25 gennaio. E' stato proprio il PRC, in vista delle elezioni europee, a proporre una lista transnazionale unitaria della sinistra con il greco Alexis Tsipras (leader di Syriza) come candidato presidente. Sarebbe una lista degli europeisti di sinistra, quelli a cui non vanno giù le politiche austeritarie e liberiste imposte dalle oligarchie europee, ma che rifiutano di andare alla radice, la moneta unica, e che quindi rifiutano ogni discorso sulla necessità rompere l'Unione e tornare alla sovranità nazionale.
A fine dicembre segnalavamo che pezzi da novanta della "borghesia progressista" come Barbara Spinelli e Flores D'Arcais sono saltati sul carro Syriza. Ora è la volta di Toni Negri.
«Toni Negri, con l’articolo scritto con Sandro Mezzadra Rompere l’incanto neoliberale: Europa, terreno di lotta, ha deciso di sostenere un'eventuale lista Tsipras anche italiana. Negri giudica irreversibile il processo di integrazione europea e concepibili solo su tale terreno le lotte per rompere l’incanto liberista e fondare una nuova ipotesi (una volta diceva potere) costituente.
Il suo schema rimane sempre lo stesso: dove il comando capitalista ed i suoi nuovi processi di accumulazione si ritengono più avanzati lì devono necessariamente darsi le fasi più avanzate dello scontro di classe e la formazione del soggetto più avanzato del conflitto.
Lo sosteneva anche dopo le ristrutturazioni che portarono allo smantellamento della concentrazione fordista ed al modello della fabbrica diffusa (operaio sociale); lo diceva rispetto ai processi di globalizzazione (moltitudini biopolitiche); lo diceva nel passaggio tra prima e seconda repubblica, immaginando chissà quali spazi costituenti si potessero aprire al protagonismo dei movimenti (disobbedienti od obbedientemente allineati col centrosinistra); e lo ripete oggi riguardo all’Unione Europea —almeno nell’art. si parla di nuova composizione sociale dei lavoratori e dei poveri, rimanendo nella definizione di classe più sul concreto.
In tutti i casi precedenti hanno vinto lo scontro di classe i capitalisti e tutto lascia credere che anche questa volta, se lo spazio sarà quello europeo che si pontifica, saranno i poteri eurocratici ad affermarsi definitivamente e non il portato costituente dei movimenti di lotta per diritti, reddito e welfare. E questo non tanto perché diffidiamo delle previsioni di Negri ma perché abbiamo sempre ritenuto che non nelle sue forme più avanzate ma in quelle più arretrate si danno le contraddizioni più acute, quelle che possono aprire processi rivoluzionari. O meglio le une e le altre sono modelli diversi di un organico sistema di accumulazione, che però assicura sfruttamento con un minimo di redistribuzione nei modelli avanzati e supersfruttamento nei modelli arretrati.
Ora la cristi strutturale ha colpito anche i modelli di accumulazione occidentali che stanno perdendo terreno rispetto agli emergenti fino a ieri arretrati ma le contraddizioni più grandi si danno , limitandoci allo spazio europeo, all’interno degli stati nazionali esautorati di molte prerogative e ridotti alla mezzogiornificazione; destinati a diventare aree di sottosviluppo del sistema integrato dell’euro, se riusciranno a mantenerlo così com’é.
Per rompere l’incanto neoliberale e per attaccare gli attuali anelli deboli che possano far saltare la catena dell’euro non è quindi reazionario porre insieme alla difesa dei diritti sociali, dei diritti del lavoro, anche la difesa della sovranità nazionale, purché la si declini come sovranità popolare e come base di una nuova solidarietà tra quei popoli e paesi più duramente colpiti dalle politiche di austerity, che impongono processi di spoliazione e concentrazioni di capitali a scapito del Sud Europa ed a vantaggio di Germania e paesi nordeuropei.
Per pensare ad una lotta che investa uniformemente lo spazio dell’Unione bisognerebbe immaginare che i conflitti esplodano con la medesima intensità e per le stesse cause in Germania come in Grecia e diano corso a simultanei ed auspicabili processi rivoluzionari. Ci sembra uno schema di scarsa attendibilità storica.
