Si candida o non ci candida?
No che non si candida!
di Piemme
Accetto scommesse. Mario Monti non si candiderà. Tutta questa storia della sua scesa in campo è secondo me una stucchevole pantomima. C'è una ragione per la pantomima e una per spiegare perché Monti non sarà presente in alcuna lista.
La pantomima è facile da spiegarsi: si crea artificialmente una grande e spasmodica attesa funzionalissima a far restare il satrapo al centro della scena, a corroborare la tesi che lui è il Salvatore della patria, l'Unto dal signore. Per ingigantire ad arte le fila dei suoi scudieri, che in verità sono quattro gatti, un'infima minoranza di plutocrati e di politicanti al loro servizio. Così poi, quando annuncerà la sua desistenza, si potrà addirittura spacciare questa vigliaccata come "nobile gesto" del gentleman che si tiene al di sopra della "deprecabile" contesa. Il tutto per il bene ... del Paese.
E invece si tratterà di un'ignobile vigliaccata, e i fiumi d'inchiostro di giornalisti salmodianti non serviranno a nascondere quanto meschino sia questo personaggio. Perché una vigliaccata? Ma è presto detto: perché l'Unto, con l'abile regia del golpista quirinalizio, vuole evitare di sottoporsi al giudizio degli elettori. Perché vuole sottrarsi? Per la semplice ragione che prenderebbe una sonora batosta elettorale, la quale dimostrerebbe che la stragrande maggioranza degli italiani lo detestano profondamente.
Un simile responso non se lo può permettere Lui e, quel che più conta, non se lo possono permettere coloro che l'hanno voluto come primo ministro. No, non parliamo né di Berlusconi né di Bersani, e nemmeno di Casini, che questi sono sono degli esecutori. Non se lo possono permettere i mandanti di tutta la sconcertante operazione politica che ha portato Monti sul soglio di Palazzo Chigi, come proconsole europeo di un'Italietta oramai priva di sovranità politica. E' infatti evidente che se una lista direttamente capeggiata da Monti facesse fiasco, ovvero, tanto essere precisi, raccogliesse meno voti di Pd, Pdl e M5s, non solo l'Unto-tecnico sarebbe ricordato come simbolo massimo del trombato, i suoi mandanti esterni ed interni riceverebbero uno schiaffo, e non sarebbe pensabile riproporre non solo Lui, ma nemmeno un governo che si facesse portatore della sua "agenda".
Insomma: se Monti si candidasse, questo semplice fatto trasformerebbe le elezioni in un dirimente referendum dal risultato prevedibile, e devastante per i "poteri forti" che, in barba alla cosiddetta "democrazia", lo intronizzarono. Ecco dunque che l'astuto Napolitano gli ha consigliato, per il bene e gli interessi colossali della finanza globale, per l'improbabile stabilizzazione europea, si sottrarsi al giudizio divino. Infatti vale la massima: vox populi, vox dei.
Avremo tuttalpiù, sulla scheda elettorale, il suo ologramma, il suo fantasma, la sua ombra funerea. Non parlo solo del cosiddetto "terzo polo". L'ombra del Quisling —di questo sicofante che pur di impoverire i lavoratori, di costringerli a sgobbare come schiavi in cambio di un tozzo di pane e in nome di un'economia da paese semi-coloniale export-oriented ha mentito su tutta la linea sulla cause vere del marasma mettendo sotto accusa l'intero popolo italiano— è mastodontica e si estende dal Pd fino alla Lega, ovvero tutti i partiti che pochi giorni fa, all'unisono, hanno votato di soppiatto per stuprare di nuovo la Costituzione e metterci dentro l'obbligo del pareggio di bilancio.
Sottrarre quindi il tecno-Uno al giudizio degli italiani è l'ennesimo atto di lesione di quel che resta della "democrazia", in perfetta continuità con la tecnica con cui su fatto Primo ministro. Ha fatto scalpore l'intervista a D'Alema, che sul Corriere della Sera si è scagliato contro la scesa in campo diretta di Monti. Ma D'Alema l'ha fatto con cognizione di causa, proprio per mettere al riparo non solo il proconsole, con lui tutti i sodali che l'hanno voluto e tenuto al potere, e che adesso vogliono tenerselo come pegno, forse come futuro inquilino del più alto Colle, come prova tangibile del loro comune asservimento ai poteri oligarchici europei e mondiali, a garanzia che nulla cambierà.
E se Monti diverrà Presidente della Repubblica ciò sarà ancora peggio per il Paese. I Presidenti del Consiglio, infatti, vanno e vengono, quello della Repubblica resta per sette anni e, proprio sulla scia di Napolitano, con un potere di veto di carattere oramai compiutamente presidenzialistico.
Il «Podestà straniero», proprio come invocato da Monti stesso il 7 agosto 2011, con un editoriale inquietante, in perfetta sincronia con la famigerata Lettera della Bce, siederà sul trono. Un reuccio di passaporto italiano, ma straniero a tutti gli effetti, a simboleggiare che questo paese è oramai asservito, occupato, col pieno sostegno di una grande borghesia italiota oramai classe ascara, una post-moderna borghesia compradora, che si illude di salvare se stessa dal tracollo ponendosi sotto la tutela dell'euro-Germania.
