[ 28 febbraio 2018 ]
Premetto che questo è un post scritto da un sovranista, ed è rivolto ad altri sovranisti. Ricordo che su questo blog dire "sovranismo" implica sottintendere "costituzionale", altrimenti userei il termine "nazionalismo". Fuori di qui è necessario specificare "costituzionale", ma questo è un blog semantically correct. Infine ricordo che, poiché nessuna lista sovranista è presente alle elezioni politiche del (febbraio) 2018 (ma ce n'è una alle regionali del Lazio che, ovviamente, voterò) non considero più sovranista nessuno dei tanti interlocutori di questi anni i quali, con l'occasione delle elezioni politiche, hanno scelto di candidarsi in liste che sono tutte non sovraniste, quali che siano le motivazioni da essi addotte.
Sarebbe stato difficile immaginare, poco più di un anno fa dopo la vittoria referendaria, un esito così disastroso. Invece le centinaia di persone con cui ci eravamo confrontati direttamente, e le migliaia mobilitatesi in occasione del referendum, hanno scelto in grandissima parte la linea dell'opportunismo di piccolo cabotaggio, talora piccolissimo e in qualche caso miserrimo. Dopo essersi riempiti la bocca con la parola "Costituzione" declamandola dai palchi e in mille interviste, costoro non sono stati capaci né di farsi promotori di una lista saldamente ancorata ai valori sostanziali e letterali della nostra Costituzione del 1948, né hanno risposto all'appello lanciato, in extremis, da un piccolo gruppo che non intendeva rassegnarsi a un esito così deludente. Anzi! perfino tra quelli (pochi in verità) che in un primo momento avevano aderito, con l'avvicinarsi della scadenza ultima si sono fatte strada altre considerazioni, che non intendo in questa sede discutere, sicché molti di essi sono ora presenti in liste non sovraniste.
A tutti loro auguro ogni bene in famiglia e nella vita privata, ma anche il fallimento delle loro scelte. Quello che è emerso con prepotenza è stato il fenomeno dell'opportunismo, lo stesso che ha reso fragili e permeabili, alle infiltrazioni del nemico liberista, le organizzazioni di partito e sindacali quando è stato sferrato l'attacco che ha segnato la fine dei gloriosi trenta. Una cosa che il popolo lavoratore sa bene, che si è tramutata nel diffuso disprezzo nei confronti di quella "sinistra" traditrice ma anche, purtroppo, nell'adesione inconsapevole agli interessi del capitalismo, camuffati dietro rivendicazioni secondarie il cui vero scopo è stato, ed è, quello di distogliere l'attenzione dalla questione politica principale: il conflitto irriducibile tra gli interessi del mondo del lavoro, nelle sue varie articolazioni, e il grande capitale nazionale e cosmopolita.
Bene fa, dunque, il Partito Comunista Italiano (l'unico che c'è, diffidate delle imitazioni) a denunciare con forza i comportamenti opportunistici, posizione alla quale ha dato sostanza anche recentemente con l'espulsione di un iscritto per indegnità politica.
Foss'anche solo per questo, il PCI merita il mio voto e lo avrà!
Anche noi sovranisti siamo chiamati ad adottare una linea di uguale rigore, perché l'eclissi che stiamo vivendo non è causata dalla debolezza delle nostre analisi ma da quella dei nostri quadri, entro i quali sono stati accolti personaggi che, al primo stormir di foglie, si sono levati in volo per farcela in testa.
Premetto che questo è un post scritto da un sovranista, ed è rivolto ad altri sovranisti. Ricordo che su questo blog dire "sovranismo" implica sottintendere "costituzionale", altrimenti userei il termine "nazionalismo". Fuori di qui è necessario specificare "costituzionale", ma questo è un blog semantically correct. Infine ricordo che, poiché nessuna lista sovranista è presente alle elezioni politiche del (febbraio) 2018 (ma ce n'è una alle regionali del Lazio che, ovviamente, voterò) non considero più sovranista nessuno dei tanti interlocutori di questi anni i quali, con l'occasione delle elezioni politiche, hanno scelto di candidarsi in liste che sono tutte non sovraniste, quali che siano le motivazioni da essi addotte.
Sarebbe stato difficile immaginare, poco più di un anno fa dopo la vittoria referendaria, un esito così disastroso. Invece le centinaia di persone con cui ci eravamo confrontati direttamente, e le migliaia mobilitatesi in occasione del referendum, hanno scelto in grandissima parte la linea dell'opportunismo di piccolo cabotaggio, talora piccolissimo e in qualche caso miserrimo. Dopo essersi riempiti la bocca con la parola "Costituzione" declamandola dai palchi e in mille interviste, costoro non sono stati capaci né di farsi promotori di una lista saldamente ancorata ai valori sostanziali e letterali della nostra Costituzione del 1948, né hanno risposto all'appello lanciato, in extremis, da un piccolo gruppo che non intendeva rassegnarsi a un esito così deludente. Anzi! perfino tra quelli (pochi in verità) che in un primo momento avevano aderito, con l'avvicinarsi della scadenza ultima si sono fatte strada altre considerazioni, che non intendo in questa sede discutere, sicché molti di essi sono ora presenti in liste non sovraniste.
A tutti loro auguro ogni bene in famiglia e nella vita privata, ma anche il fallimento delle loro scelte. Quello che è emerso con prepotenza è stato il fenomeno dell'opportunismo, lo stesso che ha reso fragili e permeabili, alle infiltrazioni del nemico liberista, le organizzazioni di partito e sindacali quando è stato sferrato l'attacco che ha segnato la fine dei gloriosi trenta. Una cosa che il popolo lavoratore sa bene, che si è tramutata nel diffuso disprezzo nei confronti di quella "sinistra" traditrice ma anche, purtroppo, nell'adesione inconsapevole agli interessi del capitalismo, camuffati dietro rivendicazioni secondarie il cui vero scopo è stato, ed è, quello di distogliere l'attenzione dalla questione politica principale: il conflitto irriducibile tra gli interessi del mondo del lavoro, nelle sue varie articolazioni, e il grande capitale nazionale e cosmopolita.
Bene fa, dunque, il Partito Comunista Italiano (l'unico che c'è, diffidate delle imitazioni) a denunciare con forza i comportamenti opportunistici, posizione alla quale ha dato sostanza anche recentemente con l'espulsione di un iscritto per indegnità politica.
Foss'anche solo per questo, il PCI merita il mio voto e lo avrà!
Anche noi sovranisti siamo chiamati ad adottare una linea di uguale rigore, perché l'eclissi che stiamo vivendo non è causata dalla debolezza delle nostre analisi ma da quella dei nostri quadri, entro i quali sono stati accolti personaggi che, al primo stormir di foglie, si sono levati in volo per farcela in testa.
* Fonte: Ego della Rete
38 commenti:
Non si capisce bene quello che voterai. Scrivi PCI ma poi metti il link al PC (senza I) di Rizzo. Il PCI è confluito in potere a popolo...
Insomma come endorment vale poco, manco conosci il nome del tuo partito.
Se invece vuoi davvero votare il PC (senza I) di Rizzo, posto quando messo in un altro commento, a proposito di opportunismo.
***
A coloro che vogliono votare Rizzo.
