17 gennaio. I recenti successi elettorali del Front national di Marine Le Pen stanno seminando il panico nel fronte unico degli euristi, di destra e di sinistra. Questi sono terrorizzati all’idea che le prossime elezioni europee consegnino ad esso una clamorosa vittoria. Un simile esito sarebbe il segnale che l’asse carolingio o franco-tedesco, già in crisi, avrebbe imboccato la via del tramonto, con buona pace dell'euro.
Primo: sbarazzarsi dei tabù
Nella sinistra d’Oltralpe prevale, prevale, davanti alla valanga lepenista (ma questo vale anche per quella italiana), uno spavento irrazionale, basato a sua volta su di un doppio tabù: quello della sovranità nazionale e quello del fascismo.
In psicanalisi un tabù è un pensiero inammissibile, o un atto proibito; mentre per gli etnologi equivale ad un divieto sacrale di avere contatto con qualcosa o qualcuno.
Per la sinistra, mentre la sovranità nazionale è un pensiero proibito, col fascismo qualsiasi contatto è considerato peccato, quindi proibito anch'esso.
Andiamo dicendo da anni che se non ci liberà di questi tabù, nulla si capisce dei profondi processi sociali e ideologici in atto, e chi nulla comprende ha il destino segnato.
Secondo: capire
Matteo Salvini, a nome di una Lega Nord con l’acqua alla gola, ha strombazzato ai quattro venti l’accordo raggiunto il 15 gennaio scorso a Strasburgo con Marine Le Pen in vista delle elezioni europee. Marine le Pen, da parte sua, ha tenuto il basso profilo, parlando delle “inquietudini comuni”. E lo ha fatto a ragion veduta. Se Salvini si fosse peritato di leggere il vasto e articolato programma del Front National, ovvero l’irrevocabile rifiuto di ogni concezione federalista della nazione e la concezione dura e centralista dello Stato, anche lui sarebbe stato più prudente circoscrivendo il "patto" ad un mero accordo tattico di convenienza.
Questa nostra raccomandazione a studiare attentamente il programma del Front National —per l’esattezza MON PROJECT. POUR LA FRANÇE ET LES FRANÇAIS, sul quale il FN ha condotto la campagna per le presidenziali del 2012— vale a maggior ragione non solo per le sinistre che hanno la tremarella all’idea che i lepenisti vincano le prossime elezioni. Vale anzitutto per le disperse e litigiose forze che in Italia si battono per la sovranità e l’uscita dall’euro e dall’Unione.
Sovranisti che?
Nel campo sovranista, sarebbe colpevole omissione nasconderselo, esistono correnti che guardano con simpatia al Front National. Non parliamo solo di pezzi in libera uscita dal blocco berlusconiano —La Destra di Storace e l’ectoplasma che sta a cavallo tra Fratelli d’Italia, il gruppo di Alemanno e alcuni personaggi di Forza Italia come la Santanché—, parliamo di diverse associazioni anti-euro nate di recente e che non hanno apparentemente contatto alcuno con i cascami politici del berlusconismo. Per alcune di queste, che non nascondono di guardare a destra o addirittura di essere nostalgiche del fascismo, la simpatia per il Front National è, come dire, un riflesso condizionato.
Ci sono anche altre associazioni sovraniste che, pur proclamando ai quattro venti la loro matrice democratica, repubblicana e costituzionale, simpatizzano con il Front National e, seppure a mezza biocca, dicono che lo voterebbero se fossero in Francia.
Mi era già capitato di polemizzare con simili posizioni. Lo feci, alle porte delle presideziali francesi della primavera scorsa, polemizzando col compianto Costanzo Preve, sottolineando che :
I nostri amici sovranisti che si dicono democratici hanno letto e studiato davvero questo programma? Ne dubitiamo, poiché se ne avessero preso visione le cose sono due: o si sbagliano o la loro fede democratica è solo fuffa.
Keynesismo temperato o liberismo moderato?
Tutta la prima parte del programma del Front National è dedicata all’economia ed espone in dettaglio le misure che esso prenderebbe una volta salito al governo.
(1) Sui salari si promette un salario minimo di 1500 €. Il ribasso delle tariffe di gas ed elettricità del 5% [l’energia da fonte nucleare non si tocca, come l’alta velocità, Nda] e dei carburanti alla pompa. Per quanto riguarda il sistema pensionistico si promette un aumento delle pensioni minime portandole a 750€, ristabilendo il diritto alla pensione dopo 40 anni di lavoro o 60 anni di età. Nulla si dice contro il meccanismo contribuitivo vigente in Francia.
(2) Si promette la sovranità monetaria (ritorno al franco con l’euro che diventa “moneta comune”, [supponiamo di conto tra le diverse banche centrali, Nda] e il controllo sui movimenti di capitale.
(3) Per quanto non prometta una politica di piena occupazione (nel programma non c’è alcun accenno ad un piano centrale per il lavoro) si propongono il contrasto delle delocalizzazioni, la protezione delle produzioni francesi, la difesa del commercio al dettaglio contro la grande distribuzione.
(4) Si propone di colpire (senza esagerare però) la bancocrazia e la finanza speculativa. Non si chiede la nazionalizzazione del sistema bancario, né l’abolizione delle banche d’affari. Non si chiede nemmeno che la banca centrale torni in mano allo Stato, ma si afferma che deve prestare soldi al governo senza interessi.
(5) Sulla fiscalità si propone un sistema progressivo semplificato per le imposte sul capitale, un regime di agevolazione per le piccole e medie imprese, una mini-parimoniale e un ribasso dell’IVA sui prodotti di prima necessità.
Si tratta, come ognuno può capire, di un progranna all’insegna di un keynesismo temperato, molto temperato. L’obbiettivo centrale non è la piena occupazione (è evidente la preoccupazione di conservare una quota di disoccupati così da tenere sotto controllo le spinte salariali), mentre non c’è traccia di nazionalizzazioni, né dell’idea che lo Stato debba essere il perno attorno a cui deve girare l’economia.
Se mi è consentito: un keynesismo temperato che può ben sfociare in un liberismo temperato. Un programma attentamente calibrato per sfondare a sinistra e conquistare voti nel proletariato e nel ceto medio, ma senza spaventare affatto la borghesia, se non i suoi settori apertamente speculativi, e nemmeno la Germania e i centri oligarchici dell’Unione europea. Il grosso di queste misure sono tuttavia ampiamente condivisibili. Un eventuale governo popolare, contestualmente all’uscita dall’euro, non potrebbe che applicarle.
Tutto qui? magari!
Le dolenti note
Il programma continua, anzi la parte più corposa viene dopo. Vediamo.
(6) Sull’immigrazione e l’accesso alla cittadinanza (naturalizzazione) si propone una radicale modifica dell’attuale Jus soli, ovvero condizioni molto più severe per ottenere la cittadinanza —si chiede apertamente l’assimilazione degli stranieri. Gli immigrati, pur legalizzati, che si trovino senza lavoro, saranno “incitati” a tornare nel loro paese d’origine. I clandestini o coloro che si “mantegono illegalmente” [anche quelli che vivono alla giornata o lavorano precariamente?, Nda] saranno immediatamente espulsi. Le aziende saranno obbligate ad assumere anzitutto i cittadini francesi. Ogni legge che prevede di regolarizzare i clandestini sara soppressa. Gli stranieri che fossero condannati al carcere saranno espulsi e dovranno scontare la pena nei loro paesi d’origine. Saranno infine, udite! udite!, vietate tutte le manifestazioni “ di appoggio ai clandestini”.
Misure draconiane che, per chi frequenta anche solo un poco, lo Stato di diritto, significa de facto la sua pur camuffata soppressione. Solo due esempi. Espellere uno straniero dopo una condanna di primo grado significa ledere i suoi diritti alla difesa, tra cui l’appello ad un’altra corte. Come potrà appellarsi un cittadino straniero gettato in una prigione lontana dalla Francia?
Il divieto di manifestare per i diritti degli immigrati illegalmente entrati nel paese è un provvedimento inaudito, apertamente fascista. Ogni regime autoritario fa il primo passo per rompere la diga dello Stato di diritto infilandosi in una faglia. Dopo il primo, c’è il secondo, poi il terzo e così via. E quando la resistenza non s’arrende ecco il pretesto per giustificare poteri speciali e un regime di dittatura.
(7) “Una politica di tolleranza zero sarà instaurato sull’insieme del territorio nazionale”. Aumenti delle pene, privazione dei diritti sociali ai condannati a pene superiori ad un anno, più poteri ai corpi di polizia, aumento degli effettivi dei corpi repressivi, aumento deil numero dei magistrati, avvio di un vasto piano carcerario per ottenere 40mila nuovi posti: Dulcis in fundo: ristabilimento della pena di morte e nessuno sconto di pena ai condannati all’ergastolo.
Tutto il capitolo sulla “sicurrezza” è un delirio sicuritario. Ne vien fuori uno Stato di polizia in perenne Stato d’eccezione, che usa il pugno di ferro contro tutte le forme di anomalia e “devianza” sociale.
Il limes oltre il quale c’è la repressione di ogni forma di antagonismo sociale è sottolissimo.
