Il diavolo fa le pentole ma non i coperchi
di Piemme
Sul suo Blog Beppe Grillo, proprio ieri, ha pubblicato un post al vetriolo dal titolo Scatenate l'inferno. Se la prende coi media, giustamente, per l'oscuramento deliberato a cui sottongono il Movimento 5 stelle. In preda al raptus, sparando nel mucchio, ha finito per sparare a se stesso.
Nemmeno tanto surrettiziamente se la prende con i promotori della manifestazione del 15 ottobre, accusati di essere finti indignati, ovvero manovrati dalla solita casta politica. Esiste un rischio che la manifestazione del 15 sia utilizzata come massa di manovra da pezzi del centro-sinistra per meschini giochi elettorali e di potere? Certo che esiste (e questo blog l'ha segnalato), non si evita certo non scendendo in piazza, standosene a casa. Lo si evita, al contrario, partecipando massicciamente e riempiendo la manifestazione di radicalità, di contenuti anzitutto, poi di forme di contestazione.
L'invito di Grillo a voltare le spalle alla manifestazione (come se ci fosse da parte dei promotori un delitto di lesa maestà nei confronti del Movimento 5 stelle), che va crescendo giorno dopo giorno e che scavalcherà i vari ceti politici e le varie parrocchie, è una colossale cazzata. E che è una cazzata non lo vedremo solo in piazza, dove spero i "grillini" saranno molti, lo si vede anche dai commenti al suo post. Questo ci pare particolarmente significativo:
«Di un'altra cosa sono sicura...
che la divisione non ci aiuterà.
A Roma io ci sarò,
lo faccio per un problema di COSCIENZA mio,
perchè non ne posso più
e perchè voglio dare una mano ai giovani che saranno là.
Chi l'organizza non mi interessa,
popolo viola, blu, partiti, partitini, movimenti e quant'altro...
non me ne può fregare di meno.
Io vado giù.
Punto e basta.
Sarò nelle piazze, vedrò di far valere
la mia dignità di cittadina
e se al mio fianco mi troverò
un compagno di Rifondazione,
o un ragazzo dei centri sociali,
o uno di un movimento ...
... lo guarderò con lo sguardo
di quella che vicino
HA UNA PERSONA
e non un simbolo.
Non ho più voglia di prenderla in quel posto,
la politica ci sta annullando,
e se non capisco che cercano in tutti i modi di dividerci....
non arriverò mai a vedere
cambiare le cose.
Con tutto il rispetto Beppe,
ma è ora (come dici sempre tu)
di alzare il culo dalle sedie
e di riprenderci l'Italia». [Sara Paglini, 13 ottobre]
Sintomatico di come pulsa il cuore di tanti nel Movimento 5 stelle, che in piazza ci verranno, perché si rendono conto che il 15 può dare una spinta forte alla sollevazione popolare diretta. Proprio qui sta il punto: Grillo a questa sollevazione popolare non ci crede, e pensa di procedere, non solo in splendida solitudine (equiparando, haimé, i ceti politici ai movimenti), pensa che si possa cambiare lo stato di cose esistente, per mezzo di internet e/0 portando voti al "suo" movimento. Si sbaglia di brutto! Internet e liste elettorali sono semmai due mezzi, che da soli, senza rivolta popolare, a nulla porteranno.
Evidentemente a Grillo sfuggono due cose. La prima è grave, la seconda gravissima. La prima è che per quanto la società sia oggi diversa da ieri, lo scontro sociale è destinato a seguire solchi che sono radicati nella storia, e l'arrivo di internet (che brutto mito!) non muta davvero i termini del problema, ovvero che la rabbia popolare, quando esplode, si riversa nelle strade e nelle piazze, non si limita certo a scorrere su internet, ed è destinata a dare vita a forme di contropotere popolare —una rete sì di organismi rappresentativi, non la rete virtuale dei cosiddetti "social network". La seconda che sfugge a Grillo (evidentemente caduto nella trappola che lui rappresenterebbe un ceto medio "cognitivo" immune dalle tradizionali forme della radicalità sociale) è la spaventosa gravità della crisi sociale, di quanto insopportabili stiano diventando le condizioni di vita di tanti cittadini, giovani anzitutto, costretti all'elemosina e allo schiavismo.