Vorrei ricordare chi è costui. Non solo ha le mani sporche del sangue del popolo serbo (ricordate "Rizzo pelato servo della NATO"?), non solo fu tra gli scissionisti di rifondazione comunista quando Bertinotti chiese a Prodi le 35 ore (legge che in questi 20 anni avrebbe prodotto un minimo di resistenza all'avanzata della robotica e ai milioni di posti di lavoro che ha distrutto). Fu per anni LA DESTRA interna ai comunisti italiani. Era contrario ad esempio a partecipare al contro g8 di Genova.
La sua svolta a sinistra è frutto di mero opportunismo. Trovare un angolo nella internazionale comunista fatta dal KKE (quelli che in Grecia si schierano davanti al parlamento e picchiano gli anarchici insieme alla polizia), al partito comunista della corea del nord e ad altri psicopatici stalinisti.
Forse Sollevazione dovrebbe pubblicare un articolo con questo piccolo retroscena che la dice lunga dell'opportunismo di Rizzo: Rizzo aveva già concluso un accordo ad ottobre con Rifondazione e Pci per fare una lista comunista alle prossime elezioni. Ora a me Potere al Polipo mi fa decisamente cagare, ma rispetto a Diliberto e Ferrero la Viola Carofalo rappresenta un piccola svolta a sinistra, quanto meno non puzza di naftalina e al parlamento e al governo non c'è mai stata. Quindi Rizzo era favorevole ad una lista ancora più a destra e ancora più incartapecorita di Potere al Pop, purché mantenesse il simbolo della falce e martello. Tipico degli opportunisti anteporre la forma alla sostanza: Diliberto e Ferrero in parlamento sono meglio di Carofalo e Cremaschi? Sì se falcemartellizzati, secondo il prode Rizzo.
Ma c'è di più. Il vero motivo per cui Rizzo non ha aderito al Potere al Porno è perché è stata imposta la regola che chi ha avuto incarichi di governo non doveva essere candidato. Così Ferrero si è fatto da parte, mettendo dentro Acerbo e altri giovani comunisti; mentre Rizzo non ha voluto perdere il suo posto di candidato per far entrare in parlamento il giovane Mustillo.
Che questo schifoso opportunista possa andare lontano c'è da dubitarne. Dio li fa e poi li accoppia. In questi anni il Partito Luogocomunista ha allevato una generazione di ambiziosi ad immagine e somiglianza del loro capo. Appena Mustillo capirà che l'egocentrismo del suo Stalin della Mole gli impedirà di fare carriera nel fiore della gioventù ci metterà presto a passare a mangiare la PaPpa dal banchetto dei riformisti che lo manderebbero in parlamento. E chi conosce i capetti della gioventù comunista a Cosenza come a Perugia sa bene quanti di loro sono pronti a tradire il partito luogocomunista per un posto da consigliere regionale...
Grazie per l'annotazione sulla sigla. Non sono del PC di Rizzo e mi è sfuggita (per abitudine) la "I", ma è quello che voterò alle politiche. L'altro PCI (con la "I") sta nella lista di Potere al pop, e non avrà il mio voto.
@Anonimo del 28 febbraio 2018 12:39
Forse ti è sfuggita la frase "Foss'anche solo per questo, il PCI merita il mio voto e lo avrà!" riferita a quella che la precedeva.
Se riconosci che non c'è tanta sostanza politica nemmeno in quelli che probabilmente voterai tu perché criticare chi pensa di contrapporsi, almeno nella forma di un simbolo e poco altro, alla pervasiva propaganda altraeuropeista?
Non voterò PC con o senza I perché voglio che il mio diventi il primo partito (che non c'è, sovranista) in Italia, dopo Sicilia, Sardegna, Calabria, Puglia, Basilicata, Campania...
francesco
So che cos'è la sovranità, non so che cosa sia il sovranismo.
@Anonimo 28 febbraio 2018 12:39
Caro, scrivi alcune cose che vorrei commentare.
1) "(Rizzo) fu tra gli scissionisti di rifondazione comunista quando Bertinotti chiese a Prodi le 35 ore (legge che in questi 20 anni avrebbe prodotto un minimo di resistenza all'avanzata della robotica e ai milioni di posti di lavoro che ha distrutto)"
Libero di pensarla come preferisci, ma io penso che si debba aumentare il salario e non ridurre il lavoro. Se il salario è alto, allora ogni singolo lavoratore può scegliere se lavorare di più o di meno. Io, ad esempio, sono (per mia scelta) a part-time (3 ore in meno a settimana) il che, essendo insegnante, mi permette di avere un giorno libero in più a settimana. Premesso che dovrei già essere in pensione (ma non lo sono proprio per la caduta della quota salari) se avessi uno stipendio di 1000 euro in più al mese (tanto per arrivare alla media europea, per intenderci) di ore di riduzione ne chiederei altre 6. Ma questo vale per me, che sono anziano, ho una casa di proprietà e indosso ancora le giacche di 20 anni fa (sono sempre bello e magro, a dispetto degli anni... tié ;-)
Tuttavia un giovane insegnante potrebbe scegliere di lavorare addirittura di più, o avere un secondo lavoro. Tu dirai: ma il lavoro non c'èèèèèèèè!!!!! Davvero? Vedi caro, l'offerta di lavoro dipende dalla domanda aggregata (non il contrario) la quale aumenta quanto più è alta la quota salari. O pensi anche tu che gli italiani si siano arricchiti negli anni 60/70 col debito pubblico? Era la quota salari che faceva crescere i nostri redditi, non il debito pubblico, che aumentava per la necessità di aumentare la massa monetaria in proporzione alla crescita dell'economia. Ti faccio un altro esempio. Io da marzo alla fine di luglio devo tagliare l'erba, che è un lavoro un tantinello faticoso su 30 are, ma se il mio salario fosse più alto chiamerei qualche giovinotto. Io mi riposerei, il giovinotto guadagnerebbe, e la sera bottiglia di vino e formaggio buono. E invece no! Io mi faccio il culo per tagliare l'erba, il giovinotto sta a spasso e il capitalista ingrassa perché, essendo io pagato poco, può ricattare lui che è disoccupato e non trova nemmeno un lavoretto.
Quelli del lavoro che non c'èèèèèèè!!!!! sono gli stessi che sostenevano: con l'introduzione e l'uso sempre più diffuso dei trattori nell'agricoltura, sono a rischio milioni di posti di lavoro come braccianti agricoli!
E daje a ride...
Ancora @Anonimo 28 febbraio 2018 12:39
Scrivi "(Rizzo) Era contrario ad esempio a partecipare al contro g8 di Genova
Un leader politico non si qualifica per il fatto di lanciarsi a testa bassa contro l'avversario, senza valutare se può vincere o andare incontro ad una sconfitta disastrosa. Come fece, per dirne una, Il Bertinotti nel 1981 quando si fece spiazzare dalla marcia dei 40.000!
Funzionasse così, allora Marco Terenzio Varrone, che guidò l'esercito romano al disastro di Canne, sarebbe il più grande generale della storia.
Il G8 di Genova segnò una clamorosa sconfitta perché tutte quelle pantomime sulla zona rossa, le trattative, le dichiarazioni di Cip&Ciop e via cantando, erano delle emerite buffonate che spianarono la strada alla repressione. Un leader vince o perde, dopodiché si valuta se ha vinto a culo o per merito, e se ha perso per sfiga o per demerito. Rizzo, sul G8, aveva visto giusto: era una trappola.
