Terzo grado di giudizio
di SollevAzione
Che la sinistra, dal Pd agli Ingroiani, abbia divorziato dalla classe dei lavoratori ce lo dicono in maniera lampante le prime analisi del voto. M5S è il movimento più votato non solo dagli operai, ma pure dai disoccupati e dagli studenti. Eclatanti i dati di alcuni distretti elettorali ad alta composizione operaia, primo su tutti Taranto, dove i vendoliani sono stati letteralmente stracciati e Rivoluzione civile non è andata oltre alla miseria del 2%.
Un terremoto elettorale espressione dello sconquasso sociale causato dalla crisi economica e sistemica, che necessariamente ha messo in movimento anzitutto gli strati proletari della popolazione. Ciechi i sinistrati che non lo avevano previsto, che non avevano percepito lo tsunami in arrivo. La sinistra sistemica non è solo stata scavalcata dal popolo lavoratore, è stata travolta. E' il terzo grado di giudizio per questa sinistra tronfia e decotta. E' giunta l'ora che i vivi seppelliscano finalmente i morti.
I morti che camminano che fanno? Uniti da un comune e pittoresco afflato, dal Pd agli anarchici, passando per i "comunisti" di tutte le parrochiette, sputano addoso al M5S. Non si pretendeva l'onore delle armi, si sperava che ci fosse un onesto sussulto della ragione politica. Invece niente, hanno perso davvero la testa. Lasciamoli al loro delirio autoreferenziale.
La tempesta sociale che si è riversata nelle urne alcuni analisti l'avevano prevista. Come la Swg che nel giugno 2011, con un'inchiesta commissionata proprio dal Pd, aveva indicato quel che stava accadendo nel ventre di una società devastata dalla crisi. Roberto Weber commentando quei dati, sostenvea: «C'è il pericolo che il 42% che prende le distanze dalla politica sia l'anticamera di una vasta area di qualunquismo e un bacino di voti per aree politiche che hanno da condividere ben poco con la classe operaia». [Scelte nell'urna e laburismo senza operai; di Dario Vico. Corriere della sera del 12 marzo].
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L'idiosincrasia per il "grillismo" è adesso, scopertamente, disprezzo per gli operai i quali, voltate le spalle alla sinistra sistemica, da questa sono ormai liquidati come "qualunquisti". E se gli operai votano per Bepe Grillo, questa sinistra prende in prestito il vocabolario dell'Economist "gli italiani votano per i clown".
Ha ragione invece il sociologo Paolo Feltrin che segnala come la causa principale dello spostamento su M5S del voto operaio vada ricercata nelle due riforme della Fornero: «Il messaggio che è arrivato a un capo-famiglia medio è stato: tu andrai in pensione più tardi e tuo figlio resterà disoccupato più a lungo». [Corriere della Sera. Ibidem]
Chi ci conosce sa che abbiamo abbandonato da tempo ogni mito sulla missione salvifica della classe operaia. Ma la considerazione che gli operai non sono per loro natura una classe rivoluzionaria, non ci fa dimenticare né la centralità del lavoro salariato e dello sfruttamento (senza cui il capitale non sopravviverebbe un minuto), né che la battaglia dei lavoratori per i propri diritti è il perno stesso di ogni movimento per l'alternativa sociale. Tantomeno ci impedisce di sentire sulla nostra pelle, perché anche noi siamo proletari, le sofferenze e le pene dei lavoratori, che sono la classe che paga i costi più salati della crisi del capitalismo.
E' proprio questa nostra vicinanza che ci ha permesso di capire per tempo e nelle sue dimensioni il terremoto elettorale in arrivo, un terremoto che ha il suo epicentro proprio nel popolo lavoratore. Una vicinanza che ci consente di dire con nettezza che il voto operaio per M5S è un fatto quanto mai salutare. Salutare perché è anche un commiato dal berlusconismo e dal leghismo.
I sinistrati nel loro loro astio rancoroso si son dimenticati che già nel 1994 Forza Italia e Lega lombarda erano i principali "partiti operai" in Italia del Nord. Un consenso che la sinistra in tutte le sue varianti non ha saputo scalfire in quasi vent'anni e che è stato quasi del tutto annullato dal successo del Movimento 5 Stelle. Questo spostamento massiccio del voto operaio dalle destre a M5S è solo l'inizio di un nuovo cammino, un risveglio che potrebbe annunciare la sollevazione sociale che verrà. Altro che qualunquismo!