(8) E’ dentro questa cornice sicuritaria che il Front National inscrive lo specchietto per le allodole della “democrazia diretta”, ovvero della centralità dei referendum, che a malapena maschera una coerente concezione plebiscitaria e populista-totalitaria della democrazia. Scontata è dunque la difesa del sistema presidenzialistico, con la possibilità di un solo mandato. Inquietante la giustificazione: “ L’elettoralismo è diventato una vera piaga per il nostro paese”
(9) Per quanto riguarda la forza armata il Front National propone un grande programma di riarmo della Francia, la difesa e lo sviluppo della sua deterrenza nucleare, il rafforzamento della filiera industriale militare. E’ in questa cornice che si promette l’uscita della Francia dalla NATO. Qui non si tratta solo della famigerata grandeur française, o di semplice nazionalismo, ma di un vero e proprio richiamo al revanchsimo nazionale e allo sciovinsimo imperialista.
(10) Siamo quindi ai cosiddetti “diritti civili”. Il Front national si oppone ai matrimoni omosessuali come al diritto d’adozione da parte di coppie omosessuali. Sì invece ai PACS. Propone quindi politiche di incoraggiamento della natalità delle famiglie patriarcali mononucleari. Per finire FN liscia il pelo alla consolidata tradizione secolarista e laicista tipica della tradizione francese, proponendo non solo il rifiuto di ogni finanziamento statale a qualasiasi comunità religiosa, ma pure il divieto categorico di ostentazione di simboli religiosi in ogni luogo pubblico (scuole, uffici, mezzi di trasporto, ecc.), un divieto che, secondo chi scrive, lede pesantemente un diritto fondamentale, quello alla manifestazione del proprio pensiero, oltre che alla effettiva libertà di culto, e quindi calpesta quelli di minoranze importanti (come quella islamica).
Di qui la concezione nazionalista e centralista di uno Stato forte, come quando si stabilisce che la Costituzione sarà modificata ficcandovi il principio per cui “La Repubblica non riconosce alcuna comunità” se non la propria.
Conclusioni
I sovranisti italiani che si dicono di fede democratica e che, alla leggera, strizzano l’occhio al Front National sono avvertiti. Ora sanno quale’è la Francia a cui aspira Marine Le Pen. Accetterebbero essi, in Italia, di aiutare una simile forza a salire al governo? Accetterebbero essi a cuor leggero di ottenere l’uscita dall’euro in cambio della democrazia e deii diritti di libertà? Infine: dal momento che siamo in molti a propugnare la nascita di un Comitato di Liberazione Nazionale per tirar fuori il Paese dalla gabbia eurista, accetterebbero essi un sodalizio o un’alleanza politica con una simile forza reazionaria? Che fine farebbero i vostri giuramenti sulla Costituzione?
Un’ultimo pensiero corre ai seguaci della teoria secondo cui sarebbe destituita di fondamento ogni “dicotomia destra-sinistra”. Forse la sinistra si è eclissata, ma l’inabissamento di uno dei due poli non è la scomparsa della polarità, non è la fine della dicotomia, è la vittoria di un polo sull’altro. L'avanzata del Front National, verace partito della destra più dura e reazionaria, si spiega appunto con l’inganno ideologico che esso non è né di destra né di sinistra.
Occorre stare attenti alle trappole semantiche, che precedono quasi sempre la capitolazione politica.
Primo: sbarazzarsi dei tabù
Nella sinistra d’Oltralpe prevale, prevale, davanti alla valanga lepenista (ma questo vale anche per quella italiana), uno spavento irrazionale, basato a sua volta su di un doppio tabù: quello della sovranità nazionale e quello del fascismo.
In psicanalisi un tabù è un pensiero inammissibile, o un atto proibito; mentre per gli etnologi equivale ad un divieto sacrale di avere contatto con qualcosa o qualcuno.
Per la sinistra, mentre la sovranità nazionale è un pensiero proibito, col fascismo qualsiasi contatto è considerato peccato, quindi proibito anch'esso.
Andiamo dicendo da anni che se non ci liberà di questi tabù, nulla si capisce dei profondi processi sociali e ideologici in atto, e chi nulla comprende ha il destino segnato.
Secondo: capire
Matteo Salvini, a nome di una Lega Nord con l’acqua alla gola, ha strombazzato ai quattro venti l’accordo raggiunto il 15 gennaio scorso a Strasburgo con Marine Le Pen in vista delle elezioni europee. Marine le Pen, da parte sua, ha tenuto il basso profilo, parlando delle “inquietudini comuni”. E lo ha fatto a ragion veduta. Se Salvini si fosse peritato di leggere il vasto e articolato programma del Front National, ovvero l’irrevocabile rifiuto di ogni concezione federalista della nazione e la concezione dura e centralista dello Stato, anche lui sarebbe stato più prudente circoscrivendo il "patto" ad un mero accordo tattico di convenienza.
Questa nostra raccomandazione a studiare attentamente il programma del Front National —per l’esattezza MON PROJECT. POUR LA FRANÇE ET LES FRANÇAIS, sul quale il FN ha condotto la campagna per le presidenziali del 2012— vale a maggior ragione non solo per le sinistre che hanno la tremarella all’idea che i lepenisti vincano le prossime elezioni. Vale anzitutto per le disperse e litigiose forze che in Italia si battono per la sovranità e l’uscita dall’euro e dall’Unione.
Sovranisti che?
Nel campo sovranista, sarebbe colpevole omissione nasconderselo, esistono correnti che guardano con simpatia al Front National. Non parliamo solo di pezzi in libera uscita dal blocco berlusconiano —La Destra di Storace e l’ectoplasma che sta a cavallo tra Fratelli d’Italia, il gruppo di Alemanno e alcuni personaggi di Forza Italia come la Santanché—, parliamo di diverse associazioni anti-euro nate di recente e che non hanno apparentemente contatto alcuno con i cascami politici del berlusconismo. Per alcune di queste, che non nascondono di guardare a destra o addirittura di essere nostalgiche del fascismo, la simpatia per il Front National è, come dire, un riflesso condizionato.
Ci sono anche altre associazioni sovraniste che, pur proclamando ai quattro venti la loro matrice democratica, repubblicana e costituzionale, simpatizzano con il Front National e, seppure a mezza biocca, dicono che lo voterebbero se fossero in Francia.
Mi era già capitato di polemizzare con simili posizioni. Lo feci, alle porte delle presideziali francesi della primavera scorsa, polemizzando col compianto Costanzo Preve, sottolineando che :
«Il sovranismo nazionale di per sé, se non è una convenzione semantica, è solo un concetto che, calato nella pratica, può assumere diverse forme, e alle forme corrispondono diversi contenuti. Il sovranismo può essere revanchista, reazionario, sciovinista, razzista, fascista e imperialista, come appunto quello del Fronte Nazionale francese, o può essere, al contrario, democratico, antimperialista, socialista, internazionalista e rivoluzionario. Tra i più accaniti sovranisti, ad esempio, si annoverano nord-americani e israeliani, di cui speriamo Preve non nutrirà alcuna ammirazione —e che non vorrà, per una tarda infatuazione di matrice idealistica dello Stato-nazione, porre sullo stesso piano dei patriottismi cubano o palestinese».Certi sovranisti nostrani commettono lo stesso errore di Preve, si fermano alla superfice, all’apparenza. Preve confessava che basava il suo giudizio solo sulla lettura di un recente libro della Le Pen (Pour que vive la France) mentre come si sa non bisogna mai giudicare qualcuno da ciò che cice di sé stesso. Non lesse con la dovuta attenzione il programma politico del Front National.
I nostri amici sovranisti che si dicono democratici hanno letto e studiato davvero questo programma? Ne dubitiamo, poiché se ne avessero preso visione le cose sono due: o si sbagliano o la loro fede democratica è solo fuffa.
Keynesismo temperato o liberismo moderato?
Tutta la prima parte del programma del Front National è dedicata all’economia ed espone in dettaglio le misure che esso prenderebbe una volta salito al governo.
(1) Sui salari si promette un salario minimo di 1500 €. Il ribasso delle tariffe di gas ed elettricità del 5% [l’energia da fonte nucleare non si tocca, come l’alta velocità, Nda] e dei carburanti alla pompa. Per quanto riguarda il sistema pensionistico si promette un aumento delle pensioni minime portandole a 750€, ristabilendo il diritto alla pensione dopo 40 anni di lavoro o 60 anni di età. Nulla si dice contro il meccanismo contribuitivo vigente in Francia.
(2) Si promette la sovranità monetaria (ritorno al franco con l’euro che diventa “moneta comune”, [supponiamo di conto tra le diverse banche centrali, Nda] e il controllo sui movimenti di capitale.
(3) Per quanto non prometta una politica di piena occupazione (nel programma non c’è alcun accenno ad un piano centrale per il lavoro) si propongono il contrasto delle delocalizzazioni, la protezione delle produzioni francesi, la difesa del commercio al dettaglio contro la grande distribuzione.
(4) Si propone di colpire (senza esagerare però) la bancocrazia e la finanza speculativa. Non si chiede la nazionalizzazione del sistema bancario, né l’abolizione delle banche d’affari. Non si chiede nemmeno che la banca centrale torni in mano allo Stato, ma si afferma che deve prestare soldi al governo senza interessi.
(5) Sulla fiscalità si propone un sistema progressivo semplificato per le imposte sul capitale, un regime di agevolazione per le piccole e medie imprese, una mini-parimoniale e un ribasso dell’IVA sui prodotti di prima necessità.
Si tratta, come ognuno può capire, di un progranna all’insegna di un keynesismo temperato, molto temperato. L’obbiettivo centrale non è la piena occupazione (è evidente la preoccupazione di conservare una quota di disoccupati così da tenere sotto controllo le spinte salariali), mentre non c’è traccia di nazionalizzazioni, né dell’idea che lo Stato debba essere il perno attorno a cui deve girare l’economia.
