[ 23 gennaio 2010 ]
Non c'è alcuna "maledizione naturale" ad Haiti,
ma una tragedia storica dalla cause sociali
di Thibault Blondin
Haiti è il simbolo della lotta contro la schiavitù e così, se accanimento c'è stato, non è stato quello della natura ma quello dei paesi più ricchi. L'accanimento delle forze imperialistiche e colonialiste che saccheggiano questo paese da 200 anni, da quando gli schiavi neri, i primi della storia, ruppero le loro catene.
La Francia e gli Stati Uniti portano una responsabilità storica per quanto concerne le cause dell'instabilità politica e della miseria degli haitiani.
Tutto comincia in 1791, in piena Rivoluzione francese. Un sollevamento vittorioso mise fine a 300 anni di schiavismo, uno schiavismo che fece di questa colonia francese una fonte di redditi importanti grazie alle risorse zuccheriere, e vide la nomina del primo governatore nero:Toussant Louverture. Malgrado l'invio da parte di Napoleone dell'esercito nel 1801, l'indipendenza venne proclamata in1804.
La giovane repubblica subì attacchi da tutte le direzioni a causa della cupidigia delle grandi potenze, che non potevano ammettere la libertà di questi schiavi e bramavano per le ricchezze dell'isola.
Nel 1825, il re di Francia, Charles X, negoziò il riconoscimento dell'indipendenza dell'isola in scambio di indennità: il cosiddetto "debito dell'indipendenza". Questa indennità crebbe fino a 150 milioni di franchi, l'equivalente del bilancio annuale della Francia dell'epoca?!
La spirale infernale del debito si innescò quindi ben prima delle politiche attuali del FMI e della Banca mondiale, ma seguendo la stessa logica e soprattutto causando le stesse conseguenze: l'impoverimento del paese e dei suoi abitanti e l'arricchimento di una minoranza.
Haiti precipita così allora nell'instabilità politica alimentata dai paesi occidentali, permettendo agli Stati Uniti di giustificare il loro intervento e l'occupazione dell'isola dal 1914 a1934. Il paese cadde allora satellitato dagli Stati Uniti i quali, a partire da questa data, ne formeranno le élite e ne sceglieranno i dirigenti.
Nel 1957, la dinastia dei Duvalier si installa al potere per 30 anni. Il paese precipitò così in una corruzione ed un indebitamento senza precedenti col bepeplacito degli Stati Uniti e della Francia, il tutto aggravato dal terrore che permetteva ai tontons macoutes, milizia paramilitare alle mani del potere, di regnare indisturbati.
Tra 1970 e il 1986, il debito si è moltiplicato passando da 17,5 a 750 milioni di dollari (1250 oggi). Quando Jean-Claude Duvalier fuggì dal paese nel 1986, è in Francia che si rifugia, con 900 milioni di dollari nelle sue valigie, somma che superava l'indebitamento totale del paese e mettendo in evidenza il carattere odioso di quel debito, contratto da politici illegittimi. Durante tutti questi anni, il popolo haitiano non ha cessato di ssprofondare nella miseria: meno di un haitiano su due ha accesso all'acqua potabile, un adulto su due è analfabeta, ed infine quattro haitiani su cinque vivono sotto la soglia di povertà.
Le voci pietose dei diversi governi per aiutare haiti,, come quelle di Sarkozy e Obama, non sono che ipocrisia. Questi due poteri litigano già sulla gestione degli siuti internazionali, ma hanno con come secondo fine la volontà di consolidare ancor più il loro dominio sul paese. Per aiutare Haiti a rialzarsi, che la Francia cominci con afferrare le sorti di Duvalier per consegnarlo al popolo haitiano, che la Banca mondiale ed il FMI annullino il debito e che il popolo haitiano decida, da solo,la sua politica senza ingerenze e senza il saccheggio delle colonie di ieri.
1 commento:
Su certe responsabilità storiche si veda anche il post "speranze perdute" del blog:
http://georgiusvitalicus.blogspot.com/?zx=192eb07324e544e0
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