Ps: Con quanto scritto non vogliamo affatto affermare che M5S sia una specia di versione post-moderna del "partito operaio". Non ci sfugge infatti che il M5S è stato il movimento più votato anche nel mondo dei lavoratori autonomi e della piccola e media impresa. Questo fa del M5S un movimento che per consenso è evidentemente interclassista, come lo era, del resto lo stesso vecchio Pci. Su questo aspetto ritorneremo presto.
13 commenti:
La mia impressione è che il M5S non sia altro che il recinto entro cui il potere sta incanalando lo scontento dovuto alla stolida prosecuzione del progetto europeo che è finito nell'estate 2011, con l'attacco speculativo all'Italia, perché non si realizza un'unione affossando la seconda manifattura d'Europa.
A Bruxelles sanno che l'Ue è fallita, e non sanno come uscirne, ma per il momento intendono continuare a tenere in piedi questo demenziale progetto per consentire alle maggiori banche europee, in prevalenza tedesche, olandesi e francesi, di recuperare almeno parte della loro esposizione a suon di finanziarie imperniate su un'austerità che, lungi dal risollevare le sorti delle economie dei paesi Ue, non farà che aggravarla. Cosa questa, riconosciuta, oltre che da numerosi studi interni anche alla stessa commissione europea, anche dall'ottuso Rehn, il quale però, essendo appunto solo un ottuso esecutore di un progetto definitivamente fallito, non può – e non sa - fare altro che chiedere ai paesi membri dell'EZ, come nel caso dell'Italia, di proseguire sulla strada delle riforme strutturali che avranno come unica conseguenza dapprima la rovina economica del nostro paese, laddove decidessimo di seguire il non richiesto suggerimento, e subito dopo un'ondata di tumulti e sommosse di portata tale da non pote esser represse altro che con il massiccio dispiegamento della forza pubblica. Stile Egitto, per capirci.
Ai piani alti sanno tutto questo. Lo hanno messo in conto da anni. E il M5S è del tutto funzionale a questo progetto di controllo e manipolazione dello scontento e delle proteste che inevitabilmente seguiranno, dal momento che il ceto politico italiano è del tutto incapace di rendersi conto della situazione in cui si è cacciato a furia di sostenere acriticamente il progetto di un'Europa basato solo sulla moneta unica, e perciò irrealizzabile.
Due settimane fa, su La7, verso mezzanotte, ho ascoltato Linda Lanzillotta, già ministro per gli Affari regionali nel secondo governo Prodi, visibilmente preoccupata della piega che hanno perso gli eventi in Italia a seguito del successo di Grillo, ma al contempo del tutto incapace di comprendere che continuare a chiedere “più Europa” come ha fatto anche in quell'occasione, porterà inevitabilmente a quei disordini da lei stessa preconizzati nel caso non si riesca a ridar fiato all'economia.
In altri termini, è inutile preoccuparsi di come eventualmente uscire da questa Europa perché il processo di uscita è già in corso e subirà una sempre maggiore accelerazione, non necessariamente trasparente, consapevole e democratica, quanto piuttosto violenta e disordinata.
«Mercenari della Blackwater stanno “supervisionando” la polizia in Grecia, pronti ad intervenire per proteggere il governo e il Parlamento, in caso di tumulti.
[...] Con la crisi che avanza, la gente strozzata dai debiti (secondo le ultime stime: ben otto famiglie su dieci) e la riduzione del numero di agenti pubblici a protezione di leader di partito, ministri, parlamentari, governatori e sindaci, di cui si era parlato già diversi mesi fa su “Athens news”, per i provocatori a gettone sarà molto semplice gettare benzina sul fuoco della rivolta. Poi toccherà ai pompieri della repressione spegnere, come da copione, ogni anelito di libertà....».
Ecco, questo è ciò che ci aspetta. E gli “arrabbiati” di Grillo saranno funzionali all'imposizione di uno stato d'emergenza. In questo contesto, il M5S rappresenta sì una “novità”, ma non quella che pensano i più ingenui tra i suoi sostenitori. Quando inizieranno le inevitabili sommose, dal M5S emergeranno “gruppi d'azione” che porteranno rapidamente la situazione al punto di non ritorno.
I veri detentori del potere sono pronti a gestirla. La popolazione no.
