22 gennaio. I costituzionalisti bocciano il Renzusconellum ed il sistema politico (vedi le dimissioni di Cuperlo) fibrilla. E' il momento di lavorare alla mobilitazione democratica: la legge truffa non deve passare, questo parlamento delegittimato se ne deve andare, per nuove elezioni con il proporzionale.
L'avevamo scritto a caldo che qualcosa non tornava. Che il meccanismo annunciato dopo l'incontro Renzi-Berlusconi sembrava un punto di equilibrio assai improbabile tra gli interessi - in parte convergenti, in parte no - di questi due asfaltatori della democrazia e della Costituzione. C'era infatti una carta coperta, il tassello che doveva produrre la famosa quadratura del cerchio: il doppio turno di coalizione.
Con l'annuncio, a scoppio ritardato, del doppio turno, l'opera devastatrice del duo renzusconiano si è completata. E così, se non al primo al secondo turno, un sistema iper-maggioritario produrrà i suoi effetti, trasformando comunque in maggioranza di governo anche la più piccola maggioranza relativa.
I giochi però non sono ancora fatti. Alcuni commenti di politologi e costituzionalisti, apparsi sui quotidiani di questa mattina, dimostrano quanto sia grande la mostruosità formalizzata sabato scorso nella sede nazionale del Pd. Per rendersene conto basta leggere questa rassegna proposta dal sito dell'Huffington Post. Un sito per niente proporzionalista, così come non sono proporzionalisti i commentatori citati... ma evidentemente quando è troppo è troppo.
Sui meccanismi del ri-porcellum peggiorato, confezionato dalla coppia Pd-Forza Italia, abbiamo già scritto a sufficienza. Qui mi soffermerò soltanto su un aspetto che è più che sufficiente a descrivere la mostruosità di quanto proposto. E cioè gli effetti del combinato disposto rappresentato dal mix premio di maggioranza-soglie di sbarramento. Effetti rispetto ai quali il Porcellum impallidisce.
Di cosa si tratta è presto detto. Con il premio di maggioranza, ed ancor di più con il doppio turno, potrebbe determinarsi un quadro in cui una coalizione vince con il 35% dei voti, ma con un solo partito al proprio interno che supera la fatidica quota del 5%, magari raggiungendo a malapena il 20% dei consensi. Cosa succede in questo caso? Succede che le liste che non arrivano al 5% non ottengono alcun seggio, ma i voti che hanno comunque conseguito servono a far raggiungere alla coalizione il 35%, e dunque a far scattare il premio di maggioranza del 18%. Ma chi si aggiudicherebbe quel 53% di seggi? Se li aggiudicherebbe tutti l'unico partito della coalizione ad aver superato il 5%, quello che abbiamo ipotizzato possa essersi fermato al 20%. Un 20% di voti si trasformerebbe così in un 53% di seggi. Come è possibile non sollevarsi contro una simile mostruosità. E come è possibile che in tanti tacciano, anche alla luce della sentenza della Corte Costituzionale?
Guardate, che l'ipotesi fatta non è meramente teorica. Anzi! Pensiamo alla destra: se Forza Italia (così dicono i sondaggi) è attorno al 20%, l'aggiunta dei voti di Lega, Ncd, Fratelli d'Italia, La Destra, e magari una parte dei cosiddetti "centristi", potrebbe portare quello schieramento alla soglia decisiva. Probabilmente Salvini, Alfano, Storace e La Russa (e magari Casini) - non raggiungendo il 5% - farebbero solo i portatori d'acqua, ma alla fine Forza Italia avrebbe vinto le elezioni. Avete capito perché Berlusconi gongola?
Naturalmente, una simulazione simile è possibile anche sull'altro versante, dove i maggioritaristi del Pd si fanno forti anche del doppio turno.