Piuttosto che arrampicarsi su presunte aperture socialdemocratiche della Merkel, o auspicare una prossima maggioranza socialista europea, magari con una costola di sinistra che sarebbe questa famosa lista pro Tsipras-Siryza, ripulita degli elementi antieuro (ci ricorda qualcosa di già visto in Italia con i governi Prodi ed il suicidio della sua sinistra) occorrerebbe, questo si, una lista sovrastatale, ma di forze che si pongano come fronte sovranista, antiliberista e pure comunista, intento a perseguire una nuovo campo di alleanze e di scambi privilegiati, non a partire dalla moneta ma da politiche sociali ed istituzionali ispirate a reale democrazia, uguaglianza solidale e sovranità popolare.
Dal momento che questo non si darà per le prossime elezioni teniamoci almeno quelle posizioni antieuro democratiche-sovraniste-solidali che possono darsi sul terreno nazionale e possano contendere qualcosa a formazioni come quella di Le Pen le quali, se pure le sinistre radicali continueranno a scambiare la globalizzazione per l’Internazionale, rischiano di rimanere le sole a convogliare la crescente rabbia popolare verso l’Eurocrazia e le sue istituzioni.
Che nell'articolo di Negri e Mezzadra si finisca per attribuire al salario minimo introdotto in Germania un fattore di relativa stabilità capitalistica se esteso al resto dell’Unione dovrebbe far riflettere gli estensori sulle contraddizioni in cui si incappa quando si assume il "dentro e contro" anziché il "fuori e contro"; su quali risorse pensano che si potrebbe dedurre, se non proprio sul prelievo diretto di natura finanziaria e sulla messa a valore dei beni comuni?
Certamente il ripiego delle lotte sul terreno nazionale non ci garantirebbe da derive nazionaliste reazionarie ed ancor più liberiste ma è comunque il terreno concreto su cui si daranno le lotte dei popoli più colpiti dalla crisi, dei loro settori sociali ridotti alla povertà, anche quando useranno simboli e modalità che non ci piacciono. Non tutti saranno assorbiti dalla mobilità del vagheggiato nuovo proletariato europeo; i più dovranno starsene a casa, rinchiusi nei loro espropriati confini.
L’interesse delle elezioni europee per noi sarà tale solo se andranno forze con l’intento dichiarato di far saltare l’Unione "irreversibile"; che sabotino da dentro il processo di integrazione e diano risalto e sostegno alle lotte nazionali. Se dovessero assumere tale profilo, strumentalmente, solo forze come il Front National, meglio il boicottaggio che dar credito all’ennesima lista di imbonitori di sinistra, utili solo a dar legittimità all’Europa delle banche, magari dell’unione bancaria ma certamente non dell’unione dei popoli di cui non si vede traccia da oltre un ventennio, se non nei loro sproloqui».
Fonte: A pugno chiuso
A fine dicembre segnalavamo che pezzi da novanta della "borghesia progressista" come Barbara Spinelli e Flores D'Arcais sono saltati sul carro Syriza. Ora è la volta di Toni Negri.
«Toni Negri, con l’articolo scritto con Sandro Mezzadra Rompere l’incanto neoliberale: Europa, terreno di lotta, ha deciso di sostenere un'eventuale lista Tsipras anche italiana. Negri giudica irreversibile il processo di integrazione europea e concepibili solo su tale terreno le lotte per rompere l’incanto liberista e fondare una nuova ipotesi (una volta diceva potere) costituente.
Il suo schema rimane sempre lo stesso: dove il comando capitalista ed i suoi nuovi processi di accumulazione si ritengono più avanzati lì devono necessariamente darsi le fasi più avanzate dello scontro di classe e la formazione del soggetto più avanzato del conflitto.
