3 febbraio. C'era attesa per le conclusioni dell'Assemblea svoltasi ieri a Firenze. Gli organizzatori del Convegno di Chianciano Terme avevano detto: "sinistra contro l'euro, se ci sei batti un colpo"! Non solo una prima risposta, c'è stata, è sorto il Coordinamento nazionale della Sinistra contro l’euro. Un'importante inversione di tendenza dopo anni di dispersione a sinistra, di fallimenti di tutti i tentativi aggregativi basati su presupposti astratti e identitari. Questa volta si fa sul serio, ci si misura con i nodi strategici che il Paese deve sciogliere se vuole evitare una catastrofe di portata storica. Si esce dalla bolla ideologica per cacciare dal potere le sette oligarchiche dominanti; ci si getta nella mischia per essere lievito della più larga alleanza democratica e anti-euro(peista), per impedire che la sollevazione popolare alle porte sia strumentalizzata da forse reazionarie —siano esse liberiste o tipo Front National in Francia. Occorre fare ancora molta strada, tuttavia. Siamo solo qualche centinaio di attivisti. Occorre diventare molte migliaia.
Un successo per niente scontato l'Assemblea di Firenze, se si considera la pluralità di soggetti politici e culturali presenti, per non parlare di coloro che hanno partecipato a titolo personale proveniendo dalle più diverse regioni del Paese.
Tra i gruppi e le associazioni, oltre a MPL e Bottega Partigiana, c'erano delegazioni dell'area No Euro di Rifondazione comunista, della Me-Mmt, del Partito Umanista, di Euro Truffa-Alza il pugno, di L.U.P.O., dei Meridionalisti Italiani, dell'associazione Qualcosa di Nuovo, della Marcia della Dignità, oltre ad attivisti del Movimento 9 Dicembre e del Movimento 5 Stelle. Impossibilitati a partecipare hanno inviato i loro saluti il Movimento R-Evoluzione e Bandiera Rossa in Movimento.
L'Assemblea ha avuto inizio con l'introduzione di Leonardo Mazzei il quale, a nome dei promotori, ha messo subito in chiaro quale fosse lo scopo dell'Assemblea: dare vita ad un coordinamento unitario della sinistra no-euro. Ha quindi sottoposto all'Assemblea un Documento politico [che alleghiamo più sotto], come base politica di questo coordinamento.
Numerosi gli interventi. Mentre gli amici della Me-Mmt e di Euro Truffa-Alza il pugno hanno assicurato piena disponibilità a collaborare con il nuovo polo della sinistra contro l'euro, tutti gli altri gruppi presenti hanno deciso di farne parte.
Il Documento politico è stato quindi approvato per acclamazione.
L'Assemblea —dopo aver anche approvato un Ordine del giorno contro la Legge truffa elettorale e per la più ampia mobilitazione per impedirne l'approvazione— ha deciso di dare al neonato raggruppamento il nome provvisorio di Coordinamento nazionale della Sinistra contro l’euro.
Con spirito di concretezza figlio della drammaticità dei tempi che viviamo, ha infine eletto un Comitato Operativo nazionale di 17 membri il quale, riunitosi subito dopo la conclusione dell'Assemblea, ha aprovato il seguente comunicato:
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Un successo per niente scontato l'Assemblea di Firenze, se si considera la pluralità di soggetti politici e culturali presenti, per non parlare di coloro che hanno partecipato a titolo personale proveniendo dalle più diverse regioni del Paese.
Tra i gruppi e le associazioni, oltre a MPL e Bottega Partigiana, c'erano delegazioni dell'area No Euro di Rifondazione comunista, della Me-Mmt, del Partito Umanista, di Euro Truffa-Alza il pugno, di L.U.P.O., dei Meridionalisti Italiani, dell'associazione Qualcosa di Nuovo, della Marcia della Dignità, oltre ad attivisti del Movimento 9 Dicembre e del Movimento 5 Stelle. Impossibilitati a partecipare hanno inviato i loro saluti il Movimento R-Evoluzione e Bandiera Rossa in Movimento.