Poi c'è anche lo scenario “tarallucci e vino”: si dà il governo ai M5S, e in tre mesi si demoliscono da soli.
kthrcds: insomma, come la mettiamo la mettiamo saremo fatti a pezzi e il sistema la spunterà anche questa volta. Questa è la tiua sensazione, e discutere delle sensazioni,tanto più se fondate sull'accoppiata pessimismo siderale/complottismo, serve a poco. Ci sono invece momenti, nella storia, in cui un sistema volge al tramonto e si apre un periodo turbolento di trapasso. L'esito non è mai pre-scritto, dipende da molti fattori, tra cui quello dela potenza del movimento delle masse, che dipende anche dalla forza della sua direzione. Lo sfondamento di M5S intanto smentisce tutti i seminatori di sventura, i portatori di jella, che ce la cantavano da tempo sul fatto che il popolo è una massa di lobotomizzati. Questo è il risveglio "kthrcds", il resto si vedrà e dipende anche dalla possibilità di sbarazzarsi dei piagnoni, di quelli che immaginano il nemico onnipotente e imbattibile.
Sbarazzarsi è una parola grossa. Basta castrarli perché non si riproducano.
Lo scorso 9 febbraio sul sito di Grillo si leggeva che «Il MoVimento 5 Stelle brinda alla vittoria sulla questione MUOS. [...] La delibera di giunta del Governo regionale che dà mandato all’assessore al Territorio, Maria Lo Bello, di avviare immediatamente il procedimento di revoca per i lavori del sistema satellitare americano è arrivata il 7 febbraio sul tavolo del presidente della IV Commissione dell’ARS (Territorio e Ambiente), Giampiero Trizzino, che della lotta al MUOS, assieme a tutto il Movimento, ha fatto uno dei punti cardini della sua attività. [...] Non sappiamo con precisione quanto ci vorrà, ma è ormai questione di giorni”. Giampiero Trizzino, MoVimento 5 Stelle Sicilia, presidente della IV Commissione dell’ARS».
Prontamente il Consolato Usa di Napoli ha diramato un comunicato che conferma la volontà di proseguire con l'installazione degli impianti radar: «"Siamo nelle condizioni di poter assicurare che l'installazione Muos in Italia rispetterà gli stessi rigorosi standard in materia di sicurezza e salute applicati alle installazioni presenti negli Stati Uniti". […] Nei giorni scorsi i militari della base di Sigonella hanno rifiutato il plico del funzionario della Regione siciliana nel quale c'era il provvedimento di revoca della Giunta delle autorizzazioni per la realizzazione del sistema radar».
L'ambasciatore, al di là del linguaggio diplomatico, non ha fatto altro che ribadire il concetto che è alla base del rapporto che Washington ha stabilito con i suoi “interlocutori privilegiati”: noi facciamo quello che dobbiamo fare, e chi tenterà di impedircelo sarà considerato come una minaccia alla sicurezza degli Usa. Con tutte le conseguenze del caso.
Agli inizi di gennaio il «Ministro dell’Interno Cancellieri aveva definito il Muos di Niscemi “sito di interesse strategico per la difesa militare della nazione e dei nostri alleati”. Nella lettera inviata al presidente della Regione Siciliana Crocetta, l’azione di forza compiuta [la notte del 10 gennaio] era stata implicitamente annunciata, bollando come “non accettabili tutti i comportamenti che impediscano l’attuazione delle esigenze di difesa nazionale e la libera circolazione connessa a tali esigenze, tutelate dalla Costituzione”».
Questo è solo uno tra i tanti complessi problemi che la politica deve affrontare. E temo che non sia sufficiente organizzare un V-day per convincere il Pentagono a cambiare i suoi piani.
Naturalmente nulla impedisce che il M5S riesca a far maturare la consapevolezza della popolazione su questo e altri delicati temi, e aiutarla a trovare una soluzione. Ma fino ad ora, al di là degli slogan urlati, tipo “i partiti sono tutti morti!”, delle battute da avanspettacolo come “apriremo il Parlamento come una scatola di tonno!”, e degli appellativi puerili appioppati ai vari leader politici, non si è visto molto di più di quello che si vide nel luglio '92, quando i militanti del Fronte della Gioventù capeggiati da Gasparri agitavano cartelli con la scritta “arrendetevi, siete circondati” di fronte a Montecitorio, Paolo Brosio era di stanza davanti al tribunale di Milano per il Tg4 di Fede, e i leghisti agitavano il cappio in Parlamento.
Poi nel '94 Berlusconi si insediò al governo, Gasparri divenne sottosegretario agli Interni...
Il mondo cambia, ripetono spesso e volentieri gli esponenti del M5S. È vero. Però non aspetta che Grillo si decida sul da farsi.
E John Kerry non è venuto a Roma per visitare i musei.