No che non si candida!
di Piemme
Accetto scommesse. Mario Monti non si candiderà. Tutta questa storia della sua scesa in campo è secondo me una stucchevole pantomima. C'è una ragione per la pantomima e una per spiegare perché Monti non sarà presente in alcuna lista.
La pantomima è facile da spiegarsi: si crea artificialmente una grande e spasmodica attesa funzionalissima a far restare il satrapo al centro della scena, a corroborare la tesi che lui è il Salvatore della patria, l'Unto dal signore. Per ingigantire ad arte le fila dei suoi scudieri, che in verità sono quattro gatti, un'infima minoranza di plutocrati e di politicanti al loro servizio. Così poi, quando annuncerà la sua desistenza, si potrà addirittura spacciare questa vigliaccata come "nobile gesto" del gentleman che si tiene al di sopra della "deprecabile" contesa. Il tutto per il bene ... del Paese.
E invece si tratterà di un'ignobile vigliaccata, e i fiumi d'inchiostro di giornalisti salmodianti non serviranno a nascondere quanto meschino sia questo personaggio. Perché una vigliaccata? Ma è presto detto: perché l'Unto, con l'abile regia del golpista quirinalizio, vuole evitare di sottoporsi al giudizio degli elettori. Perché vuole sottrarsi? Per la semplice ragione che prenderebbe una sonora batosta elettorale, la quale dimostrerebbe che la stragrande maggioranza degli italiani lo detestano profondamente.
Un simile responso non se lo può permettere Lui e, quel che più conta, non se lo possono permettere coloro che l'hanno voluto come primo ministro. No, non parliamo né di Berlusconi né di Bersani, e nemmeno di Casini, che questi sono sono degli esecutori. Non se lo possono permettere i mandanti di tutta la sconcertante operazione politica che ha portato Monti sul soglio di Palazzo Chigi, come proconsole europeo di un'Italietta oramai priva di sovranità politica. E' infatti evidente che se una lista direttamente capeggiata da Monti facesse fiasco, ovvero, tanto essere precisi, raccogliesse meno voti di Pd, Pdl e M5s, non solo l'Unto-tecnico sarebbe ricordato come simbolo massimo del trombato, i suoi mandanti esterni ed interni riceverebbero uno schiaffo, e non sarebbe pensabile riproporre non solo Lui, ma nemmeno un governo che si facesse portatore della sua "agenda".
Insomma: se Monti si candidasse, questo semplice fatto trasformerebbe le elezioni in un dirimente referendum dal risultato prevedibile, e devastante per i "poteri forti" che, in barba alla cosiddetta "democrazia", lo intronizzarono. Ecco dunque che l'astuto Napolitano gli ha consigliato, per il bene e gli interessi colossali della finanza globale, per l'improbabile stabilizzazione europea, si sottrarsi al giudizio divino. Infatti vale la massima: vox populi, vox dei.
Avremo tuttalpiù, sulla scheda elettorale, il suo ologramma, il suo fantasma, la sua ombra funerea. Non parlo solo del cosiddetto "terzo polo". L'ombra del Quisling —di questo sicofante che pur di impoverire i lavoratori, di costringerli a sgobbare come schiavi in cambio di un tozzo di pane e in nome di un'economia da paese semi-coloniale export-oriented ha mentito su tutta la linea sulla cause vere del marasma mettendo sotto accusa l'intero popolo italiano— è mastodontica e si estende dal Pd fino alla Lega, ovvero tutti i partiti che pochi giorni fa, all'unisono, hanno votato di soppiatto per stuprare di nuovo la Costituzione e metterci dentro l'obbligo del pareggio di bilancio.
Sottrarre quindi il tecno-Uno al giudizio degli italiani è l'ennesimo atto di lesione di quel che resta della "democrazia", in perfetta continuità con la tecnica con cui su fatto Primo ministro. Ha fatto scalpore l'intervista a D'Alema, che sul Corriere della Sera si è scagliato contro la scesa in campo diretta di Monti. Ma D'Alema l'ha fatto con cognizione di causa, proprio per mettere al riparo non solo il proconsole, con lui tutti i sodali che l'hanno voluto e tenuto al potere, e che adesso vogliono tenerselo come pegno, forse come futuro inquilino del più alto Colle, come prova tangibile del loro comune asservimento ai poteri oligarchici europei e mondiali, a garanzia che nulla cambierà.
E se Monti diverrà Presidente della Repubblica ciò sarà ancora peggio per il Paese. I Presidenti del Consiglio, infatti, vanno e vengono, quello della Repubblica resta per sette anni e, proprio sulla scia di Napolitano, con un potere di veto di carattere oramai compiutamente presidenzialistico.
Il «Podestà straniero», proprio come invocato da Monti stesso il 7 agosto 2011, con un editoriale inquietante, in perfetta sincronia con la famigerata Lettera della Bce, siederà sul trono. Un reuccio di passaporto italiano, ma straniero a tutti gli effetti, a simboleggiare che questo paese è oramai asservito, occupato, col pieno sostegno di una grande borghesia italiota oramai classe ascara, una post-moderna borghesia compradora, che si illude di salvare se stessa dal tracollo ponendosi sotto la tutela dell'euro-Germania.