L'Assemblea ha avuto inizio con l'introduzione di Leonardo Mazzei il quale, a nome dei promotori, ha messo subito in chiaro quale fosse lo scopo dell'Assemblea: dare vita ad un coordinamento unitario della sinistra no-euro. Ha quindi sottoposto all'Assemblea un Documento politico [che alleghiamo più sotto], come base politica di questo coordinamento.
Numerosi gli interventi. Mentre gli amici della Me-Mmt e di Euro Truffa-Alza il pugno hanno assicurato piena disponibilità a collaborare con il nuovo polo della sinistra contro l'euro, tutti gli altri gruppi presenti hanno deciso di farne parte.
Il Documento politico è stato quindi approvato per acclamazione.
L'Assemblea —dopo aver anche approvato un Ordine del giorno contro la Legge truffa elettorale e per la più ampia mobilitazione per impedirne l'approvazione— ha deciso di dare al neonato raggruppamento il nome provvisorio di Coordinamento nazionale della Sinistra contro l’euro.
Con spirito di concretezza figlio della drammaticità dei tempi che viviamo, ha infine eletto un Comitato Operativo nazionale di 17 membri il quale, riunitosi subito dopo la conclusione dell'Assemblea, ha aprovato il seguente comunicato:
« Organizzata dai Promotori del Convegno “OLTRE L’EURO. LA SINISTRA, LA CRISI, L’ALTERNATIVA”, si è svolta a Firenze il 2 Febbraio, un’Assemblea Nazionale, cui hanno partecipato forze politiche e associazioni della sinistra-no euro, che considerano la riconquista della sovranità nazionale, popolare e democratica, il principale terreno di lotta di questa fase.
Solo battendo il blocco oligarchico dominante si potrà evitare al Paese la catastrofe, difendere e applicare la Costituzione e tenere aperta la strada per la fuoriuscita dal capitalismo. Una battaglia di portata storica che potrà essere vinta solo dando vita alla più larga alleanza popolare, attraverso la fondazione di un nuovo Comitato di Liberazione Nazionale, che ponga la Costituzione come sua base e cornice valoriale. La battaglia contro la gabbia dell’euro non può essere lasciata alle destre populiste.
- L’Assemblea, svoltasi in un clima unitario ed inclusivo, dopo aver approvato nelle sue linee generali il documento politico che alleghiamo, ha deciso di dare vita al Coordinamento Nazionale della sinistra contro l’euro;
- L’Assemblea ha eletto un Comitato Operativo di 17 membri a cui è stato affidato il compito di consolidare il Coordinamento, di portare a termine il processo costituente e di incontrare ogni forza interessata alla fondazione di un nuovo CLN;
- Fanno parte del Comitato Operativo: Giuseppe Amini, Ugo Boghetta, Claudia Castangia, Leopoldo Cattaneo, Shirin Chehayed, Valerio Colombo, Beppe De Santis, Fabio Frati, Giuseppe Giordano, Tony Manigrasso, Leonardo Mazzei, Angela Matteucci, Rodolfo Monacelli, Luigi Nanni, Moreno Pasquinelli, Mimmo Porcaro, Antonio Stacchiotti;
- L’Assemblea ha infine approvato un Ordine del giorno contro la legge truffa elettorale, dando incarico al Comitato Operativo di verificare la possibilità di promuovere una campagna unitaria a scala nazionale per impedire che questa legge truffa sia approvata dal Parlamento.
Il Coordinamento Nazionale della sinistra contro l’euro
(Bottega Partigiana, L.U.P.O., Marcia della Dignità, Meridionalisti Italiani, Movimento Popolare di Liberazione, Movimento R-Evoluzione, No Euro Rifondazione, Partito Umanista)».
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Uscire dall’euro, riconquistare la sovranità
Leonardo Mazzei introduce i lavori del'Assemblea di Firenze |
Uscire dalla crisi, per un’alternativa di società
Il
nostro Paese sta subendo una catastrofe senza precedenti. Tutti i principali
indicatori economici confermano che il motore del capitalismo italiano si è da
tempo inceppato, che sta imboccando la via del declino. L’impatto sul tessuto
sociale non è meno devastante di quelli prodotti dalle due guerre del secolo
scorso.
I
circoli dirigenti delle classi dominanti hanno enormi responsabilità per lo
stato in cui versa il nostro Paese.