Se mi è consentito: un keynesismo temperato che può ben sfociare in un liberismo temperato. Un programma attentamente calibrato per sfondare a sinistra e conquistare voti nel proletariato e nel ceto medio, ma senza spaventare affatto la borghesia, se non i suoi settori apertamente speculativi, e nemmeno la Germania e i centri oligarchici dell’Unione europea. Il grosso di queste misure sono tuttavia ampiamente condivisibili. Un eventuale governo popolare, contestualmente all’uscita dall’euro, non potrebbe che applicarle.
Tutto qui? magari!
Le dolenti note
Il programma continua, anzi la parte più corposa viene dopo. Vediamo.
(6) Sull’immigrazione e l’accesso alla cittadinanza (naturalizzazione) si propone una radicale modifica dell’attuale Jus soli, ovvero condizioni molto più severe per ottenere la cittadinanza —si chiede apertamente l’assimilazione degli stranieri. Gli immigrati, pur legalizzati, che si trovino senza lavoro, saranno “incitati” a tornare nel loro paese d’origine. I clandestini o coloro che si “mantegono illegalmente” [anche quelli che vivono alla giornata o lavorano precariamente?, Nda] saranno immediatamente espulsi. Le aziende saranno obbligate ad assumere anzitutto i cittadini francesi. Ogni legge che prevede di regolarizzare i clandestini sara soppressa. Gli stranieri che fossero condannati al carcere saranno espulsi e dovranno scontare la pena nei loro paesi d’origine. Saranno infine, udite! udite!, vietate tutte le manifestazioni “ di appoggio ai clandestini”.
Misure draconiane che, per chi frequenta anche solo un poco, lo Stato di diritto, significa de facto la sua pur camuffata soppressione. Solo due esempi. Espellere uno straniero dopo una condanna di primo grado significa ledere i suoi diritti alla difesa, tra cui l’appello ad un’altra corte. Come potrà appellarsi un cittadino straniero gettato in una prigione lontana dalla Francia?
Il divieto di manifestare per i diritti degli immigrati illegalmente entrati nel paese è un provvedimento inaudito, apertamente fascista. Ogni regime autoritario fa il primo passo per rompere la diga dello Stato di diritto infilandosi in una faglia. Dopo il primo, c’è il secondo, poi il terzo e così via. E quando la resistenza non s’arrende ecco il pretesto per giustificare poteri speciali e un regime di dittatura.
(7) “Una politica di tolleranza zero sarà instaurato sull’insieme del territorio nazionale”. Aumenti delle pene, privazione dei diritti sociali ai condannati a pene superiori ad un anno, più poteri ai corpi di polizia, aumento degli effettivi dei corpi repressivi, aumento deil numero dei magistrati, avvio di un vasto piano carcerario per ottenere 40mila nuovi posti: Dulcis in fundo: ristabilimento della pena di morte e nessuno sconto di pena ai condannati all’ergastolo.
Tutto il capitolo sulla “sicurrezza” è un delirio sicuritario. Ne vien fuori uno Stato di polizia in perenne Stato d’eccezione, che usa il pugno di ferro contro tutte le forme di anomalia e “devianza” sociale.
Il limes oltre il quale c’è la repressione di ogni forma di antagonismo sociale è sottolissimo.
(8) E’ dentro questa cornice sicuritaria che il Front National inscrive lo specchietto per le allodole della “democrazia diretta”, ovvero della centralità dei referendum, che a malapena maschera una coerente concezione plebiscitaria e populista-totalitaria della democrazia. Scontata è dunque la difesa del sistema presidenzialistico, con la possibilità di un solo mandato. Inquietante la giustificazione: “ L’elettoralismo è diventato una vera piaga per il nostro paese”
(9) Per quanto riguarda la forza armata il Front National propone un grande programma di riarmo della Francia, la difesa e lo sviluppo della sua deterrenza nucleare, il rafforzamento della filiera industriale militare. E’ in questa cornice che si promette l’uscita della Francia dalla NATO. Qui non si tratta solo della famigerata grandeur française, o di semplice nazionalismo, ma di un vero e proprio richiamo al revanchsimo nazionale e allo sciovinsimo imperialista.
(10) Siamo quindi ai cosiddetti “diritti civili”. Il Front national si oppone ai matrimoni omosessuali come al diritto d’adozione da parte di coppie omosessuali. Sì invece ai PACS. Propone quindi politiche di incoraggiamento della natalità delle famiglie patriarcali mononucleari. Per finire FN liscia il pelo alla consolidata tradizione secolarista e laicista tipica della tradizione francese, proponendo non solo il rifiuto di ogni finanziamento statale a qualasiasi comunità religiosa, ma pure il divieto categorico di ostentazione di simboli religiosi in ogni luogo pubblico (scuole, uffici, mezzi di trasporto, ecc.), un divieto che, secondo chi scrive, lede pesantemente un diritto fondamentale, quello alla manifestazione del proprio pensiero, oltre che alla effettiva libertà di culto, e quindi calpesta quelli di minoranze importanti (come quella islamica).
Di qui la concezione nazionalista e centralista di uno Stato forte, come quando si stabilisce che la Costituzione sarà modificata ficcandovi il principio per cui “La Repubblica non riconosce alcuna comunità” se non la propria.
Conclusioni
I sovranisti italiani che si dicono di fede democratica e che, alla leggera, strizzano l’occhio al Front National sono avvertiti. Ora sanno quale’è la Francia a cui aspira Marine Le Pen. Accetterebbero essi, in Italia, di aiutare una simile forza a salire al governo? Accetterebbero essi a cuor leggero di ottenere l’uscita dall’euro in cambio della democrazia e deii diritti di libertà? Infine: dal momento che siamo in molti a propugnare la nascita di un Comitato di Liberazione Nazionale per tirar fuori il Paese dalla gabbia eurista, accetterebbero essi un sodalizio o un’alleanza politica con una simile forza reazionaria? Che fine farebbero i vostri giuramenti sulla Costituzione?
Un’ultimo pensiero corre ai seguaci della teoria secondo cui sarebbe destituita di fondamento ogni “dicotomia destra-sinistra”. Forse la sinistra si è eclissata, ma l’inabissamento di uno dei due poli non è la scomparsa della polarità, non è la fine della dicotomia, è la vittoria di un polo sull’altro. L'avanzata del Front National, verace partito della destra più dura e reazionaria, si spiega appunto con l’inganno ideologico che esso non è né di destra né di sinistra.
Occorre stare attenti alle trappole semantiche, che precedono quasi sempre la capitolazione politica.
44 commenti:
Bravo. Non c'è altro da dire.
Tutto vero, ma andassero al potere scalzerebbero la tecnocrazia europea e almeno potremmo lottare contro un nemico che ha un volto, un nome e che sappiamo dove trovarlo perchè sta a casa nostra.
Quei sovranisti "democratici" "ne di destra ne di sinistra" la pensano esattamente come M.LePen su tutto ( forse l'unica cosa che le contestano è la pena di morte ). Cercano di non dirlo apertamente perchè vogliono raccattare consensi a sinistra ... ma è palese che il loro modello è quello .
Piero
Un inganno ideologico di cui attualmente si possono constatare gli effetti deleteri e che ancor oggi continua ad affascinare seguaci ignari della sua vera natura, è stato quello che, travestito da sinistra, ha persuaso i cittadini ad accordare alla compagine politica che si presentava come tale, di rastrellare un bel po' di consensi e di seggi rappresentativi nelle stanze dei bottoni.
Tutto vero, ma bisognerebbe fare un passettino in più e domandarsi come mai la Le Pen possa raccogliere qualche strizzatina d'occhio anche in chi si è sempre considerato di sinistra e la risposta sta semplicemente nella disperazione di tanti compagni ai quali da anni viene negato il diritto di avere un proprio partito, costretti alla scelta forzata del meno peggio o del più utile al momento.
Perché , cosa è stato votare M5S ? Non è stata forse la speranza di "mettere una zeppa" nell'asse neoliberista PD-PDL ?
O forse vogliamo convincerci che votare Grillo è stato un voto di sinistra ?
Quindi fate/facciamo subito una lista anti-UE e anticapitalista, e smettiamola con le stupide divisioni tra movimentini microscopici altrimenti non stupiamoci se l'unica speranza per i popoli europei diventa la figlia di uno xenofobo d'oltralpe.
Adriano Ottaviani
Quindi è metlio rimanenre nell'euro piuttosto che trattare con soggetti tipo il FN?
Ma infatti. E' quello che penso sempre. Mi sembra assolutamente fuori luogo fare il tifo per la madama qua sopra, perché se vincesse essa non farebbe altro che prendere il posto della fräulein tedesca dal sedere grosso.
Ma in Italia, paese che "da tutti fascisti a tutti antifascisti" non c'è da stupirsi se è passato da "tutti merkellisti a tutti lepennisti"
E poi uno dice che diventa anti-italiano. Se anti-italiano è l'italiano stesso cosa volete? Senza lo straniero pare che sto paese non sappia andare oltre.
quando vi leggo non riesco mai a capire se ci siete o ci fate.
Mi spiego. dite di essere contro le banche contro il capitalismo però poi le banche e il grande capitale appoggia sia i partiti socialisti che voi comunisti duri e puri.
La rivoluzione in russia e chi appoggiò ecc ecc la storia la conoscete. Anzi no non la conoscete.
