5 gennaio. Il 16 dicembre scorso, su invito del gruppo parlamentare del M5S, Emiliano Brancaccio (nella foto) ha svolto a Roma, presso il Palazzo dei Gruppi, una prolusione di straordinaria efficacia. Un anticipazione di quel che ci dirà a Chianciano Terme sabato 11 gennaio.
Più sotto la registrazione filmata.
«Le politiche di austerity e le cosiddette riforme strutturali non riducono la forbice tra gli andamenti economici dei paesi dell’eurozona ma tendono ad accentuarla. Né l’unione bancaria costituisce una soluzione: anzi, con simili divergenze negli andamenti macroeconomici, le ristrutturazioni che deriverebbero dall’unione bancaria potrebbero accentuare il processo di “mezzogiornificazione” dei paesi periferici dell’eurozona. A queste condizioni l’unione monetaria europea resta dunque insostenibile.
Il problema, come segnalato dal “monito degli economisti” pubblicato poche settimane fa sul Financial Times, è che esistono modalità alternative di uscita dell’eurozona. Vi è in primo luogo una modalità di abbandono della moneta unica definibile “gattopardesca”, di stampo liberista e liberoscambista, che si limiterebbe ad affidare i tassi di cambio al gioco erratico delle forze del mercato, che non metterebbe assolutamente in discussione il mercato unico europeo e che eviterebbe qualsiasi meccanismo di tutela dei lavoratori subordinati e dei salari.
Ma esiste anche un’altra opzione, definibile statuale e protezionista: un’alternativa che lega l’uscita dalla moneta unica alla messa in discussione di alcuni aspetti del mercato unico europeo, che in tal senso associa l’abbandono dell’euro alle nazionalizzazioni bancarie e che mira, tra l’altro, a tutelare i lavoratori subordinati e il potere d’acquisto delle retribuzioni. Allo stato attuale si tratta di una opzione minoritaria, che tuttavia presenta una interessante caratteristica politica: chi rassicura i lavoratori dipendenti può spaccare il sistema del consenso in Italia e creare una maggioranza anti-euro».
* Fonte: Emiliano Brancaccio
Più sotto la registrazione filmata.
«Le politiche di austerity e le cosiddette riforme strutturali non riducono la forbice tra gli andamenti economici dei paesi dell’eurozona ma tendono ad accentuarla. Né l’unione bancaria costituisce una soluzione: anzi, con simili divergenze negli andamenti macroeconomici, le ristrutturazioni che deriverebbero dall’unione bancaria potrebbero accentuare il processo di “mezzogiornificazione” dei paesi periferici dell’eurozona. A queste condizioni l’unione monetaria europea resta dunque insostenibile.
Il problema, come segnalato dal “monito degli economisti” pubblicato poche settimane fa sul Financial Times, è che esistono modalità alternative di uscita dell’eurozona. Vi è in primo luogo una modalità di abbandono della moneta unica definibile “gattopardesca”, di stampo liberista e liberoscambista, che si limiterebbe ad affidare i tassi di cambio al gioco erratico delle forze del mercato, che non metterebbe assolutamente in discussione il mercato unico europeo e che eviterebbe qualsiasi meccanismo di tutela dei lavoratori subordinati e dei salari.
Ma esiste anche un’altra opzione, definibile statuale e protezionista: un’alternativa che lega l’uscita dalla moneta unica alla messa in discussione di alcuni aspetti del mercato unico europeo, che in tal senso associa l’abbandono dell’euro alle nazionalizzazioni bancarie e che mira, tra l’altro, a tutelare i lavoratori subordinati e il potere d’acquisto delle retribuzioni. Allo stato attuale si tratta di una opzione minoritaria, che tuttavia presenta una interessante caratteristica politica: chi rassicura i lavoratori dipendenti può spaccare il sistema del consenso in Italia e creare una maggioranza anti-euro».
* Fonte: Emiliano Brancaccio
9 commenti:
Se la proposta è creare un'ipotetica maggioranza anti-euro rassicurando i lavoratori dipendenti (pubblici e privati) con la promessa di una indicizzazione dei salari dopo l'abbandono dell'Euro, beh, allora mi astengo dalla discussione, il livello è troppo basso per i miei gusti
Più che i tuoi gusti qui, c'è in ballo la tua intelligenza.. per non parlare della tua scarsa sensibilità sociale.
Forse per voi la sensibilitù sociale consiste nel rassicurare chi è già in qualche modo garantito quando ci sono milioni di disoccupati e di pensionati che sopravvivono in condizioni assolutamente precarie, per me no
Yanez, sei solo un povero idiota, oppure sei un padroncino che spera di usare i vecchi argomenti di Capezzone per dividere i lavoratori e per rimettersi a fare i prezzi a piacimento. Ci proverete sempre voi maiali a dividere i disoccupati da un lato e i metalmeccanici dall'altro. Ma gli uni e gli altri stanno dalla stessa identica parte. Il vero nemico sei tu, fascio.
Interessante. Si può avere il testo dell'intervento? grazie Franco
Anonimo, temo che tu non abbia compreso il senso del mio commento, ora te lo spiego in altre parole : non sono io quello che vuole dividere
"i disoccupati da un lato e i metalmeccanici dall'altro", di fatto questa divisione la determina chi propone di creare un ipotetico ed illusorio fronte anti-euro "rassicurando i lavoratori dipendenti".
Per un errore nell'operazione di moderazione è stato cancellato questo commento, che pubblichiamo qui sotto:
DIPENDENTI E DISOCCUPATI
Ogni centro industriale e commerciale in Inghilterra possiede ora una classe operaia divisa in due campi ostili, i proletari inglesi e i proletari irlandesi. L'operasio inglese medio odia l'operaio irlandese come un concorrente che abbassa il suo livello di vita. Rispetto al lavoratore irlandese egli si sente un membro della nazione dominante, e così si costituisce in uno strumento degli aristocratici e dei capitalisti del suo paese contro l'Irlanda, rafforzando in questo modo il loro dominio su lui stesso. Si nutre di pregiudizi religiosi, sociale e nazionali contro il lavoratore irlandese. La sua attitudine verso di luiè molto simile a quella dei poveri bianchi" verso i "negri" degli antichi Stati schiavisti degli Stati Uniti d'America. L'Irlandese gli rende la pariglia, e con gli interessi. Egli vede nell'operaio inglese nello stesso tempo il complice e lo strumento stupido del dominio inglerse sull'Irlanda.
Questo antagonismo è artificialmente mantenuto e intensificato dalla stammpa, dagli oratori, dalle caricature, in breve da tutti i mezzi di cui dispongono le classi dominanti. Questo antagonismo è il segreto dell'impotenza della classe operaia inglese, a dispetto della sua organizzazione. E' il segreto grazie al quale la classe capitalista mantiene il suo potere. E questa classe ne è perfettamente cosciente.(Lettera di K. Marx a S. Meyer e A. Vogt, 9/4/1870)
Lasciamo perdere i commenti dei fascistelli ignoranti e andiamo al sodo. come sempre l'analisi di Brancaccio è raffinata. lui si schernisce dicendo che non è un politico ma con i politici che abbiamo i suoi suggerimenti mi sembrano i migliori in circolazione, a sinistra. il problema è che la proposta di brancaccio, di "rassicurare i lavoratori dipendenti per spaccare il sistema del consenso pro-euro", semmai si verificherà accadrà solo quando le cose precipiteranno. e a quel punto penso che sarà tardi. G.
La favola dei 'garantiti' che danneggiano i non garantiti ha stancato !
Posta un commento