Veramente il giovinotto ti viene a tagliare l'erba solo se non ha un altro lavoro stabile. Ovvero se gli viene negato il diritto costituzione che a te, che sei suo committente, è stato invece garantito. Certo avresti potuto dire che chiamavi un giardiniere che fa quello di professione, che magari ti manda un impiegato che è coperto dalle tutele di un contratto collettivo, ma hai preferito un altra scelta linguistica, quelle figlia del tempo dei liberali dei giovani che fanno i lavoretti. Scelta linguistica che io non ritengo casuale ma voce dal sen fuggita.
Poco cambierebbe se tagliare l'erba del giardino del signore tutelato il giovane ci andasse magari perché obbligato dal reddito di cittadinanza o dai PLG della MMT. Sono tutte diverse maniere di dire stessa identica cosa, una differenza fra tutelati e non tutelati che amaramente rimane ma riportate entro soglie tali da rendere impotenti i non tutelati.
E magari lo chiami pure socialismo o costituzione.
Ormai è da tempo che mi sono convinto che su tutti quelli che strillano di credere nella costituzione occorre capire "a cosa crede chi crede". Quando si guardano i dettagli emerge sempre la nostalgia del tempo migliore ma sempre molto imperfetto che fu, in ben altre circostanze storiche. La nostalgia dei propri ventanni. E la nostalgia non è mai il nuovo che avanza ma il vecchio che tramonta.
Più leggo e più mi convinco che scintille del nuovo che avanza ancora non si vedono neppure all'orizzonte. Non si vedranno fino all'arrivo di un evento storico periodizzante che farà tramontare il vecchio ed inizierà il percorso per la costruzione del nuovo.
Se non ricordo male ai tempi della guerra in Kosovo Rizzo prese una posizione critica interna a Rifondazione, allontanandosi poi sempre di più da Cossutta e Diliberto proprio a causa di queste divergenze. E comunque il PC è l'unica forza antieuropeista e di lotta davvero attiva e in crescita sui territori. Con una forte presenza giovanile. Non si può ignorare tutto questo in un momento tanto critico per tutti noi sovranisti costituzionali. Per questo anch'io, come Fiorenzo, ho deciso di votare PC
Andrea Orzani
Gentile Florenzo, perdonami ma sulla questione "orario/salario di lavoro" hai una posizione molto poco marxista per essere un elettore comunista. Marx ha dimostrato che il vero furto del padrone è il pluslavoro, da esso discende il plusvalore.
Detto in termini meno astratti: io sono un dipendente di un centro commerciale. Da alcuni anni sono arrivate le casse automatiche. Ebbene queste hanno ridotto il numero dei commessi e quelli che ci sono, come me, hanno un contratto di 32 ore settimanali. Aver ridotto nel lontano 1998, quando Bertinotti fece cadere Prodi mentre Rizzo lo difendeva e fece una scissione per salvare il governo che ci ha fatto entrare in Europa (a proposito: questo non ti fa fare delle domande, da sovranista?), in questi anni avrebbe permesso di difendere dalla robotica numerosi lavoratori umani. Anche perché l'orario di lavoro già è in ridotto dal mercato: lo dimostrano ad esempio i dati del famoso "milione di posti di lavoro" di Renzi, che sono tutti lavori di poche ore la settimana!
Di più ridurre l'orario di lavoro, questo si che aumenta i salari! Ad esempio se venisse approvata la proposta di PaP di ridurre l'orario a 32 ore settimanali a parità di salario di chi oggi ne lavora 40, per me che già ne lavoro 32 significherebbe un aumento del 12,5%! Scusa se è poco.
Te mi fai l'esempio del tuo lavoro di insegnante. Questo dimostra che tanti sovranisti non fanno parte della classe operaia, come me, ma sono insegnanti, bancari, commercialisti.
Questo non vi pone nessun interrogativo circa il vostro insuccesso?
Caro anonimo 28 febbraio 2018 17:41 (che poi è lo stesso anonimo 28 febbraio 2018 12:39 che potrebbe avere almeno la gentilezza di scegliere un nickname temporaneo, anche se deve difendere la sua privacy dall'invasività dei servizi segreti del capitale che così non lo beccano daje a ride).
Caro anonimo, dicevo, ti sfugge veramente l'osso della questione. Che è questo: io chiamo il giovinotto, o se preferisci il giardiniere obbligato dal reddito di cittadinanza o dai PLG della mitiiiiica mmt, se e solo se me lo posso permettere. Alias, se il rapporto costi benefici è per me conveniente. Se a me non danno una lira, io non chiamo un cazzo di nessuno, perché prima mi devo comprare il pane per mangiare. Claro? Ti entra nella capa? Ci arrivi cazzo?
Fai tutti i redditi di cittadinanza che vuoi, tutti i PLG che ti pare, ma saranno uguali, identici, fotocopie dei centri per l'impiego di piddinosa memoria, se non c'è un cazzo di nessuno che, facendosi i suoi conti di pirsona pirsonalmente, decide che gli conviene chiamare qualcuno.
E allora? Famo er comunismo? Va bene, sono d'accordo, figurati! Per un contemplativo come me il comunismo sarebbe il massimo.
Tolto il comunismo, nel mondo reale e concreto dell'oggi la questione delle questioni è la quota salari. Punto.
Ma la quota salari non puoi aumentarla se sfidi il nemico su un terreno dove perdi di sicuro, ovvero il mercato globale. E' come se i vietcong avessero sfidato l'esercito americano in campo aperto, invece di fare guerriglia villaggio per villaggio. Ebbene, quello che erano i villaggi per i vietcong, sono gli stati nazione per i popoli!
Carissimi, conosco molto bene rizzo, pensate, metaforicamente lo associo a mastella. Ma votarlo in questo frangente ha solo un valore simbolico contro l'ennesima operazione piu' opportunista dello stesso rizzo rappresentata da potere al popolo. Una considerazione: durante i bombardamenti Nato sulla serbia rifondazione comunista era al governo in tutte le regioni o enti locali in cui aveva vinto il centro sinistra. L'opposizione alla Nato di cui si riempiono la bocca poteva proprio consistere nelle dimissioni in blocco dalle giunte regionali,provinciali e comunali. Rizzo fa il suo mestiere....Potere al popolo e' piu' realista del re.... Dagli amici mi guardi iddio che dai nemici mi guardo io.
Sono l'anonimo 28 febbraio 2018 17:41 ed ho scritto solo quel messaggio, quindi siamo in due ad averti risposto.
Scrivi "fra tutti i redditi di cittadinanza che vuoi". Ma lo hai letto o no il mio commento? Io verrei il reddito di cittadinanza? Io ho scritto che tu, gli MMT e quelli che vogliono il reddito di citadinanza volete la stessa identica cosa. Tu, la MMT ed il reddito di cittadinanza siete la stessa cosa.
Non è a me che sfugge il punto, è un altro il punto. Tu ti dichiari costituzionalista e forse anche socialista. Bene, questo non è vero. Traspare da ciò che scrivi. Il tuo orientamento politico è il "questismo". Tu non vuoi "questo" liberismo, vuoi quello che ha vissuto negli anni '70 senza averlo capito perché quello era propedeutico a questo.
Il tuo partito si chiama "L'altro liberismo con Fraioli". E' solo che fai confusione perché ti vedi in un modo diverso da ciò che in realtà sei ed attribuisci agli altri cose che essi non sono. Rispondi spesso tirando il ballo il vietnam che hai visto solo nei film.
Nostalgia, ed in nostalgici non sono parte della soluzione ma parte del problema.
