Rifare la Sicilia! Rifare l'Italia!
sulla scia di Avola: 2 dicembre 1968
di Movimento dei Forconi
«Da tanto tempo ormai la Sicilia non fa parlare di se. Noi, nonostante tutto e tutti, abbiamo intenzione di scrivere una piccola pagina di storia. Giorno 20 a Palermo gli imbonitori da 20-30.000 euro al mese capiranno che sta per scoccare la scintilla di cui parla Bersani. Potete preparare l’esercito di poliziotti anti sommossa.
Non servirà, noi non ci scontreremo con gente come noi. Il nostro obiettivo siete voi non i poliziotti. Non siamo violenti, non lo siamo mai stati con nessuno ma abbiamo piene le tasche della “politica” che oggi sta guidando questo paese, abbiamo piene le tasche dei sindacati che fingono di difenderci, abbiamo piene le tasche del sistema. Vogliamo farlo saltare e lo faremo non rivendicando tutto quello che ci promettete di volta in volta da anni, ma lo faremo rivendicando quella che per voi è diventata solo motivo di insofferenza: vogliamo giustizia sociale, vogliamo la redistribuzione dei redditi, non può avere futuro una società con queste disparità e con queste storture. Noi siamo quelli che una volta si chiamavano contadini, oggi si chiamano imprenditori agricoli ma dei contadini di una volta abbiamo perso l’allegria, la soddisfazione, la serenità.
In nome della globalizzazione siamo tutti depressi, tristi, abbiamo perso il piacere di fare il mestiere più bello del mondo, il piacere di stare a contatto col sole con la natura, con le piante che trattavamo come figli. Ci avete distrutto psicologicamente, economicamente e sopratutto avete dilapidato un capitale inestimabile: volevamo trasferire la nostra professionalità ai nostri figli ed invece saremo costretti a riempirgli ancora una volta quella valigia di cartone ed a salutarli.
Il 2 dicembre 1968 è una data che a molti non dice nulla, ma è rimasta alla storia per i i fatti di Avola. Il 20 settembre 2011 probabilmente non rimarra’ alla storia ma noi faremo di tutto perche’ questo accada. Abbiamo chiesto al Presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana due giorni di sessione straordinaria per scrivere nero su bianco di attività produttive. E dovranno farlo loro. Noi abbiamo qualcos’altro di cui parlare. Vogliamo mettere sul tavolo tutta quella montagna di denaro pubblico che viene lanciato dalla finestra ogni anno per lo sperperio e per il mantenimento di illustrissimi carrozzoni con tanto di presidenti, di consigli di amministrazione, di centri di ricerca sul latte sul grano sul vino, per il mantenimento di tutti gli enti scandalosi per la loro inutilità, per gli uffici pubblici come SOAT, ESA, Condotte Agrarie, Associazione Allevatori e poi ancora i mega stipendi dei dirigenti, ed ancora, e non puo’ mancare come esempio, le mega pensioni, i mega benefici ed i mega stipendi di voi deputati.
Chi vuole fare politica lo faccia per passione, Pantalone è a secco. Perchè i sindaci che lamentano i tagli del governo non parlano degli sprechi di cui anche loro occupano pagine importanti?Che c’entra tutto questo con gli agricoltori con i loro problemi di tutti i giorni? Forse nulla in un sistema normale ma questo non è affatto un sistema normale. Questo è ormai diventata una macchina mangia soldi che inghiotte voracemente e che non ha piu’ nulla di razionale.La bilancia simbolo di una giustizia che non esiste più, si è rotta, pende solo da una parte. Certo è difficile che le associazioni di categoria, Coldiretti, CIA, Confagricoltura, Confartigianato, Confcommercio e tutte quelle sigle che fanno parte del sistema in stretta collaborazione con la politica, possano affrontare un discorso di tagli agli sprechi perchè loro stessi sono diventati parte del problema, parte importante del nostro problema.