Altro che Italicum, come vorrebbe Renzi! Quello congegnato è il sistema più antidemocratico d'Europa. Prendiamo la soglia di sbarramento all'8% per chi sta fuori dalle coalizioni. Il modello Renzi-Berlusocni è peggiore perfino di quello francese. Volete una prova? Nel 2012, in Francia il Front de Gauche con il 6,91% ha ottenuto 10 seggi. Molti di meno di quanti gliene sarebbero spettati, ma comunque 10 rispetto allo zero tondo che toccherà a chi in Italia si fermerà al 7,99%.
Di fronte a tutto ciò lasciamo perdere il latino e chiamiamo una volta per tutte quella proposta con il suo nome: Legge Truffa.
Una Legge Truffa che ha quattro precisi obiettivi: 1) trasformare una modesta maggioranza relativa [di votanti] in maggioranza assoluta [di seggi]; 2) favorire sfacciatamente non tanto i maggiori partiti (il primo partito italiano alle ultime elezioni politiche è stato infatti il Movimento Cinque Stelle) quanto i due partiti sottoscrittori dell'accordo (Pd e Forza Italia); 3) costringere le formazioni minori all'integrazione, alla subalternità e comunque all'irrilevanza; 4) sbarrare la strada a nuove forze che potrebbero emergere soprattutto in un momento come questo.
Quel che si vuole ottenere è chiaro: solo la casta dominante deve contare, mentre l'opposizione popolare alle politiche dei sacrifici dev'essere relegata a mero dissenso politicamente non rappresentabile. Tutto il potere alle oligarchie!, questo è il loro slogan. Ed è talmente vero che, in barba alla stessa Consulta, non hanno inteso mollare neppure il privilegio di nominare direttamente i parlamentari.
Che fare, adesso?
Chiarita la portata dell'imbroglio, non resta che pensare alla mobilitazione. Che nessuno creda che la cosa non ci riguarda. Certo, non è che con le leggi elettorali di questi ultimi vent'anni ci fosse da stare allegri. Ma qui c'è un salto di qualità. Un salto che va letto in parallelo a quello che il blocco dominante vuol compiere sul piano economico e sociale. Come sempre, le strette autoritarie ed antidemocratiche servono a colpire i diritti e gli interessi delle classi popolari. Dietro a questa nuova Legge Truffa c'è dunque la volontà di erigere mura inaccessibili, dietro le quali le forze dominanti possano portare a termine il macello sociale già in atto.
Dietro a Renzi ci sono potenti forze dell'economia, e soprattutto della finanza. Forze che vogliono accelerare sulle privatizzazioni, sulla svendita del patrimonio pubblico, sull'attacco ai diritti dei lavoratori. La necessaria battaglia democratica è perciò battaglia politica e sociale. Tutto si tiene, come aveva ben compreso anche il grosso del Movimento del 9 dicembre, la cui piattaforma originaria metteva insieme la questione sociale e quella democratica, tenuta non a caso agganciata al dettato costituzionale.
Con le dimissioni di Cuperlo il decisionismo renziano ha già prodotto una prima spaccatura nel Pd. Spaccatura, beninteso, del tutto insufficiente, perché ancora interna ad una logica comunque maggioritaria. Spaccatura tuttavia positiva, perché segnala quanto sia entrato in fibrillazione il sistema politico, ed in particolare il partito sul quale in buona parte si regge (oltre al governo) l'intero sistema politico.
Fra qualche tempo la Legge Truffa andrà in Parlamento. Lì, possiamo esserne certi, scoppieranno mille contraddizioni che qui non possiamo esaminare nel dettaglio. Di certo ci sarà la ferma opposizione del M5S, che ci auguriamo tanto forte quanto fortemente orientata in senso proporzionalista. Questa opposizione va aiutata, sostenuta ed incoraggiata in tutti i modi.
