[ 17 giugno 2010 ]
LA FIOM MANTIENE IL NO AL PIANO FIAT E ALL'ACCORDO SEPARATO MA NON BOICOTTA IL REFERENDUM CAPESTRO
Diamo atto alla FIOM di aver tenuto la propria sacrosanta posizione di rifiuto del diktat della FIAT, resistendo così ad una Santa Alleanza che va dal grande capitale, ai grandi partiti politici, ai sindacati gialli CISL, UIL, FISMIC e UGL, fino alla CGIL nazionale.
Guardando la situazione dall'esterno, visto il carattere ricattatorio e truffaldino del plebiscito, ci pareva che il boicottaggio sarabbe stata la scelta tattica più ovvia e pagante.
In una difficilissima situazione, la FIOM ha invece deciso di invitare tutti ad andare al voto, senza per altro chiedere espressamente di votare NO. Questa posizione "ambigua" si spiega forse con la sconcertante delegittimazione della CGIL nazionale, ovvero col tentativo di non determinare una rottura irreparabile in seno alla CGIL medesima.
Lo SLAI Cobas di Pomigliano di Vittorio Granillo e Mara Malavenda, da sempre in prima linea nella difesa dei lavoratori, data la posizione della FIOM, ha dovuto fare marcia indietro rispetto all boicottaggio, orientandosi per andare al voto facendo sì che i NO siano il più alto numero possibile. Una decisione sofferta, ma inevitabile.
A Pomigliano si gioca una partita dall'altissimo valore politico, sindacale e simbolico. Come dichiarato da Angeletti, Tremonti e compagnia, se passa il SI, nulla sarà più come prima nelle fabbriche italiane. Vista la potenza di fuoco (ricatto) dell'esercito della salvezza di San Marchionne, la vittoria dei sì appara scontata. Tutto dipende adesso se la resistenza operaia si farà sentire anche nelle urne, azzoppando questa vittoria annunciata.
Ce lo auguriamo.
Più sotto il volantino distribuito stamattina dalla FIOM a Pomigliano
IL NO DELLA FIOM PER IL LAVORO, I DIRITTI E LA DIGNITA'
Lavoratrici e lavoratori di Pomigliano,
sulle vostre spalle pesa in questi giorni un terribile ricatto. Da un lato la minaccia di
chiusura dello stabilimento, dall’altro i diritti fondamentali garantiti dal Contratto nazionale, dallo Statuto dei lavoratori, dalla Costituzione.
L’accordo che la Fiom non ha sottoscritto porta indietro di più di 50 anni le condizioni e i
diritti del lavoro. Cambiano i turni, le pause, l’organizzazione del lavoro. Con un aggravio
pesantissimo per la salute delle lavoratrici e dei lavoratori.
Ma, oltre a questo, per la prima volta in Italia si scrive che per le lavoratrici e i lavoratori di Pomigliano non varra' più il Contratto nazionale sugli orari di lavoro, sul trattamento di
malattia, sulle qualifiche. Per le lavoratrici e i lavoratori di Pomigliano non ci saranno più le regole e i diritti scritti sul contratto e validi finora per tutti.
Ma in più, oltre a questo, si toglie ai lavoratori e al sindacato il diritto alla difesa contro i
soprusi dell’azienda. Questo è un punto di una gravita' senza precedenti, mai sottoscritto in nessun accordo. Infatti al punto 15 dell’accordo separato la Fiat scrive che tutte le parti contenute nell’accordo diventano una sorta di nuovo contratto individuale di lavoro e che il lavoratore che viola questo nuovo contratto e' passibile di provvedimenti
disciplinari fino al licenziamento. In questo modo i lavoratori di Pomigliano
dovrebbero perdere la tutela dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori e della
stessa Costituzione.
La Fiom ha detto di no a un accordo che non solo peggiora le condizioni di lavoro, ma che
se applicato impedisce qualsiasi possibilita' di migliorarle.
La Fiom ha dato la disponibilita' a trattare e discutere sulle pesanti condizioni di lavoro chieste dalla Fiat, ma non a rinunciare ai diritti personali e indisponibili delle lavoratrici e dei lavoratori.
Ora a Pomigliano si dovrebbe scegliere tra il posto di lavoro e i diritti sacrosanti garantiti
dalla Costituzione. E' una scelta vergognosa che la Fiom respinge.
La Fiom non accetta e non accettera' mai di cancellare i diritti fondamentali
delle lavoratrici e dei lavoratori. Per questo, comunque vada un referendum che
e' assolutamente immorale e illegittimo, la Fiom continuera' dire NO
all’accordo e a tutelare in tutte le sedi i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori di
Pomigliano.
Ora a Pomigliano si dovrebbe scegliere tra il posto di lavoro e i diritti sacrosanti garantiti
dalla Costituzione. E' una scelta vergognosa che la Fiom respinge.
La Fiom non accetta e non accettera' mai di cancellare i diritti fondamentali
delle lavoratrici e dei lavoratori. Per questo, comunque vada un referendum che
e' assolutamente immorale e illegittimo, la Fiom continuera' dire NO
all’accordo e a tutelare in tutte le sedi i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori di
Pomigliano.
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