Il gruppo dirigente della Fiom e la crisi dell'euro
di Piemme
Non so chi di voi ha visto ieri sera la puntata dell'Infedele di Gad Lerner su La 7. Il titolo della trasmissione era: La domanda segreta. Per la prima volta su un canale televisivo veniva rotto un tabù, quello della fine dell'euro e dell'eventuale ritorno dell'Italia alla lira.
Lo spunto è stato fornito dal recente libro pubblicato dall'economista Paolo Savona [1] che, tra le altre cose, è stato Ministro dell'Industria del Governo Ciampi.
Savona, in studio, ha espresso, più o meno, questa tesi: la crisi della moneta unica può finire "male", con la sua implosione. Per evitare quest'esito occorre assegnare alla BCE il mandato che ha la Fed americana, dandogli la facoltà di comprare i titoli di stato dei paesi in difficoltà; mentre la UE (Parlamento, Consiglio e Commissione) dovrebbero mettere al centro della politica europea la rimozione delle cause della divaricazione nei saggi di sviluppo e delle bilance commerciali. Come? «Liberalizzando completamente i movimenti di lavoro e di capitali, e seguendo una politica finalizzata per compensazione degli shock asimmetrici». Un mix di liberismo e di keynesismo.
Savona (critico verso la "Manovra Monti"), in studio ha detto che il ritorno alla lira è pressoché certo, nel suo libro sostiene invece che, poichè manca la volontà di seguire questa linea, i mercati finanziari continueranno a tenere sotto attacco i paesi indebitati, i quali, come la Grecia, pagheranno un costo altissimo, ma l'euro non crollerà, perché la BCE farà tutto il possibile per non scomparire, fornendo tutta la liquidità possibile».
Tuttavia, siccome la fine dell'euro è altamente probabile, «un governo serio deve dotarsi di un piano B nel caso in cui l'Italia si trovasse costretta a uscire». Cos'è il piano B? Semplice: il ritorno alla lira.
Per Lerner ha tentato di inchiodare i presenti a rispondere ad alcune domande: perché l'euro sta fallendo? E' vero che Banca d'Italia e governo hanno già pronto nel cassetto il "Piano B" per stampare Lire? Che succederà se si torna alla sovranità monetaria? Sarà un disastro o sarà la soluzione meno peggio? Il ritorno alla lira e la svalutazione davvero potrebbero, dopo un primo shock, rilanciare l'economia?
I presenti in studio, hanno più spesso cincischiato. Pur di esorcizzare il ritorno alla sovranità monetaria (che nessuno ha escluso) hanno anche affermato diverse sciocchezze —Massimo Mucchetti, ad esempio, descrivendo sfracelli, che col ritorno alla Lira avremmo un crollo del valore dei risparmi del 50% (falso!), oppure, Franco De Benedetti, dicendo che con l'euro "l'Italia è andata a gonfie vele" (chi? le banche i grandi e i grossi gruppi industriali, non certo i lavoratori dipendenti il cui potere d'acquisto è crollato).
Landini era in video collegamento. Lerner lo chiama in causa, affinché rispondesse sul tema in discussione: è meglio o è peggio uscire dall'euro?
Landini balbetta, glissa, aggira la domanda, la sorvola, ripetendo la solita storiella che l'Unione europea non è democratica, che occorre eleggere gli organismi sovranazionali, tassare le rendite finanziarie. Al che Lerner lo interrompe un paio di volte per chiamarlo al punto, chiedendogli se è favorevole o meno alla riconquista della sovranità monetaria. Gli dice: "scusi Landini, ma la questione che stiamo discutendo è ben più importante, e viene prima dei diritti sociali, da cui questi diritti dipendono".
Alla Landini fa lo gnorri. Sempre reticente, risponde pateticamente che occorre... "più Unione europea". Una figura veramente brutta, insomma. Che però è spia della pochezza di gran parte dei dirigenti di sinistra, che non hanno la più pallida idea di cosa fare nella situazione concreta di crisi sistemica e che francamente sono al di sotto degli intellettuali liberali. Ci vuole poco a capire che questa sinistra non andrà lontano.
