[ 18 maggio 2010 ]
Chi sono quelli del
«Tea Party»
A partire dal collasso del settembre 2008, negli USA, si moltiplicano le manifestazioni del movimento cosiddetto "Tea Party". Un movimento populista che alcuni pensano possa in futuro dare vita ad un terzo partito. Pubblichiamo qui sotto un articolo del gionale "Socialist Appeal", che cita aun sondaggio su questo nuovo fenomeno politico.
«Un recente sondaggio commissionato dal New York Times e dalla CBS ci offre risultati interessanti per comprendere chi sono e le opinioni che hanno color che si dichiarano interessati al movimento cosiddetta "Tea party". Anzitutto il sondaggio rileva che l'appoggio al Tea Party si attesta al 18%, molto meno del 27% registrato dai sondaggi precedenti.
C'è una seconda e ben più rilevante categoria, quella degli "attivisti del Tea Party", cioè coloro che hanno davvero fatto qualcosa per "costruire il movimento." Si scopre che solo il 4% ha effettivamente partecipato a qualche rally, ha donato dei soldi, ecc. Siamo dunque ben lontani da quella "solida spinta sociale" tanto decantata dai media.
Molto è stato detto circa la rabbia "populista" rappresentata da questo gruppo. Molti esponenti della sinistra ha presentato i sostenitori del Tea party come soggetti incazzati della classe operaia. Se è vero che anche alcuni lavoratori sono coinvolti, a causa della mancanza di un'alternativa politica di massa, nel Tea party, il sondaggio ha svelato un quadro ben diverso sul nucleo centrale del movimento.
Sono quasi totalmente maschi bianchi, un dato che non stupisce nessuno che abbia visto le immagini o i video dei loro raduni. Ancora più interessante è che i militanti appartengono quasi esclusivamente alla classe medio-alta. Lontano dallo stereotipo di "paese bigotto" tracciato dai media, quasi nessuno nel Tea Party si auto-definisce come "classe inferiore", rispetto al 13% della popolazione che fa effettivamente parte di questa fascia sociale. Il 18% dei simpatizzanti Tea Party si auto-descrive invece come appartenente alla classe alta o medio-alta , contro il 12% di quelli che ci si considerano in generale. Abbiamo così che i manifestanti che si sentono appartenere alla classe operaia sono estremamente sottorappresentati rispetto alla media sociale.
Inoltre, se guardiamo al dato anagrafico, il movimento del Tea Party è sproporzionatamente vecchio, con oltre il 77% dei sostenitori oltre i 45 anni. Tendono ad avere un'opinione della presidenza GW Bush che va nella direzione diametralmente opposta a quella del grande pubblico, e sono quasi il doppio, rispetto all'americano medio, a pensare che "è stato fatto troppo per la gente di colore."
Essi tendono inoltre ad essere, e in maniera molto decisa, repubblicani, il che rende la loro pretesa di essere un " terzopartito", tanto strombazzata dai media, uno scenario molto irrealistico, almeno in questa fase. È interessante notare, tuttavia, che la maggior parte di essi difende il Medicare e la Social Security, ovvero entrambi gli enormi programmi governativi di spesa sociale. Una percentuale sorprendente di questi attivisti "anti-governativi" dicono di beneficiare di questi programmi. Il 4% degli intervistati del Tea Party ha anche detto che è necessario un maggior impegno del governo e più servizi sociali, a conferma della natura confusa di questo "movimento di protesta».
C'è una seconda e ben più rilevante categoria, quella degli "attivisti del Tea Party", cioè coloro che hanno davvero fatto qualcosa per "costruire il movimento." Si scopre che solo il 4% ha effettivamente partecipato a qualche rally, ha donato dei soldi, ecc. Siamo dunque ben lontani da quella "solida spinta sociale" tanto decantata dai media.
Molto è stato detto circa la rabbia "populista" rappresentata da questo gruppo. Molti esponenti della sinistra ha presentato i sostenitori del Tea party come soggetti incazzati della classe operaia. Se è vero che anche alcuni lavoratori sono coinvolti, a causa della mancanza di un'alternativa politica di massa, nel Tea party, il sondaggio ha svelato un quadro ben diverso sul nucleo centrale del movimento.
Sono quasi totalmente maschi bianchi, un dato che non stupisce nessuno che abbia visto le immagini o i video dei loro raduni. Ancora più interessante è che i militanti appartengono quasi esclusivamente alla classe medio-alta. Lontano dallo stereotipo di "paese bigotto" tracciato dai media, quasi nessuno nel Tea Party si auto-definisce come "classe inferiore", rispetto al 13% della popolazione che fa effettivamente parte di questa fascia sociale. Il 18% dei simpatizzanti Tea Party si auto-descrive invece come appartenente alla classe alta o medio-alta , contro il 12% di quelli che ci si considerano in generale. Abbiamo così che i manifestanti che si sentono appartenere alla classe operaia sono estremamente sottorappresentati rispetto alla media sociale.
Inoltre, se guardiamo al dato anagrafico, il movimento del Tea Party è sproporzionatamente vecchio, con oltre il 77% dei sostenitori oltre i 45 anni. Tendono ad avere un'opinione della presidenza GW Bush che va nella direzione diametralmente opposta a quella del grande pubblico, e sono quasi il doppio, rispetto all'americano medio, a pensare che "è stato fatto troppo per la gente di colore."
Essi tendono inoltre ad essere, e in maniera molto decisa, repubblicani, il che rende la loro pretesa di essere un " terzopartito", tanto strombazzata dai media, uno scenario molto irrealistico, almeno in questa fase. È interessante notare, tuttavia, che la maggior parte di essi difende il Medicare e la Social Security, ovvero entrambi gli enormi programmi governativi di spesa sociale. Una percentuale sorprendente di questi attivisti "anti-governativi" dicono di beneficiare di questi programmi. Il 4% degli intervistati del Tea Party ha anche detto che è necessario un maggior impegno del governo e più servizi sociali, a conferma della natura confusa di questo "movimento di protesta».
Tratto da Socialist Appeal del 14 maggio 2010
Traduzione della Redazione
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