Sono sempre quello del 28 febbraio 2018 17:41
"io chiamo il giovinotto,[..], se e solo se me lo posso permettere"
Lo vedi quello che scrivi? E lui viene solo se è disperato e non se lo può permettere. Ci sta il Marchese Fraioli del Grillo che se lo può permettere ed il giovinotto (una scelta lessicale davvero odiosa ma non casuale) che non se lo può permettere. Perché tu sei tu e lui non è un cazzo, questo è il tu modello sociale. Che poi quando si tratta di risolvere il problema del lavoro gira e rigira sono decenni che quelli della tua generazione ci propinano la stessa identica soluzione: il lavoro servile, se è uomo ti taglia l'erba se magari è donna ti fa le pulizie in casa. Magari conditi con bei discorsi infarciti di economicismo, pil che crescono e quote salari. Tutta la matematica con si copre il fatto che non si vuole intervenire direttamente nei rapporti sociali.
Ricordi male. Ai tempi della guerra Rizzo era già uscito dal prc per creare i comunisti italiani, perché non condivideva l'idea di far cadere Prodi. Era nel governo D'Alema, non uscì durante i bombardamenti, votò la legge sulle scuole paritarie, e non uscirà per tutta la legislatura votando pure la fiducia al governo Amato. Ci vuole una faccia di bronzo per fare il sovranista ora che ha perso la poltrona. I giovani di Rizzo sono ancora peggio del loro capo, opportunisti e caratteristi
Vorrei ricordare il concetto di quota salari: è la frazione di plusvalore prodotto che retribuisce il lavoro. Qui un grafico che ne riporta l'andamento dal 1960 al 2012:
Quota salari
Certo, se vivessimo in un sistema collettivista questa sarebbe del 99,99999%, mentre se vivessimo nel paradiso degli schiavisti sarebbe allo 0,000001% (cioè quel tanto che serve per mantenere in vita gli schiavi di cui hanno bisogno, e solo quelli).
Attenzione, questo indicatore non deve essere letto in un orizzonte congiunturale, ma di lungo periodo. Infatti la quota salari tende ad aumentare durante i cicli prolungati di espansione dell'economia, ma anche nei cicli recessivi brevi (quando cioè i profitti si contraggono rapidamente). E' un rapporto, come quello debito/pil.
Essa è pertanto un indicatore politico che, al netto delle fasi congiunturali, ci segnala chi sta vincendo e chi sta perdendo sul lungo periodo nel conflitto capitale lavoro. Vista dal lato del lavoro, perdere o vincere dipende dalla capacità di quest'ultimo di vincere la battaglia politica, cioè la battaglia ideologica.
Accettare l'idea che i salari debbano essere compressi, per qualsiasi ragione: dalla necessità di fronteggiare la concorrenza internazionale fino all'idea balzana secondo cui i robot fanno scomparire il lavoro, e passando per la tesi autocolpevolizzante che un popolo sia per sua natura pigro, è sempre una scelta politica sbagliata e perdente.
La quota salari scende (sul lungo periodo) quando ESSI sono più bravi di noi, e riescono a vincere imponendo il terreno di scontro più favorevole ad ESSI e/o ad argomentare che il mondo è cambiato (della serie: oggi c'è la Ciiiina).
Qualsiasi livello di reddito minimo deciso a tavolino che favorisca l'accettazione di una riduzione della quota salari è dunque da respingere. E' come se a monte, avendo ridotto l'afflusso dell'acqua in pianura, ci dicessero che la poca che ancora ci mandano dobbiamo redistribuirla più equamente. NO! Dobbiamo organizzarci e marciare verso le chiuse, per riaprirle.
Un leader politico si valuta innanzitutto per quello che fa oggi e non per gli errori passati, soprattutto se a proposito di essi ha fatto una chiarissima, severa e inequivoca autocritica.
Certo, degli errori passati si deve tenere debito conto anche dopo la più severa delle autocritiche, ma non li si deve comunque assolutizzare ed "eternizzare": se trovassi qualcuno che come Rizzo é oggi (fra l' altro) inequivocabilmente antieuro e antiEuroooooooooopa senza "se" e senza "ma" e inoltre ai tempi della guerra alla Yugoslavia era contro tale inqualificabile aggressione imperialistica, lo preferirei di certo al pelato torinese.
...Peccato che non se ne veda (ma si vedano invece solo tantissimi spregevoli "furbetti del se e del ma", "a là Tsipras - Varufakis").
Giulio Bonali
P.S.:
Chi definisce i giovani del PC "ancora peggio del loro capo, opportunisti e caratteristi" evidentemente non ha mai incontrato (contrariamente me) nessuno di questi (in generale: la perfezione non esistendo, ogni regola avendo eccezioni, ovviamente) splendidi giovani, sinceri, generosi, disinteressati, seri, preparati e/o dediti allo studio serio e diligente dei classici del marxismo e non solo.
Miei precedenti commenti: 28 febbraio 2018 17:41, 1 marzo 2018 10:03, 1 marzo 2018 10:28
E ci citi la quota salari. Una volta c'era il latinorum ora ci sta il matematicorum smasmodicamente amato da tutti gli economicisti. Che poi il matematicorum sia la media di Trilussa ed il rifugio di tutti quelli che non vogliono cambiare i rapporti sociali ben poco importa. Quali tutele e quale contratto avrebbe il giovinotto che ti taglia l'erba nel prato? Avrebbe le tutele costituzionali che tu hai? Questo non ce lo dici e lo sai che significa? che sarà deciso in alto e di conseguenza tu stai sostenedo una soluzione dall'alto come già facesti negli anni '70.
Guarda che se il giovinotto non ha quelle tutele è deflazione anche quella, anche se la quota salari di Trilussa sale. "Che vuol ch'io faccia del suo matematicorum?"
Poi se al liberalismo degli '70 non c'è alternativa (there is no alternative) diccelo chiaramente e sposati pure con la Thatcher.
@Anonimo 1 marzo 2018 15:28
Guarda che anch'io sono stato giovinotto (bei tempi) e andavo a raccogliere cocomeri per pagarmi le vacanze, oltre a fare altri lavoretti di traduzione durante l'inverno per avere qualche liretta in tasca. Avevo 20 anni, ero giovinotto, non avevo spese perché mangiavo a casa e l'università era aggratisse.
Poi mi sono laureato, ho cominciato a lavorare a 26 anni senza mai smettere un giorno. Nella vita sono stato dipendente da grandi imprese private, da medie imprese private, libero professionista e, da ultimo, dipendente pubblico. Però tu dici che sono il marchese del grillo. Vabbè.
Ho lavorato per grandi imprese private, per piccole imprese private, nonché come libero professionista, in un'epoca nella quale le condizioni contrattuali erano favorevoli al lavoro salariato. Decisi di fare il libero professionista perché tali condizioni erano così favorevoli che mi conveniva trattare direttamente con la committenza. Quando mi avvidi che queste condizioni stavano vacillando (era l'inizio del '90 del secolo scorso) intelligentemente decisi di mettermi al sicuro entrando nella scuola. Pensavo si trattasse di una situazione congiunturale, e dunque di far passare la buriana per tornare sul mercato del lavoro privato. Così non fu, perché il potere contrattuale di noi lavoratori salariati, anche di quelli come me ad alta specializzazione, declinò rapidamente. Certo, intorno al 1995 (leggera ripresa della quota salari) la tentazione di lasciare la scuola mi venne, ma per fortuna (ero ormai un uomo adulto, quindi più prudente) passai la mano e restai nella scuola. Bene, anzi benissimo feci.