Note
[1] Paolo Savona. Eresie, esorcismi e scelte giuste per uscire dalla crisi. Il caso Italia. Rubettino
di Piemme
Non so chi di voi ha visto ieri sera la puntata dell'Infedele di Gad Lerner su La 7. Il titolo della trasmissione era: La domanda segreta. Per la prima volta su un canale televisivo veniva rotto un tabù, quello della fine dell'euro e dell'eventuale ritorno dell'Italia alla lira.
Lo spunto è stato fornito dal recente libro pubblicato dall'economista Paolo Savona [1] che, tra le altre cose, è stato Ministro dell'Industria del Governo Ciampi.
Savona, in studio, ha espresso, più o meno, questa tesi: la crisi della moneta unica può finire "male", con la sua implosione. Per evitare quest'esito occorre assegnare alla BCE il mandato che ha la Fed americana, dandogli la facoltà di comprare i titoli di stato dei paesi in difficoltà; mentre la UE (Parlamento, Consiglio e Commissione) dovrebbero mettere al centro della politica europea la rimozione delle cause della divaricazione nei saggi di sviluppo e delle bilance commerciali. Come? «Liberalizzando completamente i movimenti di lavoro e di capitali, e seguendo una politica finalizzata per compensazione degli shock asimmetrici». Un mix di liberismo e di keynesismo.
Savona (critico verso la "Manovra Monti"), in studio ha detto che il ritorno alla lira è pressoché certo, nel suo libro sostiene invece che, poichè manca la volontà di seguire questa linea, i mercati finanziari continueranno a tenere sotto attacco i paesi indebitati, i quali, come la Grecia, pagheranno un costo altissimo, ma l'euro non crollerà, perché la BCE farà tutto il possibile per non scomparire, fornendo tutta la liquidità possibile».
Tuttavia, siccome la fine dell'euro è altamente probabile, «un governo serio deve dotarsi di un piano B nel caso in cui l'Italia si trovasse costretta a uscire». Cos'è il piano B? Semplice: il ritorno alla lira.
Per Lerner ha tentato di inchiodare i presenti a rispondere ad alcune domande: perché l'euro sta fallendo? E' vero che Banca d'Italia e governo hanno già pronto nel cassetto il "Piano B" per stampare Lire? Che succederà se si torna alla sovranità monetaria? Sarà un disastro o sarà la soluzione meno peggio? Il ritorno alla lira e la svalutazione davvero potrebbero, dopo un primo shock, rilanciare l'economia?
I presenti in studio, hanno più spesso cincischiato. Pur di esorcizzare il ritorno alla sovranità monetaria (che nessuno ha escluso) hanno anche affermato diverse sciocchezze —Massimo Mucchetti, ad esempio, descrivendo sfracelli, che col ritorno alla Lira avremmo un crollo del valore dei risparmi del 50% (falso!), oppure, Franco De Benedetti, dicendo che con l'euro "l'Italia è andata a gonfie vele" (chi? le banche i grandi e i grossi gruppi industriali, non certo i lavoratori dipendenti il cui potere d'acquisto è crollato).
Landini era in video collegamento. Lerner lo chiama in causa, affinché rispondesse sul tema in discussione: è meglio o è peggio uscire dall'euro?
Landini balbetta, glissa, aggira la domanda, la sorvola, ripetendo la solita storiella che l'Unione europea non è democratica, che occorre eleggere gli organismi sovranazionali, tassare le rendite finanziarie. Al che Lerner lo interrompe un paio di volte per chiamarlo al punto, chiedendogli se è favorevole o meno alla riconquista della sovranità monetaria. Gli dice: "scusi Landini, ma la questione che stiamo discutendo è ben più importante, e viene prima dei diritti sociali, da cui questi diritti dipendono".
Alla Landini fa lo gnorri. Sempre reticente, risponde pateticamente che occorre... "più Unione europea". Una figura veramente brutta, insomma. Che però è spia della pochezza di gran parte dei dirigenti di sinistra, che non hanno la più pallida idea di cosa fare nella situazione concreta di crisi sistemica e che francamente sono al di sotto degli intellettuali liberali. Ci vuole poco a capire che questa sinistra non andrà lontano.