Lo sosteneva anche dopo le ristrutturazioni che portarono allo smantellamento della concentrazione fordista ed al modello della fabbrica diffusa (operaio sociale); lo diceva rispetto ai processi di globalizzazione (moltitudini biopolitiche); lo diceva nel passaggio tra prima e seconda repubblica, immaginando chissà quali spazi costituenti si potessero aprire al protagonismo dei movimenti (disobbedienti od obbedientemente allineati col centrosinistra); e lo ripete oggi riguardo all’Unione Europea —almeno nell’art. si parla di nuova composizione sociale dei lavoratori e dei poveri, rimanendo nella definizione di classe più sul concreto.
In tutti i casi precedenti hanno vinto lo scontro di classe i capitalisti e tutto lascia credere che anche questa volta, se lo spazio sarà quello europeo che si pontifica, saranno i poteri eurocratici ad affermarsi definitivamente e non il portato costituente dei movimenti di lotta per diritti, reddito e welfare. E questo non tanto perché diffidiamo delle previsioni di Negri ma perché abbiamo sempre ritenuto che non nelle sue forme più avanzate ma in quelle più arretrate si danno le contraddizioni più acute, quelle che possono aprire processi rivoluzionari. O meglio le une e le altre sono modelli diversi di un organico sistema di accumulazione, che però assicura sfruttamento con un minimo di redistribuzione nei modelli avanzati e supersfruttamento nei modelli arretrati.
Ora la cristi strutturale ha colpito anche i modelli di accumulazione occidentali che stanno perdendo terreno rispetto agli emergenti fino a ieri arretrati ma le contraddizioni più grandi si danno , limitandoci allo spazio europeo, all’interno degli stati nazionali esautorati di molte prerogative e ridotti alla mezzogiornificazione; destinati a diventare aree di sottosviluppo del sistema integrato dell’euro, se riusciranno a mantenerlo così com’é.
Per rompere l’incanto neoliberale e per attaccare gli attuali anelli deboli che possano far saltare la catena dell’euro non è quindi reazionario porre insieme alla difesa dei diritti sociali, dei diritti del lavoro, anche la difesa della sovranità nazionale, purché la si declini come sovranità popolare e come base di una nuova solidarietà tra quei popoli e paesi più duramente colpiti dalle politiche di austerity, che impongono processi di spoliazione e concentrazioni di capitali a scapito del Sud Europa ed a vantaggio di Germania e paesi nordeuropei.
Per pensare ad una lotta che investa uniformemente lo spazio dell’Unione bisognerebbe immaginare che i conflitti esplodano con la medesima intensità e per le stesse cause in Germania come in Grecia e diano corso a simultanei ed auspicabili processi rivoluzionari. Ci sembra uno schema di scarsa attendibilità storica.
Piuttosto che arrampicarsi su presunte aperture socialdemocratiche della Merkel, o auspicare una prossima maggioranza socialista europea, magari con una costola di sinistra che sarebbe questa famosa lista pro Tsipras-Siryza, ripulita degli elementi antieuro (ci ricorda qualcosa di già visto in Italia con i governi Prodi ed il suicidio della sua sinistra) occorrerebbe, questo si, una lista sovrastatale, ma di forze che si pongano come fronte sovranista, antiliberista e pure comunista, intento a perseguire una nuovo campo di alleanze e di scambi privilegiati, non a partire dalla moneta ma da politiche sociali ed istituzionali ispirate a reale democrazia, uguaglianza solidale e sovranità popolare.
Dal momento che questo non si darà per le prossime elezioni teniamoci almeno quelle posizioni antieuro democratiche-sovraniste-solidali che possono darsi sul terreno nazionale e possano contendere qualcosa a formazioni come quella di Le Pen le quali, se pure le sinistre radicali continueranno a scambiare la globalizzazione per l’Internazionale, rischiano di rimanere le sole a convogliare la crescente rabbia popolare verso l’Eurocrazia e le sue istituzioni.
Che nell'articolo di Negri e Mezzadra si finisca per attribuire al salario minimo introdotto in Germania un fattore di relativa stabilità capitalistica se esteso al resto dell’Unione dovrebbe far riflettere gli estensori sulle contraddizioni in cui si incappa quando si assume il "dentro e contro" anziché il "fuori e contro"; su quali risorse pensano che si potrebbe dedurre, se non proprio sul prelievo diretto di natura finanziaria e sulla messa a valore dei beni comuni?
