La testa del corteo a Firenze il 9 maggio |
Questo volantino del Movimento Popolare di Liberazione è stato distribuito in occasione della manifestazione di protesta contro il vertice sull’Europa (presenti, fra gli altri, Monti, Draghi e Barroso) che si è tenuta mercoledì scorso, 9 maggio, a Firenze.
Alcuni dei principali responsabili del disastro europeo sono oggi a Firenze.
Se Barroso e Draghi sono ai vertici dell'UE, Mario Monti è il loro Quisling con delega alla distruzione di ogni diritto sociale nel nostro paese.
La libertà di licenziamento, la distruzione del sistema pensionistico, i tagli salariali, la continua erosione di ogni diritto, le liberalizzazioni, sono le facce di una politica governativa che ha l'unico scopo di scaricare la crisi sul popolo lavoratore. Il dogma liberista prevede infatti che solo con l'intensificazione dello sfruttamento si possa arrivare all'agognata "ripresa".
Questo attacco proviene direttamente dai vertici europei, ed in particolare dai diktat tedeschi e della Bce, ai quali il servitore Monti deve rispondere. Questa politica antipopolare è ora incardinata nel nuovo trattato sul “Fiscal Compact”, una Maastricht al cubo che, se non rispedita al mittente, inchioderà l’Italia ad una recessione lunghissima e a vent’anni di lacrime e sangue.
Tutto ciò viene reso possibile dalla svolta antidemocratica ed autoritaria in atto, che mira a scardinare la democrazia parlamentare per passare ad un sistema oligarchico, in un quadro di sudditanza ai centri del potere europeo e d’oltreoceano. L’Italia non è solo commissariata, è ormai ridotta ad uno status di protettorato, il cui garante (sia verso l’Europa, che verso Washington) è Napolitano.
I responsabili di questa devastazione sociale e democratica non intendono fermarsi, vogliono anzi rilanciare la loro creatura mostruosa, quell'Europa che con le sue politiche incancrenisce la crisi, aumenta la disoccupazione, devasta le condizioni di vita, porta alla disperazione milioni di persone. Per questo sono riuniti a Firenze, per questo li indichiamo come i primi nemici del popolo lavoratore.
Non si esce da questa situazione con degli aggiustamenti. L’attacco è globale e la risposta deve essere globale. Occorre in primo luogo la riconquista della sovranità nazionale, uscendo dall’euro e dall’Unione europea, come pure dalla Nato. Occorre cancellare il debito, nazionalizzare le banche e i settori strategici dell’economia. Solo con un governo popolare d’emergenza, incentrato su questi obiettivi, sarà possibile difendere il lavoro, i salari, i diritti dei lavoratori.
Per arrivare a questa svolta c’è solo una strada, quella di una sollevazione popolare capace di fare piazza pulita dell’attuale classe dirigente, quella politica ma non solo. A chi ci dice che si tratta di un obiettivo utopistico, rispondiamo che la vera utopia è quella riformista, menopeggista, delle alleanze interne all’attuale sistema politico. Solo un’autentica sollevazione popolare potrà porre le condizioni per affrontare alla radice una situazione che sta devastando la vita di milioni di persone con il dominio completo dei vampiri della finanza.
Larghe masse hanno ormai capito che non c’è da attendersi nulla di buono né dalle attuali istituzioni, né dalle attuali forze politiche. Settori di massa non trascurabili hanno iniziato a mettersi in moto: Val di Susa, Forconi siciliani, Pastori sardi, risposta operaia sull’art. 18. Queste lotte e questi movimenti vanno uniti, come parte essenziale del fronte ampio che dobbiamo costruire per arrivare alla sollevazione ed al rovesciamento degli attuali rapporti di forza.
Per rispondere a tutte queste esigenze stiamo costruendo il Movimento Popolare di Liberazione. Proporre un programma, unire le forze, sviluppare la lotta per costruire una vera alternativa di governo e di potere: questi sono i nostri scopi, ed è su questa base che chiediamo l’adesione ed il contributo di tutti quelli che li condividono.