Note
[1] Paolo Savona. Eresie, esorcismi e scelte giuste per uscire dalla crisi. Il caso Italia. Rubettino
19 commenti:
Bell'articolo.
Io tendo a credere che Landini, così come certi altri elementi della dirigenza del frammentato universo della sinistra italiana, spesso non siano in malafede, piuttosto siano carenti di quegli strumenti culturali di alto livello necessari per analizzare la complessità del periodo storico attuale, in cui il percorso politico soggiace agli umori della finanza internazionale, e che siano dunque disarmati di fronte alla necessità di elaborare una azione di contrasto sia intellettuale che concreta.
Se questo tra gli alti ranghi dirigenziali si traduce talvolta in una misera incapacità di analisi, è nella base che manifesta tutta la sua travolgente gravità. Questo spiega secondo me i frequenti flussi migratori che hanno caratterizzato l'elettorato di centro-sinistra negli ultimi anni, tradizionalmente sensibili alla figura dell'uomo "autorevole" in cui riporre le proprie speranze: prima PD, poi SEL, poi breve invaghimento per Monti, ora infatuazione per Grillo.
Sarò anacronistico in ciò che sto per dire, ma io credo che la soluzione a questo fenomeno risieda in un lento lavoro di informazione e più segnatamente di formazione della base, per sostituire alla cultura dell'uomo/partito autorevole una “ideologia autorevole”, uno strumento culturale che costituisca la base organica ed universale attraverso cui analizzare ogni scelta di natura particolare che si possa presentare. E' solo attraverso una crescita culturale che coinvolga ogni elemento attivo della società che si potrà innescare quel circolo virtuoso che finalmente svincoli i cittadini da quella condizione di vuoti auditori e li porti ad essere forza attiva capace di critica e proposizione, e dunque di cambiamento.
Garau ha ragione. Occorre rimettersi a studiare. Senza cultura vera e diffusa il cambiamento sarà guidato dai fascisti, o dai populisti....
Secondo poi: i dirigenti di sinistra, si considerano di sinistra, gli serve per stare a galla, prendere voti, fare iscritti ai sindacati come la FIOM, ma sono ignoranti. Non solo non conoscono le teorie economiche ''borghesi'', questi non sanno nemmeno l'abc delle vecchie di marx. Dove volete che vi portino simili ''condottieri''?
Da un anno e mezzo seguo questo blog, perché mi aiuta a capire i fatti e mi stimola a rovistare tra vecchi libri ammuffiti ma preziosi.
Ma chi è in grado di capire le reali conseguenze di una eventuale fine dell'euro?
e perchè un sindacalista di gavetta come landini dovrebbe essere in grado di rispondere a tutte le domande che gli vengono fatte?
non bastano i tuttologi esistenti ?
Le lauree alla Bocconi non son comunque bastate, e penso non basteranno per impedire lo sfacelo economico, causato non dai Landini, ma dai bocconiani..
a parte il solito criticume di cui anche questo blog e' infarcito non e' che si capisca molto perche mentre si critica landini non e' che si propone una soluzione al problema, sempre poi che di problema si tratti.. ricevere lo stipendio in lire o in euro non e' che cambia la vita... potrebbe cambiare se il valore della moneta di scambio fosse predeterminato senza fluttuazioni (speculazioni)gia il rischio default sarebbe scongiurato... ma il problema che non si affronta e' quella della determinazione del reddito necessario alla minima sopravvivenza.... cioe dei beni e dei servizi che devono essere garantiti a tutti i cittadini dal reddito di cui la moneta e' uno strumento per la distribuzione... in un sistema dove, come per i voli, a parita di viaggio ci sono tariffe diverse... riesce difficile a parita di prestazione capire redditi diversi.... come si risolve? io di proposte ne avrei molte e anche poco dispendiose ma serve per realizzare l'unione politica di chi ci vuole seguire e per questo deve finire il lamentio e proporre un altro sistema economico .. landini o non landini che parla alla 7
pasquale di carlo
Di Carlo: «ricevere lo stipendio in lire o in euro non e' che cambia la vita... potrebbe cambiare se il valore della moneta di scambio fosse predeterminato senza fluttuazioni (speculazioni)gia il rischio default sarebbe scongiurato... ». Mai spieghi cosa diavolo stai dicendo? Almeno Landini si attiene a quel che sa e su quel che non sa tace.
