11 giugno. CHE CI È ANDATO A FARE PADOAN A WALL STREET?
Sappiamo una cosa per certa, che il neoliberismo è quello stato in cui il capitalismo si manifesta nella forma che gli è più congenita, quella del demone che scatena tutta la sua crudeltà divorando tutto ciò che gli capita a tiro, come Saturno i suoi stessi figli. Credessimo alla filosofia della storia hegeliana, ci piacerebbe pensare che questo sia davvero l'ultimo stadio, il capitolo finale del ciclo biologico della bestia.
Piegata l'ondata operaia degli anni '60 e '70, posto fine al "ciclo keynesiano", il capitale si è dato ad una caccia sfrenata al profitto (suo impulso vitale), razziando ogni risorsa disponibile. Dal saccheggio di quelle del cosiddetto "terzo mondo" è passato all'estorsione su larga scala delle proprietà pubbliche e dei beni comuni negli stessi paesi imperialistici. Seppure in maniera e con ritmi diseguali a seconda delle nazioni, tutto il privatizzabile è stato privatizzato, a cominciare dalle banche centrali e dalla facoltà di emettere moneta, per sbranare poi ogni sorta di cespite statale, come pure i risparmi dei cittadini, erosi da una crudele politica tributaria .
In Italia questo processo ebbe inizio con il famigerato "divorzio" del 1981 tra Ministero del tesoro e Banca d'Italia, primo atto di quel processo per mezzo del quale lo Stato, se ora voleva spendere più di quanto incassava, doveva indebitarsi, non più solo coi propri cittadini, ma sui mercati finanziari internazionali, preda dunque dello strozzinaggio, più noto come "crisi del debito pubblico". La rapina su larga scala (preceduta da una martellante campagna mediatica tesa a mettere sotto accusa che ogni azienda pubblica era sinonimo di inefficienza, spreco e improduttività) procedette spedita in Italia negli anni '90. Serviva uno shock per giustificare la consegna del bottino. L'operazione giudiziaria di "mani pulite" era quello che ci voleva: occorreva spedire in galera alcuni ladruncoli di partiti ormai marci e capitani d'industria vecchio stampo per distogliere lo sguardo dei cittadini dal fatto che si stava preparando il più grande ladrocinio della storia italiana moderna.
Da allora è stata una valanga di privatizzazioni di aziende pubbliche, tutte giustificate con la coppia di criteri per cui: il privato sarebbe stato più efficiente e quindi i cittadini ne avrebbero tratto vantaggio con una diminuzione dei costi. I risultati sono sotto gli occhi di chiunque voglia vedere.
Che c'entra Pier Carlo Padoan?
Egli da un paio di giorni è in vista negli Usa. Dopo essersi incontrato con il Segretario al Tesoro americano Jack Lew per confermare l'adesione convinta dell'Italia al Ttip (Transatlantic Trade and Investment Partnership), si è recato nel tempio del capitalismo-casinò, Wall Street.
Da New York il corrispondente de Il Sole 24 Ore scrive: «Wall Street ha ricevuto Pier Carlo Padoan in un clima di accresciuta fiducia nell'Italia, che può offrire opportunità di migliorare ancora la percezione del paese e gli investimenti in arrivo».
Investimenti in arrivo? Non si intende solo il flusso speculativo rialzista orientato all'acquisto del debito pubblico italiano, o delle obbligazioni e delle azioni delle banche —flusso favorito dalla politica monetaria espansiva della Federal reserve, e che al primo stormir di fronde potrebbe rovesciarsi nel suo contrario.
Il piazzista Padoan ha incontrato alcuni alcuni grandi pescecani della finanza per presentargli un'appetitosa mercanzia: la privatizzazione di Enav, Poste e Fincantieri. Ovvero ciò che resta di aziende pubbliche strategiche. Gli squali, ovviamente, hanno gradito le pietanze:
Se c'è un'opposizione vera in questo Paese, questa dovrà far sentire la sua voce. Dovrà impedire le privatizzazioni annunciate dal governo di Matteo Renzi. Dovrà impedire l'adesione al Ttip. Dovrà prepararsi alla grande battagli contro il Fiscal compact.