Certamente il ripiego delle lotte sul terreno nazionale non ci garantirebbe da derive nazionaliste reazionarie ed ancor più liberiste ma è comunque il terreno concreto su cui si daranno le lotte dei popoli più colpiti dalla crisi, dei loro settori sociali ridotti alla povertà, anche quando useranno simboli e modalità che non ci piacciono. Non tutti saranno assorbiti dalla mobilità del vagheggiato nuovo proletariato europeo; i più dovranno starsene a casa, rinchiusi nei loro espropriati confini.
L’interesse delle elezioni europee per noi sarà tale solo se andranno forze con l’intento dichiarato di far saltare l’Unione "irreversibile"; che sabotino da dentro il processo di integrazione e diano risalto e sostegno alle lotte nazionali. Se dovessero assumere tale profilo, strumentalmente, solo forze come il Front National, meglio il boicottaggio che dar credito all’ennesima lista di imbonitori di sinistra, utili solo a dar legittimità all’Europa delle banche, magari dell’unione bancaria ma certamente non dell’unione dei popoli di cui non si vede traccia da oltre un ventennio, se non nei loro sproloqui».
Fonte: A pugno chiuso
14 commenti:
Toni Negri (anzi il prof.Toni Negri) è quello delle BR? Sì, se non vado errato e ricordo allora che quella vicenda è stata un disastro sotto tutti i punti di vista. Non penso che ci sia gran che da imparare perciò.
Non diciamo puttanate!
Che Toni Negri facesse parte delle Brigate Rosse fu l'accusa (rivelatasi completamente falsa) con cui egli venne ingiustamente arrestato il 7 aprile del 1979, nell'ambito di quella omonima e criminogena inchiesta voluta dal governo Dc-Pci per stroncare l'antagonismo sociale.
Tony Negri fà parte di quel tipo di sinistra che vede nella sovranità popolare un tabù, un tema da lasciare in pasto alle destre. Questo è il suo più grande limite. Egli viene da una storia dove gli operai erano i proletari e gli industriali i capitalisti. Oggi esiste la finanza, i politici genuflessi ad essa e una massa sterminata di precari, prevalentemente nel mondo dei servizi intellettuali. Tony Negri appartiene ad una generazione in cui esisteva la destra e la sinistra, dove i sindacati erano radicati nel popolo. Oggi i sindacati, tranne Fiom e Cobas, sono incardinati nel potere, la sinistra attuale professa idee ultraliberiste più della destra, gli operai non ci sono più, i dipendenti pubblici stanno sparendo..Solo il 20% dei giovani sotto i 40anni ha un impiego pubblico o lavora in una fabbrica/azienda come accadeva 30anni fà. Oggi la maggioranza dei giovani sono tutte partite iva di necessità, spesso sottopagati e sfruttati con contratti a progetto in agenzie interinali, call- center, studi professionali ridotti alla miseria...Oggi i nuovi poveri hanno il nome di commercianti, piccoli professionsiti, autonomi e artigiani di ogni genere e maniera, tutta gente che ha tirato la carretta fino ad ora per mantenere il sistema in piedi..gente che la sinistra stessa, per correre dietro a finanzieri, tecnocrati e banchieri, ha fatto passare per evasori, quando era chiaro a tutti gli economisti del mondo che se la tassazione superava il 40% non si evadeva per viltà ma per necessità...Questi sono i proletari di oggi, quelli che Tony Negri non puà capire...Quelli che non conoscono Marx ma vivono le sue verità profetiche sulla propria pelle..La storia ci ha semnpre insegnato che la rivoluzione la può guidare forse pure un'ideologia,cosa oggi difficile, ma poi è il popolo, quello vero, quello che non conosce marx e il Capitale, a scendere per le strade e a morire per un futuro migliore. Non esiste una rabbia di destra o di sinistra, non esiste una disoccupazione di destra o di sinistra, non essite una disperazione di destra o di sinistra. Il punto debole di questo capitalismo, a mio avviso, sta proprio in questo, che non guarda in faccia a nessuno, relega tutti alla povertà. Non c'è una logica nel capitalismo finanziario di oggi, come magari poteva esserlo nell'elite che governavano il mondo fino a pochi anni fà..Ormai anche il Bilderberg non controlla più wall street... Un capitalismo che guarda solo alla crescita di valore per l'azionista, distrugge tutto ciò che è un ostacolo per questo scopo, condannado progressivamente tutti gli strati della società ad un destino di miseria. Questo sarà il collante che aggregherà le masse nei prossimi anni...