8 commenti:
Siamo al "bipolarismo" tra utile idiota (Monti) e idiota inutile (Bersani).
L'unica vera "terza via" è quella popolare: que se vajan todos!
C'è solo un "piccolo" problema, che la terza via, quella popolare, non riesce a liberarsi dalla maledizione dell'idiozia, che la lega ai propri governanti senza riuscire a produrre una qualsiasi alternativa razionale.
Da qui nasce l'avversione profonda a riprendersi la responsabilità politica, la sovranità popolare.
E' l'apparente complessità del mondo e della sua economia che spaventa il popolo, inducendolo a legittimare il "podestà straniero", cosa che del resto fa da quando esiste la repubblica, ma almeno prima "a sua insaputa", crogiolandosi nell'ipocrisia di una finta democrazia rappresentativa. Oggi il podestà è nudo, inutile negarlo, quanto inutile contestarlo, fa parte della "tradizione italica".
Tuttavia, se solo si costituisse un'alternativa vera .... La fame porta consiglio.
Alberto Conti
L'articolo é di una lucidità chiaroveggente che impressiona. Ci vuole dell'acume raro per formulare una interpretazione che, soprattutto tenendo conto dell'editoriale linkato, fa un quadro della situazione politica italiana attuale che é di una allucinante veridicità specie se la si inquadra nell'ambito della strategia imperialistica di dominio e di rapina in corso di realizzazione e della quale stanno facendo amaramente le spese i popoli della zona euro. Se non é complotto questo ........
Io dico che si candida e che tu parli a vanvera.
Aspettiamo questo fine settimana
La sollevazione è vicina eh? Ridicoli
http://www.repubblica.it/politica/2012/12/20/news/monti_a_melfi_tra_gli_applausi_degli_operai_lo_accolgono_marchionne_ed_elkann-49146036/?ref=HREA-1
Ah beh! Magari c'erano le telecamere aziendali, e chi non applaudiva... se lo segnavano sull'"agenda Marchionne".
E dai mannaggia, ma come cazzo si fa?. Ma quando capirete????
Hai visto la trasmissione della 7 in cui si fronteggiavano i 19 operai della Fiom che dovevano essere reintegrati e quelli che a suo tempo avevano firmato e che a causa dell'ignobile ricatto di Marchionne rischiavano la cassa integrazione proprio per far rientrare i 19?
Se non hai capito guardando quello che si sono detti non capirai mai.
LA GENTE VUOLE DISPERATAMENTE UN PADRONE DURO AL QUALE SOTTOMETTERSI.
O si va a svegliarli casa per casa come fossimo testimoni di Geova che diffondono il verbo o l'unico risultato di questa tragica crisi sarà solamente che la gente si sottometterà ancora più di prima.
E voi non lo capite e finché non lo capirete non si potrà fare un cazzo.
Siete un sacco svegli.
Ben detto.
"Gli esseri umani sono facinorosi, sì, ma dei facinorosi infingardi [...] soggiogati dal fascino servile dello schiavo per il potere che gl’incute terrore". E quindi, prima e dopo ogni festa, ogni carnevale rivoluzionario, essi si prostreranno ai piedi di coloro che "sanno portare il fardello della libertà, e governarli [...]. Non esiste alcuna pena che affligga l’uomo divenuto libero in modo così continuo e straziante come quella di trovare al più presto qualcosa da idolatrare" (Dostojewski).
"parlare a vanvera" non é un'espressione molto cortese. "Fammi indovino che ti farò ricco".
Io continuo a pensare che l'ipotesi esposta nell'articolo ha una notevolissima probabilità di avverarsi. E' difficile che un politico/tecnico prudente ed accorto come l'attuale prmier italiano si esponga al rischio di venire "bruciato" da un successo elettorale modesto. Con chi dovrebbe mettersi? con Bersani penso di no, perché la base della sinistra PD-SEL magari con IDV comincerebbe a scricchiolare in fase elezioni; con Berlusconi nemmeno perché il PDL é un po' in stato confusionale; con Casini e compagnia forse, ma non hanno una base numerosissima, con gli altri piccoli agglomerati neanche parlarne. Forse con Grillo ? molto improbabile, date le idee sue ("Rigor Montis") e dei suoi. Invece, nicchiando nella consapevolezza che il Popolo degli elettori dopo aver assaggiato le sue bastonate potrebbe dare qualche sorpresa osteggiando con il voto i partiti le cui Nomenklature sono montiane, le forze parlamentari invece, coalizzate per l'occasione dell'elezione del nuovo Presidente della Repubblica, saranno in prevalenza montiane. Così si tiene astutissimamente di riserva per conquistare il Colle verso il quale sarà portato in trionfo dalle decisioni del Senato e della Camera. Dal Quirinale si domina megiio il panorama!
Quello dell'Articolista mi pare un ragionamento persino lapalissiano. Farebbe bene a scommettere per la sua tesi.
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