Solo un potente movimento, non solo d'opinione, potrà sconfiggere il disegno autoritario renzusconiano. Tante volte abbiamo visto le piazze italiane riempirsi in nome della Costituzione. E troppe volte è avvenuto in modo rituale, istituzionale e politicamente inefficace. Bene, mai come questa volta l'attacco alla democrazia è forte e pesante, in un certo senso "definitivo". Riempiamole allora le piazze, ma facciamolo in modo efficace, avendo chiaro che difendere oggi la Costituzione significa solo una cosa: bloccare la Legge Truffa, mandare a casa questo parlamento e votare con il sistema proporzionale così come è uscito dalla sentenza della Corte Costituzionale.
L'avevamo scritto a caldo che qualcosa non tornava. Che il meccanismo annunciato dopo l'incontro Renzi-Berlusconi sembrava un punto di equilibrio assai improbabile tra gli interessi - in parte convergenti, in parte no - di questi due asfaltatori della democrazia e della Costituzione. C'era infatti una carta coperta, il tassello che doveva produrre la famosa quadratura del cerchio: il doppio turno di coalizione.
Con l'annuncio, a scoppio ritardato, del doppio turno, l'opera devastatrice del duo renzusconiano si è completata. E così, se non al primo al secondo turno, un sistema iper-maggioritario produrrà i suoi effetti, trasformando comunque in maggioranza di governo anche la più piccola maggioranza relativa.
I giochi però non sono ancora fatti. Alcuni commenti di politologi e costituzionalisti, apparsi sui quotidiani di questa mattina, dimostrano quanto sia grande la mostruosità formalizzata sabato scorso nella sede nazionale del Pd. Per rendersene conto basta leggere questa rassegna proposta dal sito dell'Huffington Post. Un sito per niente proporzionalista, così come non sono proporzionalisti i commentatori citati... ma evidentemente quando è troppo è troppo.
Sui meccanismi del ri-porcellum peggiorato, confezionato dalla coppia Pd-Forza Italia, abbiamo già scritto a sufficienza. Qui mi soffermerò soltanto su un aspetto che è più che sufficiente a descrivere la mostruosità di quanto proposto. E cioè gli effetti del combinato disposto rappresentato dal mix premio di maggioranza-soglie di sbarramento. Effetti rispetto ai quali il Porcellum impallidisce.
Di cosa si tratta è presto detto. Con il premio di maggioranza, ed ancor di più con il doppio turno, potrebbe determinarsi un quadro in cui una coalizione vince con il 35% dei voti, ma con un solo partito al proprio interno che supera la fatidica quota del 5%, magari raggiungendo a malapena il 20% dei consensi. Cosa succede in questo caso? Succede che le liste che non arrivano al 5% non ottengono alcun seggio, ma i voti che hanno comunque conseguito servono a far raggiungere alla coalizione il 35%, e dunque a far scattare il premio di maggioranza del 18%. Ma chi si aggiudicherebbe quel 53% di seggi? Se li aggiudicherebbe tutti l'unico partito della coalizione ad aver superato il 5%, quello che abbiamo ipotizzato possa essersi fermato al 20%. Un 20% di voti si trasformerebbe così in un 53% di seggi. Come è possibile non sollevarsi contro una simile mostruosità. E come è possibile che in tanti tacciano, anche alla luce della sentenza della Corte Costituzionale?
Guardate, che l'ipotesi fatta non è meramente teorica. Anzi! Pensiamo alla destra: se Forza Italia (così dicono i sondaggi) è attorno al 20%, l'aggiunta dei voti di Lega, Ncd, Fratelli d'Italia, La Destra, e magari una parte dei cosiddetti "centristi", potrebbe portare quello schieramento alla soglia decisiva. Probabilmente Salvini, Alfano, Storace e La Russa (e magari Casini) - non raggiungendo il 5% - farebbero solo i portatori d'acqua, ma alla fine Forza Italia avrebbe vinto le elezioni. Avete capito perché Berlusconi gongola?
Naturalmente, una simulazione simile è possibile anche sull'altro versante, dove i maggioritaristi del Pd si fanno forti anche del doppio turno.