Come non conoscete marx il figlio del rabbino che voleva l'abolizione della proprietà privata. Si per adempiere alle promesse del Talmud.
Io ho sempre pensato alla vostra buona fede, ma adesso so che non c'è buona fede.
Continuate col sostegno ai migranti che tra poco a migrare saranno i vostri vicini di casa italiani. Continuante con la palestina e cuba che tra poco staremo noi peggio di loro.
COLPIRE UNITI, MARCIARE SEPARATI
L'anonimo ci chiede:
«Quindi è meglio rimanere nell'euro piuttosto che trattare con soggetti tipo il FN?»
La necessità categorica è quella di uscire dalla gabbia dell'euro e riconquistare sovranità.
Per ottenerlo, secondo noi, occorrono due fattori: (1) una sollevazione popolare generale, perché altrimenti non cacci la casta di servi che detiene il potere e (2) una larga alleanza politica che sia pronta a prendere il posto del governo di Quisling oggi al potere.
MPL e i promotori del Convegno di Chianciano immaginano che questa alleanza debba essere del tipo di un CLN, un Comitato di Liberazione nazionale che si basi su pochi punti qualificanti entro una cornice costituzionale.
L'alleanza non deve allora solo essere "sovranista" ma DEMOCRATICA. Quindi sì anche ad un'unione con forze della destra, ma a patto che accettino la Costituzione come cornice valoriale dell'unità.
Con partiti come il francese FN non pensiamo sia possibile alcuna unità. Sono possibili solo accordi tattici momentanei, non coalizioni stabili.
Ma per quale ragione fasciarsi la testa se ancora non ce la siamo rotta? In Italia la partita è appena iniziata e non c'è un FN, ovvero un partito di massa della destra dura. Siamo ancora in tempo affinché lo spazio sovranista sia occupato ed egemonizzato da forze popolari non autoritarie e xenofobe.
Facciamo le mosse giuste, diamo vita ad un'unione dei sovranisti democratici, poi vedremo.
Non c'è bisogno di analisi particolari.
Questi del FN sono fascisti.
Il resto sono chiacchere da salotto.
Ci siamo dimenticati che qui in Italia abbiamo un partito che ha degli slogans analoghi a quelli del FN, la Lega Nord, che è stata votata per un certo tempo da un bel pò di lavoratori salariati.
Che non hanno ottenuto nulla col loro voto credendo alla propaganda padroni in casa nostra. Da ridere, padroni mentre si è salariati, tipico.
La stessa cosa accadrà in Francia.
Si ripartirà punto e a capo con le solite contraddizioni del sistema e tutti questi elettori avranno perso altro tempo credendo per l'ennesima volta alla befana elettorale.
Sarà colpa della Kasta Kattiva?
Saluti,
Carlo.
Ricapitolando, dalla sconfitta della politica ad opera del liberismo-capitalismo quest'Europa triturata se ne esce "da destra", solo perchè è chiarissimo cosa significhi, anche ai meno acculturati.
Ma perchè allora non ci si confronta sui programmi nostri, sugli antidoti realistici alla vittoria della speculazione finanziaria sul ben-essere diffuso, cioè autenticamente democratico? Forse perchè non c'è soluzione al di fuori di un'unitarietà autoritaria, premessa al ricostituirsi della forza politica? Ma allora siamo sempre lì, è una questione di idee che non ci sono, che attorno a Marx non sono riuscite a produrre niente di vincente al di fuori della soluzione autoritaria.
Non è con la filosofia, col ricercare lo spirito sfuggente di una "sinistra" evanescente e contradditoria che se ne esce, ma con solidi programmi economici che garantiscano almeno due cose fondamentali:
1) rispetto dell'ambiente che ci ospita
2) condivisione dei benefici della razionalizzazione economica
La "caduta tendenziale del saggio di profitto" mettiamola in soffitto, accanto ai ritratti degli antenati. Se no la voglia di vivere si estinguerà con noi stessi.
Grazie ancora per Chianciano
Alberto Conti
L'articolo di Pasquinelli è davvero istruttivo, direi impeccabile. Sarei curioso, molto curioso, di leggere il giudizio di quelli che appunto... è finita la dicotomia destra sinistra. Ovvero di quelli che usano questo ragionamento per giustificare l'alleanza "col diavolo e sua nonna" pur di uscire dall'euro.
Sarebbero cioè essi disposti a stare in un fronte, qui in Italia, con forze liberticide, xenofobe e reazionarie (se non proprio fasciste)?
Detta brutalmente: dato che la Lega è per l'uscita dall'euro, come il sicofante Magdi Allam, o il fascista Storace.. tutti assieme appassionatamente in un movimento "sovranista"?
L'analisi è giusta ma la soluzione proposta (Facciamo le mosse giuste, diamo vita ad un'unione dei sovranisti democratici, poi vedremo) è, al momento, inesistente.
La differenza tra il pericolo europeista e quello lepinista è che il primo è reale e concreto e il secondo potenziale e futuribile. E poichè stiamo morendo di eurismo e non di lepinismo ognuno scelga secondo coscienza.
Condivido le critiche alla Le Pen. SArebbe curioso sapere ( e secondo me quello è il punto centrale )che ruolo il Front National assegni al sindacato.
Insomma uscire dalla gabbia eurista inter - governativa per ridare sovranità ai parlamenti nazionali e riaprire la dialettica democratica e spazi di conflitto, oppure per fare addirittura il contrario?
Detto ciò, sono meno d' accordo su destra e sinistra. O meglio sul fatto se sia utile o meno utilizzare per forza, oggi, questi termini.
Non è detto che tutti quelli che non vogliono usare questa dicotomia lo facciano con lo stesso scopo della Le Pen. Si può anche non usare questa dicotomia e proporre un modello sociale diverso dalla Le Pen.
Già il fatto di definirsi " sovranisti democratici " ( o sovranisti costituzionali, o adirittura Porcaro ha usato anche l' espressione " nazionalismo democratico" ), il fatto di voler aprire " un fronte sovranista democratico dentro i valori della Costituzione" è una definizione ben chiara, non ambigua, che già si definisce senza usare destra e sinistra.
Il punto allora è, al di là di queste etichette, che a torto o a ragione non sono percepite da tutti allo stesso modo ( c'è ancora chi insiste col "liberismo di sinistra"), chi è per
- aumentare gli spazi di democrazia ( parlamentare, nazionale, sindacale) o chi per restringerli.
Bisogna starvi appresso col biberon e il pannolino sempre pronti.
Ragionate un attimo, da bravi.
Chi è più forte, le élites tecnocratico finanziarie che in questo momento hanno il potere o il FN della Le Pen?
Di gran lunga i primi, siamo d'accordo?
Allora: è meglio combattere contro il nemico più forte o contro il nemico più debole?
E quindi?
E sveglia belli di mamma.
Anonimo, chi appoggiò la rivoluzione in Russia lo so (i tedeschi che volevano levarsi dalle scatole il nemico del fronte interno) ah no quello lo dice la storia dei vincitori (quali se il comunismo ha perso non si sa). Tu lo sai chi appoggiò la rivoluzione nazista in Germania e quella fascista in Italia?
E' uan domanda retorica, non c'è bisogno che rispondi.
Nous ne somme pas la France: intanto. Essere sovranisti deve essere coniugato con "essere italiani". La nostra "grandeur" non sta tanto nelle glorie militari, ma nella nostra cultura. La grandeur e la gloire (che poi: "Fu vera gloria"?) servono solo a ricordare à les Citoiens che, se ritrovano la dignità che vide nel loro passato e nella loro tradizione e nel loro GENIUS" di Popolo grandi imprese. devono cercare di scuotere il giogo di morte che i "bankster" hanno messo sul collo dalla Nazione; se possibile senza tirar fuori dai mausolei mummie che ai loro tempi fecero più di 50.000.000 di morti civili. E ricordiamo, se possibile, che la liberté, la fraternità e la égalitè le hanno insegnate i Francesi al Mondo: c'est VRAI gloire!
@Peter Yanez
Premesso che noto un tono ostentatamente sprezzante nei tuoi interventi, tieni presente che esistono delle priorità.
Oggi la sinistra e la destra hanno un nemico in comune e quindi è ipotizzabile un tratto di strada compiuto assieme. Perché è ovvio che fra i tecnocrati finanziari e il FN il nemico più pericoloso sono senza dubbio i primi.
Dopodiché nessuno nega che molti e forse troppi aspetti di quei movimenti siano inaccettabili ma liberarci del nazismo tecnocratico Europeo è la priorità più urgente.
E si può essere certi che dopo un periodo di lotta in comune (ammesso che avverrà) anche le posizioni più estreme della destra becera cominceranno almeno in parte a evolversi.
Diciamo che tu sei più che altro preoccupato di dover rinunciare alla tua rendita di posizione medio borghese.
Ne sarai espropriato comunque, non certo da noi, ma da quelli a cui insisti nell'affidarti nonostante tutto, cioè il sistema attuale che credi ingenuamente che continuerà a garantirti un certo tenore di vita; non solo i lavoratori ma anche voi classe media o medio alta siete il target di questo tentativo autoritario fondato sull'austerità.
Quindi se sei furbo comincia a capire con chi devi stare se con i tuoi padroni o con quelli che cercano di liberarsi.
I tuoi atteggiamenti sprezzanti sono sentitamente ricambiati.