Ad Maiora,
con stima e affetto un architetto libero professionista giovane e di sinistra, quella vera..oggi paradossalmente più vicino alle idee di Le Pen che di Vendola.
Toni Negri con le BR? Ah ah ah
Questa era l'accusa, che lui non solo respinse ma che per rendere credibile cominciò a condannare tutto ciò che le BR facevano o dicevano.
Tanto che quando ci fù la rivolta di Trani, Negri venne lasciato in cella. Secondo i rivoltosi uno come Negri meritava di essere prigioniero anche nella giustizia rivoluzionaria
"A fine dicembre segnalavamo che pezzi da novanta della "borghesia progressista" come Barbara Spinelli e Flores D'Arcais sono saltati sul carro Syriza"
non è proprio così, i signori citati, nella loro ben nota modestia, pretendono che sia Tsipras a saltare sul loro carro, dettando le condizioni dell'alleanza, tra cui escludere a priori i partiti (ovvero i partiti comunisti). Tsipras non li ha mandati a quel paese, ma ha posto alcune condizioni, tra cui quella imprescindibile che nessuno mette paletti all0ingresso nella lista di chiunque voglia partecipare, partiti inclusi (ed era folle aspettarsi qualcosa di diverso dal leader di una coalizione di partiti). Micromega ha pubblicato la risposta con toni trionfali (evidentemente non credevano di venire presi sul serio), ma sono più che sicuro che l'anticomunismo viscerale (persino contro caricature del comunismo come Rifondazione) dei due signori li porterà inevitabilmente a non accettare tale condizione e quindi a far saltare il tutto.
Qualcosa mi dice che Tsipras non ci perderà il sonno....:D
Condivido in pieno quanto scritto sull'ultima piroetta di Toni Negri, che vuole aggregarsi al carro del calderone europeista pro-Syriza. Faccio solo notare all'autore dell'articolo che si tratta della logica conseguenza di posizioni filo-europeiste che sin dall'inizio Negri ha sostenuto, e ciò può essere facilmente verificato leggendo ciò che ha scritto (anche nel testo L'Impero).
CE L'HANNO CON VOI PARE (donchisciotte)
Radisol dovrebbe essere uno dei redattori di donchisciotte. Ogni volta che pubblicano un vostro pezzo (come quello su Negri e Tsipras), il "radisol" vi da addosso. Non so se avete letto questo sua acido commento:
"La posizione di Negri non è certo una novità ...
Anzi, direi che da alcuni anni ha molto ridimensionato il suo "europeismo" di inizio decennio .... allora molto più "acritico" ...
(...)
Anche se in verità, lo scorso febbraio Negri invitò al voto per il M5S ... e, dopo le elezioni, diede persino un significato "pre-rivoluzionario" al successo elettorale dei pentastellati ...
E quella sua presa di posizione filo-M5S fu molto propagandata ed elogiata anche su Sollevazione ... come pure quelle analoghe di Cremaschi, di Bernocchi dei Cobas, di Bifo ...
Insomma si può dire che dalle certezze assolute filo-UE di inizio secolo, Negri è arrivato più recentemente ad un discreto euro-scetticismo ... soprattutto poi sulla questione del fiscal compact ...
Non capisco proprio quindi di cosa si scandalizzano a Sollevazione ...
Anche se una impressione, purtroppo non bella tenendo conto che condivido molte loro posizioni, ce l'ho ...
E cioè che quando si arriva al dunque, se qualcuno di più "mobilitante" ed influente di loro ... non dico arrivi alle loro posizioni ... ma comunque ci si avvicina .... Pasquinelli e c. hanno un immediato riflesso condizionato negativo ... la paura di perdere una certa primogenitura ...