La nascita dell'UE e l'inizio della stagnazione
Nel clima
di euforia imperialistica succeduto al crollo del Muro di Berlino e dell’Unione
sovietica le classi dirigenti accelerarono la corsa verso la costruzione del
progetto dell’Unione Europea e della moneta unica, nella convinzione che
sottoponendosi al “vincolo esterno”, ovvero alle regole monetariste e neo-mercantili
di marca tedesca, il Paese sarebbe guarito dalle sue patologie, diventando
“normale”. Erano gli anni della nascita per via giudiziaria della “Seconda
Repubblica”, dell’idea liberista di “meno Stato più mercato”, della
deregulation e delle privatizzazioni, della trasformazione affaristico-speculativa del sistema bancario, dell’attacco
sistematico al lavoro salariato, della svendita del debito pubblico e
dell’intero “sistema Paese” alla finanza predatoria globale.
Malgrado lo shock
del 1992 (quando la Lira dovette uscire dallo Sme) i circoli dominanti
ripresero senza esitazioni la marcia verso la definitiva cessione della
sovranità politica alla Commissione europea di Bruxelles e di quella monetaria
a Francoforte. Il risultato è noto: da allora il Paese ha conosciuto una
prolungata stagnazione economica.
La crisi
Col
collasso finanziario del 2008 l’Euro(pa) è da allora l’epicentro della crisi
economica globale. I cataclismi a catena dell’Irlanda, della Grecia, della
Spagna e del Portogallo, mostrarono l’assurdità dell’idea di una moneta senza
Stato e che le crepe dell’unione monetaria erano insanabili. Invece di fare finalmente
marcia indietro, di prendere atto del fallimento conclamato dell’euro e del dogma del
“vincolo esterno”, le nostre classi dominanti hanno insistito nella
loro follia ideologica, trasformandola nel crimine di crudeli politiche di
austerità. Invece di invertire la rotta essi hanno accettato di commissariare
l’Italia, di farne l’agnello sacrificale per tenere in vita l’euro — di qui
l’adesione al Mes, al Fiscal compact, fino all’iscrizione del pareggio di
bilancio in Costituzione. L’economia italiana, già malata, è stata così colpita
a morte e il tessuto sociale disintegrato.
L'UE non è riformabile
Ora, la
lobby economico-politica al potere, utilizzando una casta
asservita di politici privi di qualsivoglia autonomia, gratificati con dei
privilegi, annuncia ipocritamente che forse occorrerebbe “un cambio di passo”,
che “bisognerebbe lasciarsi alle spalle la fase dell’austerità”, che si
dovrebbero ricontrattare i Trattati, supplicando la Merkel ad adottare
politiche espansive. Vorrebbero chiudere la stalla dopo che i buoi sono
scappati.
Ipotesi
velleitaria. Mentre l’Italia s’impoveriva e cedeva gradualmente la sua sovranità
nazionale, la Germania, attraverso la sua politica mercantilista, consolidava
la propria, diventando il Moloch la cui potenza dipende dal sacrificio delle
altre nazioni. L’Unione è così diventata una pertinenza tedesca, la moneta
unica sua arma, la pervasiva tecnocrazia europea sua sentinella, la Bce il suo
scudo. È illusorio pensare che il capitalismo tedesco sia disposto a rinunciare
al riconquistato predominio continentale ottenuto sulle macerie della
“solidarietà europea”. Né sembra che la finanza predatoria e le altre potenze
geopolitiche globali vogliano sfidare questo assetto europeo, almeno fino a
quando la centralità tedesca non metterà in discussione la supremazia
strategica degli Stati Uniti, sotto il cui ombrello è avvenuto l’intero
processo eurista.
L'Italia ridotta a protettorato
Pur senza
aver aggredito nessuno, attraverso l’arma del debito, l’Italia è come se avesse
perso una guerra, obbligata a pagare salatissime “riparazioni”, ad
assecondare i diktat e gli
obblighi della BCE e a subire dure sanzioni economiche per assecondare gli
interessi dei mercati finanziari piegandosi alle imposizioni dei trattati
europei. Il paradosso è che chi ci punta la pistola alla tempia lo farebbe per
il nostro bene spacciandosi addirittura come “amico” e “alleato”. Siamo diventati di fatto un
protettorato amministrato da una classe compradora garante della rapina
esterna, che su questa razzia lucra e s’ingrassa, e che pur di “onorare” il
rimborso del debito è disposta a dissanguare il popolo.
