[ 26 febbraio 2018 ]
Avvicinandosi il 4 marzo, alcuni amici ci chiedono quale sia il modo più efficace per manifestare un rifiuto complessivo del sistema politico italiano. Insomma, non potendo esprimere una convinta preferenza elettorale, ma non volendo neppure finire nell'indistinto calderone dell'indifferenza - che è esattamente l'atteggiamento opposto a quello di chi si pone questo problema - ci si chiede quale sia la cosa migliore da fare.
Cinque sono le possibilità: (1) l'astensione, (2) l'annullamento della scheda, (3) lasciare la scheda in bianco, (4) il rifiuto della scheda, (5) il voto a liste minori come azione di disturbo.
Prima di entrare nel dettaglio, chiariamo subito un punto fondamentale: dal punto di vista non solo dell'attribuzione dei seggi, ma anche da quello dell'assegnazione delle percentuali alle liste in lizza, ogni scelta che va dall'1 al 4 ha esattamente gli stessi effetti. Più precisamente, non ha alcun effetto. Questo perché le percentuali si calcolano non sui votanti (come qualcuno pensa), ma solo sui voti validi. Dunque, se gli elettori sono 100 e si recano alle urne in 75, ma 3 annullano la scheda e 2 la lasciano in bianco, le percentuali di ogni partito verranno calcolate solo sui 70 voti validi espressi.
Vediamo ora vantaggi e svantaggi politici di ognuna delle cinque possibilità indicate.
(1) Astensione - E' questa la forma più semplice ed efficace di non voto. Perché la più semplice è facile da intuirsi. Perché la più efficace è presto detto: perché il dato più consistente, quello che i media non possono ignorare, quello che in effetti segna il progressivo distacco di tante persone da un sistema politico sempre meno democratico. Alcuni dati ci chiariscono il fenomeno. Nel 2006 gli astenuti furono il 16,4% degli elettori, nel 2008 il 19,5%, per poi salire al 24,8% nel 2013. Negli stessi anni, le schede bianche hanno raggiunto le seguenti percentuali (stavolta calcolate sui votanti): 1,1 - 1,3 - 1,1%. Quelle nulle: 1,8 - 2,5 - 2,5%. Facile notare come sia il dato degli astenuti il vero termometro della protesta. Casomai il problema dell'astensione è un altro. Ed è che il significato della sua crescita perde almeno una parte del suo valore politico in assenza di una vera campagna di massa per il non voto.
(2) Annullamento scheda - Questo è un atto apparentemente più forte. Non si rinuncia ad andare al seggio, e magari si motiva con una frase la propria scelta. Qui il problema, oltre alle considerazioni svolte al punto precedente, è che quella frase la vedranno solo gli scrutatori. Ed anche lo slogan più rivoluzionario finirà sommato a frasi oscene o qualunquiste e - peggio - ai numerosi elettori che avranno semplicemente sbagliato ad esprimere il proprio voto.
(3) Scheda bianca - Valgono le considerazione del punto 2 con l'aggiunta - in peggio - che in questo caso si rinuncia anche all'espressione del proprio pensiero.
(4) Rifiuto della scheda - E' questa una modalità che si può scegliere, ma che non avrà mai seguito di massa. Ed oltretutto è una casistica che non ha spazio alcuno nelle statistiche. In realtà, questa forma di protesta appare semmai più comprensibile in occasione di referendum di cui si contesta alla radice il quesito, piuttosto che in elezioni politiche.