Altro che Italicum, come vorrebbe Renzi! Quello congegnato è il sistema più antidemocratico d'Europa. Prendiamo la soglia di sbarramento all'8% per chi sta fuori dalle coalizioni. Il modello Renzi-Berlusocni è peggiore perfino di quello francese. Volete una prova? Nel 2012, in Francia il Front de Gauche con il 6,91% ha ottenuto 10 seggi. Molti di meno di quanti gliene sarebbero spettati, ma comunque 10 rispetto allo zero tondo che toccherà a chi in Italia si fermerà al 7,99%.
Di fronte a tutto ciò lasciamo perdere il latino e chiamiamo una volta per tutte quella proposta con il suo nome: Legge Truffa.
Una Legge Truffa che ha quattro precisi obiettivi: 1) trasformare una modesta maggioranza relativa [di votanti] in maggioranza assoluta [di seggi]; 2) favorire sfacciatamente non tanto i maggiori partiti (il primo partito italiano alle ultime elezioni politiche è stato infatti il Movimento Cinque Stelle) quanto i due partiti sottoscrittori dell'accordo (Pd e Forza Italia); 3) costringere le formazioni minori all'integrazione, alla subalternità e comunque all'irrilevanza; 4) sbarrare la strada a nuove forze che potrebbero emergere soprattutto in un momento come questo.
Quel che si vuole ottenere è chiaro: solo la casta dominante deve contare, mentre l'opposizione popolare alle politiche dei sacrifici dev'essere relegata a mero dissenso politicamente non rappresentabile. Tutto il potere alle oligarchie!, questo è il loro slogan. Ed è talmente vero che, in barba alla stessa Consulta, non hanno inteso mollare neppure il privilegio di nominare direttamente i parlamentari.
Che fare, adesso?
Ipocrisia renziana: promettere una cosa per fare l'opposto |
Chiarita la portata dell'imbroglio, non resta che pensare alla mobilitazione. Che nessuno creda che la cosa non ci riguarda. Certo, non è che con le leggi elettorali di questi ultimi vent'anni ci fosse da stare allegri. Ma qui c'è un salto di qualità. Un salto che va letto in parallelo a quello che il blocco dominante vuol compiere sul piano economico e sociale. Come sempre, le strette autoritarie ed antidemocratiche servono a colpire i diritti e gli interessi delle classi popolari. Dietro a questa nuova Legge Truffa c'è dunque la volontà di erigere mura inaccessibili, dietro le quali le forze dominanti possano portare a termine il macello sociale già in atto.
Dietro a Renzi ci sono potenti forze dell'economia, e soprattutto della finanza. Forze che vogliono accelerare sulle privatizzazioni, sulla svendita del patrimonio pubblico, sull'attacco ai diritti dei lavoratori. La necessaria battaglia democratica è perciò battaglia politica e sociale. Tutto si tiene, come aveva ben compreso anche il grosso del Movimento del 9 dicembre, la cui piattaforma originaria metteva insieme la questione sociale e quella democratica, tenuta non a caso agganciata al dettato costituzionale.
Con le dimissioni di Cuperlo il decisionismo renziano ha già prodotto una prima spaccatura nel Pd. Spaccatura, beninteso, del tutto insufficiente, perché ancora interna ad una logica comunque maggioritaria. Spaccatura tuttavia positiva, perché segnala quanto sia entrato in fibrillazione il sistema politico, ed in particolare il partito sul quale in buona parte si regge (oltre al governo) l'intero sistema politico.
Fra qualche tempo la Legge Truffa andrà in Parlamento. Lì, possiamo esserne certi, scoppieranno mille contraddizioni che qui non possiamo esaminare nel dettaglio. Di certo ci sarà la ferma opposizione del M5S, che ci auguriamo tanto forte quanto fortemente orientata in senso proporzionalista. Questa opposizione va aiutata, sostenuta ed incoraggiata in tutti i modi.
