Tra le misure della Manovra mutante che il governo ha varato, c'è quella luteran-calvinista dell'abolizione di numerose festività. Sembra lapalissiano che se se aumentano le giornate lavorate cresce ... il Pil. Manco per niente!
Ce lo dice uno di loro, Fareed Zakaria, ex direttore di Newsweek International, che certo non simpatizzerà per gli scanzafatiche, né avrà mai letto il bel Diritto all'ozio del genero di Marx Paul Lafargue.
Da marxista libertario Lafargue proclamò l’ozio un bene da salvaguardare per l’equilibrio psicofisico di ogni essere umano. Imputò al lavoro «la causa di ogni degenerazione intellettuale e di ogni deformazione organica. (...) Lavorate, lavorate proletari per far più grandi la fortuna sociale e le vostre miserie individuali, lavorate, lavorate affinché, divenendo più poveri, abbiate ancor più ragioni per lavorare ed essere miserabili. Questa è la legge inesorabile della produzione capitalista». [in Diritto all’ozio, Feltrinelli, Milano 1978 p.121]
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Zakaria confronta il numero dei giorni di ferie che spettano ai lavoratori statunitensi con quelli dei lavoratori europei e degli altri principali paesi in via di sviluppo. Secondo l’Organizzazione mondiale del turismo l’Italia è il paese con il più alto numero di ferie retribuite, 42 giorni all’anno, seguita dalla Francia con 37 giorni, dalla Germania con 35, dal Brasile con 34, dal Regno Unito con 28, dal Canada con 26 e infine dalla Corea del Sud e dal Giappone con 25. Gli Stati Uniti sono gli ultimi della lista con soltanto 13 giorni di ferie retribuite all’anno. Zakaria spiega che è opinione comune credere che sia la quantità di ore dedicata al lavoro a rendere vincente l’economia americana:
- «La risposta che danno tutti è che è proprio questa attitudine verso il lavoro ciò che rende l’economia americana l’invidia del mondo. L’America ha un sistema frenetico che costruisce, distrugge e ricostruisce, tutto ad altissima velocità. Ha inventato la rivoluzione informatica, la Silicon Valley, gli hedge fund, la biotecnologia, la nanotecnologia e così via. E non c’è tempo per ciondolare in spiaggia»!
In realtà, spiega Zakaria, non è così evidente che siano le due settimane passate a lavorare anziché in spiaggia a fare la differenza. Secondo dati forniti dal’Ipsos, i francesi usufruiscono in media dell’89 per cento dei loro giorni di vacanza, i tedeschi del 75 per cento e gli indonesiani, che sono in pieno boom economico, del 70 per cento. Gli Stati Uniti invece usano soltanto il 57 per cento dei giorni di ferie. Zakaria conclude così:
- «Se temete che lavorando meno l’America resti indietro, non preoccupatevi. Storicamente la crescita dell’America è stata incentivata dagli investimenti, dall’istruzione, dalla produttività, dall’innovazione e dall’immigrazione. L’unica cosa che non sembra aver niente a che fare con l’ultima fase di crescita economica è un orario di lavoro brutale. Dopo tutto lavoravamo tanto anche negli anni Settanta».
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