Adesso non dico che questo riflesso valga per il caso riguardante Negri ... che, come dicevo, ha ampiamente rivisto le sue posizioni originarie ma è certamente ancora lontano da quelle di Sollevazione ... ma questa storia l'hanno fatta anche con Cremaschi che pure è andato anche al loro recente convegno .... e, guarda caso, del suo intervento, a differenza di quasi tutti gli altri, non c'è nessun riscontro sul sito di Pasquinelli e c. .... e si sono comunque messi a contargli i peli rispetto al livello di "antieurismo" suo e di Ross@ ....
Così come hanno del tutto ignorato, sul loro sito, l'evoluzione fortemente "antieurista" di InfoAut ... che aveva anche la loro identica posizione pure sul fenomeno dei "forconi" ... ma hanno ignorato anche quella molto più esplicita .... dicono proprio "usciamo dall'euro" ... della Rete dei Comunisti/Contropiano .... che pure ha una impostazione vetero-comunista che sembra uscita dai libri di Guareschi ... e che la rende a sua volta un pò "aliena" ad ogni impostazione movimentista e "trasversale" ... però, cazzo, la proposta netta è la stessa di Sollevazione ... perchè quindi ignorarla ?
E, ancora peggio, lo hanno fatto pure nei confronti del M5S .... che pure avevano esageratamente e del tutto acriticamente "esaltato" al tempo delle elezioni politiche ... e che comunque rimane in Italia l'unica situazione di largo consenso fortemente critica rispetto alla Ue ed ai suoi vincoli ... e dalla quale non si può certo prescindere se si vuole arrivare a creare in Italia, come dicono loro, un "nuovo C.L.N." contro appunto i dettami della Troika ...
Spero di sbagliarmi, ovviamente .... ma purtroppo non credo ...
Purtroppo certi vizietti congeniti di certa sinistra dogmatica ... ed anche quelli di Sollevazione, di origine trozkista, lo sono .... anche se in modo un pò "eretico" rispetto alla "tradizione comunista", ma sempre dogmatici sono ...dicevo, certi vizietti congeniti ... tipo la necessità dell' "egemonia" e appunto della primogenitura ... li conosco fin troppo bene ...
E ne ho francamente, e da lunga pezza, le scatole piene ..."
FINE
Scusate ma proprio non mi va di disguire su Toni Negri ,penso piuttosto alle nuove privatizzazioni che stanno avvenendo come PT .Ancora una volta beni dello stato pagati con i soldi dei cittadini vengono svenduti agli Amici degli Amici .quale posizione intende prendere il nuovo CLN che si sta formando? Questo e ' ciò che interessa.
Non si riflette mai abbastanza sul fatto che "il capitalismo" vince perché le forze che lo sostengono tendono ad unirsi mentre le forze antagoniste tendono a dividersi
Confermo: dai voltagabbana non c'è assolutamente nulla da imparare e da imitare. Una volta hanno predicato in un modo, poi in un altro e così via. Si fidi chi vuole, ma a loro serio rischio..
Si tutto chiaro e limpido ,ma all'orizzonte non si vede una forza o un movimento politico in grado di rovesciare il sistema ed in particolare non si avverte una coscienza diffusa in grado di cogliere ciò che sta accadendo; quindi le ipotesi sono due: o stiamo andando verso la povertà con rassegnazione nella certezza che ogni nostra azione sia troppo debole rispetto alla forza di queste oligarchie strapiene di soldi oppure la crisi è avvertita soltanto da una minoranza della popolazione che soffre mentre la maggioranza non se la passa male, oppure c'è una terza ipotesi che non conosco ; comunque, pur avendo letto varie valutazioni in merito, ritengo che manchi una spiegazione chiara e documentata di questa inerzia sociale in grado di mostrare cosa stia effettivamente accadendo alla nostra coscienza nazionale e individuale , infine diciamoci la verità il Capitalismo ha vinto imponendo il suo modello attraverso la cultura nazionale impossessandosi dei media . quelle TV e giornali che non ha alcuna intenzione di mollare
IL VIZIETTO
Caro a/postrofo,
sì, quelli del "donchisciotte" ci guardano in cagnesco. Basti pensare che per settimane hanno taciuto sul convegno di Chianciano "OLTRE L'EURO. Che sarebbe stato un evento importante molti lo avevano capito, anche loro, ma hanno preferito silenziare.