(5) Voto a liste minori come azione di disturbo - Va da sé che qui il discorso sarebbe più complesso, per l'ovvio motivo che c'è lista minore e lista minore. Ma su questo rimandiamo alla posizione presa da Programma 101. Qui ci limitiamo a considerare l'efficacia tecnica, e dunque politica, di quest'ultima opzione. Diciamo "azione di disturbo", perché è evidente che questa scheda è rivolta a chi non è in condizione di esprimere un voto convinto, che altrimenti tutto questo ragionare non avrebbe senso alcuno. In questo caso non si tratta di mandare qualcuno in parlamento (che di queste liste nessuno ci andrà), né di rafforzare progetti politici troppo stentati per potersi affermare. Si tratta soltanto di contribuire ad indebolire le forze sistemiche, riducendo un po' la percentuale del Pd e soci (incluso LeU), di M5S, della coalizione e di tutte le forze di destra. Si dirà, però, che nessuna delle forze in lizza merita il voto. Obiezione comprensibile, ma (a differenza delle altre quattro) è questa l'unica opzione in grado di incidere minimamente sui risultati. In effetti, solo un'azione di disturbo. Ma che forse è sempre meglio di niente.
Avvicinandosi il 4 marzo, alcuni amici ci chiedono quale sia il modo più efficace per manifestare un rifiuto complessivo del sistema politico italiano. Insomma, non potendo esprimere una convinta preferenza elettorale, ma non volendo neppure finire nell'indistinto calderone dell'indifferenza - che è esattamente l'atteggiamento opposto a quello di chi si pone questo problema - ci si chiede quale sia la cosa migliore da fare.
Cinque sono le possibilità: (1) l'astensione, (2) l'annullamento della scheda, (3) lasciare la scheda in bianco, (4) il rifiuto della scheda, (5) il voto a liste minori come azione di disturbo.
Prima di entrare nel dettaglio, chiariamo subito un punto fondamentale: dal punto di vista non solo dell'attribuzione dei seggi, ma anche da quello dell'assegnazione delle percentuali alle liste in lizza, ogni scelta che va dall'1 al 4 ha esattamente gli stessi effetti. Più precisamente, non ha alcun effetto. Questo perché le percentuali si calcolano non sui votanti (come qualcuno pensa), ma solo sui voti validi. Dunque, se gli elettori sono 100 e si recano alle urne in 75, ma 3 annullano la scheda e 2 la lasciano in bianco, le percentuali di ogni partito verranno calcolate solo sui 70 voti validi espressi.
Vediamo ora vantaggi e svantaggi politici di ognuna delle cinque possibilità indicate.
(1) Astensione - E' questa la forma più semplice ed efficace di non voto. Perché la più semplice è facile da intuirsi. Perché la più efficace è presto detto: perché il dato più consistente, quello che i media non possono ignorare, quello che in effetti segna il progressivo distacco di tante persone da un sistema politico sempre meno democratico. Alcuni dati ci chiariscono il fenomeno. Nel 2006 gli astenuti furono il 16,4% degli elettori, nel 2008 il 19,5%, per poi salire al 24,8% nel 2013. Negli stessi anni, le schede bianche hanno raggiunto le seguenti percentuali (stavolta calcolate sui votanti): 1,1 - 1,3 - 1,1%. Quelle nulle: 1,8 - 2,5 - 2,5%. Facile notare come sia il dato degli astenuti il vero termometro della protesta. Casomai il problema dell'astensione è un altro. Ed è che il significato della sua crescita perde almeno una parte del suo valore politico in assenza di una vera campagna di massa per il non voto.
(2) Annullamento scheda - Questo è un atto apparentemente più forte. Non si rinuncia ad andare al seggio, e magari si motiva con una frase la propria scelta. Qui il problema, oltre alle considerazioni svolte al punto precedente, è che quella frase la vedranno solo gli scrutatori. Ed anche lo slogan più rivoluzionario finirà sommato a frasi oscene o qualunquiste e - peggio - ai numerosi elettori che avranno semplicemente sbagliato ad esprimere il proprio voto.
(3) Scheda bianca - Valgono le considerazione del punto 2 con l'aggiunta - in peggio - che in questo caso si rinuncia anche all'espressione del proprio pensiero.
(4) Rifiuto della scheda - E' questa una modalità che si può scegliere, ma che non avrà mai seguito di massa. Ed oltretutto è una casistica che non ha spazio alcuno nelle statistiche. In realtà, questa forma di protesta appare semmai più comprensibile in occasione di referendum di cui si contesta alla radice il quesito, piuttosto che in elezioni politiche.