Sappiamo una cosa per certa, che il neoliberismo è quello stato in cui il capitalismo si manifesta nella forma che gli è più congenita, quella del demone che scatena tutta la sua crudeltà divorando tutto ciò che gli capita a tiro, come Saturno i suoi stessi figli. Credessimo alla filosofia della storia hegeliana, ci piacerebbe pensare che questo sia davvero l'ultimo stadio, il capitolo finale del ciclo biologico della bestia.
Piegata l'ondata operaia degli anni '60 e '70, posto fine al "ciclo keynesiano", il capitale si è dato ad una caccia sfrenata al profitto (suo impulso vitale), razziando ogni risorsa disponibile. Dal saccheggio di quelle del cosiddetto "terzo mondo" è passato all'estorsione su larga scala delle proprietà pubbliche e dei beni comuni negli stessi paesi imperialistici. Seppure in maniera e con ritmi diseguali a seconda delle nazioni, tutto il privatizzabile è stato privatizzato, a cominciare dalle banche centrali e dalla facoltà di emettere moneta, per sbranare poi ogni sorta di cespite statale, come pure i risparmi dei cittadini, erosi da una crudele politica tributaria .
In Italia questo processo ebbe inizio con il famigerato "divorzio" del 1981 tra Ministero del tesoro e Banca d'Italia, primo atto di quel processo per mezzo del quale lo Stato, se ora voleva spendere più di quanto incassava, doveva indebitarsi, non più solo coi propri cittadini, ma sui mercati finanziari internazionali, preda dunque dello strozzinaggio, più noto come "crisi del debito pubblico". La rapina su larga scala (preceduta da una martellante campagna mediatica tesa a mettere sotto accusa che ogni azienda pubblica era sinonimo di inefficienza, spreco e improduttività) procedette spedita in Italia negli anni '90. Serviva uno shock per giustificare la consegna del bottino. L'operazione giudiziaria di "mani pulite" era quello che ci voleva: occorreva spedire in galera alcuni ladruncoli di partiti ormai marci e capitani d'industria vecchio stampo per distogliere lo sguardo dei cittadini dal fatto che si stava preparando il più grande ladrocinio della storia italiana moderna.
Da allora è stata una valanga di privatizzazioni di aziende pubbliche, tutte giustificate con la coppia di criteri per cui: il privato sarebbe stato più efficiente e quindi i cittadini ne avrebbero tratto vantaggio con una diminuzione dei costi. I risultati sono sotto gli occhi di chiunque voglia vedere.
Che c'entra Pier Carlo Padoan?
Egli da un paio di giorni è in vista negli Usa. Dopo essersi incontrato con il Segretario al Tesoro americano Jack Lew per confermare l'adesione convinta dell'Italia al Ttip (Transatlantic Trade and Investment Partnership), si è recato nel tempio del capitalismo-casinò, Wall Street.
Da New York il corrispondente de Il Sole 24 Ore scrive: «Wall Street ha ricevuto Pier Carlo Padoan in un clima di accresciuta fiducia nell'Italia, che può offrire opportunità di migliorare ancora la percezione del paese e gli investimenti in arrivo».
Investimenti in arrivo? Non si intende solo il flusso speculativo rialzista orientato all'acquisto del debito pubblico italiano, o delle obbligazioni e delle azioni delle banche —flusso favorito dalla politica monetaria espansiva della Federal reserve, e che al primo stormir di fronde potrebbe rovesciarsi nel suo contrario.
