo per conseguire interessi propri o per migliorare la loro condizione economica che era già buona rispetto ad altre popolazioni islamiche grazie alle vedute quasi socialiste (Jamairya) di Gheddafi e alle risorse petrolifere nazionali , ma per conseguire gli interessi dell'imperialismo che ambiva saccheggiare l'oro di Gheddafi, annientare le ambizioni leaderistiche del Colonnello libico che stava cercando di costituire un'unione africana (povera Africa fatta a pezzi sanguinolenti) che avrebbe dato piuttosto fastidio agli interessi capitalistici in quel continente, mettere le mani sui giacimenti di petrolio, ottenere una preminenza strategica nel Golfo della Sirte in linea con un piano di soggezione imperialistica del Nord Africa e del Mediterraneo dalla Siria a Gibilterra.
Bella "sollevazione popolare"!
Prendere per oro colato le informazioni di Al Jazeera che é una emittente filo imperialistica, é, purtroppo, abbastanza ingenuo. Come ora per la Siria, del resto.
Si sono lasciati golemizzare, semplicemente.

Anonimo ha detto...

Questo in parte corrisponde a verità, purtroppo. Spesso manca ai "fighetti" la consapevolezza del drammatico momento storico attuale e ciò, forse perché molti, sebbene già sfiorati se non addirittutra infognati nelle sabbie mobili dell'inopia e della mancanza di futuro in cui la generalità degli italiani sta sprofondando senza rimedio, trovano, spesso grazie ai foraggiamenti delle famiglie che stanno però dando fondo a ogni riserva accumulata parsimoniosamente e stentatamente negli anni migliori, meno angoscioso affondare il collo nella sabbia e artificosamente stordirsi con le mille attrattive di una cultura fatta apposta per renderli imbelli, pigri mentalmente e politicamente ignoranti e superficiali.

Anonimo ha detto...

Monti, qualche giorno fa, ha affermato il concetto che destra e sinistra sono categorie superate, obsolete . Infatti quale funzione avrebbero con l'avvento del NWO ?
Grillo, che mi sembra non abbia mai accennato all'avvento del NWO come qualcosa di molto auspicabile, stranamente ha parlato anche lui di destra e sinistra come di categorie ormai vuote di significato.
Significa forse che Monti e Grillo hanno gli stessi obiettivi?
A sentirli parlare sembrerebbe di no, tanto più che da parte di Monti la parola libertà non viene citata molto spesso.
Chi sa qualcosa circa quello che potrà essere il NWO sa bene perché.
E allora?
Ricordando sempre che ci sono più cose in cielo e in terra (e in politica!) che non nella corrente filosofia, molti si meravigliano che Grillo abbia parlato di "ecumenismo politico" e si sdegnano "della strizzata d'occhio" a Casapound, un gruppuscolo ideologico che corre per essere di estrema destra (sebbene non proprio come Storm Front) ma che, in sostanza, vorrebbe restituire sovranità ai cittadini Italiani liberandoli dai pesanti condizionamenti stranieri e dal laccio strangolatorio dell'usura internazionale.
Non pare che siano gli stessi obiettivi di Monti il quale, europeista dichiarato ed amico del mondo bancario , ha citato come occasione d'oro la crisi quale evento felice per far sì che gli stati membri rinuncino (sebbene obtorto collo) a parte della propria sovranità (come ne avessero ancora tanta !).
Perciò Monti e Grillo, pur ritenendo entrambi superate le categorie di destra e di sinistra, non sono uguali ideologicamente e politicamente.
Grillo ha detto semplicemente che, se gli obiettivi coincidono, non v'è motivo plausibile per non unire al momento del voto o in altre occasioni opportune, le comuni forze. Pecunia non olet, si dice. In politica. Sommare le energie per raggiugere uno scopo comune é sempre stata nella storia una prassi accorta da parte di chi fa politica con l'intento di vincere. Machiavelli docet . L'importante é comportarsi senza prevaricazioni sleali e osservando gli accordi stabiliti.
Docet pure Ingroia che ha aperto disinvoltamente alla sinistra radicale con l'obiettivo comune di combattere la mafia e il malaffare in politica.
Personalmente, vedrei pragmaticamente positivo addirittura un asse Grillo-Ingroia.
Ma come?!! Sinistra radicale e CasaPound nella stessa trincea?
E perché no, se serve a salvare il Paese e la maggior parte dei suoi tartassatissimi e sventurati abitanti dal catastrofico disastro incombente ed imminente? Sempre tutti "paesani" sono.
Intanto fermiamo la tigre assetata del nostro sangue. Poi discuteremo fra noi, se possibile, pacificamente: da compaesani.