Bravo Pasquinelli sembra scritto apposta per me che da sempre non ho mai simpatizzato per le partitocrazie di destra/sinistra E' vero che per coloro che restano in questi schemi e' possibile una deriva a destra ma dove erano rivolti gli occhi della base detta di sinistra quando quei zozzoni facevano il proprio comodo e preparavano il terreno di oggi?.proprio per questo dobbiamo cambiare canale ideologico e impegnarci a farlo cambiare ai nostri concittadini nell'interesse di tutti.
Gentile Redazione,
il vostro schema di gioco continua a non essere chiaro :
- da una parte scrivete
"Mpl sostiene che dovrebbe essere costituito un COMITATO DI LIBERAZIONE NAZIONALE, che abbia la difesa della Costituzione [antifascista, antixenofoba, antiliberista] non solo come punto programmatico ma come base valoriale.
Detta molto schematicamente: nessuna alleanza o fronte unito è per noi ammissibile con (1) i fascisti, (2) i liberisti, (3) i criminali politici secondo-repubblichini che ci hanno portato all'euro"
- qui scrivete :
"Con partiti come il francese FN non pensiamo sia possibile alcuna unità. Sono possibili solo accordi tattici momentanei, non coalizioni stabili"
Quindi siete comunque pronti ad "accordi tattici" con forze politiche cripto-fasciste e xenofobe ?
E con le forze politiche cripto-fasciste e xenofobe italiane come la mettiamo ? Con CasaPound, Forza Nuova e Lega Nord sono possibili "accordi tattici" ?
Questa è bella!
Secondo alcuni si dovrebbe contrastare il "nazismo" dei poteri oligarchici europei alleandosi coi fascistoidi alla Marine Le Pen.
Un discorso che non sta in piedi.
Il Fronte nazionale non è un partitello, è una corazzata. In politica valgono i rapporti di forza. Una sinistra debole chesi aleasse col Fn per portarlo al governo si suiciderebbe e basta. Una simile alleanza farebbe della sinistra una quinta ruota del carro delle destra nazionalista dei piedi neri e sciovinista.
Questo in Francia.
In Italia chiunque oggi, in nome della sovranità nazionale, facesse unione politica coi gruppetti neofascisti o con la Lega, e poi dicesse che fa questo in nome della Costituzione, sic!, si coprirebbe di ridicolo e meriterebbe solo uno sputacchio.
Sarebbe ora che alcuni si mettessero l'anima in pace, che contro la dittatura europea non ci sarà mai un unico fronte, di fronti ce e saranno due.
La storia è piena di questi casi.
Prendete ad esempio la Jugoslavia durante la 2 guerra. l'armata popolare di Tito mai si alleò coi cetnici e alla fine vinse alla grande.
Ps
che intende la redazione con la possibilità di "accordi tattici" con le destre reazionarie, accordi che non sarebbero alleanze vere e proprie?
ci pare utile postare anche qui un commento redazionale al dibattito che si va svolgendo all'articolo di Fiorenzo Fraioli pubblicato l'altro ieri, 16 gennaio
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caro Fiorenzo,
intanto ti segnaliamo che, proprio stimolati dalla discussione suscitata dal tuo articolo, abbiamo pubblicato il pezzo CHE COS'E' IL FRONT NATIONAL, il quale fa coppia con quello di SAPIR pubblicato qualche giorno fa.
Il punto della discussione —tra noi che siamo d'accordo (1) che riconquistare sovranità è imprescindibile, (2) che è necessaria un'ampio fronte del popolo e (3) che questo fronte può avere la forma di un CLN— è appunto l'ampiezza di questo CLN, ovvero la sua base politica.
Non puoi non aver capito che per noi un CLN non può separare la questione della sovranità da quella della democrazia e dei diritti di libertà. In questo senso parliamo di alleanza costituzionale.
Se accettiamo questo discorso non penso proprio che una forza politica come quella di Marine Le Pen possa far parte di un CLN, per la semplice ragione che non è una forza democratica (il che non vuol dire che è fascista).
Non fascismo sì fascismo no, quindi (polarità depistante oggi, poiché non esistono le condizioni per un'avanzata fascista vecchio stampo); la vera dicotomia è democrazia sì democrazia no.
Non vogliamo fare la guerra per il Re di Prussia, ovvero sputare sangue per ottenere la sovranità del nostro Paese per poi ritrovarci privati dei non negoziabili diritti di libertà.
La sovranità nazionale senza LIBERTA' può diventare una gabbia autoritaria non meno odiosa di quella eurista.
Non so se Peter Janez si rivolge all'anonimo delle 17.46 ma si tratta di un altro film. L'anonimo di cui trattasi ha una vecchia e miserrima pensione e pure un figlio ormai anziano disoccupato ancora a carico. Altro che rendita medio borghese: mi viene da piangere!
Personalmente sono più che persuaso che con l'avvento del N.W.O destra e sinistra non esisteranno più: questo è matematico perché con il N.W,O. non è previsto esistano libertà, democrazia, uguaglianza e fratellanza. Si informi e si accorgerà che sarà proprio così. Con buona pace delle Mummie dei mausolei che però saranno felici perché con i 50 milioni di morti civili miravano proprio all'instaurazine del N.W.O.
Bè… vediamo se il cosiddetto dibattito si presta ad essere un po’ elevato di tono.
Pasquinelli non inventa nulla ma il suo articolo è tutta una forzatura polemica, com’è d’uso in politica. Potrei elencarne tante, ma mi limito a un paio di casi. Il “delirio securitario” è un modesto programma di repressione della piccola criminalità ormai libera di spacciare, gestire la prosituzione, derubare abitazioni e terrorizzare coinquilini nella certezza della più perfetta impunità. Per questo la povera gente vota FN. E lo stato di diritto (per chi sa che farsene) viene meno che i delinquenti extracomunitari vengano espulsi dopo il primo appello o meno, perché nel primo caso scompare il diritto di ricorso, nel secondo la certezza della pena: il giudice fissa il giorno del dibattimento e l’extracomunitario rimesso in libertà tranquillamente si dilegua.
Se vogliamo affrontare la questione con un minimo di finezza concettuale, diremo che ogni stato di diritto si fonda su uno stato di normalità: mano a mano che questo viene affossato dalla dittatura plutocratica la situazione regredisce ad uno stato emergenza o natura in cui si deve scegliere fra lasciare che la violenza dei delinquenti opprima gli onesti o far sì che la violenza dello stato opprima i delinquenti.
Lasciando da parte il dettaglio, l’articolo sconta un fondamentale errore prospettico tipico dell’affabulazione marxista, adusa a tenere assieme gli opposti concettuali più disparati a forza di sintesi dialettiche, o nel caso di Moreno evitando semplicemente di constatarne l’incongruenza.
Vuole tenere assieme le rivendicazioni della sinistra di ieri e quella della sinistra (per ridere) di oggi. Da una parte i diritti economici e sociali (diritti del lavoro) coi diritti civili post-sessantottini, che sono la foglia di fico di cui si serve la sinistra istituzionale per mascherare il proprio asservimento alla dittatura bancaria.
Dall’altra vuole tenere assieme il benessere delle popolazioni europee autoctone con quello delle masse terzomondiste, senza mai specificare come nella prospettiva della decrescita o della non-crescita si pensi di conciliare la tutela del nostro residuo benessere colla sua diluzione nello sterminato bacino terzomondista.
Così mentre si rivendica nel modo più veemente lo smantellamento della globalizzazione dei capitali si vuole lasciare intatta, anzi accentuare la globalizzazione della forza lavoro, avviata dal regime mondialista al precipuo scopo di moltiplicare l’esercito industriale di riserva e demolire l’omogeneità (e quindi la coscienza di classe) delle classi lavoratrici.
Munito di una base rivendicativa così estesa e variegata, non è difficile a Moreno trovare punti del programma del Front national che ne contraddicono questo o quel punto. Smorza i punti di vicinanza colla sinistra, radicalizza quelli di vicinanza colla destra, ed ecco che il povero FN, ormai ridottosi a un movimento dell’uomo comune che nemmeno vuol più realizzare una politica razziale coerente, viene trasvalutato nel grande nemico di una sinistra non più esistente.
Dirò una cosa impopolare e me ne frego.
Questo discorso di mettere sopra tutti lo stesso calderone da F.N ai comunisti per un fronte antieuro mi ricorda in maniera preoccupante la vecchia retorica che portò Monti al governo. Allora il nemico da abbattere era B e le sue orde di ragazzine e in nome di ciò si sputò sangue. Oggi qualcuno vorrebbe sputare sangue mettendosi con gli antidemocratici.
BRAVI, VERAMENTE BRAVI!!!
Quindi per cortesia finiamola di prenderci in giro, il famoso NWO siamo noi stessi.
Allora facciamo un po' d'ordine.
1) Alla fine del "primo round" del secolo breve le oligarchie hanno temporaneamente vinto sui movimenti dei lavoratori di derivazione marxista .
Oggi i vari Monti, Draghi, Merkel e compagnia cantando non hanno più l'angoscia di un potente movimento comunista internazionale che gli aliti sul collo hanno però ancora un potente nemico di cui loro sono ben più consci di noi : il naturale senso “comunitario” degli uomini.
Ma l’uomo , come diceva Aristotele e ci ricordava inascoltato il compianto Preve, è un animale politico e se non vive in comunità è un dio o un mostro , loro lo sanno e questo li preoccupa, devono stroncare a tutti i costi la tendenza degli uomini a concepirsi come gruppo perché questi gruppi possono intralciare pesantemente il libero fluire della potenza del fattore economico.