Verso un nuovo ciclo di lotte
Il
movimento di protesta esploso il 9 dicembre ha avuto certo molti limiti, ma ha
dimostrato che vasti settori sociali hanno compreso che il nemico non ce
l’hanno solo fuori, ma anche dentro casa, che si esce da questa gabbia solo
spezzando le sue sbarre, che si esce dal marasma con una grande svolta,
politica, economica e sociale. Siamo solo agli inizi di un ciclo di conflitti
sociali che la sinistra sovranista deve incontrare affinché sfoci in una
rivoluzione democratica che estrometta dal potere i proconsoli telecomandati
che governano, una sollevazione generale che sfoci nella liberazione del nostro
Paese e che ristabilisca la piena sovranità popolare.
La sovranità
La
conquista della piena sovranità nazionale è la condizione imprescindibile per
evitare al Paese di precipitare nell’abisso, salvando non solo il benessere ma
i diritti di libertà, conquistati al prezzo di duri sacrifici. Non a caso, il
capitalismo globalizzato considera le nazioni, così come la democrazia, un
intralcio al proprio devastante sviluppo, un ostacolo al pieno dispiegarsi dei
meccanismi che arricchiscono una ristretta minoranza ai danni della stragrande
maggioranza. È questo un congegno che opera su scala globale, di cui l'attuale
iper-liberismo è insieme lo strumento e la cornice ideologica, che trova una
sua specifica e criminale applicazione proprio in Europa, maggiormente nel
paesi del sud Europa, basti pensare al caso della Grecia.
Contro
questo progetto dispotico noi ribadiamo che tutti i popoli e le nazioni hanno
il diritto all'autodeterminazione, alla pari dignità e agli stessi diritti
nella comunità internazionale. La rivendicazione della sovranità nazionale è
infatti una battaglia democratica, l'esatto opposto del nazionalismo aggressivo
e sciovinista. I diritti per cui ci battiamo in Italia sono gli stessi che
devono essere riconosciuti ad ogni altro popolo. Ma senza la riconquista della
sovranità politica, monetaria ed economica, di cui quella monetaria è un
aspetto essenziale, nessuna lotta per la democrazia può essere davvero
efficace.
Per un modello di tipo socialista adatto al
ventunesimo secolo
Noi
concepiamo il recupero della sovranità, di concerto con altri popoli fratelli, come
primo passo verso lo sganciamento dal sistema oligarchico del
“capitalismo-casinò” e come un ponte per realizzare alcune grandi
trasformazioni che gettino le fondamenta di un modello sociale nuovo, alternativo
a quello vigente. È per noi non solo necessario, ma possibile (a patto che la
maggioranza del popolo ne prenda coscienza) passare ad un modello sociale che
utilizzi razionalmente le fonti da cui sgorga la ricchezza, la natura e il
lavoro, non per il profitto di una esigua minoranza ma per il bene della
comunità. Solo in tal modo si potrà assicurare a tutti il diritto ad una vita
degna di essere vissuta, evitando all’umanità di passare da una catastrofe
all’altra. Siamo insomma per un socialismo libertario, radicalmente diverso da
quelli realizzatisi nel secolo scorso, crollati sotto il peso delle loro
contraddizioni e delle promesse tradite.
Non si
passa al socialismo dall’oggi al domani, ma attraverso fasi successive. Nella
fase iniziale, immediatamente seguente allo sganciamento, il mercato, siccome
non distribuisce affatto equamente e razionalmente le risorse disponibili,
dovrà sottostare a regole pubbliche. Il diritto di proprietà non sarà
incondizionato, la comunità dovrà limitarlo ogni volta che arrechi danno ai
principi della fratellanza e dell’eguaglianza, della sicurezza sociale, del
buon vivere, dei diritti di cittadinanza e all’eco-sistema. Ogni accumulazione
che violi questo principio dovrà essere considerata illecita e impedita per
legge.