Ora tu vieni a dire a me, che avrei voluto lavorare sul mercato privato in condizioni di alta domanda (e quindi alto potere contrattuale per me) che io sono un marchese del grillo col culo garantito. Per altro con un contratto (settore scuola) che è stato fermo per 10 anni, con aumenti dei carichi di lavoro, con aumento dell'età pensionabile, in una situazione in cui ti viene a scuola il genitore di un alunno che hai ripreso e ti molla uno sganassone.
Vabbè.
La storia personale che ti ho raccontato comincia nel 1981. Ora vatti a vedere il grafico della quota salari, e traine le ovvie conseguenze. Se questa fosse rimasta ai livelli degli anni 70, me ne sarei sbattuto i cabasisi di un contratto a tempo indeterminato. Anzi, ti dirò: una grandissima impresa del settore TLC mi propose per due volta l'assunzione a tempo indeterminato (con riduzione del salario) ma rifiutai.
Già, quando la quota salari era alta NON CONVENIVA ESSERE DIPENDENTI A TEMPO INDETERMINATO. Chi aveva un contratto a tempo determinato lavorava meno e guadagnava di più di chi lo aveva a tempo indeterminato, come è ovvio che sia. Oggi la situazione è rovesciata. La causa? La caduta a picco della quota salari.
Se vuoi ragionare ne parliamo; se devi offendere, insinuare, far caciara a gògò, lasciami perdere. Ho altro da pensare.
Sono l'anonimo dell 15.28
Stai sostanzialmente generalizzando la tua esperienza personale ed idealizzando quel periodo. Storia che conosco già perché la racconti abbastanza spesso.
Questo però conferma che la tua posizione ideologica è il liberalismo degli anni '70 che coi richiami alla costituzione c'entra ben poco.
Se questo significa che il giovinotto che taglia l'erba non deve avere nessun diritto o tutela il tuo riferimento non è la costituzione. Anzi, somiglia molto ai discorsi di Padoa-Schioppa e della Fornero. E non è un caso perché fu proprio in quelle condizioni che è maturata l'egemonia culturale che ha condotto alla sconfitta epocale del popolo. Il liberalismo degli anni '70 fu l'embrione da cui il liberismo di oggi è nato.
Io non ho offeso né fatto caciara. Basta leggere il tuo blog e vedere che nelle tue polemiche tu usi spesso toni anche moto più aspri. Nel tuo commento tu hai ipotizzato l'esistenza di una persona tutelata che può disporre di una persona senza tutele ed io ti ho semplicemente fatto presente che questa è una logica da Marchese del Grillo e non della costituzione cui tu dici di richiamarti.
Raccogliere cocomeri, fare lavoretti e rifiutare il posto a tempo indeterminato. Citi tutte le idee che ci hanno portato nel disastro dove stiamo. E' la storia della gavetta, la fregatura con cui sono riusciti a farci perdere anni di conquiste e tu vorresti ripeterla.
E' anche, ma non solo, per questo che i dominanti hanno accettato quell'abbondanza. Perché ha aumentato a dismisura la loro egemonia culturale. La loro opera ha avuto talmente tanto successo che ancora oggi la rivendichi. Mala tempora currunt.
Leggo tutta l'area no-euro praticamente dalla prima ora quindi parlo avendo letto. Tu ti dichiari sovranista costituzionale. In base a quello che ti vedo scrivere, sarà almeno consentito dubitarne.
Sono sempre quello delle 15.28
"Oggi la situazione è rovesciata. La causa? La caduta a picco della quota salari."
Se la quota salari è un indicatore non può essere la causa. La causa è da ricercarsi altrove e fuori da ragionamenti puramente economici.
"Se questa fosse rimasta ai livelli degli anni 70"
Poteva restarci solo in condizioni di crescita infinita (che non esiste) e se i rapporti sociali restano immutati. Il tuo ragionamento continua ad essere astorico. Tu vuoi la storia con una sola stagione, questo è irrealistico.
Sempre quello delle 15.28
Negli anni '70 la grande ditta nazionale presso cui mio padre lavorava fece una sua ristrutturazione che fu devastante. Licenziarono praticamene tutti tranne uno: mio padre. Ed altri due o tre nell'amministrazione. Gli altri dovettero tutti emigrare da Palermo a Torino e Milano. Qualcuno di li a poco si sarebbe pure ammalato e sarebbe morto. Questa è la tua quota salari, la media di Trilussa che ignora l'umanità reale.
Un portiere in uno stabile di fronte fu licenziato perché i condomini avevano deciso di abolire la portineria. Uomo di quasi 50 anni, emigrato anche lui con famiglia. Però la quota salari era alta eh. Sai che consolazione.
Se questo è ciò che desideri la tua posizione politica è molto lontana dai diritti costituzionali.
Cerchiamo di dire delle cose ragionevoli su Marco Rizzo. Questo argomento che lui si sarebbe "pentito" del passato opportunista sta diventando stucchevole.
Per favore rizziani del web, provate a rispondere a delle domande facili facili:
1) siete dichiaratamente stalinisti, ebbene cosa sarebbe successo a Rizzo se fosse vissuto nella Russia di Stalin?
2) possibile che questo pentimento non viene contestualizzato? possibile che non vi rendete conto che il "pelato servo della NATO" non si sia pentito mai di niente fino a quando non è stato espulso dai comunisti italiani? che anzi in quel partito era il rappresentate della "destra interna"? che ha votato la riforma della scuola di D'Alema-Berlinguer, ha assistito indifferente alla carneficina del Kossovo, ha assistito da sottosegretario del governo alle cariche e alle torture sui prigionieri dopo il corteo contro il vertice di Napoli 2001 e poi si è opposto alla marcia contro il g8 di Genova? che, di nuovo, non pentito ancora appoggia coi comunisti italiani la coalizione di Rutelli...di Rutelli capite!!! ...che 5 anni dopo ha di nuovo appoggiato il governo Prodi,il cui programma era la riduzione del debito pubblico e ristabilire buoni rapporti con l'Europa dopo "le corna" di Berlusconi....Niente. Quando si pente Rizzo? Quando Diliberto lo epura. Allora ricomincia dal basso, trova questo giovane ricchissimo comunista dei Parioli Mustillo coi suoi amici red-skin che gli propone di fare un movimento giovanile stile Casa Pound di sinistra, fatto di post su facebook, magliette, gadget, librerie radical chic. Ovviamente stando ben lontani da ogni situazione di scontro di piazza, facendo sempre cortei alternativi, da soli, come il KKE in Grecia.
3) di fonte a tanti critici, possibile che non avete la forza di defenestrare il vostro leader, o magari di chiedergli un passo di lato, è così necessario che anche i partiti comunisti in questa epoca si comportano dal PC al PCL come PARTITI PERSONALI al pari di Forza Italia, An, ecc?
All'anonimo che mi chiama marchese del grillo.
Dici che la quota salari, essendo un indicatore, non può essere una causa. Bravo, infatti la causa è la sconfitta politica del mondo del lavoro.
Ti ricordo, per essere chiari, che essendo un sovranista costituzionale NON SONO COMUNISTA. Magari sbaglio e il comunismo è cosa bellissima e meravigliosa, però io, essendo un sovranista costituzionale, sono per un'economia mista, con lo Stato a sorvegliare l'equilibrio affinché il settore privato non cresca troppo, soprattutto come influenza politica, arrivando a farsi padrone dello Stato stesso.