E’ l’impostazione che è sbagliata,non si può parlare un giorno di cambiali agrarie, un giorno di agrumi, un altro di ortofrutta e corriamo dietro ai problemi in funzione del problema del momento.Una strategia che ci ha portati al tracollo e vediamo che si insiste.Non si puo’ parlare di lavoro nero senza chiedersi come mai nonostante il lavoro nero sempre piu’ imprese falliscono giorno dopo giorno.Qui c’è da resettare il sistema e rifarlo. Difficile? Si,senza le vittime si, ma se le vittime volessero dare sfogo alla pancia e vomitare tutto il malcontento diventa piu’ facile. Il “Movimento dei Forconi” nasce per questo, per svegliare la Sicilia, per dare voce a chi fuori dal sistema si è stancato di questi imbonitori spesso ignoranti, spesso fannulloni, autoreferenziali che dal sistema elettorale tutt’altro che democratico hanno saputo lucrare e beneficiare. Le 150.000 partite Iva del mondo agricolo, quel milione di espropiati dalla Serit, i tartassati dell’Agenzia delle Entrate, dall’ufficio IVA, dall’ INPS, hanno smesso di sopportare, ma non riescono ad organizzarsi, a fare fronte comune, a trovare nessuno che li ascolti e che non li raggiri.
Noi li aspettiamo tutti a Palermo perchè non vogliamo delegare nessuno, vogliamo che loro stessi siano attori di questa pagina di storia che vogliamo scrivere. Deve iniziare la Guerra al Sistema. Non siamo in Russia o in Argentina, dove campeggiano straricchi e morti di fame effetto di una storia recente, questa è e deve rimanere l’ Italia che abbiamo conosciuto, l’Italia dei momenti migliori.
Vengano fuori le persone serie, escano gli intellettuali che non vogliono vendersi, diano un sussulto gli imprenditori stanchi delle vessazioni che li circondano, vengano allo scoperto tutti quelli che hanno intenzione di rifare la Sicilia e l’Italia. Difficile credere in un movimento di lotta contadina che si vuole chiamare “Movimento dei Forconi”, come si fa da affidarsi ad una sigla così, difficile credere, in una terra come la nostra, che non ci sia qualcosa sotto, che dietro non ci sia qualcuno a finanziare, impossibile addirittura credere che sia arrivato il momento opportuno per una rivoluzione democratica. A questa legittimissima diffidenza condita con lo scetticismo di sempre, a tutti quelli che vogliono pensare male, e come diceva qualcuno non sempre si fa male, noi vogliamo rispondere come abbiamo risposto un pò dapertutto in giro per la Sicilia: c’è solo una cosa che al mondo non si puo’ fermare ed è il tempo ed è vero che il tempo è sempre stato un galantuomo. Lo sarà ancora una volta e dirà ai siciliani che noi non stiamo bluffando».
Bozza di Manifesto del M.P.L. in vista dell'assemblea del 4-5 febbraio
Non servirà, noi non ci scontreremo con gente come noi. Il nostro obiettivo siete voi non i poliziotti. Non siamo violenti, non lo siamo mai stati con nessuno ma abbiamo piene le tasche della “politica” che oggi sta guidando questo paese, abbiamo piene le tasche dei sindacati che fingono di difenderci, abbiamo piene le tasche del sistema. Vogliamo farlo saltare e lo faremo non rivendicando tutto quello che ci promettete di volta in volta da anni, ma lo faremo rivendicando quella che per voi è diventata solo motivo di insofferenza: vogliamo giustizia sociale, vogliamo la redistribuzione dei redditi, non può avere futuro una società con queste disparità e con queste storture. Noi siamo quelli che una volta si chiamavano contadini, oggi si chiamano imprenditori agricoli ma dei contadini di una volta abbiamo perso l’allegria, la soddisfazione, la serenità.
In nome della globalizzazione siamo tutti depressi, tristi, abbiamo perso il piacere di fare il mestiere più bello del mondo, il piacere di stare a contatto col sole con la natura, con le piante che trattavamo come figli. Ci avete distrutto psicologicamente, economicamente e sopratutto avete dilapidato un capitale inestimabile: volevamo trasferire la nostra professionalità ai nostri figli ed invece saremo costretti a riempirgli ancora una volta quella valigia di cartone ed a salutarli.