Solo un potente movimento, non solo d'opinione, potrà sconfiggere il disegno autoritario renzusconiano. Tante volte abbiamo visto le piazze italiane riempirsi in nome della Costituzione. E troppe volte è avvenuto in modo rituale, istituzionale e politicamente inefficace. Bene, mai come questa volta l'attacco alla democrazia è forte e pesante, in un certo senso "definitivo". Riempiamole allora le piazze, ma facciamolo in modo efficace, avendo chiaro che difendere oggi la Costituzione significa solo una cosa: bloccare la Legge Truffa, mandare a casa questo parlamento e votare con il sistema proporzionale così come è uscito dalla sentenza della Corte Costituzionale.
12 commenti:
"Dietro a questa nuova Legge Truffa c'è dunque la volontà di erigere mura inaccessibili, dietro le quali le forze dominanti possano portare a termine il macello sociale già in atto." Sacrosantamente vero!
E' spaventevole come i due personaggi abbiano osato congegnare da soli una riforma elettorale tanto incisiva sul destino della Nazione e tento lesiva dei principi costituzionale nonché, in prospettiva, della libertà e dell'esistenza della maggioranza dei cittadini. Chi gliene ha dato il diritto?
A parte ciò, i referendum internettari del M5S cominciano a farmi pensare che il pur astuto ed anche simpatico Grillo sia ingenuo fino al punto di non pensare che nella massa degli iscritti M5S vi siano legioni di infiltrati foraggiati da CHI HA I MEZZI PER POTER' COMPRARE TUTTO. Non è che una tessera del movimento costi molto.
Ma infatti Grillo se non riesce a sfondare alle prossime elezioni politiche molla, proprio perché sa che comincerebbe l'infiltrazione.
La sua è una geniale lotta contro il tempo.
Alle europee dobbiamo votare compatti per Grillo anche se abbiamo delle perplessità.
Questa può essere una occasione pratica di esercizio per il nuovo CLN che si sta costruendo , tutto è ' iniziare.
Che ci siano infiltrati tra quelli che votano ne dubito, visto che ci sono precisi paletti per chi può votare (900000 iscritti abilitati su 90000000 di elettori). Comunque ragazzi miei decidiamoci, perchè se la tanto decantata democrazia della rete (che non esiste in quanto c'è più democrazia in Oriente sotto questo punto di vista) deve diventare un cortiletto dove farci le paranoie continue perchè il risultato non che ci aspettiamo non è quello che è (un pò quando Mazzarri si lamenta che non danno all'Inter il calcio di rigore) allora tanto vale tornare alla carta (riciclata ovviamente).
Questo discorso di essere iscritto in rete al M5 S per votare una eventuale legge elettorale mi sembra poco democratica ,tutti i cittadini iscritti e non iscritti in rete e non in rete dovrebbero essere in grado di esprimersi in merito da chiunque abbia promosso di esprimere un opinione in merito.Non credo che in questo modo siamo sulla buona strada .
Per quel che può valere io ho votato per il proporzionale sulla piattaforma di grillo
@Redazione
Voi dite che ARS non è antidemocratica.
Però D'Andrea scrive nel suo blog:
"LA DEMOCRAZIA E' IL REGIME DELLE MENTI ARRUGGINITE. Perciò vanno al potere delle nullità."
Quelli di ARS sono pessimi e pianteranno solo casini, teneteli a distanza.
E' vero che non li seguirà nessuno ma un piccolo gruppetto molto convinto di esagitati con le pigne in testa può fare molti danni.
P.S.: Per i babbei che hanno preso una tranvata e adesso si accingono a prendere la seconda senza accorgersene, faccio presente che la frase "LA DEMOCRAZIA E' IL REGIME DELLE MENTI ARRUGGINITE" scritta rigorosamente tutta in maiuscolo, per dirla eufemisticamente, non è segno di "serenità".