Anonimo ha detto...

@la congiura degli eguali
Sono convinto anche io che sbagli a presentarsi da solo (seppure posso capire che ciò sia dovuto anche ai tradimenti continui delle sinistre "istituzionalizzate"), quello che volevo precisare è che si tratta di una tattica (discutibile) e non di un loro dogma strategico. Saluti comunisti! Speriamo di vincere in un modo o nell'altro, ma per vincere bisognerà OSARE quando le condizioni oggettive ed alcune di quelle soggettive lo consentiranno!

@Anonimo
Certamente il mondo nel frattempo è cambiato e non poco. Tuttavia non si può negare che le basi fondamentali dell'economia e dunque della politica siano le stesse, nella loro essenza. E' da questa verità che si costruisce la strategia, poi c'è la tattica che certo è altra cosa anche se chiaramente non può essere indipendente dalla strategia.
Sono convinto che se vogliamo agire sul presente per cambiare il futuro dobbiamo studiare anche il passato. Dobbiamo diffidare dal dogmatismo, ma anche il "nuovismo" tout-court va evitato.

Lorenzo ha detto...

E allora vedi che non è né un caso né un male che questa feccia sia visitata da un disastro di inimmaginabile gravità.

SOLLEVAZIONE ha detto...

Ci scusiamo coi lettori e con coloro che commentano se non abbiamo potuto dire la nostra. Eravamo tutti a Chianciano Terme e non c'è stato il tempo per aggiornare e curare il blog. Eccoci qui, di nuovo. Primo compito: un resoconto della II. Assemblea Mpl.

Anonimo ha detto...

Questo commento dell'Anonimo del 14 gen O,33 - mi sembra sensato e prudente; soprattutto quando esorta a diffidare del dogmatismo che sempre porta a reazioni stereotipe, quindi previste e perciò facilmente dominabili e contrastabili , le quali non terrebbero troppo conto delle circostanze storico-politiche del momento. Ragionando per assurdo, ma forse non proprio tanto, e tenendo presente il concetto montiano che le crisi sono utili e necessarie per snervare e sgretolare le velleità sovranitarie degli stati nazionali, viene da pensare che l'attuale massiccia azione della finanza internazionale contro le economie degli stati appartenenti alla zona euro, unitamente alla ferrea gabbia "inscardinabile" e constrictoria dei trattati U.E, possa avere l'intento di esasperare le condizioni esistenziali delle popolazioni fino al punto da portarle a rivoltarsi contro i valori culturali cosiddetti etnici per spianare la strada ad un assetto simile a quello del regime bolscevico in Russia (particolarmente a quello della fase trotzkista) nel quale, non si può non ammetterlo insieme ai revisionisti Kruscioviani e Gorbacioviani ( revisionisti specificatamente anti stalinisti e quindi, in un certo senso, trotzkisti, criticati fermamente dalla Cina maoista) per obiettività storica, ogni tendenza deviante rispetto al dogmatismo di sistema era passibile di condanna capitale (come é noto avvennero massicce epurazioni cekiste trotzkiste e massicce epurazioni e purghe anticekiste staliniste). Il che, lapalissianamente, significava assenza di ogni libertà per le masse non elitarie mantenute però in condizioni di vita passabili perché funzionali al sistema.
Per un regime imperialistico come il ventilato Nuovo Ordine Mondiale propugnato dalle forze plutocratiche internazionali e che prevede l'abolizione delle libertà democratiche, questa sarebbe una condizione non solo favorevolmente ideale ma pure irrinunciabile. Il N.W.O. non avrà assolutamente niente che possa ricordare "una dittatura del proletariato", sia ben chiaro, perché il suo scopo è quello di "restaurare il mondo" e non certo nel senso immaginato dalle masse proletarie (si baserà molto sul "depopolamento").Teniamo sempre attentamente presente, comunque , che la cosiddetta "sinistra" (forse si potrebbe definire "di stampo brezneviano") la quale aveva qualche sfumatura nazionalistica nel perseguire un ruolo dell'URSS come grande potenza patrona delle "sinistre" in tutto il mondo ed anche, in certe occasioni, pure antimperialista secondo il significato che oggi si tende a dare a questo termine) fu ritenuta eretica e scomunicata ufficialmente nel 1988. Da questa data fatidica che ufficializzò la fine del regime cosiddetto del "socialismo reale" in URSS, cominciò la crisi ideologica ed organizzativa che ancora affligge le formazioni politiche "di sinistra" esistenti sempre più frammentate nell'occidente cosiddetto "democratico".

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