Nessuna moneta cambia la vita caro Di Pasquale. La questione monetaria è tuttavia un aspetto decisivo della vita economica e delle relazioni tra le nazioni. L'euro è una gabbia per il nostro paese ed un grande vantaggio per la Germania. Basta guardare a quanto accaduto alla bilancia dei pagamenti. Oggi la Germania prende soldi a prestito (afflusso di capitali) a tasso zero, l'Italia al 6%.
la sovranità monetaria è un'arma di cui una nazione dispone, sia per contrastare i concorrenti, sia per usare la moneta per avviare politiche anticicliche e antirecessive. In poche parole per creare posti di lavoro, per distribuire diversamente il reddito.
va da se che la moneta nazionale è un aspetto, che va fatto sposare col ripudio del debito e la nazionalizzazione delle banche. ma per fare queste cose occorre uscire dall'euro. Punto.
Chi non capisce quest'abc, per rifugiarsi nel solito s/consolante sindacalismo, in verità, è solo un demagogo.
Morale: è dura far capire le cose più semplici. Talmente dura che se uno balbetta (Landini) ci sono coloro che lo scambiano per Maria Callas.
Io non lo so che cultura ti sei fatto, ma Marx non l'hai studiato di certo. Marx, è stato il più grande critico dell'economia borghese, quindi affermare che i dirigenti di sinistra "Non solo non conoscono le teorie economiche ''borghesi'', questi non sanno nemmeno l'abc delle vecchie di marx", è sintomo che Marx te lo devi studiare bello mio.
Non c'è nessuna teoria economica di Marx da conoscere, ma solo quella del modo di produzione capitalistico, di cui Marx ci ha descritto vita morte e miracoli, scrivendo appunto il...Capitale. Saluti.
The Red
http://it.wikipedia.org/wiki/Teoria_marxiana_del_valore
Non sarà detto che un sindacalista di base sappia rispondere a tutte le domande, ma quando ti invitano a una trasmissione dedicata a un argomento specifico, se pensi di non saperne abbastanza puoi tranquillamente declinare l’invito.
Le risposte di Landini sono uno specchio dell’ignoranza e della cialtroneria dell’intera casta politica, a sua volta specchio di una società allo sbaraglio, rosa dall’atomismo, dal benessere/consumismo e dall’imbastardimento globalista.
I politici che ci malgovernano per conto e nell’interesse dell’alta finanza sono al livello del Trota o giù di lì: gente di un’ignoranza assoluta (è notizia recente dalla Germania che la Merkel in visita a una scuola elementare, alla domanda di un alunno di indicare Berlino su una carta geografica, l’ha situata nei Paesi baltici!), che per tutta la vita ha saputo soltanto intramarsi, arrangionarsi e arraffare quattrini fuori da ogni prospettiva, interesse o cognizione storico-politica.
E che non ha nemmeno l’intelligenza per rubare in grande, stile Craxi. Arraffa tutto quel che gli capita a tiro come fanno i pezzenti quando si trovano in un giro di soldi.
In una società in cui lavorare bene non conta nulla e l’unica cosa che vale è far colpo e fregare il prossimo queste sono le persone che arrivano ai vertici.
Quando poi arrivano dinanzi alle telecamere, ripetono a memoria la filastrocca preparata dal portaborse, ispirata all’ultimo articolo del corriere della sera o all’abstract di qualche relazione sfornata da un think-tank bancario.
Io credo che se nessun politico si esprime per l’uscita dall’euro uno dei motivi principali stia nel fatto che in giro non sono prontamente reperibili mini- minibignamini (perché leggere un bignami è compito proibitivo per questa gente) antieuro da sciorinare a memoria nelle conferenze stampa.
Landini è solo uno che due ore prima della trasmissione non si è ripassato le due paginette preparate dal suo galoppino.
ci pagassero in kg di pane, basta col signoraggio!!!