Il piazzista Padoan ha incontrato alcuni alcuni grandi pescecani della finanza per presentargli un'appetitosa mercanzia: la privatizzazione di Enav, Poste e Fincantieri. Ovvero ciò che resta di aziende pubbliche strategiche. Gli squali, ovviamente, hanno gradito le pietanze:
«Martedì sera al suo arrivo a New York, Padoan è stato ospite d'onore di una tavola rotonda con opinion makers americani organizzata presso il think thank Council of foreign relations. Gli interlocutori hanno chiesto delucidazioni sulla strategia riformatrice del governo, a cominciare proprio dall'avanzata dei progetti di privatizzazione (...) Padoan ha rassicurato i (presenti) e come elemento cruciale ha sottolineato le privatizzazioni, citando gli esempi più vicini quali Poste e Fincantieri, ambiziose sia per l'obbiettivo di rendere più competitire le azienze coinvolte che di reperire risorse destinate a ridurre il debito pubblico. E ha parlato di una spending review che consentirà di reperire risorse per il taglio delle tasse». [Marco Valsania, Il Sole 24 Ore, 11 giugno]Sono davvero stucchevoli le trappole semantiche del giornale della confindustria: si dice una cosa per significare il suo opposto: la svendita a prezzi di saldo viene chiamata "ambiziosa strategia riformatrice"; giustificandola poi col solito mantra liberista: "rendere più competitive le aziende". Cosa significhi "rendere più competitive" lo si è visto negli anni: spezzatini e fusioni motivati da scopi speculativi, tagli drastici di personale, disinvestimenti. I limoni, una volta spremuti, verranno poi rimessi sul mercato al miglior offerente.
Se c'è un'opposizione vera in questo Paese, questa dovrà far sentire la sua voce. Dovrà impedire le privatizzazioni annunciate dal governo di Matteo Renzi. Dovrà impedire l'adesione al Ttip. Dovrà prepararsi alla grande battagli contro il Fiscal compact.
16 commenti:
Meglio non vendere la pelle dell'orso prima di averlo preso.
http://www.repubblica.it/economia/2014/06/11/news/incontro_draghi_merkel-88686500/?ref=HREC1-3
Riccardo.
Mi chiedo e vi chiedo dove la troviamo una opposizione tale da controbattere questi poteri?La verità ,prendiamo Atto che siamo fottuti.
Sulla natura e gli effetti possibili delle misure adottate dalla Bce pubblichiamo presto un'analisi approfondita.
RED TOOL
Finalmente un articolo che suona campana a martello per le tavole imbandite che i Quisling dell'establishment italiano hanno preparato in passato e stanno tuttora preparando per squali e tirannosauri internazionali. Era qui che si doveva arrivare e dal Britannia" un poi è stata una incessante scalata. Tutta la ricchezza italiana costituita da aziende di stato e da beni pubblici di qualsiasi genere era il frutto di lavoro accumulato per decenni, secoli e millenni (beni naturali come l'acqua per esempio e quant'altro) Generazioni e generazioni di italiani avevano sudato sangue (letteralmente anche con le guerre difensive) per accumulare tanti tesori che ora dei Quisling miserabili e traditori hanno ceduto e stanno cedendo ai saccheggiatori e conquistatori della nostra indipendenza e della nostra storia.
Si può fare un terrificante parallelo e chiedersi : in che modo i Palestinesi hanno ceduto le loro proprietà fino a diventare il più infelice popolo della Terra?
@ redazione sollevazione
Il problema qui è il cambio di atteggiamento della Merkel sui vincoli di bilancio.
Riccardo.
Questo commento non è inerente all'articolo sopra ma mi piacerebbe se ne uscisse un articolo per il futuro.
L'mpl ha una sua politica in campo militare? Per favore lasciamo stare il pacifismo astratto (nemmeno io voglio la guerra, ne tantomeno promuoverla). Che politiche avreste intenzione di implementare con i militari?
Tenendo conto di come va il mondo e come monito i discorsi di Chavez sulla destituzione/eliminazione di Allende per fare un esempio.
Stalingrado è un altro esempio; brutta storia se Hitler avesse trovato gente disarmata al posto dell'armata rossa.
Grazie per una eventuale risposta o un eventuale articolo.