Il 2 dicembre 1968 è una data che a molti non dice nulla, ma è rimasta alla storia per i i fatti di Avola. Il 20 settembre 2011 probabilmente non rimarra’ alla storia ma noi faremo di tutto perche’ questo accada. Abbiamo chiesto al Presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana due giorni di sessione straordinaria per scrivere nero su bianco di attività produttive. E dovranno farlo loro. Noi abbiamo qualcos’altro di cui parlare. Vogliamo mettere sul tavolo tutta quella montagna di denaro pubblico che viene lanciato dalla finestra ogni anno per lo sperperio e per il mantenimento di illustrissimi carrozzoni con tanto di presidenti, di consigli di amministrazione, di centri di ricerca sul latte sul grano sul vino, per il mantenimento di tutti gli enti scandalosi per la loro inutilità, per gli uffici pubblici come SOAT, ESA, Condotte Agrarie, Associazione Allevatori e poi ancora i mega stipendi dei dirigenti, ed ancora, e non puo’ mancare come esempio, le mega pensioni, i mega benefici ed i mega stipendi di voi deputati.
Chi vuole fare politica lo faccia per passione, Pantalone è a secco. Perchè i sindaci che lamentano i tagli del governo non parlano degli sprechi di cui anche loro occupano pagine importanti?Che c’entra tutto questo con gli agricoltori con i loro problemi di tutti i giorni? Forse nulla in un sistema normale ma questo non è affatto un sistema normale. Questo è ormai diventata una macchina mangia soldi che inghiotte voracemente e che non ha piu’ nulla di razionale.La bilancia simbolo di una giustizia che non esiste più, si è rotta, pende solo da una parte. Certo è difficile che le associazioni di categoria, Coldiretti, CIA, Confagricoltura, Confartigianato, Confcommercio e tutte quelle sigle che fanno parte del sistema in stretta collaborazione con la politica, possano affrontare un discorso di tagli agli sprechi perchè loro stessi sono diventati parte del problema, parte importante del nostro problema.
E’ l’impostazione che è sbagliata,non si può parlare un giorno di cambiali agrarie, un giorno di agrumi, un altro di ortofrutta e corriamo dietro ai problemi in funzione del problema del momento.Una strategia che ci ha portati al tracollo e vediamo che si insiste.Non si puo’ parlare di lavoro nero senza chiedersi come mai nonostante il lavoro nero sempre piu’ imprese falliscono giorno dopo giorno.Qui c’è da resettare il sistema e rifarlo. Difficile? Si,senza le vittime si, ma se le vittime volessero dare sfogo alla pancia e vomitare tutto il malcontento diventa piu’ facile. Il “Movimento dei Forconi” nasce per questo, per svegliare la Sicilia, per dare voce a chi fuori dal sistema si è stancato di questi imbonitori spesso ignoranti, spesso fannulloni, autoreferenziali che dal sistema elettorale tutt’altro che democratico hanno saputo lucrare e beneficiare. Le 150.000 partite Iva del mondo agricolo, quel milione di espropiati dalla Serit, i tartassati dell’Agenzia delle Entrate, dall’ufficio IVA, dall’ INPS, hanno smesso di sopportare, ma non riescono ad organizzarsi, a fare fronte comune, a trovare nessuno che li ascolti e che non li raggiri.
Noi li aspettiamo tutti a Palermo perchè non vogliamo delegare nessuno, vogliamo che loro stessi siano attori di questa pagina di storia che vogliamo scrivere. Deve iniziare la Guerra al Sistema. Non siamo in Russia o in Argentina, dove campeggiano straricchi e morti di fame effetto di una storia recente, questa è e deve rimanere l’ Italia che abbiamo conosciuto, l’Italia dei momenti migliori.
Vengano fuori le persone serie, escano gli intellettuali che non vogliono vendersi, diano un sussulto gli imprenditori stanchi delle vessazioni che li circondano, vengano allo scoperto tutti quelli che hanno intenzione di rifare la Sicilia e l’Italia. Difficile credere in un movimento di lotta contadina che si vuole chiamare “Movimento dei Forconi”, come si fa da affidarsi ad una sigla così, difficile credere, in una terra come la nostra, che non ci sia qualcosa sotto, che dietro non ci sia qualcuno a finanziare, impossibile addirittura credere che sia arrivato il momento opportuno per una rivoluzione democratica. A questa legittimissima diffidenza condita con lo scetticismo di sempre, a tutti quelli che vogliono pensare male, e come diceva qualcuno non sempre si fa male, noi vogliamo rispondere come abbiamo risposto un pò dapertutto in giro per la Sicilia: c’è solo una cosa che al mondo non si puo’ fermare ed è il tempo ed è vero che il tempo è sempre stato un galantuomo. Lo sarà ancora una volta e dirà ai siciliani che noi non stiamo bluffando».