Come facciamo dirlo? Leggete qui sotto cosa scrive questo giovane precario. Si tratta di un commento proprio al post di Beppe Grillo. Capirete non solo cosa bolle nel pentolone sociale, ma nella stesa pentola del Movimento 5 stelle —Grillo fa le pentole ma non i coperchi!
di Piemme
Sul suo Blog Beppe Grillo, proprio ieri, ha pubblicato un post al vetriolo dal titolo Scatenate l'inferno. Se la prende coi media, giustamente, per l'oscuramento deliberato a cui sottongono il Movimento 5 stelle. In preda al raptus, sparando nel mucchio, ha finito per sparare a se stesso.
Nemmeno tanto surrettiziamente se la prende con i promotori della manifestazione del 15 ottobre, accusati di essere finti indignati, ovvero manovrati dalla solita casta politica. Esiste un rischio che la manifestazione del 15 sia utilizzata come massa di manovra da pezzi del centro-sinistra per meschini giochi elettorali e di potere? Certo che esiste (e questo blog l'ha segnalato), non si evita certo non scendendo in piazza, standosene a casa. Lo si evita, al contrario, partecipando massicciamente e riempiendo la manifestazione di radicalità, di contenuti anzitutto, poi di forme di contestazione.
L'invito di Grillo a voltare le spalle alla manifestazione (come se ci fosse da parte dei promotori un delitto di lesa maestà nei confronti del Movimento 5 stelle), che va crescendo giorno dopo giorno e che scavalcherà i vari ceti politici e le varie parrocchie, è una colossale cazzata. E che è una cazzata non lo vedremo solo in piazza, dove spero i "grillini" saranno molti, lo si vede anche dai commenti al suo post. Questo ci pare particolarmente significativo:
«Di un'altra cosa sono sicura...
che la divisione non ci aiuterà.
A Roma io ci sarò,
lo faccio per un problema di COSCIENZA mio,
perchè non ne posso più
e perchè voglio dare una mano ai giovani che saranno là.
Chi l'organizza non mi interessa,
popolo viola, blu, partiti, partitini, movimenti e quant'altro...
non me ne può fregare di meno.
Io vado giù.
Punto e basta.
Sarò nelle piazze, vedrò di far valere
la mia dignità di cittadina
e se al mio fianco mi troverò
un compagno di Rifondazione,
o un ragazzo dei centri sociali,
o uno di un movimento ...
... lo guarderò con lo sguardo
di quella che vicino
HA UNA PERSONA
e non un simbolo.
Non ho più voglia di prenderla in quel posto,
la politica ci sta annullando,
e se non capisco che cercano in tutti i modi di dividerci....
non arriverò mai a vedere
cambiare le cose.
Con tutto il rispetto Beppe,
ma è ora (come dici sempre tu)
di alzare il culo dalle sedie
e di riprenderci l'Italia». [Sara Paglini, 13 ottobre]
Sintomatico di come pulsa il cuore di tanti nel Movimento 5 stelle, che in piazza ci verranno, perché si rendono conto che il 15 può dare una spinta forte alla sollevazione popolare diretta. Proprio qui sta il punto: Grillo a questa sollevazione popolare non ci crede, e pensa di procedere, non solo in splendida solitudine (equiparando, haimé, i ceti politici ai movimenti), pensa che si possa cambiare lo stato di cose esistente, per mezzo di internet e/0 portando voti al "suo" movimento. Si sbaglia di brutto! Internet e liste elettorali sono semmai due mezzi, che da soli, senza rivolta popolare, a nulla porteranno.
Evidentemente a Grillo sfuggono due cose. La prima è grave, la seconda gravissima. La prima è che per quanto la società sia oggi diversa da ieri, lo scontro sociale è destinato a seguire solchi che sono radicati nella storia, e l'arrivo di internet (che brutto mito!) non muta davvero i termini del problema, ovvero che la rabbia popolare, quando esplode, si riversa nelle strade e nelle piazze, non si limita certo a scorrere su internet, ed è destinata a dare vita a forme di contropotere popolare —una rete sì di organismi rappresentativi, non la rete virtuale dei cosiddetti "social network". La seconda che sfugge a Grillo (evidentemente caduto nella trappola che lui rappresenterebbe un ceto medio "cognitivo" immune dalle tradizionali forme della radicalità sociale) è la spaventosa gravità della crisi sociale, di quanto insopportabili stiano diventando le condizioni di vita di tanti cittadini, giovani anzitutto, costretti all'elemosina e allo schiavismo.