Riccardo.
sìsì Riccardo stai tranquillo che allora se la Merkel non ha più
paura dell'inflazione l'europa torna a correre al galoppo proprio.
l'austerità è finita. si vede infatti dalle privatizzazioni che Padoan è appena andato a promettere per abbassare il debito.
adesso che si scorporano gli investimenti dal conteggio del deficit si crea una ripresa che si torna agli anni 60.
investimenti non si sa poi in quale ambito....dato che tutto sarà presto completamente privatizzato.
l'austerità non è iniziata dal 2011....è iniziata a fine anni 80 e non c'è modo di invertire il trend di impoverimento generale senza fermare il neoliberismo. come si vede bene dagli USA,daòòa Spagna, ecc... deficit spending o meno, stampanti attive o meno, finchè si resta col paradigma neoliberale resteremo in crisi permanente.
prenderne atto.
@ Luca Tonelli
Guarda ti vendo quello che ho comprato, non vorrei essere frainteso, voglio tener conto di tutto per avere un quadro preciso, meglio avere e studiare tutte le vie di fuga perchè sta gente non molla, ci terrà in vita per dissanguarci lentamente.
Sta a noi anticiparne le mosse e preparare fin da subito le contromosse per non essere spiazzati.
Per il resto meglio non farsi illusioni, in Grecia, dopo tutto quello che è successo, non è cambiato un tubo.
Riccardo.
ma senza dubbio il loro obiettivo è quello.
ma è matematico che il consenso popolare lo perderanno.
possono riuscirci....a mantenere l'europa in vita così com'è....ma dovranno usare la forza. la svolta autoritaria dovrà palesarsi.
la democrazia non è forma di governo che può reggere a depressioni 30ennali quale quella che hanno in mente i governanti del paese.
per cui perfavore smettiamo colla balla che l'austerità sia finita. smettiamola. l'austerità continuerà fino alla fine della democrazia o alla caduta di questo sistema di governo.
PS: consiglio di leggere l'uscita intera della Merkel a riguardo:
http://www.bloomberg.com/news/2014-06-11/merkel-says-ecb-actions-show-need-for-more-euro-reforms.html
Cari compagni volevo sollecitare cortesemente un vostro post su due questioni molto importanti e attuali.
La orima sulla prtata delle manovre di Draghi, che avete già annunciato.
La seconda riguarda quello che sta succedendo in Iraq.
Le truppi jihadiste avanzano verso Baghdad e sia gli USA che l'Iran stanno pensando a qualche forma di intervento.
Secondo voi ha un significato che USA e Iran si trovino per la prima volta dalla stessa parte della barricata?
A me sembra una questione piena di possibili implicazioni.
sono anni oramai che noi popolo consapevole del web ci crogioliamo nella frustrazione e nell'impotenza di non poter fare nulla.
Perchè invece non ci attiviamo per qualche grande iniziativa in cui ognuno di noi da il suo piccolo contributo pecuniario per realizzarla come ad esempio stampare un opuscolo informativo in 60 milioni di copie, come ha fatto il corriere della sera prima delle elezioni per raccontarci che va tutto bene; un opuscolo informativo di facile consultazione con schemi grafici sulle cose di cui discutiamo da anni e poi ne facciamo un altro che riassume tutti gli scandali e le ruberie dell'italia negli ultimi 20 anni,perchè la gente dimentica facilmente, e lo distribuiamo porta a porta; sarei il primo a offrirmi volontario per distribuirlo nel mio paese.
E poi ne facciamo un altro dove si spieghi quanto inutile e sbagliato sia il capitalismo perchè c'è l'automazione che crea la disoccupazione ecc.ecc.ecc.
Sarei ben felice di dare anche 50 euro per la causa. attiviamoci dai!
L'idea mi sembra buona: "verba volant (quelli sul Web) e scripta manent".
Che rimarrà effettivamente per la Storia di tutti i chiacchiericci dei blog?
Purtroppo c'è sempre la questione dei finanziamenti che si mette per traverso.
Tuttavia cominciando a stampare una prima serie di opuscoli potrebbe darsi che si incontrasse il favore del "mercato".