Tra le
differenti forme di proprietà, la società avrà il dovere di promuovere quella
autogestita e comunitaria, in cui i lavoratori, invece di faticare come
schiavi, siano protagonisti della produzione, partecipi delle scelte della loro
azienda, primi fruitori dei suoi risultati. Tutti i settori strategici di
interesse nazionale, telecomunicazioni, trasporti, energia, istruzione, sanità,
previdenza, banche, assicurazioni, dovranno essere di proprietà pubblica, e
posti sotto il controllo democratico e partecipato dei cittadini e dei
lavoratori per evitare burocratismo, spreco di risorse e corruzione.
Il Cln (Comitato di Liberazione Nazionale)
Ci sono
tuttavia altre forze che pur non accettando uno sbocco socialista, condividono
l'analisi sulla gravità della situazione, e vogliono ripristinare la sovranità
popolare e democratica. Ad esse rivolgiamo un appello all’unità d’azione. Non
pensiamo, infatti, che le forze di natura ed ispirazione socialista siano
sufficienti al perseguimento di questo fondamentale obiettivo. Un'unità di
questo tipo si costruisce necessariamente tra diversi, ed a due precise
condizioni: che vi sia il riconoscimento ed il rispetto delle diversità, che vi
sia la piena condivisione di una piattaforma unitaria in base alla quale
promuovere una conseguente iniziativa politica.
Invitiamo
perciò tutte le forze democratiche e costituzionali ad unirsi in questo momento
di grave crisi ed emergenza. Formiamo un Comitato di Liberazione Nazionale. La
Costituzione italiana - con i suoi contenuti antifascisti, antirazzisti, ma
anche anti-liberisti - sia la cornice dell’unità, la sovranità politica,
economica e monetaria i suoi obiettivi.
Il
disastro italiano non è solo economico, è anche politico e democratico. La
Costituzione, che è già stata stravolta con il passaggio di vent'anni fa alla
Seconda Repubblica, rischia oggi di venire completamente affossata con il
passaggio ad una Terza Repubblica totalmente oligarchica, tecnocratica ed
a-democratica.
Scopo del
Cln sarà dunque quello di ritornare ai principi ed ai valori costituzionali, di
liberarci dei collaborazionisti al potere, per arrivare ad un governo
d’emergenza, per via democratica, che dovrà applicare solo poche ma incisive
misure, tra le quali riteniamo fondamentali:
1) Uscita
unilaterale dall’eurozona.
2) Disdetta
dei trattati fondanti dell’UE (da Maastricht al Fiscal Compact)
3) Nazionalizzazione
della Banca d’Italia e del sistema bancario.
4) Politica
economica volta al raggiungimento della piena occupazione.
5) Emissione
della nuova valuta sovrana.
6) Controllo
sui movimenti di capitale.
7) Piani di “Lavoro
Garantito” per il raggiungimento della piena occupazione.
8) Moratoria
sul debito pubblico.
Il tutto
entro il quadro di una decisa difesa dei redditi e dei diritti dei lavoratori.
Una volta
riconquistata la leva della sovranità e messo in sicurezza il Paese, il Cln
avrà compiuto il suo compito, e
quindi i cittadini potranno liberamente scegliere il loro futuro, quale tipo di
società essi riterranno più giusta.
Lo scopo dell'aggregazione dei sovranisti di
sinistra
Lo scopo
dell'aggregazione che stiamo costruendo risulterà a questo punto più chiaro:
(a)
Vogliamo, e consideriamo necessaria ed urgente, l'uscita dall'Unione Europea.
(b)
Crediamo che questo processo di sganciamento dal sistema che ha prodotto
l'attuale catastrofe debba trovare il suo sbocco naturale in una prospettiva
socialista.
(c)
Riteniamo che l'obiettivo dell'uscita dall'euro e dalla UE possa e debba essere
perseguito solo attraverso l'unità di tutte le forze sovraniste, democratiche e
costituzionali (Cln).
22 commenti:
Beh, almeno avete chiarito che nel vostro CLN non c'è posto per fascisti, razzisti e liberisti, è già qualcosa rispetto alle posizioni ambigue di alcune settimane fa.