Come facciamo dirlo? Leggete qui sotto cosa scrive questo giovane precario. Si tratta di un commento proprio al post di Beppe Grillo. Capirete non solo cosa bolle nel pentolone sociale, ma nella stesa pentola del Movimento 5 stelle —Grillo fa le pentole ma non i coperchi!
«Smetto di scrivere sul blog.
Non ho più nulla da dire, tutto e già stato detto, vorrei fare qualcosa, ma cosa?
Non ho un lavoro. non ho soldi, e neanche una gran cultura.
Per uno come me non ci sono molte opzioni, perciò oggi come oggi o lavoro in Italia, o faccio la rivoluzione, oppure me ne vado dall'Italia a piedi, mi "Nomadizzo".
In TV continuano a dire che la borsa va giù, ma a me non me ne fotte un cazzo, per me la borsa potrebbe anche sparire domani mattina assieme alle banche, e forse sarebbe un bene per tutti coloro che lavorano, o meglio, lavoravano.
Sono esausto di sentire sempre le stesse cazzate da Berlusconi, Bersani, Tremonti, Bossi, ecc... e dai futuri coglioni dell'Italia dei carini, Montezemolo, Della Valle ecc... Al parlamento voglio vedere il 50% di persone competenti, pulite con 3 lauree a testa e l'altro 50% fatto da disoccupati, muratori, operai; la teoria e la pratica si devono mettere a confronto.
Devono sparire gli imprenditori che fanno impresa con un capitale che non hanno, e che perciò manteniamo noi tutti.
Ho cambiato qualche posto di lavoro ultimamente, non ho mai avuto il piacere di trovare un' azienda che rispettasse le norme di sicurezza, che rispettasse le regole, il mio ultimo lavoro svolto come impiegato mi ha dato l'opportunità di sentire con le mie orecchie quali sono i canoni di assunzione per un dipendente: le persone venivano assunte in base a parentele varie o grado di simpatia, ovviamente tutti con contratto a progetto o semestrale che veniva rinnovato nel caso in cui il dipendente aveva una spiccata capacità nel leccare il culo. A me non hanno rinnovato il contratto, svolgevo il mio lavoro in silenzio, non ero divertente e non riferivo ai miei principali chi si assentava per 5 minuti a prendersi un caffè alla macchinetta o a fumarsi una sigaretta in cortile. Eppure il mio sporco lavoro di 6 mesi a prodotto 3 software per la gestione dei dati che tutt'ora utilizzano e dai quali hanno ricevuto anche del denaro». [Coco Fiandrino, 13 ottobre]
Non ho più nulla da dire, tutto e già stato detto, vorrei fare qualcosa, ma cosa?
Non ho un lavoro. non ho soldi, e neanche una gran cultura.
Per uno come me non ci sono molte opzioni, perciò oggi come oggi o lavoro in Italia, o faccio la rivoluzione, oppure me ne vado dall'Italia a piedi, mi "Nomadizzo".
In TV continuano a dire che la borsa va giù, ma a me non me ne fotte un cazzo, per me la borsa potrebbe anche sparire domani mattina assieme alle banche, e forse sarebbe un bene per tutti coloro che lavorano, o meglio, lavoravano.
Sono esausto di sentire sempre le stesse cazzate da Berlusconi, Bersani, Tremonti, Bossi, ecc... e dai futuri coglioni dell'Italia dei carini, Montezemolo, Della Valle ecc... Al parlamento voglio vedere il 50% di persone competenti, pulite con 3 lauree a testa e l'altro 50% fatto da disoccupati, muratori, operai; la teoria e la pratica si devono mettere a confronto.
Devono sparire gli imprenditori che fanno impresa con un capitale che non hanno, e che perciò manteniamo noi tutti.