Oggi gli USA hanno invitato esplicitamente i giovani italiani a cambiare le cose, come sta facendo il moimento 5 stelle.
Antiamericanismo e antigrillismo le parole d'ordine dei rivoluzionari!
Gli Usa ? Sembrebbe che l'ha detto Obama, magari all'Onu ... e non un ambasciatore, che peraltro ha già smentito, davanti ad una platea di imberbi scolaretti romani...
Come il finto "scoop" della Annunziata che parlava di un appoggio addirittura "entusiasta" di Goldmann Sachs a Grillo, storia poi rivelatasi una sostanziale bufala ... l'estensore non era più il capo dell'Ufficio Studi di Goldmann e nel lunghissimo rapporto di Grillo parlava in una sola frase e pure in formula dubitativa ...
E poi sugli Usa mi sa che non abbiamo sempre le idee chiare ...
Si dava per scontato che nel 2006 Prodi, lui si consulente fisso di Goldmann, era gradito agli Usa ... ora veniamo a sapere che anche la Cia tramava per farlo cadere ...
E pure Berluska, cioè il "miracolato" da quella caduta di Prodi, sembra sia stato defenestrato anche lui, anche dagli Usa, nel 2011 per fare posto a Monti ...
Forse quindi le cose sono un pò più complesse di come ce le raccontiamo tra di noi ...
Grillo invita ad usare il web. E noi lo usiamo:
«“Voi giovani siete il futuro dell'Italia. Voi potete prendere in mano il vostro Paese e agire, come il Movimento 5 Stelle, per le riforme e il cambiamento". Lo ha detto stamattina [ieri] l'ambasciatore Usa a Roma David Thorne parlando agli studenti del Liceo Visconti di Roma».
Qui c'è un breve estratto del suo intervento, ripreso dal canale youtube del M5S, “La cosa”:
«(ASCA) - Roma, 13 mar - ''L'Ambasciata non appoggia nessun soggetto politico. Dialoga con tutti e sostiene l'uso dei social media come strumento di cambiamento''. Con questo breve messaggio postato su Twitter nel tardo pomeriggio, l'ambasciata americana in Italia ha cercato di frenare le polemiche scoppiate intorno alle parole dell'ambasciatore americano David Thorne
[...]
il Movimento 5 Stelle [...] ha prontamente riportato sul blog di Beppe Grillo la 'benedizione' dell'ambasciatore americano [...] Forse ignaro delle polemiche suscitate, nel pomeriggio era stato lo stesso Thorne a commentare l'incontro con gli studenti in un messaggio pubblicato sempre su Twitter: ''Le mie parole hanno suscitato interesse. L'uso dei new media e' positivo per il sistema politico italiano''».
Per ciò che riguarda l'appoggio di G&S al M5S, notiamo che Jim O’Neill ha così motivato il suo entusiasmo per la vittoria del M5S: «Il vecchio quadro politico, italiano ed europeo, non ha la forza di mutare l’impianto con cui ha fin qui reagito alla crisi. I paesi indebitati sono sotto ricatto e quelli in attivo – come la Germania – fin qui ci hanno guadagnato, e non vedono quindi ragione di cambiare.
[…] Lo stallo andava rotto e Grillo viene visto, anche da Goldman, come la leva che scassa l’esistente.
Ma senza sostituirlo con nulla di funzionante.
Quindi è “un’occasione” per prendere possesso ancora più facilmente di alcune leve di comando, di “suggerire” alcune nuove strutturazioni economiche e finanziarie.
Non si tratta – sia chiaro – di una “complicità” di Grillo o di Casaleggio e o del M5S con le banche. Al contrario, O’ Neil considera il grillismo come un caterpillar che gli spiana inconsapevolmente la strada».
E in effetti,
«il mondo della finanza promuove lo tsunami di Grillo. È quanto si evince dall'ultimo studio di Jim O'Neill, presidente della Goldman Sachs Asset Management, dall'emblematico titolo "Riforme non vuol dire austerity".
[...]
"Trovo il risultato (del M5S) abbastanza entusiasmante" si legge nello studio di O'Neill
[...]
"Forse questo risultato elettorale e il particolare fascino di massa del Movimento Cinque Stelle potrebbe essere il segnale dell'inizio di qualcosa di nuovo?" si chiede O'Neill.
Secondo il presidente di Goldman Sachs Asset Management, [...] il risultato elettorale del M5S potrebbe arrivare addirittura a scalfire il dogma dell'austerity che attualmente vige all'interno dell'intera eurozona».
