Cosa ci dice la giornata del 14 novembre
di Campo Antimperialista*
Torneremo sul significato della giornata del 14. Intanto pubblichiamo queste brevi riflessioni che condividiamo. Lasciateci togliere un sassolino dalla scarpa. Ricordate la nostra critica a come venne impostata la manifestazione del 27 ottobre? Ricordate quando criticammo la deliberata decisione di farne una manifestazione rituale? Ci si rispose che nel paese non c'era alcuna rabbia esplosiva montante. Il problema è forse che chi rappresenta le vecchie figure del mondo del lavoro è impedito a sintonizzarsi coi sentimenti del nuovo proletariato precario.
«Nella mobilitazione contro le politiche imposte dall'Europa, l'Italia è stata finora buon ultima tra i paesi mediterranei massacrati dagli eurocrati di Bruxelles e Francoforte. L'onda lunga di un trentennio di letargia non si è ancora spenta, ma siamo sempre stati fiduciosi sul risveglio. Le manifestazioni di oggi, in tante città del Paese, sono decisamente un buon segnale, anzi un ottimo segnale.
«Nella mobilitazione contro le politiche imposte dall'Europa, l'Italia è stata finora buon ultima tra i paesi mediterranei massacrati dagli eurocrati di Bruxelles e Francoforte. L'onda lunga di un trentennio di letargia non si è ancora spenta, ma siamo sempre stati fiduciosi sul risveglio. Le manifestazioni di oggi, in tante città del Paese, sono decisamente un buon segnale, anzi un ottimo segnale.
Condividiamo in pieno il giudizio espresso da Giorgi Cremaschi a nome del Comitato No Debito: «Abbiam vissuto una mobilitazione enorme di fronte alla quale è inaccettabile la Roma blindata e il blocco degli accessi al Parlamento, davanti al quale si deve essere liberi di manifestare. Esprimiamo solidarietà agli studenti e a tutti i manifestanti di questa grande giornata di lotta e condanna delle cariche della polizia che confermano che il governo Monti usa la repressione contro la protesta sociale, come tutti i governi europei sottoposti alla dittatura delle banche e della finanza».
Il fatto che i giovani rientrino in campo ha un'importanza decisiva. Certo, non possiamo ora sapere quanto saprà svilupparsi questo movimento, ma il potere - e in particolare il governo messo lì dai signori della finanza - ha colto immediatamente le sue potenzialità. Per questo sono arrivate puntuali le cariche e le manganellate.
La lotta contro la macelleria sociale in corso non sarà una passeggiata, quella per rovesciare una politica che vuol scaricare la crisi sul popolo lavoratore non sarà un pranzo di gala. Un potere incapace di prospettare un qualsiasi futuro per le nuove generazioni, che non sia la precarietà a vita, per giunta da accettarsi senza protestare e, come ha detto senza pudore l'odiosa Fornero, senza essere «choosy». E' questo potere che ha deciso scientemente di rispondere da subito con la repressione.
Le immagini della giornata, specie le manganellate tanto al volto che alle spalle della manifestazione di Roma, hanno mostrato con chiarezza quali ordini avesse la polizia della signora Cancellieri. Ma anche di fronte a queste immagini, i dirigenti del centrosinistra (si chiama ancora così?), hanno dimostrato di avere ormai perso il senso del ridicolo. Per Bersani «la violenza» - ovviamente quella dei manifestanti, che di quella della polizia non si parla - «oscura i motivi della protesta». Già, e se non li avesse «oscurati», lui cosa avrebbe fatto, avrebbe tolto l'appoggio al governo contro il quale manifestavano i giovani? Ma per favore! Che almeno se ne stessero zitti. E invece no, a partire dal ciarlatano pugliese che lo fiancheggia alle primarie: «la violenza» - inutile dirlo, sempre e solo quella degli studenti - «opacizza una giornata straordinaria». Ah, come sarebbero straordinarie certe giornate se al posto del conflitto vi fossero solo le ciance di Vendola...
Le immagini della giornata, specie le manganellate tanto al volto che alle spalle della manifestazione di Roma, hanno mostrato con chiarezza quali ordini avesse la polizia della signora Cancellieri. Ma anche di fronte a queste immagini, i dirigenti del centrosinistra (si chiama ancora così?), hanno dimostrato di avere ormai perso il senso del ridicolo. Per Bersani «la violenza» - ovviamente quella dei manifestanti, che di quella della polizia non si parla - «oscura i motivi della protesta». Già, e se non li avesse «oscurati», lui cosa avrebbe fatto, avrebbe tolto l'appoggio al governo contro il quale manifestavano i giovani? Ma per favore! Che almeno se ne stessero zitti. E invece no, a partire dal ciarlatano pugliese che lo fiancheggia alle primarie: «la violenza» - inutile dirlo, sempre e solo quella degli studenti - «opacizza una giornata straordinaria». Ah, come sarebbero straordinarie certe giornate se al posto del conflitto vi fossero solo le ciance di Vendola...
Ma torniamo alle cose serie. Questo 14 novembre ci dice almeno tre cose. La prima è che forse la morta gora sta per finire. La seconda è che i giovani saranno i protagonisti di questo risveglio. La terza è che, se il potere politico userà come sempre tutte le armi in suo possesso, adesso sarà proprio la carta della repressione la prima ad essere giocata.