Bozza di Manifesto del M.P.L. in vista dell'assemblea del 4-5 febbraio
5 commenti:
Notizia di ieri e' l'estenzione dei blocchi in tutta italia. La gran parte dei commenti sono di condanna. il rischio e' che a livello nazionale non avvenga la saldatura popolare che c'e' stata in sicilia e la protesta appaia isolata alla "lobby" dei camionisti.
Al contrario bisogna ricordare che la benzina e' cara non solo per i camionisti ma anche per tutti gli altri.
Propongo di organizzare dei blocchi di cittadini indignati, anche contro le organizzazioni dei consumatori che sono fra i piu' rigidi a condannare, con pochi obbiettivi base:
la benzina e' alta a causa delle tasse del governo e della speculazione dei petrolieri:
le tasse vengono imposte per depredare gli automobilisti e soddisfare la fornace vorace del debito pubblico e della finanza internazionale;
CANCELLARE IL DEBITO, NAZIONALIZZARE LE INDUSTRIE ENERGETICHE, TAGLIARE LE TASSE SUL CARBURANTE PER TUTTI
ci state? dove ci vediamo? apriamo una pagina su fb? organizziamo blocchi di cittadini (non solo camionisti ma anche e soprattutto proletari) contro il caro benzina in questo fine settimana!
certo che siamo daccordo. Occorre forse ancora un po' di tempo, tuttavia, per lanciarci all'attacco. Siamo troppo poco organizzati, occorre unire le forze, e anche avere una visione d'insieme, delle alleanze. Altrimenti l'avversario avrà facile gioco a isolare i primi distaccamenti di coraggiosi.... come forse sai noi abbiamo la nostra Assemblea il 4-5 febbraio, lì decideremo nel concreto il da farsi.
Mi sembra una risposta un po' opportunista, non penso che i blocchi contuerranno fino al 4 febbraio, anche se me lo auguro.
Io sono per una risposta gia' domani!
mi domando se non abbia ragione costanzo preve , quando afferma senza peli sulla lingua che la classe operaia non è rivoluzionaria; ed infatti mi chiedo dove stanno gli operai che hanno coscienza di se?; possibile che nessuno operaio capisca che è necessario spendersi per realizzare nel concreto la egemonia gramsciana?; il primo numero de "l'unità" fondata da gramsci, sotto la testata averva scritto:il giornale degli operai e dei contadini; appunto un indicazione agli operai per l'egemonia culturale e politica di classe; oggi invece tanti operai si lamentano che i blocchi stradali impediscono loro di entrare in fabbrica, dove dovranno produrre per il profitto di lor signori e dei servi targati marchionne; poi ci sono gli intellettuali rivoluzionari di professione che non si fidano dei forconi, perchè temono l'egemonia delle corporazioni che traghetterebbe il movimento nelle braccia della reazione; quindi aspettano questi illuminati rivoluzionari che il movimento si trasformi da movimento di plebaglia forcone in movimento rivoluzionario per la prospettiva anticapitalista; dopo di che interverranno loro ad indicare la rotta per il potere proletario; intanto per adesso sono diffidenti e stanno a guardare per non contaminarsi con le frange corporative e reazionarie che senza dubbio in fasi di ribellione come questa ci sono sempre stati; ma non si rendono conto i rivoluzionari illuminati che per un egemonia gramsciana occorre stare con i forconi per capirne le sofferenze che li hanno spinti alla insurgenza contro il palazzo che è appestato di antidemocrazia, da destra a sinistra; non a caso bersani ha dichiarato che il pd sosterrà l'affamatore del popolo, mario monti, senza se e senza ma.
Classe un sè e classe in sè per sè.
Questa la differenza difficile da capire.
La classe in sè esiste indipendentemente dai rivoluzionari è merce forza-lavoro.
In sè e per sè quando diventa rivoluzionaria e vuole distruggere il capitalismo. E non è questa la situazione anzi siamo indietro ieri l'operaio diceva" meglio piuttosto che niente", oggi convive con l'ansia di pagare il mutuo.
Fino a quando?
Quando dirà BASTA, questo limite non si passa?
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