Venendo a quanto scritto da tal "Radisol", si tradisce a malapena l'astio. Diverse sono le inesattezze.
Anzitutto: l'articolo su Negri in questione non è nostro, è firmato da L.U.P.O, ovvero da un collettivo indipendente di compagni di quel di Osimo (An).
In secondo luogo: l'articolo non si "scandalizza" affatto, radisol questo se lo inventa di sana ;
in terzo luogo: Radisol qualifica la critica a Negri come strumentale, cioè come se non fosse fondata. Falso. Basta leggere l'articolo del L.U.P.O. per verificare la profondità degli argomenti ;
in quarto luogo: è falso che SOLLEVAZIONE abbia censurato Cremaschi, ovvero che non abbia pubblicato le registrazioni video-filamnte dei suoi interventi a Chianciano Terme . Basta andare sul canale you tube si SOLLEVAZIONE o aver dato uno sguardo alla nostra Home;
in quinto luogo: è falso che SOLLEVAZIONE abbia "ignorato" che altri a sinistra, tra cui Prc, infoaut, Viale, Revelli, ecc. abbiamo avuto una posizione intelligente sul movimento del 9 dicembre, si leggano i nostri articoli del mese di dicembre dedicati;
in sesto luogo: è segno di ignoranza politica sostenere che la la posizione delle Rete dei Comunisti/Contropiano è come la nostra sull'uscita dall'euro: loro sono contro ogni ritorno alla lira e condannano ogni discorso sulla sovranità nazionale;
in sesto luogo: è del tutto falso sostenere che MPL ha dato a febbraio 2013 un'indicazione di voto per M5S, "completamente acritica". Basta rileggere le risoluzioni di MPl di gennaio e febbraio 2013.
Quindi, se proprio occorre parlare di "vizietti congeniti", qui l'unico è quello di questo gaglioffo che si nasconde dietro al nickname Radisol che pur di darci addosso usa non argomenti politici ma bugie.
Non sono Radisol.
Vi sbagliate, in Comedonchisciotte si è parlato in due o tre post con molte risposte del convegno di Chianciano.
Radisol, come me, sostiene che fate delle ottime analisi ma siete autorefernziali e dirigisti, il vecchio difetto della sinistra di una volta.
Ora può non essere vero e entualmente ne discutiamo ma il dato di fatto è che la sinistra anti euro alle elezioni non ci sarà quindi in perfetta buona fede voi (tutti incluso io) stiamo sbagliando approccio o non ci muoviamo perché non sappaimo come fare.
In cosa stiamo sbagliando, voi inclusi, per cui la sinistra resta divisa e impotente?
Allora evitiamo le scemenze di venire a fare la spia per seminare ulteriore zizzannia e, come vado dicendo da due anni e più, focalizziamo il dibattito non sempre sulle analisi economiche che abbiamo già fatto, ma su come si fa a risvegliare il popolo da un torpore che sembra irreversibile.
La mia idea è che non si riuscirà a concludere nulla se non verrà fuori una figura di prestigio intellettuale e sociale riconosciuto, con delle competenze di economia la quale si decida a rivolgersi al popolo DIRETTAMENTE, FACCIA A FACCIA, sucitando per prima cosa un ideale emozionalmente coinvolgente e poi lentamente facendo passare idee e proposte più strettamente tecniche.
In buona parte questo lavoro lo ha fatto Grillo; come mai però a Grillo non si sono subito uniti degli intellettuali di nome?
ottima ed ineccepibile analisi.
Siamo sempre alle solite, la sinistra che vuole essere protagonista, si deve accaparrare il voto delle masse MA MAI FAREBBE QUALCOSA PER LEDERE I PROPRI PADRONI che sono la finanza e le banche.
Il rifiuto di uscire dall'euro e tornare alle sovranità è indice di servilismo senza se e senza ma.
In quello la sinistra è coerente
Posta un commento