Naturalmente rimango dell'idea che la battaglia politica della "sinistra sovranista" sia non solo velleitaria e minoritaria ma anche pericolosamente dannosa per i lavoratori, per i disoccupati e per i ceti deboli nel caso in cui agevolasse, anche solo indirettamente, un'affermazione delle forze anti-europeiste populiste e reazionarie
Yenez!
ancora co 'sta solfa?
Ho spedito o non ho spedito?
Ri-posto
Domande a Pasquinelli
Il CLN proporrà di votare Grillo alle prossime europee (solo per le europee di maggio intendo)?
Altrimenti quale sarà l'indicazione di voto?
Accettereste nel CLN quelle forze anti liberiste che però, una volta sconfitto l'attuale blocco di potere europeo, proporrebbero un manenimento dell'Unione ma sulla base di politiche keynesiane? Ossia un'alleanza nella prima parte della lotta e poi si tornerebbe su posizione rispettosamente e democraticamente dialettiche.
Grazie
Redazione, siete fin troppo democratici a continuare a far passare i messaggi di Yenez!
A parte gli scherzi volevo intervenire per consigliare e sollecitare chi scrive qui nel blog come anonimo di lasciare un piccolo tratto distintivo, come un breve nomignolo alla fine o all'inizio del post per facilitare la discussione.
Ma dobbiamo sorbirci come primo commento ad un documento e ad un'iniziativa così importanti,l'ennesimo sproloquio delirante di tal Yanez?Quando si capirà che non servono al nostro movimento i troll?Comunque sono d'accordo e sottoscrivo tutto dell'analisi e delle proposte contenute nello schema di un documento che sarà utile far circolare il più ampiamente possibile,così si vedrà chi è minoritario e chi no,vero "guerrieri spartani"?
Una ottima notizia. Importantissima la sottolineatura della cornice valoriale ANTIFASCISTA e ANTIRAZZISTA e l'orizzonte politico del Socialismo. Solo all'interno di queste coordinate ha senso parlare di Sinistra sovranista e no euro. Avanti così!
Sono felice di questa nascita. L'unica critica è al fatto di non dialogare con tutte le forze sovraniste, anche se di destra. Ricordo che per liberarci dal fascismo c'è stata l'unione di un popolo e non di un partito.
saluti a tutti
Tiziano
Bisogna capire cosa s'intende di destra. Io ho amici "di destra" ma di certo non sono fascisti e sono anche loro contro l'euro e ogni forma di razzismo e becero nazionalismo. Il fronte penso sia aperto a tutti, l'MPL mi correggano se sbaglio si propone come "ala sinistra"
Luigi
Teniamo distinti du piani:
L'assemblea di Firenze ha dato vita ad un organismo politico unitario della sinistra contro l'euro.
Non dobbiamo confondere questo organismo unitario di sinistra con il nuovo CLN (che ancora non c'è e va costruito).
Il nuovo CLN accogliereà forze sociali e politiche le più diverse, pur avedo come base unitaria la riconquista della sovranità monetaria e nazionale.
E' ovvio che in un'alleanza vasta stile CLN ci saranno un'ala sinistra, un'ala destra e una di centro, diverse classi sociali.
Noi vogliamo occupare il fianco sinistro del nuovo CLN, ovvero dare rappresentanza e guida ai settori sociali dei disoccupati, dei precari, del lavoro salariato, dei "nullatenenti".
Fianco sinistro anche perché non ci limitiamo a rivendicare la sovranità popolare, democratica e monetaria; noi vogliamo tenere aperta la speranza di una società senza sfruttamento dell'uomo sull'uomo, di liberi ed uguali.
Ci è chiaro che la piattaforma del nuovo CLN sarà necessariamente un punto d'incontro tra le diverse componenenti.
Questo punto d'incontro non potrà essere trovato con correnti liberiste (ce ne sono di anti-euro liberisti) e correnti fasciste.
La cornice del CLN dev'essere la Costituzione italiana.
"Una luce in fondo al tunnel", proprio così.
Spero che questa luce non sia illusoria.
C'è uno spazio politico grande per una forza di sinistra sovranista contro l'euro. Io ci sarò e con me altri compagni. E' ultima speranza. Vediamo di non mandare tutto all'aria coi gruppettarismi, i personalismi, i narcisismi. Quando si hanno così grandi responsabilità non sono consentiti errori.