In un'economia mista ci sono il settore privato e quello pubblico, entrambi con piena legittimità. La cosa importante è che l'economia cresca, il che avviene soprattutto sviluppando il mercato interno grazie alla spesa statale e controllando i movimenti dei fattori di produzione. Chiaro che non è un sistema giusto in termini assoluti, per questo ci vuole il comunismo. Ma io non sono comunista.
Perché allora voto Rizzo? Perché (al netto di quello che ha fatto in passato, di cui so poco e poco m'importa) non c'è una lista sovranista alle politiche. E inoltre perché, pur non essendo comunista, non ho paura dei comunisti.
Ti spiego perché non ho paura dei comunisti. Il comunismo, se non si trasforma in una dittatura ovviamente, può esistere solo se il popolo lo vuole, ma io sono certo che il popolo, potendo scegliere tra il sistema costituzionale ad economia mista e il sistema comunista, sceglierebbe il primo. Se poi dovessi sbagliarmi, vivrei bene anche in un sistema comunista. La mia vita lo dimostra: ce l'ho fatta sia lavorando nel settore privato che nel pubblico.
Quello che temo, e combatto con i mezzi che ho, è il sistema liberista. E sai perché? Perché pur avendo, e avendo avuto per tutta la vita, i talenti personali per competere e vincere, per indole preferisco la convivialità. Per dirne una: ho sempre pagato chi ha lavorato per me più di quanto loro stessi mi chiedevano. E ancora oggi, quando vado a comprare le uova dal contadino, se mi chiede 3 euro gliene ammollo 5 (senza dirlo a mia moglie).
Grazie comunque per l'attenzione che mi dedichi.
Sempre quello dell 15.28
"Chiaro che non è un sistema giusto in termini assoluti, per questo ci vuole il comunismo."
Il comunismo non si è mai visto, visto che l'URSS (della cui esistenza storica sono comunque contento) era un capitalismo a pianificazione centrale. Nessuno mi risulta abbia mai formulato una nuova ipotesi concreta di comunismo. Fino ad allora potrei anche scrivere che per un sistema giusto ci vuole il sarchiapone, avrebbe lo stesso significato.
Una cosa però è certa dalla tua affermazione, che la frase "il lavoro è un diritto" è solo uno slogan vuoto di sostanza, ingannevole. Così come la locuzione "piena occupazione", che in regioni meridionali (Sicilia, Calabria, Puglia, Sardegna, ecc) non si è mai vista neppure nel cosiddetto trentennio dorato.
All'Anonimo delle 20,40
Non sarà stato il "Comunismo" che sognavano i comunisti, ma non si può negare che quello dell'U.R.S.S. fu "un" comunismo. Un comunismo possibile nel contesto in cui si realizzò, alle condizioni date. E che quell'esperienza ha segnato tutta la storia successiva. È il minimo che della sua esistenza tu ti dica "comunque contento"
Al luogocomunista delle 21:07
Quindi per te sono tutti in malafede: Rizzo, Mustillo, i giovani ragazzi del fronte della gioventù comunista che definisci in toto pariolini, simili al KKE e sempre lontani dagli scontri di piazza (perché, credi sia sic et simpliciter motivo di vanto andare allo scontro con la polizia?), il PCL e quant'altro. Beh, io li ho conosciuti e la mia impressione è antitetica alla tua. Ciò che ho visto in loro, parlandoci a lungo, sentendo le loro esperienze, mi dà speranza. E voterò PC soprattutto per dare un voto a questi ragazzi. Del resto l'alternativa che tu metti in campo, basata in gran parte sulla sfiducia nelle idee e nelle persone, è, credimi, davvero troppo troppo deprimente
Al luogocomunista
Scusami, ho dimenticato di firmarmi
Andrea Orzani
@Anonimo 2 marzo 2018 20:40 che scrive "Il comunismo non si è mai visto, visto che l'URSS (della cui esistenza storica sono comunque contento) era un capitalismo a pianificazione centrale. Nessuno mi risulta abbia mai formulato una nuova ipotesi concreta di comunismo."
Visto che, come scrivi, "il comunismo non c'è mai stato", e nell'attesa che si concretizzi "una nuova ipotesi concreta di comunismo" io mi tengo la nostra pur difettosa Costituzione del 1948 e il modello sociale statalista ad economia mista che disegnava. Ad maiora.
Andrea Orazi, il tuo commento mi sembra molto retorico. Io ti ho posto tre domande e tu non mi hai risposto, hai preso degli spunti e su quello costruisci delle contro-domande. Siccome non sono retorico come te, non ho problemi a risponderti. Poi per favore rispondi anche tu in maniera non retorica a quanto ti chiedo.
Io non credo che siano tutti in malafede. Sicuramente non è in malafede il PCL che è il solo partito elettorale che ha un programma e una tradizione rivoluzionaria. Ho detto che sono partiti personali e l'ho detto in un contesto, quello della domanda 3) a cui NON HAI RISPOSTO, nel quale ti chiedevo: visto che continueremo ad attaccarvi sempre fino a quando avrete Rizzo, perché non gli chiedete di farsi da parte come segretario, dicendo lui che credete magari al suo pentimento e che però visto il suo passato deve fare la gavetta e avere un leader meno infangato? Comunque, visto che io a differenza tua ti rispondo, ti dirò: non sono tutti in malafede, Ferrando non lo è, purtroppo è un compagno dogmatico che non è stato in grado di costruire nulla mentre aveva una strada spianata (per anni era il solo partito a sinistra di rifondazione). RIZZO INVECE E' SICURAMENTE IN MALAFEDE. Non partecipi alla guerra in Jugoslavia per poi riscoprire lo stalinismo passando dalla parte della Corea -ahahaah- solo quando ti espellono dai comunisti italiani! Questo è essere in malafede. C'è chi da rifondazione se ne andato quando questa ha scelto la via del governo (Ferrando) e c'è chi, come Rizzo, se ne è andato quando questa ha fatto cadere il governo Prodi, nel quale voleva rimanere ed è rimasto come sottosegretario di D'Alema.
Altrettanto retoriche sono le tue affermazioni che lo scontro non è un valore in sé. Questo è vero, se poi aggiungi che l'opportunismo invece è un disvalore in sé. Se quando c'è il corteo contro la visita della Merkel non partecipi ma fai una manifestazione alternativa, se quando c'è il corteo contro Renzi (14 aprile 2014) prima ti presenti tutto cattivo col cordone coi bastoni poi alla prima carica scappi e lasci la polizia menare i ragazzini, se prima fai il duro nella tifoseria dell'Ardita San Paolo e poi lasci i ragazzi di Roma Ovest in mano ai fasci della Magliana perché non tieni botta, beh questo non è la ricerca delle scontro fine a se stesso questa è la fuga lucida e politicamente programmata dai momenti di tensione perché non vuoi che i tuoi quadri si rovinino prima che il partito sia sufficientemente forte. E' una posizione oggettivamente opportunista.
Ora io ho risposto alle tue domande. Per favore ora rispondi alle mie, sono facili facili:
1) siete dichiaratamente stalinisti, ebbene cosa sarebbe successo a Rizzo se fosse vissuto nella Russia di Stalin?