Scusate, poco fa ho dimenticato di inserire un link. Quindi il periodo:
“Per ciò che riguarda l'appoggio di G&S al M5S, notiamo che Jim O’Neill ha così motivato il suo entusiasmo per la vittoria del M5S”
va inteso come segue:
“Per ciò che riguarda l'appoggio di G&S al M5S, notiamo che Jim O’Neill ha così motivato il suo entusiasmo per la vittoria del M5S”
@kthrcds
Leggere la realtà politica con la lente di ingrandimento determinista e fatalista del complottismo è come studiare la natura partendo dai dogmi della religione. La realtà è dinamica, in movimento continuo, DIALETTICA. Il sistema di istruzione fondato sul meccanicismo e sul "matematicismo" ha prodotto e sta producendo nuovi mostri, meglio liberarsene o saremo sempre sconfitti... In partenza.
In sostanza concordo con keoma08
@ Unknown (14 marzo 2013 11:54)
Mi scusi, mi può seguire sul ragionamento un attimo? Non pretendo che lo faccia, ma, così, come proposta. Come forse avrà notato ho scritto sin qui circa 1600 parole corredandole di link ad agenzie di stampa, dichiarazioni ufficiali dell'ambasciata Usa a Napoli, dell'ambasciatore Usa a Roma, e dell'ambasciata medesima, siti web non tacciabili di complottismo, compreso il sito di Grillo e il canale youtube del M5S, dichiarazioni del ministro degli Interni italiano, dichiarazioni di un alto esponente G&S, e lei mi rimprovera di “leggere la realtà politica con la lente di ingrandimento determinista e fatalista del complottismo”.
Ora, lei saprebbe spiegarmi con parole sue che cosa realmente ha inteso dire? Sempre che lo abbia capito, beninteso.
E per Der Spiegel, invece Grillo è addirittura "l'uomo più pericoloso d'Europa"
http://sollevazione.blogspot.it/2013/03/luomo-piu-pericoloso-deuropa.html
La verità vera, ripeto, è che le cose sono più complicate di come le facciamo noi ...
Tendiamo ancora a ragionare come se ci fosse un mondo bipolare ... e invece non è più così .... e poi, ragionandoci bene, ragionare in quel modo era una cazzata anche quando il bipolarismo esisteva veramente .... ma c'erano anche la Cina, i non allineati ecc. ecc. .... figuriamoci adesso ...
P.S. L'ambasciatore Thorpe, comunque, è stato pesantemente smentito da Washington ...
Che Il Dipartimento di Stato yankee e certe (certe) frazioni della finanza predatoria guardino con simpatia al successo del M5S è del tutto comprensibile, per certi versi "razionale". E' un peloso tentativo di agganciare il "grillismo" montante nell'orbita imperiale e di neutralizzare la sua spinta sovversiva nel caso giunga al governo. L'impero, che da tempo, dal crollo dell'URSS, ha la sua attenzione rivolta anzitutto ad oriente, può permettersi di giocare in Europa su più cavalli, sperando di addomesticarli tutti.
Tutto sta a vedere se Grillo si lascerà addomesticare.
Noi lo escludiamo, ma ciò che più conta, agiamo affinché non accada —invece che assumere un atteggiamento fatalista o indifferentista. Postura suicida di chi spera in cuor suo che Grillo e i suoi siano solo un fenomeno da baraccone, così da potere domani dimostrare di aver avuto ragione.
La ragione dei fessi.
“La ragione dei fessi”
Grazie dell'apprezzamento.
Io, comunque, vi devo delle scuse. Avevo messo questo sito nei preferiti circa un anno e mezzo fa, forse suggestionato dalla riproduzione del Quarto stato di Pellizza da Volpedo che primeggia sulla vostra home page. Poiché seguo alcune decine di altri siti internet, tra cui molti di quelli che compaiono nel vostro blog roll, e il tempo libero a disposizione è quello che è, non mi ero reso conto che negli ultimi tempi avevate visto in un mediocre comico come Grillo il salvatore della patria.
Quindi mi dispiace di essere intervenuto con considerazioni che, alla luce del vostro attuale orientamento, possono essere sembrate provocatorie. Non era questa la mia intenzione.
Ora tolgo dai preferiti il vostro sito, e amici come prima, fermo restando che se il M5S realizzerà anche solo il 50% di quello che apparentemente è il suo programma, lo voterò anch'io alle prossime elezioni, e vi garantisco che tra sei mesi non tornerò qui a dirvi che ve lo avevo detto che il M5S era una sòla.
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