Se Barroso e Draghi sono ai vertici dell'UE, Mario Monti è il loro Quisling con delega alla distruzione di ogni diritto sociale nel nostro paese.
La libertà di licenziamento, la distruzione del sistema pensionistico, i tagli salariali, la continua erosione di ogni diritto, le liberalizzazioni, sono le facce di una politica governativa che ha l'unico scopo di scaricare la crisi sul popolo lavoratore. Il dogma liberista prevede infatti che solo con l'intensificazione dello sfruttamento si possa arrivare all'agognata "ripresa".
Questo attacco proviene direttamente dai vertici europei, ed in particolare dai diktat tedeschi e della Bce, ai quali il servitore Monti deve rispondere. Questa politica antipopolare è ora incardinata nel nuovo trattato sul “Fiscal Compact”, una Maastricht al cubo che, se non rispedita al mittente, inchioderà l’Italia ad una recessione lunghissima e a vent’anni di lacrime e sangue.
Tutto ciò viene reso possibile dalla svolta antidemocratica ed autoritaria in atto, che mira a scardinare la democrazia parlamentare per passare ad un sistema oligarchico, in un quadro di sudditanza ai centri del potere europeo e d’oltreoceano. L’Italia non è solo commissariata, è ormai ridotta ad uno status di protettorato, il cui garante (sia verso l’Europa, che verso Washington) è Napolitano.
I responsabili di questa devastazione sociale e democratica non intendono fermarsi, vogliono anzi rilanciare la loro creatura mostruosa, quell'Europa che con le sue politiche incancrenisce la crisi, aumenta la disoccupazione, devasta le condizioni di vita, porta alla disperazione milioni di persone. Per questo sono riuniti a Firenze, per questo li indichiamo come i primi nemici del popolo lavoratore.
Non si esce da questa situazione con degli aggiustamenti. L’attacco è globale e la risposta deve essere globale. Occorre in primo luogo la riconquista della sovranità nazionale, uscendo dall’euro e dall’Unione europea, come pure dalla Nato. Occorre cancellare il debito, nazionalizzare le banche e i settori strategici dell’economia. Solo con un governo popolare d’emergenza, incentrato su questi obiettivi, sarà possibile difendere il lavoro, i salari, i diritti dei lavoratori.
Per arrivare a questa svolta c’è solo una strada, quella di una sollevazione popolare capace di fare piazza pulita dell’attuale classe dirigente, quella politica ma non solo. A chi ci dice che si tratta di un obiettivo utopistico, rispondiamo che la vera utopia è quella riformista, menopeggista, delle alleanze interne all’attuale sistema politico. Solo un’autentica sollevazione popolare potrà porre le condizioni per affrontare alla radice una situazione che sta devastando la vita di milioni di persone con il dominio completo dei vampiri della finanza.
Larghe masse hanno ormai capito che non c’è da attendersi nulla di buono né dalle attuali istituzioni, né dalle attuali forze politiche. Settori di massa non trascurabili hanno iniziato a mettersi in moto: Val di Susa, Forconi siciliani, Pastori sardi, risposta operaia sull’art. 18. Queste lotte e questi movimenti vanno uniti, come parte essenziale del fronte ampio che dobbiamo costruire per arrivare alla sollevazione ed al rovesciamento degli attuali rapporti di forza.
Per rispondere a tutte queste esigenze stiamo costruendo il Movimento Popolare di Liberazione. Proporre un programma, unire le forze, sviluppare la lotta per costruire una vera alternativa di governo e di potere: questi sono i nostri scopi, ed è su questa base che chiediamo l’adesione ed il contributo di tutti quelli che li condividono.
1 commento:
Interessante articolo (in tedesco) che rilegge la crisi greca come primo atto della guerra fra democrazia e capitalismo tecnocratico:
http://www.fr-online.de/meinung/griechenland-leitartikel-demokratie---aber-nicht-gegen-das-griechische-volk,1472602,15217224.html
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