Ennio
Io mi ricordo una coalizione che aveva per emblema elettorale la figura di Garibaldi. Ebbene finì in un disgraziatissimo fiasco.
In proelio, exercitum dividere erratum est.
In quanto ai Troll, ho imparato che il distintivo principale dei loro interventi è il motto " contra omnia semper".
2 Domande a Pasquinelli
(1) è presto per sapere se votare M5S alle prossime europee. Dipende anzitutto da quale sarà la proposta politica di M5S sull'euro(pa). Com'è evidente tentennano, tengono i piedi su due staffe,. Mi pare che la loro preoccupazione principale si prendere i voti da ogni parte, invece di dire cose chiare e nette.
Com'è noto noi di MPL abbiamo votato l'anno passato per M5S, anzitutto per dare una spallata al regime della seconda repubblica. I fatti ci hanno dato ragione.
Comunque adesso MPL fa parte del Coordinamento della sinistra contro l'euro, e si deciderà tutti assieme.
Cosa fare per le europee è un punto all'ordine del giorno della prossima assemblea del CSCE, fissata il prossimo 23 marzo.
(2) Allearsi con gli europeisti di sinistra tipo quelli che vagheggiano la lista Tsipras-Syriza? Ovvero che sognano una diversa Unione europea?
Propendo per il sì, a patto che accettino come primo punto lo sganciamento dell'attuale Unione e la riconquista della sovranità piena.
Poi si vedrà
Moreno Pasquinelli
@Moreno
Grazie per le risposte molto chiare
Vi faccio presente che il M5S non e' un partito ma un "contenitore" che PER DI PIU" SI STA COMPORTANDO MEGLIO DI COME CI SI POTEVA ASPETTARE.
Riuscire a far fare il 30% a GRILLO (dichiarando il voto PRIMA E TUTTI INSIEME NEI BLOG E NEI SITI) sarebbe
1) un fatto dal significato psicologico politico enorme. Il potere avrebbe ricevuto il primo schiaffone da decenni!!!
2) permetterebbe a tuttop il CLN di guadagnarsi l'attenzione e il rispetto del popolo grillino che e' numerosissimo
3) consentirebbe di lottare per un primo obiettivo comune a tutto il CLN favorendo cosi' la nascita di un linguaggio comune fondamento indispensabile per passare dalla fase sentimentale dei 5 Stelle a quella piu' tecnica SENZA PERDERE IL CONTATTO E IL FEELING COL POPOLO.
Votiamo 5 Stelle approcciandoci al movimento0 con umilta' e ammirazione; dopo, ma immancabilmente, arrivera' il momento di quelli come voi che hanno il mestiere, la competenza, la tecnicalita' e sanno come si lotta sul serio; saranno loro a chiedervi di intervenire, se vi sarete guadagnati la loro fiducia.
Ma per lottare sul serio BISOGNERA' ESSERSI conquistati LA CREDIBILITA' PRESSO IL POPOLO E QUESTO LO OTTERREMO PROPONENDO IN TUTTI IBLOG DI VOTARE GRILLO, con umilta' e PER ADESSO, senza distinguo.
Forza Moreno che le cose si stanno muovendo e a maggio alle europee c'e' un'occasione clamorosa per dare un bel cazzotto mentre il nemico ha scoperto la guardia.
@anonimo delle 12:51:il motto del Troll è anche facilmente riassumibile nella arcinota e storica strategia del "divide et impera",buono per tutte le stagioni.Per il riferimento invece al Fronte Popolare del 1948 ed al suo insuccesso,ricordo che le similitudini non possono esserci,per la semplice ragione che allora il capitale e le sue falangi al governo, prospettarono e concessero alle classi subalterne quelle garanzie sociali che in questi anni sono state spazzate via, con il contributo determinante di una pseudo sinistra,che allora, in quel tempo,dimostrava ben altro spessore politico e morale.Oggi si è in una condizione sociale radicalmente mutata e a nulla serviranno i disperati tentativi,anche dei Troll in rete,di tenere in vita uno sciagurato modello sociale oramai putrefatto e in fase di decomposizione.Potranno esserci colpi di coda del sistema, come di recente,ma non saranno mai,dico mai, in grado di arrestare un'indignazione popolare,ora solo sotto traccia,ma pronta a manifestarsi INEVITABILMENTE.Rientra, per così dire, "nell'ordine naturale delle cose",e i pretoriani assieme agli "spartani"delle oligarchie euriste lo sanno bene.Marxista dell'Illinois
Assemblea del 23 marzo?