E qual è oggi il gruppo per loro più pericoloso rimasto sul campo ?
E’ lo stato-nazione , che avendo, anche se sempre di meno, il controllo dei territori può potenzialmente ostacolare le strategie oligarchiche , infatti uno stato può se lo vuole emettere legislazioni che limitano i movimenti di capitale , è questo il grande terrore dei nostri nemici.
2) Se quanto sopra è vero il primo compito di un movimento anticapitalista deve per forza essere quello di mantenere in vita lo stato-nazione oggi ferocemente sotto attacco in quanto unico “terreno di gioco” in cui possa svolgersi la partita della democrazia, in questo senso è normale che si “faccia il tifo” per un avversario se quell’avversario in quel momento è utile per indebolire un nemico ancora più pericoloso, dopodiché si affileranno le armi per combattere successivamente anche con lui.
Oggi, e sottolineo oggi, l’avversario su cui concentrare le forze quindi non è il FN ma la BCE con tutti i suoi servitori politici.
3) Disperdere le forze in battaglie impossibili è cretino quando non è indizio di malafede e questo è il caso della lista Tsipras che attirerà molti voti di brave persone ingenuamente convinte di fare qualcosa mentre l’unico effetto sarà di rafforzare la moneta unica che Tsipras ha detto chiaramente di non voler combattere, ma l’euro in quanto principale arma degli “occupanti” va ferocemente combattuto anche se si sa che la sovranità monetaria di per sé non porterà il bel sol dell’avvenire, chi non lo combatte è avversario dei popoli .
La socialdemocrazia ha fallito nel compito di difendere i lavoratori e le forze che si raccolgono attorno a Tsipras devono essere tenacemente ridicolizzate come meritano.
5) Che fare ?
La mia risposta alla classica domanda dei comunisti è questa creare subito una lista NO EURO PER IL SOCIALISMO con il compito, se vogliamo paradossale ma percorribile, di usare la tribuna elettorale europea per combattere le finalità della UE e far conoscere le nostre idee.
E da subito un partito : per la sovranità popolare e per il comunismo.
Ciao a tutti.
Adriano.
Laocoon
1992: convegno sul Britannia - -libro di Fukujama "la fine dellaStoria" - Assassinio di Falcone e Borsellino- attacco di Soros alla Banca d'Inghilterra - attacco alla Lira e suscita dallo SME - e altre amenità del genere. Somma delle cifre dell'anno: 22 ; è come una firma. E noi siamo ancora qui a beccarci sul collo come i capponi di Renzo. Destra e sinistra ormai sono solo un trucco spauracchio per impedire il coagularsi di forze che potrebbero mettere i bastoni nelle ruote al karro trionfante. Destra e sinistra oggi sono fantasmi del passato. I fantasmi possono far ancora paura ai pusilli, ma la realtà in cui siamo immersi è ben più spaventevole.
Condivido l'analisi del' anonimo delle 9,30 bisogna concentrare tutte le forze contro la UE e come se venissimo attaccati dagli alieni ,tutti gli umani sarebbero uniti contro il nemico comune .le beghe interne vengono dopo.
La discussione sul Front National s'incrocia con quella che sta avvenendo in coda all'articolo di Fraioli "Cronache marziane". Ci pare utile segnalare qui il commento di Pasquinelli
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ALLA DOMANDA: ESISTONO DESTRE ANTIDEMOCRATICHE MA NON FASCISTE?
LA RISPOSTA E' SI!
Fiorenzo sostiene che il Front National della Le Pen, non è fascista. Su questo sono d'accordo, come spiego nel mio articolo.
E' il sillogismo di che ne ricava che è sbagliato.
In buona sostanza Fiorenzo afferma: "se non è fascista allora vuol dire che il Fn è una destra democratica".
Errore, grave errore!
Il fascismo è una delle forme che può assumere la reazione delle classi dominanti.
Nei diversi periodi storici, a seconda delle caratteristiche sociali, politiche e delle tradizioni culturali, la reazione delle classi dominanti può assumere le forme più disparate.
Tanto per fare degli esempi: franchismo, salazarismo, kemalismo, pinochettismo.
Si tratta di forme molto diverse di dittatura dispiegata di dittatura della classe dominante.
C'è una categoria importante che ci aiuta a capire di cosa stiamo parlando, quella di "bonapartismo", quando nessuna delle due classi in lotta riesce a prendere il sopravvento sale al potere, con l'appoggio dell'esercito o degli apparati di polizia, un "salvatore della patria" che, ergendosi al di sopra delle parti, fonda il proprio potere assoluto.
Per dirla alla Karl Schmitt: lo "Stato d'eccezione". In situazioni di gravissima tensione sociale sorgono regimi che sospendono lo Stato di diritto instaurando la dittatura, più o meno dispiegata.
Un esempio storico prezioso: la Repubblica di Weimar. Quando Hitler salì al potere a fine gennaio del 1933, la democrazia era già stata sospesa. Da almeno un anno e mezzo il Parlamento era stato esautorato e si governava per mezzo di decreti presidenziali bonapartisti (Hindemburg). Uno "Stato d'eccezione" che spianò la strada al nazismo.
Mi pare di capire che Fiorenzo consideri il Fn lepenista una forza "gollista".
Ammesso e non concesso che sia così (e penso che non sia esattamente così, poiché il Fn è una variante di destra del gollismo) non dobbiamo dimenticare che De Gaulle, sfruttando la guerra in Algeria, pose fine nel 1958 alla "Quarta Repubblica", parlamentare, rimpiazzandola con la "Quinta", segnata dallo strapotere del Presidente —una monarchia elettiva come si dice di questo sistema ancora vigente.
Ora torniamo all'Italia. Come sappiamo le destre, berlusconiane e post-fasciste, da sempre invocano il presidenzialismo, i che implica lo stravolgimento della Costituzione del 1948 e dunque il superamento autoritario della democrazia parlamentare.
Una svolta presidenzialista di questo tipo non sarebbe il fascismo, ma sarebbe meschino non denunciarla come anti-democratica. Debbo supporre che Fiorenzo sarebbe d'accordo.
Ma Fiorenzo va all'osso, facendo intendere che preferirebbe un' Italia sotto il giogo di una mezza-dittatura autoctona piuttosto che ciò che c'è ora, ovvero un regime di protettorato euro-tedesco che di fatto non è nemmeno esso democratico.
Che questo possa essere un "male minore" non lo si può decidere a tavolino, adesso. Dipenderà dalle concrete circostanze.
Quello che segnalo è che una simile predisposizione è come minimo arrendevole e accondiscendente. In una parola: ci disarma. la partita della lotta per l' egemonia nel campo variegato dei sovranisti è solo ai suoi inizi. Compito dei democratici e dei rivoluzionari è oggi quello di fare fronte unico per sbarrare la strada ai reazionari di ogni risma, rimarcando che essi sono alternativi ai sovranisti di destra.
Diversamente essi, tanto più data la loro attuale debolezza, agirebbero come quinta ruota del carro dei reazionari che sgomitano, prima ancora che per ottenere la sovranità, per scassare definitivamente la Repubblica parlamentare.
Moreno Pasquinelli
Ribadisco l'invito a lasciar perdere tal Peter Yanez,la cui logorrea antipatizzante è degna del miglior "spartano"in salsa piddina.Non è nè utile nè costruttivo rispondergli,poichè certi soggetti hanno un compito preciso e obiettivi che non riguardano lo sviluppo del dibattito,bensì la sua presunta "caricatura"da mettere, SEMPRE E COMUNQUE, in una luce negativa e ridicolizzante.Diciamo che applicano alla lettera certi "metodi"che stanno danno i suoi frutti in chiave eurista.Ad ogni piccata risposta da parte di ingenui compagni, convinti di trovarsi al cospetto di un interlocutore convinto della propria posizione,ccrrisponde una crassa risata che il "critico"fa deflagrare davanti al video,congratulandosi con sè stesso per l'ottimo lavoro svolto!Ps.A proposito di dicotomie,ma questi"Trecento spartani"sono da assimilare nella categoria di sinistra? Invito a visionare il video,propedeutico per smascherare i tanti Peter Yanez in circolazione.
Alla Redazione chiedo: ma quali sarebbero secondo voi le destre democratiche antieuriste con cui fare eventuali alleanze? Vorrei, se possibile, risposte concrete, cioè i nomi di quelle forze che secondo voi presentano tali caratteristiche. Sennò si resta nell'astrazione...
Ripeto: quali forze REALI (specificare, please) rappresentano la destra democratica, secondo voi?
Lo ripeto e lo ribadisco
Chi dice "preferirei perfino la dittatura al posto di questo sistema" è uguale uguale e spiccicato a quelli che dicevano "Va bene pure Monti, basta che si manda via il nano puttaniere che mi fa antipatia perchè è milanista"
INUTILE CHE ANDATE APPRESSO AI DISCORSI SUGLI ALIENI, IL NWO E CA....TE VARIE
Siete voi che avete voluto questo sistema e lo avete avallato in altre forme.
Quando Craxi fu cacciato chi c'era in piazza a festeggiare, mia sorella rettiliana? E prima che qualcuno capisca male io non sono craxiano.
E adesso rispondetemi se avete il coraggio, rivoluzionari da tastiera.
C'ha ragione Nebo, questa generazione è la peggiore dal tempo dei nazisti.
DUE RISPOSTE A DUE DOMANDE
Che differenza fa tra un accordo tattico momentaneo e una alleanza?