(5) Voto a liste minori come azione di disturbo - Va da sé che qui il discorso sarebbe più complesso, per l'ovvio motivo che c'è lista minore e lista minore. Ma su questo rimandiamo alla posizione presa da Programma 101. Qui ci limitiamo a considerare l'efficacia tecnica, e dunque politica, di quest'ultima opzione. Diciamo "azione di disturbo", perché è evidente che questa scheda è rivolta a chi non è in condizione di esprimere un voto convinto, che altrimenti tutto questo ragionare non avrebbe senso alcuno. In questo caso non si tratta di mandare qualcuno in parlamento (che di queste liste nessuno ci andrà), né di rafforzare progetti politici troppo stentati per potersi affermare. Si tratta soltanto di contribuire ad indebolire le forze sistemiche, riducendo un po' la percentuale del Pd e soci (incluso LeU), di M5S, della coalizione e di tutte le forze di destra. Si dirà, però, che nessuna delle forze in lizza merita il voto. Obiezione comprensibile, ma (a differenza delle altre quattro) è questa l'unica opzione in grado di incidere minimamente sui risultati. In effetti, solo un'azione di disturbo. Ma che forse è sempre meglio di niente.
9 commenti:
Beh! La scheda bianca è da evitare nel modo più assoluto perché, com'è già successo, la disonestà è tale e diffusa che le schede bianche se la votano gli scrutatori fra loro d'accordo.
Manlio Padovan
Ebbene ragazzi ho deciso. Votero' il pc di Marco Rizzo. Lo so, lui e' il Mastella del comunismo storico novecentesco. Ma la sua conferenza stampa mi e' piaciuta, da vero "cavallo di razza" per rimanere in tema democristiano. Belotti e' impresentabile, mi stavo addormentando, poi sembrava un operaio in borghese (con tutto il rispetto degli operai) dell'Alfa di Arese catapultato nel XXI secolo. Ma il voto a Rizzo ha un' altra valenza: rappresenta un segnale di dissenzo all'ibrido ingraiano negriano di Potere al Popolo.
mediaticamente parlando, le sole scelte sensate sono la (1)- astenzione - o la (5) - voto alle liste minori.
quando i tg e i giornali danno i risultati per diversi giorni non si sa il numero delle schede bianche o nulle. invece la percentuale di votanti è sparata su tutti i media per tutta la giornata di domenica e nei giorni successivi. pertanto è visivamente più efficace il non andare affatto alle urne.
se ci si va, tanto vale votare le liste minori. in questo caso si rende palese il caleo del PD e compari in termini percentuali.
mia modesta opinione
Ci sono molti dubbi sull'efficacia dell'astensione. Si può venire contati, logico, ma nessuno dà la minima importanza alla percentuale di chi vota, se non per qualche frase di circostanza sui giornali, né vi è alcun obbligo di tenerne conto. Al contrario, c'è chi si augura un'alta percentuale di astensione perché permette di dover convincere meno persone, quindi anche di fare meno promesse.
Praticamente, lungi dal metterlo in difficoltà, l'astensione, anche di massa, agevola il lavoro di quello stesso sistema politico che si vorrebbe danneggiare astenendosi!
Di fatto l'astensione è efficace, e parecchio, solo in quanto aiuta il più forte. Questo è stato chiarissimo, ad esempio, nelle presidenziali francesi.
Cam
É tutta una presa in giro ed Io personalmente mi sono stancato di scegliere il meno peggio e continuare a far avvizzire il Paese. Forse con una crisi seria si riparte.
Voterò il peggio stavolta, magari qualcosa poi cambia sul serio e si interrompe sta buffonata dove ci danno l'impressione di poter cambiare le cose chiamandoci a votare facendoci discutere di stupidaggini per darci l"impressione di svegliere, quando in realtà alternative nn ce ne sono.