Landini non ha nessuna giustificazione ne scusante. Come può un sindacalista di sinistra non affermare subito e con decisione che un sistema monetario in cui gli stati devono prendere in prestito la moneta dalle banche private pagando fior di interessi da recuperare con le tasse di chi lavora duramente nell'economia reale è un sistema palesemente contrario agli interessi delle classi lavoratrici.
quello che vorrei che si capisse che la moneta non fa produzione non da posti di lavoro produttivi (a parte per gli strozzini legali e illegali) questo lo fa la programmazione economica che da le linee guida dei bisogni e delle necessita del popolo, ribadisco cherimane semplicemente lo strumento per distribuire il reddito, il problema e' come si produce il lavoro e quale valore gli si da, vorrei che qualcuno leggesse quello che avveniva in ucraina prima della scissione dalla russia, appena posso posto per far capire come un'altro sistema ha si bisogno di moneta ma che prezzi e salari se la moneta non fluttua rimangono stabili per decenni http://www.lernesto.it/index.aspx?m=77&f=2&IDArticolo=18593
Le critiche a Landini mi sembrano per certi aspetti ingenue e per altri tartufesche.
Non saprei a cosa attribuire questa fiera vis polemica se all' ignoranza totale di cosa sia il mondo del lavoro dipendente in Italia e quindi di quali siano di consuetudine le reali funzioni del sindacato, il livello di studi prettamente economici di un sindacalista che ha fatto l' operaio fin da ragazzino che necessariamente sta a un economista come un bravo meccanico sta a un ingegnere; oppure alla astuzia di qualche esponente del sottobosco intellettuale italiano che per innatismo, dovuto al senso di appartenenza a una classe quantomeno ondivaga come gli intellettuali italioti, cerca di discolparsi in maniera preventiva del fatto che tutti loro (i succitati intellettuali) evitano elegantemente, opportunisticamente, stupidamente e, come ho detto, tartufescamente di prendersi le loro responsabilita' ossia, da intellettuali che hanno le conoscenze degli autentici meccanismi del potere (solo loro al di fuori del potere stesso), mettersi spontaneamente al servizio di quei sindacati, liste civiche, movimenti di opinione che nascono da autentiche spinte dal basso per dargli i mezzi per confrontarsi con le classi dominanti sia sul piano progettuale che su quelli non meno importanti della dialettica e dell' orgoglio del senso di appartenenza culturale.
Invece di cianciare su un signore che fino a prova contraria non si e' mai venduto a nessuno e sta cercando molto coraggiosamente di dare ai propri compagni il coraggio di lottare contro un nemico piu' forte, piu' ricco e piu' preparato di lui voi intellettuali sapienti e consapevoli andate da lui e offritegli il vostro sostegno sul piano della dottrina scientifica. O forse qui vi siete limitati a ripetere le idee di qualcun altro che a sua volta le scrive in qualche elegante blog alla moda senza mai sporcarsi le mani in mezzo al grasso, al sudore e agli odori di bassa cucina?
Il fatto e' che i vostri da voi ammirati intellettuali liberali sono ben retribuiti dal potere che li coopta e per questo offrono i loro qualificatissimi servigi alla classe dominante; Landini, i metalmeccanici, il popolo che non sa parlare e che dice stupidaggini sempre molto sentimentali non hanno soldi ne' prestigio sociale da offrire...deve essere quello il motivo per cui il sostegno alle loro tesi arriva sempre mantenendosi a debita distanza.
A me personalmente Landini fa molta simpatia, molto meno tutti quei professori universitari o intellettuali di alto livello che sanno ma non combattano, che non servono direttamemte il potere ma che sono ad esso perfettamente funzionali pur salvando pubblicamente la faccia, meno che quando si guardano allo specchio, immagino.
SIETE PIU' INDULGENTI CON IL MILIARDARIO GRILLO CHE CON IL METALMECCANICO L'ANDINI.