Quali sarebbero le "destre democratiche".
Provo a rispondere.
(1) Democratiche sono quelle forze di destra, siano esse di matrice liberale o cattolica ad esempio, che considerano non negoziabili i diritti di libertà di pensiero, di associazione politica e sindacale, di sciopero, ecc., e che considerano la difesa della Repubblica democratica parlamentare principio inviolabile.
Questo in generale, poiché in concreto, come dimostrano l'avvento del fascismo e del nazismo, questi ultimi sono saliti al potere in alleanza con settori delle destre liberali e cattoliche.
Il caso della lotta di liberazione italiana (di cui il CLN) è un caso peculiare, poiché essa raggruppava cattolici e liberali redenti come pure pezzi del regime monarchico e fascista. Un caso forse irripetibile dato che il CLN era frutto di una guerra e della fondazione della RSI.
Personalmente non ritengo che oggi esistano le condizioni storiche perché si possa pensare ad un'alleanza tanto ampia, un'alleanza che era anzitutto militare (prima ancora che politica) e che infatti si sfasciò di fatto nel giugno 1946 in occasione del referendum che abolì la monarchia per la repubblica.
(2) Veniamo quindi alla seconda domanda. In generale: noi siamo per un'alleanza con tutte le forze che vogliono difendere la Costituzione italiana. Ergo, nessun CLN sarebbe una cosa seria se inglobasse partiti e correnti che o hanno scassato la Costitituzione (dal Pd, al Pdl passando per la Lega) o ne contestano lo spirito, come le varie sette neofasciste.
Un'alleanza implica un accordo politico, un patto basato su una piattaforma per governare il Paese. Non basta quindi evocare la sovranità nazionale, dev'essere chiaro che questa sovranità è ancorata alla difesa della democrazia repubblicana e della Costituzione.
Un blocco sovranista popolare democratico indipendente potrebbe, ove si dimostrasse necessario per battere il nemico oggi principale (il blocco al potere dei Quisling euristi) condurre singole azioni comuni con il blocco sovranista-non-democratico.
Degli esempi?
Sul piano istituzionale.
In Parlamento si potrebbe votare una medesima mozione di sfiducia del governo in carica, fare blocco contro determinate leggi anti-nazionali (ad esempio la decisione di inscrivere il pareggio di bilancio in Costituzione o l'accettazione del Fiscal compact, del Mes/Esm, ecc.)
Sul piano extra-istituzionale. Potrebbero esserci giornate di mobilitazione o azioni di lotta per cui, pur marciando separati, si colpisce lo stesso nemico. Si immagini che il governo eurista, un domani, segua la strada greca, ovvero di porre il Paese sotto l'autorità sovraordinata della Troika; in questo caso non solo di potrebbe, si dovrebbe promuovere congiuntamente una vera e propria sollevazione generale per bloccare questa decisione.
Sarebbe, come dire, un'alleanza negativa, per rovesciare il governo in carica, giammai un'alleanza positiva per andare al governo assieme.
Per cui: destre (partiti) che siano al contempo democratiche e antieuriste noi oggi non ne vediamo. E' molto probabile che sorgeranno sotto i colpi della crisi, dal seno del Pd ad esempio, della sinistra in generale, dal mondo cattolico, dalla stessa frantumazione del blocco berlusconiano.
Esistono invece già oggi, nell'area sovranista che cresce ai margini del panorama politico istituzionale, diverse associazioni destrorse. Alcune di esse sono sinceramente costituzionali e liberal-democratiche, e con loro siamo per l'unità.
Poche sono quelle che uniscono, ad un programma economico di tipo keynesiano, idee reazionarie per cui non solo il capitalismo è il solo sistema possibile, ma che sono xenofobe,filo-fasciste o parteggiano per uno Stato di Polizia. Con quelle non si può fare fronte.
DUE RISPOSTE A DUE DOMANDE
Che differenza fa tra un accordo tattico momentaneo e una alleanza?
Quali sarebbero le "destre democratiche".
Provo a rispondere.
(1) Democratiche sono quelle forze di destra, siano esse di matrice liberale o cattolica ad esempio, che considerano non negoziabili i diritti di libertà di pensiero, di associazione politica e sindacale, di sciopero, ecc., e che considerano la difesa della Repubblica democratica parlamentare principio inviolabile.
Questo in generale, poiché in concreto, come dimostrano l'avvento del fascismo e del nazismo, questi ultimi sono saliti al potere in alleanza con settori delle destre liberali e cattoliche.
Il caso della lotta di liberazione italiana (di cui il CLN) è un caso peculiare, poiché essa raggruppava cattolici e liberali redenti come pure pezzi del regime monarchico e fascista. Un caso forse irripetibile dato che il CLN era frutto di una guerra e della fondazione della RSI.
Personalmente non ritengo che oggi esistano le condizioni storiche perché si possa pensare ad un'alleanza tanto ampia, un'alleanza che era anzitutto militare (prima ancora che politica) e che infatti si sfasciò di fatto nel giugno 1946 in occasione del referendum che abolì la monarchia per la repubblica.
(2) Veniamo quindi alla seconda domanda. In generale: noi siamo per un'alleanza con tutte le forze che vogliono difendere la Costituzione italiana. Ergo, nessun CLN sarebbe una cosa seria se inglobasse partiti e correnti che o hanno scassato la Costitituzione (dal Pd, al Pdl passando per la Lega) o ne contestano lo spirito, come le varie sette neofasciste.
Un'alleanza implica un accordo politico, un patto basato su una piattaforma per governare il Paese. Non basta quindi evocare la sovranità nazionale, dev'essere chiaro che questa sovranità è ancorata alla difesa della democrazia repubblicana e della Costituzione.
Un blocco sovranista popolare democratico indipendente potrebbe, ove si dimostrasse necessario per battere il nemico oggi principale (il blocco al potere dei Quisling euristi) condurre singole azioni comuni con il blocco sovranista-non-democratico.
Degli esempi?
Sul piano istituzionale.
In Parlamento si potrebbe votare una medesima mozione di sfiducia del governo in carica, fare blocco contro determinate leggi anti-nazionali (ad esempio la decisione di inscrivere il pareggio di bilancio in Costituzione o l'accettazione del Fiscal compact, del Mes/Esm, ecc.)
Sul piano extra-istituzionale. Potrebbero esserci giornate di mobilitazione o azioni di lotta per cui, pur marciando separati, si colpisce lo stesso nemico. Si immagini che il governo eurista, un domani, segua la strada greca, ovvero di porre il Paese sotto l'autorità sovraordinata della Troika; in questo caso non solo di potrebbe, si dovrebbe promuovere congiuntamente una vera e propria sollevazione generale per bloccare questa decisione.
Sarebbe, come dire, un'alleanza negativa, per rovesciare il governo in carica, giammai un'alleanza positiva per andare al governo assieme.
Per cui: destre (partiti) che siano al contempo democratiche e antieuriste noi oggi non ne vediamo. E' molto probabile che sorgeranno sotto i colpi della crisi, dal seno del Pd ad esempio, della sinistra in generale, dal mondo cattolico, dalla stessa frantumazione del blocco berlusconiano.
Esistono invece già oggi, nell'area sovranista che cresce ai margini del panorama politico istituzionale, diverse associazioni destrorse. Alcune di esse sono sinceramente costituzionali e liberal-democratiche, e con loro siamo per l'unità.
Poche sono quelle che uniscono, ad un programma economico di tipo keynesiano, idee reazionarie per cui non solo il capitalismo è il solo sistema possibile, ma che sono xenofobe,filo-fasciste o parteggiano per uno Stato di Polizia. Con quelle non si può fare fronte.
Ma perché stare a disquisire del nulla?
In Italia NON C'E' il FN.
In Italia ci sono o Grillo o la Lega.
E con tutti e due è possibilissimo pensare a un tratto di strada insieme perché sono entrambi perfettamente democratici.
Quindi non facciamoci prendere per il naso da un sepolcro imbiancato come Peter Yanez.
Noi di sinistra dobbiamo allearci, votare, sostenere e cercare in qualche modo di indirizzare su alcune questioni solo IL MOVIMENTO 5 STELLE (dal quale non disterà troppo la Lega fra l'altro).
Il fronte sovranista è ancora in fase di consolidamento e va detto esplicitamente che nel frattempo stiamo con Grillo, che non è perfetto ma è l'unica opposizione esistente in Italia (forse con la Lega).
I discorsi su Casa Pound FANNO RIDERE I POLLI, si tratta di due gatti e mezzo ad oggi quindi non capisco di cosa si chiacchieri.
DIVEROS IL DISCORSO SU FORZA NUOVA: quelli sono veramente da naso e sono stati messi lì per uno scopo molto preciso. Attenzione.
A anonimo delle 18:19 Continuate a ragionare con formazione di squadre ,io sono un cittadino che non appartengo a nessuna organizzazione ,ma ho gli stessi problemi che avete Voi e che vorrei che si potessero risolvere,e credo di non essere il solo.
Ma scusate se non mi sbaglio mi sembra proprio farina del vostro sacco la fine della dicotomia destra/sinistra fin dai tempi del campo antimper.
Mi ricordo molto bene una discussione su questo con mazzei, in particolare sulla identificazione della sinistra nei settori istituzionali da parte delle masse.