2) possibile che questo pentimento non viene contestualizzato? possibile che non vi rendete conto che il "pelato servo della NATO" non si sia pentito mai di niente fino a quando non è stato espulso dai comunisti italiani? che anzi in quel partito era il rappresentate della "destra interna"? che ha votato la riforma della scuola di D'Alema-Berlinguer, ha assistito indifferente alla carneficina del Kossovo, ha assistito da sottosegretario del governo alle cariche e alle torture sui prigionieri dopo il corteo contro il vertice di Napoli 2001 e poi si è opposto alla marcia contro il g8 di Genova? che, di nuovo, ancora appoggia coi comunisti italiani la coalizione di Rutelli...di Rutelli capite!!! ...che 5 anni dopo ha di nuovo appoggiato il governo Prodi,il cui programma era la riduzione del debito pubblico e ristabilire buoni rapporti con l'Europa ....Niente. Quando si pente Rizzo? Quando Diliberto lo epura
3) di fonte a tanti critici, possibile che non avete la forza di defenestrare il vostro leader, o magari di chiedergli un passo di lato? è così necessario che lui deve fare il leader? non potete dirgli: ok, dici di essere pentito del tuo passato con D'Alema, bene ricomincia dalla seconda fila?
Questi sono nodi centrali. Il resto, sì, è malafede
Sempre quello delle 15.28
@Anonimo del 2 marzo 2018 23:29
Che sono contento della esistenza storica dell'URSS l'ho detto o lo riconfermo. Ha dimostrato che l'attacco al cielo era possibile, ma lo ha dimostrato perché non è stata una vuota declamazione e perché le circostanze storiche erano diverse. Ed ha segnato il corso storico del novecento, viva la rivoluzione d'ottobbre. Ma la storia non si ripete mai uguale e chi si attarda inseguendo le forme di ieri finirà col non fare la rivoluzione necessaria domani.
@Fraioli
"io mi tengo la nostra pur difettosa Costituzione del 1948 e il modello sociale statalista ad economia mista che disegnava"
E' proprio qui che sta il punto. Quanto affermi è falso. Solo un altra vuota declamazione. Economia mista vuol dire tutto e on vul dire niente, un altra vuota declamazione. Sia già ora in un economia mista.
Davanti agli esempi che ti ho fatto io di persone che hanno perso il lavoro tu fai spallucce e dici che in fondo il mondo è così ed è imperfetto, altrimenti ci vuole il comunismo che però non ci dici cosa sia. E' ciò che dici tutti quelli che propongono soluzioni diverse dalla tua.
Tu ipotizzi l'esistenza di una figura dalle non specificate tutele, il giovine che ti taglia l'erba. Beh questo non è compatibile con l'art 38 della costituzione che prevede che lui venga tutelato in caso di disoccupazione involontaria e non debba trovarsi nella posizione di debolezza che tu descrivi.
Davanti a nessuno di questi casi ti è venuto in mente di richiamarti all'art. 38. Perché? In cosa crede chi crede nella costituzione? Su questo, dopo tanti anni, è urgente fare chiarezza.
Eppure non è difficile. Non ci vuole molto a scrivere che nessun lavoratore deve tagliare il prato ad un altro senza le tutele di un contratto collettivo nazionale, ma tu non lo dici. Neppure questo si può fare senza il comunismo? Davvero? Non ci credo.
A chi ti sottolinea le manchevolezze della tua proposta politica rispondi spesso che per superare quelle di vuole il comunismo. Se non ricordo male rispondesti così pure al tuo amico Boemio e alla sua proposta di basic income (che non è l'osceno reddito di cittadinanza dei cinque stelle), pure a lui dicesti che per quello ci voleva il sistema collettivo. E' un mantra che conosco già, quello del: "Eeehhh non si può fare, non si può fare. Ma allora tu vuoi il comunismo, vuoi il comunismo". E' il mantra con cui tutti i liberali liquidano sprezzanti chiunque si oppone a loro.
Facciamo così, in un vecchio video Banti (non lo conosco personalmente e non sono propagandista di Riscossa Italia), col quale avete avuto le vostre divergenze, scrisse quanto segue:
"Sapevi che, una legge che tu tutela sempre, in caso di malattia o infortunio, di invalidità o vecchiaia, in caso di perdita del lavoro, o se ti mancanoi mezzi per vivere, senza limiti o restrizioni, ti piacerebbe? Davvero? E' nella costituzione"
Certo poi aspetterò di vedere come Banti, o Mori o chiunque altro intende realizzare l'ultima parte di questo articolo. Qui sta il busillis.
Una cosa però è chiara, che tu non vuoi realizzarlo perché la tua posizione politica si chiama sovranismo liberale, e non sovranismo costituzionale. Nulla di male, basta saperlo ed eliminare ogni ambiguità.
Al luogocomunista
scusa la retorica ma non ci siamo capiti: io non sono né stalinista né militante del PC. Darò solo un voto ai ragazzi del Fronte della Gioventù Comunista che ho conosciuto personalmente e che hanno tutta la mia fiducia, anche perché il PC è l'unica lista chi si è schierata nettamente e senza contorsioni varie contro l'Unione Europea, l'Euro e la NATO. Su questo punto, infatti, il PCL è molto meno chiaro e convincente. Per tutte le altre questioni inerenti al passato di Rizzo, posso concordare con te nel merito, ma senza oltrepassare il confine del giudizio personale, accantonando quindi l'accusa di malafede. Ritengo cioè che possa essere considerato personaggio contraddittorio, responsabile di scelte sbagliate, sicuramente ambizioso, lasciandogli però il beneficio di un ravvedimento giudicandolo oggi per quello che dice e fa
Fraioli i diversi anonimi questa volta ti hanno fatto un sedere come un secchio. e quando scrivi
"Vedi caro, l'offerta di lavoro dipende dalla domanda aggregata (non il contrario) la quale aumenta quanto più è alta la quota salari. O pensi anche tu che gli italiani si siano arricchiti negli anni 60/70 col debito pubblico? Era la quota salari che faceva crescere i nostri redditi, non il debito pubblico, che aumentava per la necessità di aumentare la massa monetaria in proporzione alla crescita dell'economia".
dimostri solo di essere un sottoconsumista keynesiano che non ha capito un tubo della teoria marxista del valore. L'aumento del salario in regime capitalista non porta al paese di Bengodi ma al caduta dei profitti e quindi alla crisi del capitale, alla crescita della disoccupazione e alla conseguente caduta dei salari, seguendo un ciclo infernale che dovresti conoscere. Per Marx al contrario di quello che pensi e' l'offerta di lavoro (leggasi investimenti) che fa crescere la domanda aggregata. Ma anche questo cozza contro il limite del capitale stesso e quindi non c'e' uscita keynesiana dalla crisi del capitale che regga. Ci vuole solo la fuoriuscita dal capitalismo per superare crisi disoccupazione e miseria.
Karletto Marxiano
Ah, scusa, ho dimenticato di nuovo di firmarmi: Andrea Orzani, non Orazi
All'anonimo che si incazza perché faccio tagliare l'erba al giovinotto.
Intanto ecco l'art. 38 Cost.
Ogni cittadino inabile al lavoro e sprovvisto dei mezzi necessari per vivere ha diritto al mantenimento e all'assistenza sociale.
I lavoratori hanno diritto che siano preveduti ed assicurati mezzi adeguati alle loro esigenze di vita in caso di infortunio, malattia, invalidità e vecchiaia, disoccupazione involontaria.
Gli inabili ed i minorati hanno diritto all'educazione e all'avviamento professionale.
Ai compiti previsti in questo articolo provvedono organi ed istituti predisposti o integrati dallo Stato.
L'assistenza privata è libera.
Se leggi c'è scritto "Ogni cittadino inabile al lavoro e sprovvisto dei mezzi necessari per vivere".