Vi siete bruciati il cervello, soprattutto la parte dove tenevate le vecchie categorie di classe
Il problema europeo è che si è fatta prima l'unione monetaria di quella politica e oggi paghiamo lo scotto di un alto debito pubblico di vecchia data a cui hanno contribuito spesa pubblica della amministrazione non efficiente ed efficace, corruzione politica, affarismo edilizio, malavita organizzata, evasione fiscale interna e verso i paradisi esterni, conflitti d'interesse fra economia reale e finanziara, fra politica e nomine nelle agenzie, enti, istituzioni.., fra controllati e controllori..il tutto condito con la presenza di una rete di malavita organizzata nel Mezzogiorno che ci fa unici in Europa.Tutto questo si è accentuato con la seconda Repubblica berlusconiana, ha anche coinvolto alcuni partiti di sinistra dove si è prodotto il virus del cosiddetto liberismo che fa rima con affarismo, mentre nel mondo si sviluppava la cosiddetta "globalizzazione" sulle fondamenta della cupola finanziaria (che ha sostituito quella militare? o si sono inglobate certo andando oltre l'occidente e coinvolgendo anche le altre economie emergenti). Tutto questo ha messo in crisi l'Europa che avendosi dimenticato di unificarsi viene sottoposta al tiro incrociato degli speculatori finanziari e visto che l'Italia ha creato il vuoto rispetto alla efficiente Germania..lei ci guadagna e non vuole la coesione che si richiede. Per fortuna abbiamo la compagnia della Grecia e della Spagna e quindi possiamo sperare che essendo "mal comune mezzo gaudio" questo potrà aiutarci e forse convincere l'Europa dell'effetto contagio con gli effetti che ne deriverebbero. Io penso che se non riusciamo a correggere tutti i difetti prima evidenziati e forse altri me ne sono scordati, non potremo più essere fra gli attori principali perchè altri paesi del nord e dell'est potranno superarci anche perchè le nostre imprese delocalizzandosi le stanno favorendo. Come finirà??
Da parte mia nessuna critica a Landini. Il mio commento era unicamente un prendere spunto da quanto scritto nell'articolo per evidenziare un dato di fatto, ovvero la diffusa mancanza di strumenti atti ad un'analisi del contesto storico attuale, o più semplicemente a rispondere in maniera compiuta alla domanda di un giornalista. Con ciò non voglio attribuire a Landini un crimine contro l'umanità, sia chiaro, ma che questa sia la realtà credo sia innegabile.
Fra le righe inoltre il mio era lo stesso invito riportato da un “Anonimo” qualche commento fa. Ovvero quello rivolto a coloro che possiedono le competenze in campo economico-finanziario necessarie per comprendere gli avvenimenti di questi anni di farne strumento politico.
Viceversa credo sia però doveroso anche un'invito a chi fa politica, ad esempio ai nuovi movimenti che si affacciano sulla scena politica attuale: quello di unirsi alle competenze scientifiche e fare opera di formazione, attraverso la rete, attraverso le sedi nel territorio; credo sia uno tra gli aspetti essenziali se si vuole costruire un'alternativa capace di un reale cambiamento in una proiezione a lungo termine.
premetto,non ho visto la trasmissione,ma gad lerner che pressa su una domanda di cui qualsiasi risposta diventa accettabile in quanto anche lui non ha la piu pallida idea,mi fa solo ridere...
=>=> «SIETE PIU' INDULGENTI CON IL MILIARDARIO GRILLO CHE CON IL METALMECCANICO L'ANDINI. Vi siete bruciati il cervello, soprattutto la parte dove tenevate le vecchie categorie di classe».
Cai compagni filo-Landini: questo blog è stato dalla parte della battaglia della FIOM contro Marchionne, senza se e senza ma. E siamo con la FIOM, senza se e senza ma, in difesa dell'Art.18 ecc.
Questo che c'entra coll'evidenziare che il gruppo dirigente della FIOM non spiccica una parola dotata di senso sulla dirimente questione della crisi dell'euro? Che, siccome un fa una battaglia sacrosanta, occorre essere indulgenti al punto da non segnalare la sua pochezza politica?
Non scherziamo!
Si dirà che la FIOM è solo un sindacato e va bene, ma la questione dell'euro non è mica, che so, come la questione dei tibetani? Da come si esce dalla crisi dell'euro dipendono la sorte dei salari e di milioni di posti di lavoro. E come si sa lo steso Art.18 è falcidiato in nome dell'Unione europea e della moneta unica. Non si scappa.
E poi chi dimentica che il Landini ha la tessera di Sel?
Si può dire? O adesso il Landini è diventato un condottiero rivoluzionario?