Naturalmente siamo solo agli inizi. Vedremo ora se le mobilitazioni si svilupperanno in maniera lineare, o seguiranno piuttosto un altalenante andamento carsico. In ogni caso non crediamo che si tratti di un fuoco di paglia. Bisogna dunque stare con questo movimento, non solo perché mosso da giuste rivendicazioni, non solo perché espressione di un malessere sociale sempre più profondo, ma perché solo con le energie delle nuove generazioni sarà possibile guardare con realismo alla prospettiva della sollevazione. Queste energie saranno decisive, non soltanto per un fatto biologico, ma anche perché solo chi non si sente psicologicamente «sconfitto» (come nel caso del grosso della generazione post-sessantottina) può credere davvero alla vittoria!.
Naturalmente siamo solo agli inizi. Vedremo ora se le mobilitazioni si svilupperanno in maniera lineare, o seguiranno piuttosto un altalenante andamento carsico. In ogni caso non crediamo che si tratti di un fuoco di paglia. Bisogna dunque stare con questo movimento, non solo perché mosso da giuste rivendicazioni, non solo perché espressione di un malessere sociale sempre più profondo, ma perché solo con le energie delle nuove generazioni sarà possibile guardare con realismo alla prospettiva della sollevazione. Queste energie saranno decisive, non soltanto per un fatto biologico, ma anche perché solo chi non si sente psicologicamente «sconfitto» (come nel caso del grosso della generazione post-sessantottina) può credere davvero alla vittoria!.
8 commenti:
Ho goduto quando avete scritto del sassolino nella scarpa, nei confronti di chi, il 27 ottobre, non ha tentato minimamente di portare tanta rabbia in piazza. Infatti nella manifestazione cittadina di Roma (una delle 70 SETTANTA previste) c'erano tante persone quante il 27 alla chiamata "nazionale" del No Debito. Un motivo ci sarà.
Anche voi però dovete fare autocritica. Questo è il primo messaggio che pubblicato sul 14N, non avete previsto prima cosa sarebbe successo, non eravate in piazza (lo si vede da piccole discrepanze dove vi fidate di quanto detto dai media mentre le cose sono andate diversamente) e non l'avete affatto lanciata la giornata sul blog con giorni di anticipo come invece avevate fato il 15 ottobre 2011, il 27 ottobre 2012 e nelle iniziative propriamente "vostre".
Anche voi non avevate capito cosa stava succedendo?
Nessuno è perfetto.
In questa fase non ci sono delle forze autorizzate a mettere la bandierina sulle proposte e le proteste giuste del movimento.
Anonimo TRE
I Giovani rappresentano il futuro, sono la speranza di tutto un Popolo. E sono dotati di un intuito che nei meno giovani si va ottundendo. Evviva dunque i nostri Ragazzi, ma guai a lasciarli soli perchè essi contano su chi ha maggior esperienza di loro, non tuttavia per essere comandati, ma per essere assistiti nelle loro rivendicazioni nei modi che le circostanze esigono. Coloro che soprattutto non dovrebbero lasciarli allo sbaraglio sono comunque quei politici che capiscono come per coloro che coraggiosamente hanno affrontato e sapranno ancora affrontare sulle piazze di tutta Europa i rischi della repressione, ogni strada si va chiudendo ed ogni entusiasmo sta per essere conculcato e spento a causa dell'invasività esiziale del N.W.O. che minaccia la libertà e l'esistenza stessa dell' Umanità.
Anonimo Geremia
E probabilmente é bene che ci si astenga dal pretendere di categorizzare questo evento con bandierine specifiche perchè una bandierina segna sempre una divisione, mentre ciò che necessita incontestabilmente nella drammatica, anzi tragica, situazione in cui si sta sprofondando, é l'UNIONE, conferita e resa irrinunciabile, del resto, dai gravi pericoli incombenti sulla Gioventù nostra.
finalmente una analisi da condividere in toto, perchè bisogna stare per comunanza di ideali con le nuove generazioni sulle cui spalle ed intelligenze sta la prospettiva della sollevazione popolare; i rottami post sessantottini se ne stessero zitti e buoni e apprendessero dai giovani e dagli operai in lotta in tutta italia come si fa davvero la lotta di classe: con i fatti e non con le teorie scritte e parlate.
A Roma le abbiamo solo prese. Questo è il punto. Sarà un successo mediatico, ma non un successo reale. I disobbedienti col loro gioco a chi spinge di più con gli scudo-libri hanno fatto massacrare e identificare 150 ragazzini.
In piazza o ci si va organizzati o tanto vale fare i pacifisti. Queste vie di mezzo che servono solo a finire nei tg, ma che allontanano la gente dal movimento non le sopporto
Le manifestazioni di questi giorni indicano una cosa chiara. Il 27 ottobre c'è stato un corteo organizzato da luglio con le solite modalità stantie. Un gruppo di promotori (in questo caso il Comitato No Debito) invita la solita tenda di generali senza eserci e proclama una manifestazione per 4 mesi dopo.
La settimana dopo il 27 c'è stata una assemblea con gli stendi, i professori e i genitori di 47 scuole romane, ha proclamato un corteo per il sabato successivo e ha portato in piazza 50 mila persone, assediando il ministero.
Il mercoledì dopo è successo quello che è successo e di cui si parla in questo post.
Allora che ci facciamo ancora con le strutture, le sigle, i partitini, che hanno bisogno di 4 mesi per portare in piazza con una chiamata nazionale tante persone quante ne sono state portate in 10 giorni, spontaneamente, dalla sola Roma?
Perché non lavoriamo sul serio per la SOLLEVAZIONE e non per il fronte dei leader mufficiati?
Perché invece che alle riunioni del comitato no debito non venite alle assemblee a lettere?
Posta un commento