Ma sono parole al vento, ci sono persone nate per prendere le tranvate che alla fine ci trovano gusto per cui avvisarli è inutile.
Magari un link al post di Stefano D'Andrea dal quale è stata estrapolata la frase incriminata è opportuno. Rimedio io: Il rottamatore-riciclatore, le menti arrugginite e la democrazia. Leggete e giudicate contestualizzando, please.
@Ecodellarete
Quindi tu pensi che la democrazia è un sistema che porta al potere solo le nullità? L'ha scritto D'Andrea che la democrazia essendo il regime delle menti arrugginite porta al potere le nullità.
Io credo che ARS stia rapidamente sbarellando, che tu fra qualche mese te ne renderai conto e dopo la tranvata con quell'altro dovrai ammettere che nun ce piji propio.
Io oenso che sia il tradimento della democrazia che porta al potere le nullità, ma per te sono sottili dettagli.
Temo che sperimenterai sultuo "cuore" che non sono cosí sottili...
Come fare la figura del fesso.
Fusaro a La Gabbia: mentre Adinolfi la buttava in caciara con sberleffi, versacci, offendendo tutti e sparando stupidaggini in libertà a un certo punto Fusaro sdegnato gli fa:
"Ma studi un po'Hegel e Marx piuttosto!"
Ovviamente Paragone lo riprende spiegandogli che non è il momento di oarlare di Hegel e Marx, ovviamente l'imorenditore subito dopo dice che non è il caso di disquisire su Hegel e Marx perché ci sono oroblemi concreti da risolvere e ovviamente il pubblico rimane molto freddino all'esortazione del troppo giovane filosofo.
Uno deve studiare Hegel e Marx ma non deve rompere il kazzo con Hegel e Marx, bisognerebbe spiegarglielo al pupo.
Beh, non è che la lettura dell'articolo di D'Andrea smentisca il giudizio dell'anononimo sopra.
L'articolo tratta superficialmante del personaggio Renzi, delle contorsioni del PD, e ironizza sulla sua base elettorale.
Prprio alla fine dell'articoo, come epitaffio, D'Andrea conclude così:
«LA DEMOCRAZIA E' IL REGIME DELLE MENTI ARRUGGINITE. Perciò vanno al potere delle nullità.
Per chi voglia candidarsi a un'elezione con un nuovo partito, a prescindere dalla giustezza e addirittura grandiosità delle analisi e delle proposte, si porrà sempre il problema: COME DEVO CONQUISTARE I CONSENSO DI MILIONI DI MENTI ARRUGGINITE?»
La frase è brutta, infelice. Ambigua, inquietante e cinica anzitutto la conclusione.
@anonimo delle 1:44. A parte che Fusaro non penso volesse dare lezioni di filosofia a tutta la platea ma fosse un modo per dire ad Adinolfi di piantarla di raccontare siocchezze, poi tutto questa acredine verso la filosofia non la capisco. Fusaro è un filosofo, quindi usa gli strumenti dei filosofi, se Paragone, l'imprenditore, ecc... non amano la filosofia perché vogliono cose concrete, invece di rompere i maroni a Fusaro vadano dal ragioniere o dal consulente finanziario.
Insomma ma da un filosofo che v'aspettate che parli: di poker texano?
Ma mi sa tanto che il problema sta non tanto nel fatto che Fusaro è un filosofo, ma che è giovane. Vorrei vedere se al suo posto ci fosse stato un vecchio Barone con la barba bianca se qualcuno si fosse permesso di dargli lezioni di vita.
Firmato
un giovane che non ha mai letto un libro di filosofia
PS:
Ma poi se Fusaro non fosse stato un filosofo ma un economista, e avesse detto ad Adinolfi, il new labourista de noantri di leggersi Keynes o Kalecy già me li immagino i discorsi: "Kèynes é vecchio, il mondo è cambiato, la globalizzazione, la Cina s'impenna, la lira s'impenna, bla bla bla ecc....ecc......"
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