Ma non rigirate la frittata. La pochezza politica e' dei politici incompetenti o dei competenti che che non si abbassano a fare politica, non di un sindacalista che faceva l, operaio da quando aveva quindici anni e che naturalmente non ha ne' la cultura ne' l' eleganza di un intellettuale liberale. Allora invece di dare del penoso a Landini date piuttosto dell' ignavo agli intellettuali di sx che non si sporcano le mani.
Inoltre sappiate che e' perfettamente inutile architettare soluzioni per questa crisi se prima non si pensa a come ridare dignita' di cultura e di senso di appartenenza alla classe lavoratrice. La sollevaziine del vostro titolo sara' possibile quando la gente avra' un prgetto e si sentira' unita da un autentico senso di appartenenza e non solo dal fatto che 'siamo tutti nella merda' e chi se ne tira fuori saluta e se ne va nel campo opposto.
Chi fa pena e' la classe intellettuale italiana che si rifiuta di parlare direttamente ai lavoratori per indicargli gli obiettivi e i cammini veramente possibili ma soprattutto per fargli sentire che dal
Ounto di vista culturale c' e' chi gli sta vicino e gli permette di confrontarsi da pari a pari con i vostri intellettuali liberali. Se la classe operaia diventera' realmente un soggetto politico qualsiasi lotta sara' realizzabile ma per diventare soggetto politico occorre ed e' indispensabile il contributo degli intellettuali.
Sulla tessera del Sel di Landini: ma non e' ovvio che anche alla FIOM occorrono degli appoggi? Cosa potrebbero fare da soli? Mo' Bagnai va in tv e me lo vedo, almeno spero che sto a Parigi e non sara, facilissimo trovare il modo di seguirlo. Comunque se perdera' trenta secondi per dire che esiste la lotta di classe e che l' euro rientra in questa strategia che lui spiritosamente chiama tentativo di redistribuzione del reddito dalla classe lavoratrice alla borghesia finanziaria e imprenditoriale ammettero' che forse esiste uno che in un prossimo futuro, magari, chissa', si decidera' a sporcarsi le mani. Se si limita a considerazioni generali di tipo tecnico, restringendo il campo dell' attribuzione delle responsabilita' della crisi a entita' inesistenti come 'LaGermania' sara' solo l' ennesima occasione perduta. L' Euro non conta una mazza perche' quasi sicuramente sparira', l' unica cosa che conta e' riorganizzare un' autentica lotta di classe, economica, politica, cukturale e spirituale.
La trasmissione di Lerner ha avuto il pregio di dire l'indicibile per i media USCITA DALL'EURO e di farlo ben spiegare da un onesto Paolo Savona, che ha calcolato i costi e vantaggi -1/3 di poter d'acquisto perso subito ma poter far politiche monetarie ed economiche subito vs la stessa perdita in 5/10 anni nell'euro ma rimanendo nella gabbia di ferro tedesca-. Poi c'è Landini (in collegamento) che è la prova vivente di quanto la sx. sia lontana dalla realtà perché non capisce proprio di cosa si stia parlando, tanto che -non so se l'avete notato quasi subito viene scollegato e non interviene più-. Sarò sempre a fianco della FIOM ma non basta e gli argomenti moralsitici (difendete Grillo e i miliardari piuttosto che i poveracci) non aiutano. La sinistra senza più teoria e filosofia non ha consistenza: non riesce a cogliere il reale perché non ha il razionale -secondo la nota formula hegeliana- e così si accontenta di inseguire l'empirico, il momentaneo, l'accidente. Con disarmante didascalismo Savona ha spiegato l'urgente presente mentre Landini difende uno spicchio "ribelle", ammirevole ma differente da "rivoluzionario" (alla Hobsbawm). Lira o moneta mediterranea, politica monetaria e politica economica autonoma,strumenti per creare uno spazio nazionale democratico, è uno scenario che dovrebbe interessare tutti ma soprattutto i lavoratori, quella merce lavoro che la globalizzaione ha reso "stracci" e che possono sperare di ritrovare dignità e diritti solo in uno conflitto e in una contrattazione svolti in uno spazio politico nazionale. Roberto Donini
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