Occorrerebbe qualche sponsor.
con donazioni online basterebbe un euro a persona provenienti da un milione di persone.
Si potrebbe comperare una macchina professionale per la stampa,oppure stampare online che non costa molto. Poi, MPL si potrebbe occupare della stesura del volantino anticapitalista che sottoporrebbe,di volta in volta, prima della stampa, al vaglio dei suoi lettori fino alla forma perfetta e definitiva.
Per il volantino sugli scandali italiani e la corruzione si potrebbe fare una telefonata al Fatto Quotidiano e chiedere a Travaglio di fare un bel libricino patinato corredato di belle foto a colori
che racconti il Bel paese della corruzione da Parmalat fino al Mose. Ragazzi, io ho gia pronta
in garage la graziella per andare a fare volantinaggio...
é giusto che la genta non stia più a dormire; dobbiamo diventare assillanti come i testimoni di geova e non ripiegarci su noi stessi, anche perchè la ragione è dalla nostra parte.
Anonimo delle 15:41
La gente non vuole seguire chi dice la verità ma vuole seguire le persone con le quali sente di volersi identificare quindi persone con prestigio o carisma dovuti a estrazione sociale, ricchezza, successo professionale, a volte addirittura un bell'aspetto fisico.
Vedi Berlusconi, vedi Grillo, vedi tutti i movimenti nati in breve tempo dal basso che si sono sempre dovuti rifare a qualche figura di riferimento.
Quindi MpL deve individuare questa persona dotata di caratteristiche che spingano la gente a desiderare di immedesimarsi in lui.
Pasquinelli ovviamente non è adatto; per adesso vedo solo Brancaccio che andrebbe "abbastanza" bene direttamente mettere su un gruppo 5 Stelle per presentare qualcuno dei nostri.
Recortador
sono sempre l'anonimo delle 04.01 e 15.41 e rispondo ad anonimo delle 16.25:
Quello che dici è vero ma è pure la causa di tutti i nostri mali. Bisogna insegnare alla gente ad amare e cercare la verità.
Tra l'altro si sono innamorati di questo renzi e stai tranquillo che passeranno 30 anni prima che venga estirpato dal subconscio collettivo.
Vorrei ribadire il mio appello a MPL affinchè prenda in considerazione questa proposta che sono sicuro troverebbe il consenso e la collaborazione di moltissime persone. Vi spiego il perchè:
Il 25 maggio la maggioranza degli italiani si è convinta di aver dato una sonora scoppola ai grillini ma in verità l'hanno data a se stessi e all'italia intera.In questo paese stiamo vivendo una situazione surreale, Alle volte sembra di stare in un romanzo di Buzzati. Capita sovente a me che sono un disoccupato cronico ormai da tempo immemorabile di parlare alla gente dei problemi di un paese che vuole svendere tutto per fare cassa ma non si accorge che la corruzione è una voragine immensa di soldi pubblici. A queste obiezioni la gente sembra rispondere: si si, si si, tanto non me ne frega un cazzo... e poi ti guarda con commiserazione; a volte ti toglie pure il saluto. Allora io dico che si può e si deve fare un regalo da parte dell'italia onesta a l'altra
italia, quella indifferente credulona e a volte disonesta. ABBIAMO IL DOVERE DI FARLO!
Un bel libro in carta patinata lucida che sia come un catalogo e resti nelle case degli italiani per 200 anni; la storia dell'infamia italiana con i nomi di tutti i suoi responsabili.
Forse il destino del giusto è quello di patire in vita le azioni dell'ingiusto ma vi prego dateci almeno questa soddisfazione di poter dire in faccia agli italiani
le cose come stanno e non di stare rinchiusi in un blog come dei sovversivi. NOI NON SIAMO DEI SOVVERSIVI, NOI SIAMO NEL GIUSTO!!!
Spero che qualcuno prenda in considerazione questa splendida idea che modestamente ho avuto:
UN BEL LIBRO SULLE INGIUSTIZIE ITALIANE REGALATO AI BENESTANTI DAI DISOCCUPATI ITALIANI.
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