Quindi deve essere "inabile" E "sprovvisto". Dopo di che parli di contratto nazionale collettivo per qualsiasi rapporto lavorativo. Sono d'accordo, anzi d'accordissimo! Ti ricordo però che, contratto collettivo o meno, io il giovinotto lo posso chiamare se e solo se ho il reddito per farlo, altrimenti l'erba me la taglio da solo. Come faccio adesso.
Quanto alla disoccupazione involontaria: se io non ho il reddito sufficiente per pagare il giovinotto, ebbene lo paghi lo stato per tagliare l'erba, che poi lo chiamo io e lui verrà gratis. Però, vedi, se anche per tagliare l'erba c'è un dipendente statale, allora si va troppo verso la pianificazione centralizzata, e addio economia mista.
La vera questione che, evidentemente, non riesco a farti capire, è che: posto che un sistema completamente collettivista e a pianificazione centrale non si sa come realizzarlo (e comunque molti nemmeno lo vogliono) l'unico compromesso possibile è la presenza di uno Stato che agisca continuamente, tramite la leva fiscale e monetaria nonché il controllo dei movimenti dei fattori di produzione, al fine di correggere e contrastare gli squilibri derivanti dall'esistenza di un settore privato. Il quale, essendo basato sulla concorrenza, tali squilibri necessariamente produce. Ma produce anche ricchezza con un'efficienza che nessun sistema a pianificazione centrale ha dimostrato di saper fare.
Sempre quello delle 15.28
Io ho letto benissimo l'intero articolo senza bisogno che me lo dici tu. Quanto alla disoccupazione involontaria il punto è molto più semplice, ovvero chiarire quali sono le posizioni.
La risposta del video che ti ho postato, e che mi piace molto, è la risposta di un sovranista costituzionale (une delle possibili) la tua che fa spallucce no.
Anzi la tua sembra quasi suggerire che quella quota residuale di disoccupati dovranno arrangiarsi e magari diventare imprenditori di sé stessi.
Che uno che ha un lavoro, in periodi di abbondanza decida di mettersi in aspettativa e darsi all'attività privata per far un sacco di soldi mi sta pure bene. Certo l'abbondanza non può durare in eterno, anzi mi pare si fosse parlato anche costruire le tutele per il lavoratori indipendenti e per i piccoli commercianti e gli imprenditori nei casi avversi che possono presentarsi. Se per quella attività privata abbia bisogno di lavoratori dipendenti va pure bene purché questi abbiano le loro strutture di rappresentanza che li tutelino nella giusta misura (non gli si può certo garantire il fancazzismo) e non siano alla sua mercé. Che ci debba essere costretto dalla disoccupazione è una visione degna di Padoa-Schioppa o della Fornero.
Poi quei disoccupati residuali ed esclusi sono una minoranza quindi impotenti. Auspicare questo tipo di crescita significa auspicare la sedazione del dissenso e, visto che siamo in un blog chiamato Sollevazione, la tua posizione è proprio antisollevazionista.
Più simile alla rivendicazione di categoria da libero professionista, che chiede che ci sia abbastanza domanda interna per poter stare sul mercato e non di più. "Se questa [la quota salari]fosse rimasta ai livelli degli anni 70, me ne sarei sbattuto i cabasisi di un contratto a tempo indeterminato". Certo, e se nel campo dei miracoli fosse cresciuto l'albero di cui parlavano il gatto e la volpe Pinocchio sarebbe stato ricco.
Eccezion fatta per la flat-tax mi sembri più vicino a Borghi-Aquilini che Rizzo.
Per quanto riguarda quello che ti taglia prato se ci stanno giardinieri assunti a tempo indeterminato che fanno quel lavoro ed uno che lo fa senza tutele allora non siamo tutti uguali davanti alla legge come prevede la costituzione perché stiamo facendo lo stesso lavoro in condizioni molto diverse. Così come non lo siamo se ci stanno insegnati di ruolo ed insegnati precari che oltre beccarsi le difficoltà che tu dici si beccano anche il possibile licenziamento e la disoccupazione d'estate. Chi non vuole superare questo non è per la costituzione. E chi non prospetta la costruzione concreta di alternative valide per il governo del mondo del lavoro, e tu non lo fa ma continui a postar grafici, non è per la costituzione.
Nella parte finale della tua risposta mi illustri una prospettiva con due sole ipotesi, una prospettiva che guarda al passato e si proietta ancora nel passato. Ci sta il sistema collettivista completo che ha fallito, ci sta l'economia mista modello prima repubblica. Partire con questa visione mi pare avere una visione politica decrepita. Attuare la costituzione ha senso solo nella prospettiva di costruire qualcosa che non c'è mai stato, poi semmai sarà la storia a dirci cosa è possibile e cosa no, con in suoi imprevisti, con la sua eterogenesi dei fini e tutti il resto. Ma se si assume a priori la dicotomia che assumi si finirà col mettersi di traverso a chiunque provi davvero a cambiare le cose.
Ritorno sull'esempio di Boemio, sempre se non ricordo male, quando gli dicesti che non si può volere quello che vuole lui senza un sistema collettivo: ma tu che ne sai? Sei Domine Dio? Sarà mica che sei prigioniero di quella dicotomia "o liberalismo o comunismo tertium non datur" posto caduta del muro di Berlino? Sarà mica che sei prigioniero dei fantasmi dei passato?
In mancanza di tutto questo, sebbene sarei fortemente tentato di votare il PC di Rizzo, me ne asterrò dal voto come già feci cinque anni fa.
Sempre quello delle 15.28
Nell'art.38 ci sta scritto anche:
I lavoratori hanno diritto che siano preveduti ed assicurati mezzi adeguati alle loro esigenze di vita in caso di infortunio, malattia, invalidità e vecchiaia, disoccupazione involontaria.
Perché selezioni giusto la prima parte? Così sembri quasi dire che lo stato deve intervenire solo nei casi estremi, come pubblica pietà, e non è questo che l'art.38 dice. Questo anzi, guarda caso, è quello che dice l'oligarchia quando vuole accusare il disoccupato di essere bamboccione?
Con questo tipo di comunicazione è naturale che nessuno del popolo ti segua.
Sempre quello delle 15.28
Redazione, ultimo commento e non rompo più le scatole.
Mettiamo che il dipendente di un officina meccanica che perde il lavoro perché il suo datore di lavoro è vecchio e chiude l'attività e lui non può o comunque non vuole (potrà pur decidere) rilevarla.
Ecco, se quel meccanico per ritrovare lavoro (o magari anche la casa) può rivolgersi alle strutture partito dei lavoratori allora per lui il partito dei lavoratori sarà una presenza viva nella sua esistenza.
Se deve ripiazzarsi da solo allora per lui il partito neppure esisterà, ed ha ragione lui. La colpa è del partito che è assente.
L'unica maniera in cui un partito dei lavoratori può essere presente nella vita dei lavoratori è questa, altra non riesco ad immaginarne. L'art.38 parla anche di questo, dell'esistenza di queste strutture. Il partito dei lavoratori che non c'è deve costruirle, conquistarle e mantenerle.
Poi il sistema collettivo, il liberalismo degli anni '70 (con una abbondanza realizzatasi in condizioni storiche molto particolari), le corporazioni di fascista memoria (o quelle di Bordiga restate solo nella sua mente) non ci stanno più e non torneranno mai nelle forme in cui li abbiamo conosciuti come è normale e giusto che sia.
Caro, nella prima repubblica c'era la cassa integrazione. Che non è la stessa cosa del reddito della gleba.
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