Mi sono fermato al paragrafo "Keynesismo temperato o liberismo moderato?" per le troppe balle/insinuazioni:
1) Dite: "L’obbiettivo centrale non è la piena occupazione (è evidente la preoccupazione di conservare una quota di disoccupati.... ": pag.4 "Retrouver le
plein emploi constitue la première
exigence";
2)Dite: "Non si chiede nemmeno che la banca centrale torni in mano allo Stato, ma si afferma che deve prestare soldi al governo senza interessi" (questo andrebbe già contro il principio europeista dell'indipendenza della banca centrale, ma vabbè), comunque a pag.3 "Le monopole des
banques sera supprimé
en déprivatisant l’argent
public";
4) Dite: "può ben sfociare in un liberismo temperato", si però con protezionismo, reddito minimo, banca centrale che azzera i tassi sui titoli di stato, detassazione dei prodotti di prima necessità, sviluppo strategico dell'agricoltura ecc. Puro liberismo immagino. Non c'è la falce e il martello quindi...
5)I vari "non si fa menzione di..." o "senza esagerare però" sono i soliti espedienti retorici squallidi per orientare il lettore, come se in un programma fatto per essere divulgato, essenziale, per punti, si potesse menzionare ogni cosa.
Insomma meglio leggersi da soli il programma (che in molti punti comunque non condivido).
hei!
ai campi antimperialisti (ad Assisi) avrai forse sentito parlare che tra la sinistra che abbiamo e le destre non esiste più alcuna differenza, quindi non c'è opposizione e dicotomia. Che dunque occorreva rompere con la sinistra esistente.
Mai avrai sentito dire che è scomparso per sempre lantagonsimo sociale tra le classi, quindi l'opposizine tra la visione del mondo egualitaria e quella capitalistica.
(Ciurlando nel manico)
IL FN E LA PIENA OCCUPAZIONE
In risposta al lettore filo-Le Pen
per l'esattezza la frase a pagina 4 del programma di FN è la seguente:
«Retrouver le plein emploi constitue la première exigence, ce qui suppose une rupture totale avec la politique de l’UMPS. La France doit se réarmer face à la mondialisation».
Facciamo notare che la FRASETTA sulla piena ooccupazione è appunto una FRASETTA, letteralmente sperduta in un testo programmatico lunghissimo. FRASETTA buttata lì, che firmerebbero pure Hollande, Barroso o Letta.
Se il FN avesse voluto avanzare una linea almeno keynesiana, quello sulla esigenza della piena occupazione sarebbe dovuto essere, COME MINIMO, un capitolo del programma (non una FRASETTA). Quindi con tanto di indicazioni precise tipo un PIANO PER LA PIENA OCCUPAZIONE, ad esempio con l'aumento della SPESA PUBBLICA (nessun acceno infatti nel programma di Fn contro l'idea liberista del pareggio di bilancio e quindi la necessità d aumentare della spesa pubblica) e la riduzione dell'orario di lavoro.
Non possiamo poi sorvolare sulla evidente pulsione sciovinista e imperialista (riarmo).
Anche il regime nazista ed il ministro (monetarista) Schacht assicurarono (quasi) la piena occupazione, ma solo grazie al grande riarmo tedesco che portò al più colossale macello bellico della storia dell'umanità.
Dio ce ne scampi da quella "piena occupazione".
Ma quale "lettore filo-Le Pen": ho detto che non condivido il programma in molti punti. Il mio intento era sottolineare le vostre balle, non difendere la Le Pen, l'ho scritto all'inizio. Infatti rispondete solo sulla piena occupazione e non sulle balle che avete detto in materia di banca centrale o sulle accuse assurde di "liberismo temperato" a un programma che è tutto l'opposto. Giusto per bollare con "qualcosa di brutto".
Anche sulla piena occupazione dicevate pure "Per quanto non prometta una politica di piena occupazione" è vero non la promette (dice solo che è la ESIGENZA PRIMARIA...) o la pianifica (ma anche se non vanno SOLO sotto la voce "lavoro" ci sono varie misure che aiuterebbero in questo senso: dal protezionismo, al contrasto alle delocalizzazioni, e anche il contrasto all'immigrazione va in questa direzione: meno "esercito industriale di riserva" come dite voi... Non mi spiego perchè siate così liberisti nel mercato del lavoro, cioè sull'immigrazione, quando poi condannate in toto il liberismo...) Qualsiasi politico può parlare di piena occupazione, avete detto bene, e voi accusate la Le Pen di non aver fatto una cosa che fanno o possono fare tutti? Bella logica... D'altronde è pure un torto non aver parlato di "nazionalizzazione del sistema bancario" secondo voi... Ma quanti lo fanno? E non è già un programma molto ambizioso? (anche se non sempre condivisibile, ripeto!) E io direi pure palesemente irrealizzabile in tutti i punti già così com'è(come tutti i programmi-slogan elettorali del resto).
Pur non avendo risposto al resto, e avendo maldestramente risposto sulla piena occupazione, mettete altra carne al fuoco: il bilancio pubblico: deve esserci scritto che si è contro il pareggio di bilancio. Non ci sarà scritto, ma qualche misura keynesiana direi che c'è, come l'abbassamento delle tasse su beni di consumo, o l'aumento dei salari, o lo stesso reddito minimo... Oltre al fatto che si parla di una banca centrale che può monetizzare il debito (prestare al Tesoro senza interessi è la stessa cosa), quindi già questo va completamente contro le regole di Maastricht.
Sulla piena occupazione tedesca per la corsa agli armamenti ho qualche dubbio ma non conosco bene la materia e non rispondo.
Mi scuso per gli errori (ho dimenticato il punto 3 per esempio e di sicuro ce ne sono altri) ma ho scritto velocemente.
Rinnovo l'invito a leggere i documenti direttamente e non le analisi più o meno fantasiose fatte da certi personaggi, almeno una buona cosa l'avete fatta: mettere il link al documento che commentate.
IL PELO SULL’UOVO
Non abbiamo sostenuto che il Fn è neoliberista. Abbiamo scritto anzi che la parte economica del programma di Fn è di tipo neokeynesiano, segnalando tuttavia che il limes tra certi neokeynesismi e il neoliberismo è alquanto sottile —che un certro statalismo si può ben sposare col liberismo
Noi continuiamo a pensare che il suo giudizio del programma del Fn mascheri il suo filolepenismo.
Cos’è il filo-lepenismo? (1) tacere sulle parti programmatiche di Fn antidemocratiche e da Stato di Polizia (non solo xenofobe) nonché, (2) edulcorare acriticamente le misure economiche del medesimo programma come “keynesiane”
Ma qui saremmo all’Abc dell’economia politica e della storia del pensiero economico, non le vorremmo fare il pistolotto che non tutti i neoliberisti sono globalismi e che un grande pensatore neoliberista come Von Hayek era un deciso difensore degli stati nazionali. A sentir lei le politiche economiche attuali di Obama negli Usa o di Shinzo Abe in Giappone sarebbero keynesiane.
Non diciamo corbellerie!
L’aumento della massa monetaria circolante e della spesa pubblica sono in questi casi funzionali al capitalismo-casinò e dunque agli interessi dell’aristocrazia finanziaria e bancocratica predatoria. Per dire che: si può essere liberisti e, al contempo, adottare misure parziali anticliche ispirate a Keynes —che non era solo un banale economista ma possedeva una visione della società (diversamente dalla Le Pen), liberal-democratica coerente.
Lei è capzioso ma sul keynesismo, dovrebbe almeno studiare (ci vuole poco) i concetti di “domanda aggregata” e quindi di “moltiplicatore”. Capirebbe al volo che il discorso di Keynes si fondava sull’uso massiccio di spesa pubblica (non solo per il riarmo, sic!) ma per accrescere i consumi e gli investimenti con l’OBBIETTIVO fondamentale e dichiarato (non frasette appiccicate ad una lista della spesa!) della piena occupazione —ricordiamo che Marx avrebbe considerato ciò un’illusione, ma questo ci porterebbe lontano.
Applicare quelle misure significa spezzare le catene di Maastricht, del Fiscal compact ecc.? ma certo che per come stanno le cose, le spezzerebbe.
Ma qui torniamo al punto su cui lei è reticente.
Anche volendo sorvolare sui programmi elettorali —che spesso sono ingannevoli specchietti per le allodole per accalappiare i voti dei cittadini— mentre lei pensa che “Parigi val bene una messa”, noi riteniamo che “il gioco non valga la candela”; ovvero sia che il prezzo in termini di democrazia e di diritti di libertà che si dovrebbe pagare facendo salire al potere la Le Pen, sarebbe tropo salato.
Vuol dire questo che allora preferiamo tenerci il regime dell’euro?
Nient’affatto. Significa intensificare la lotta per rompere le catene della Ue ma per un’uscita che sia democratica e favorevole al popolo lavoratore e non alla borghesia predatrice. Quello che chiamiamo “sovranismo democratico”.
Non è ammissibile, in nome di un malinteso patriottismo, fare enormi lotte per liberarsi dalla catene euriste per poi ritrovarsi sotto il tallone di un regime di polizia, che sarebbe implacabile non solo contro gli immigrati, ma con tutte le espressioni dell’antagonismo sociale.
Ci lasci porle una domanda: lei accetterebbe di rovesciare il regime eurista che ci soggioga sapendo che al potere salirebbero i nazisti?
Vedo che in questa pagina sotto l'immagine del 25 aprile c'è scritto:
"rincoquistare la sovranità"
Prima o poi dovrete ammettere che per far questo bisognerebbe uscire dalla NATO o almeno ritrattare le strutture di comando. Quindi non essere più servi!
La Le Pen questo l'ha capito.
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