Credo che votare una lista minore e seccamente anti europeista sia l'unica vera opzione. Per quanto mi riguarda voterò Partito Comunista che ha anche una forte e viva presenza giovanile organizzata nel Fronte della Gioventù Comunista, molto presente nelle scuole superiori e nelle Università
A coloro che vogliono votare Rizzo.
Vorrei ricordare chi è costui. Non solo ha le mani sporche del sangue del popolo serbo (ricordate "Rizzo pelato servo della NATO"?), non solo fu tra gli scissionisti di rifondazione comunista quando Bertinotti chiese a Prodi le 35 ore (legge che in questi 20 anni avrebbe prodotto un minimo di resistenza all'avanzata della robotica e ai milioni di posti di lavoro che ha distrutto). Fu per anni LA DESTRA interna ai comunisti italiani. Era contrario ad esempio a partecipare al contro g8 di Genova.
La sua svolta a sinistra è frutto di mero opportunismo. Trovare un angolo nella internazionale comunista fatta dal KKE (quelli che in Grecia si schierano davanti al parlamento e picchiano gli anarchici insieme alla polizia), al partito comunista della corea del nord e ad altri psicopatici stalinisti.
Forse Sollevazione dovrebbe pubblicare un articolo con questo piccolo retroscena che la dice lunga dell'opportunismo di Rizzo: Rizzo aveva già concluso un accordo ad ottobre con Rifondazione e Pci per fare una lista comunista alle prossime elezioni. Ora a me Potere al Polipo mi fa decisamente cagare, ma rispetto a Diliberto e Ferrero la Viola Carofalo rappresenta un piccola svolta a sinistra, quanto meno non puzza di naftalina e al parlamento e al governo non c'è mai stata. Quindi Rizzo era favorevole ad una lista ancora più a destra e ancora più incartapecorita di Potere al Pop, purché mantenesse il simbolo della falce e martello. Tipico degli opportunisti anteporre la forma alla sostanza: Diliberto e Ferrero in parlamento sono meglio di Carofalo e Cremaschi? Sì se falcemartellizzati, secondo il prode Rizzo.
Ma c'è di più. Il vero motivo per cui Rizzo non ha aderito al Potere al Porno è perché è stata imposta la regola che chi ha avuto incarichi di governo non doveva essere candidato. Così Ferrero si è fatto da parte, mettendo dentro Acerbo e altri giovani comunisti; mentre Rizzo non ha voluto perdere il suo posto di candidato per far entrare in parlamento il giovane Mustillo.
Che questo schifoso opportunista possa andare lontano c'è da dubitarne. Dio li fa e poi li accoppia. In questi anni il Partito Luogocomunista ha allevato una generazione di ambiziosi ad immagine e somiglianza del loro capo. Appena Mustillo capirà che l'egocentrismo del suo Stalin della Mole gli impedirà di fare carriera nel fiore della gioventù ci metterà presto a passare a mangiare la PaPpa dal banchetto dei riformisti che lo manderebbero in parlamento. E chi conosce i capetti della gioventù comunista a Cosenza come a Perugia sa bene quanti di loro sono pronti a tradire il partito luogocomunista per un posto da consigliere regionale...
Io sono disposto a comprare qualcosa, ma fatto il giro dei banchi non trovo niente che mi soddisfa,cosa faccio?esco e non compro niente ...lascio scheda bianca
Non conosco realmente nessuna lista minore. Ma qui e ora per le europee l’unico a esprimere una posizione nettamente negativa e non altrista e corbellerie varie sulla UE è il partito comunista di Rizzo. Manderei a Bruxelles Sardanapalo se fosse antieuropeista e al punto in cui siamo non m’importa più nulla della posizione su questo o quello di n anni fa. Non ho preclusioni: se vogliono il mio voto Pap Rif e compagnia cantante non hanno che da dire NO all’UE e all’euro senza sé e senza ma.
Il resto è fuffa e chi non lo fa per me può politicamente annegare. Anzi, prima succede meglio sarà.
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