Ho cambiato qualche posto di lavoro ultimamente, non ho mai avuto il piacere di trovare un' azienda che rispettasse le norme di sicurezza, che rispettasse le regole, il mio ultimo lavoro svolto come impiegato mi ha dato l'opportunità di sentire con le mie orecchie quali sono i canoni di assunzione per un dipendente: le persone venivano assunte in base a parentele varie o grado di simpatia, ovviamente tutti con contratto a progetto o semestrale che veniva rinnovato nel caso in cui il dipendente aveva una spiccata capacità nel leccare il culo. A me non hanno rinnovato il contratto, svolgevo il mio lavoro in silenzio, non ero divertente e non riferivo ai miei principali chi si assentava per 5 minuti a prendersi un caffè alla macchinetta o a fumarsi una sigaretta in cortile. Eppure il mio sporco lavoro di 6 mesi a prodotto 3 software per la gestione dei dati che tutt'ora utilizzano e dai quali hanno ricevuto anche del denaro». [Coco Fiandrino, 13 ottobre]
5 commenti:
Grillo ha la funzione, spero inconsapevole, di "valvola di sfogo". Mobilita un sacco di gente su temi certamente importanti, ma altrettanto certamente non proprio vitali, e produce grandi boati d'indignazione ( i "V-day", ad esempio), che hanno la funzione di far scaricare le tensioni accumulate, per poi far tornare tutto esattamente come prima.
Questo modo di agire, tipico dell'industria dell'indignazione (Grillo, Santoro, Travaglio, Gomez, ecc.), è funzionale al sistema, perché gli permette di sopravvivere.
Io ho il "terrore" che questo movimento d'indignazione finisca per fare la stessa fine...
@Bastian Contrario
D'accordissimo con quanto da lei sostenuto.
Però, non è affatto inconsapevole il "reazionarismo" di Grilo.
Questi signori alla Grillo, sanno che questo, è il loro mondo, e non potrà mai essere il nostro mondo.
Alla grande borghesia, i reazionarismi dei movimenti grilliani, fanno comodo.
Tali movimenti, tolgono per cosi dire, truppe al proletariato, ma sopratutto, lo disinnescano "ideologicamente".
http://diciottobrumaio.blogspot.com/2010/09/il-limone.html
Nel link su, si parla del benestante Grillo.
Saluti.
Luigi
Al di là di un certo punto,lo sviluppo delle forze produttive diventa un ostacolo per il capitale, e dunque il rapporto del capitale diventa un ostacolo per (lo) sviluppo delle forze produttive del lavoro. Giunto a questo punto, il capitale, ovvero il lavoro salariato(*), si pone, rispetto allo sviluppo della ricchezza sociale e delle forze produttive, nello stesso rapporto del sistema corporativo, della servitù della gleba, della schiavitù, e poichè rappresenta un ceppo, viene necessariamente eliminato.
L'ultima configurazione servile assunta dall'attività umana, quella del lavoro salariato da un lato e del capitale dall'altro, subisce con ciò una muta radicale, e questa muta radicale è essa stessa il risultato del modo di produzione corrispondente al capitale; le condizioni materiali e spirituali della negazione del lavoro salariato e del capitale, che sono a loro volta già la negazione di precedenti forme di produzione sociale non libera, sono esse stesse risultati del processo di produzione del capitale.
Nelle contraddizioni, crisi e convulsioni acute si manifesta la crescente inadeguatezza dello sviluppo produttivo della società rispetto ai rapporti di produzione che ha avuto finora. La distruzione violenta di capitale, non in seguito a circostanze esterne a esso, ma come condizione della sua autoconservazione, è la forma più evidente in cui gli si rende noto che ha fatto il proprio tempo e che deve far posto a un livello superiore di produzione sociale.
(K.Marx dai Grundrisse 1857-58)
* (Vale a dire la società capitalistica, fondata sul lavoro salariato)
Basterebbe,(si fa per dire) far introiettare all'esercito degli indignados mondiali, questo brano di Marx, per renderli edotti, circa i loro "veri" obiettivi politici.
Ecco, cosa si dovrebbe proporre una forza politica antisistemica, "PROPAGANDARE L'ABOLIZIONE DELLO STATO DI COSE PRESENTE".
Notte da Luigi.
http://diciottobrumaio.blogspot.com/2011/10/lalibi-sospetto.html
Mi viene in mente una sola riflessione. Non ci sono due di Voi che pensi la stessa cosa di quello che andrebbe fatto o del risultato di quello che è stato fatto. Siete sempre più divisi, e nella divisione, l'unica alternativa che vedete, è l'utopia comunista. Se sbaglio nella mia analisi, scusatemi e fatemelo sapere.
Paglia - Il Blog di un Ignorante- Cioè il mio
http://sondasonda.blogspot.it/
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