Dove?
Sarà aperta?
Fatemi sapere
Coordinamento della sinistra contro l'euro
La II. ASSEMBLEA NAZIONALE del Coordinamento
si svolgerà domenica 23 marzo con inizio alle ore 10:00 in punto. Luogo: Firenze, Via G. Orsini, n.44.
E' probabile che data l'affluenza si scelga una sala più grande. Nel caso lo comunicheremo entro la metà di Marzo
La riunione è aperta a gruppi e compagni che condividono gli scopi del Coordinamento.
All'ordine del giorno, tra l'altro, la questione delle elezioni europee.
Per info: movimentopopolarediliberazione@gmail.com
Plaudo alla nascita del popolo sovranista di sinistra ma non nascondo alcune perplessità. ..primo il ritardo nel prendere posizione sulle elezioni europee per le quali suggerirei di porsi come lobby sovranista senza sposare nessun partito a priori ma promettendo i voti a chi sarà più sovranista così da innescare una sana virtuosa competizione tra di loro specialmente il m5s. ..in secondo luogo dubito che il CLN possa essere forza di governo per il dopo euro. ..credo più realistico un governo di emergenza che nascerà sul momento viste le forze in campo.....Giovanni albin
Bisogna puntare tutto sulle elezioni europee che saranno la vera chiave di volta per l'uscita dall'euro su scala europea. ...unire tutte le forze sovraniste sull'Unica parola d'ordine dell'uscita dall'euro per diventare una massa d'urto capace di condizionare l'esito elettorale. ..Giovanni albin
Bene! Mi pare che finalmente settori significativi della sinistra abbiano imboccato la via giusta per sbarrare il passo alle possibili strumentalizzazioni fasciste della battaglia contro la UE imperialista e la moneta unica. Speriamo che tanti altri compagni seguano questa strada.
Il punto chiave è cosa proporrete per le elezioni europee.
Nn esiste sulla faccia della terra l'astensione che dimostrarebbe in partenza che siete l'eneesimo gruppuscolo autoreferenziale.
Il M5S sta facendo opposizione da solo e abbandonarlo senza dargli un riconoscimento in termini di voto alle europee sarebbe un errore colossale.
Quello che conta non sono le buone intenzioni ma quello che si farà in concreto (dato che dal 2008 non si è fatto nulla se non disquisire sulle minuzie).
Personalmente la vostra decisione su a chi dare il voto alle europee sarà l'elemento principale su cui basarmi per valutare la mia adesione.
Non mi è chiarissimo come intendiamo "...arrivare ad un governo d’emergenza, per via democratica..." in tempi tali da non raggiungere un punto di non ritorno considerando che l'unica forza politica di peso potenzialmente utile allo scopo è il M5S inviso ai più a causa di un'informazione di massa spaventosamente asservita al sistema.
COME SI ARRIVA AD UN GOVERNO D'EMERGENZA?
(1) per via democratica, con una vittoria elettorale di un blocco di massa, democratico e antioligarchico. Ci è chiaro che, oggi come oggi, M5S è l'architrave di questo blocco.
(2) Se questa via viene ostruita dai magheggi e dalla resistenza dei dominanti, la sollevazione popolare è inevitabile.
La sollevazione può produrre tuttavia tre esiti molto diversi fra loro: (a) il caos, (b) una svolta reazionaria, (c) una radicale svolta che per intenderci definiamo "di sinistra", appunto un governo d'emergenza popolare.
Anzitutto: tra la via 1 e la via 2 non c'è una muraglia.
In secondo luogo: affinché la sollevazione popolare abbia uno sbocco positivo occorre che ci sia una direzione politica —questo è il primo compito da assolvere ora.
Ci auguriamo che il neonato Coordinamento della sinistra contro l'euro sia il luogo ove questa direzione prenderà forma.
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