Felice Floris |
di Marco Piztalis*
E’ iniziato avantieri il processo a tre pastori sardi – Felice Floris, Andrea Cinus, Priamo Cottu.
Su YouTube troviamo le immagini degli incidenti di Civitavecchia. Ho visto quasi tutto il film relativo a quegli eventi. I pastori con mogli e anche vecchie mamme con la fardetta e il fazzoletto sono stati circondati e ingabbiati come bestie alla discesa dalla Tirrenia. Non avevano commesso alcun reato. Sono stati letteralmetne sequestrati. (Vedi articolo La Nuova Sardegna)
I pastori hanno sfondato l’accerchiamento. E sono stati braccati, afferrati e bastonati.
Poi li hanno denunciati. E ora il processo. E non a tre pastori qualunque, a tre dei leader del movimento. Si tratta dunque di un processo politico.
A Civitavecchia è stata violata la libertà costituzionale di libera circolazione nel territorio e la Sardegna è stata umiliata.
I Sardi infattti hanno come via d’accesso al territorio italiano gli areoporti e i porti. Bloccare i pastori alla discesa della nave. Impedire loro di varcare i confini del porto ha un significato simbolico: le porte dell’Italia possono essere chiuse a piacimento in faccia ai sardi. In un video una donna rivendica i diritti costituzionali. Altro che codice barbaricino (con buona pace dei partigiani di Pigliaru-padre), i sardi hanno acquisito i valori della Costituzione e questi sono negati dallo Stato a dai suoi rappresentanti.
C’è troppo silenzio su questo processo. I borghesi (professori, giornalisti, scriba di varia natura, politici di vario grado) che hanno partecipato alle loro manifestazioni quando erano impetuose. Quelli che li hanno applaudito e che li hanno acclamati con lingua biforcuta, ora dove sono?
C’è troppo silenzio su questo processo. Nessuno invoca la poesia di Pasolini (malintesa dagli ignoranti) sulla bocca di chi vuole screditare i movimenti studenteschi.
Questa volta i Poliziotti non hanno pestato degli studenti “borghesi”, hanno pestato dei pastori.
Ma ciò che mi indigna non è lo scontro fisico. La battaglia sul campo. La battaglia leale ci sta.. Ciò che mi indigna è la persecuzione dei leader politici di un movimento che fa paura perché è un vero movimento popolare. Un vero movimento di classe. E’ un movimento dove ci sono parole e atti di rivolta contro un sistema economico nel quale la Sardegna e i sardi sono doppiamente dominati: politicamente ed economicamente.
La morsa del capitalismo globale sulla Sardegna, le sperequazioni nella distribuzione delle risorse comunitarie a favore delle agricolture industriali del nord (altro che assenzialismo dei pastori, quanta coglioneria nei discorsi pelosi dei borghesi grassi di stipendi pubblici) sono cose non più tollerabili.
Il movimento dei pastori è tante cose diverse. Anche contradditorie. Ma è un movimento che rappresenta profondamente la Sardegna. In questi giorni a processo in Italia non ci sono solo Felice, Andrea, Priamo ma ci siamo tutti, in quanto sardi e anche i cittadini italiani liberi e democratici. E ci sono tutti quelli che sono critici rispetto al sistema capitalistco-finanziario e al dominio delle multinazionali.
Felice, Andrea e Priamo sono i miei compagni. A processo non ci sono solo loro ma la libertà di tutti.
Spetta a ciascuno di noi dare loro una mano. Ora!
Innanzitutto non facciamo calare il silenzio.
In secondo luogo, facciamo una colletta e sosteniamo i costi del processo.
* Fonte: Movimento dei pastori sardi
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