[ 07 novembre 2010 ]
IN MIGLIAIA PER FINI, QUATTRO GATTI PER D'ALEMA
un compagno di Perugia
Riceviamo e volentieri pubblichiamo
I finiani hanno scelto l'Umbria per celebrare la fondazione del loro partito. Vedo i Tg, i quali tutti segnalano il grande successo di pubblico della kermesse di Futuro e Libertà, la destra che si da le arie. Io questo mattina ero invece alla Sala dei Notari, per chi non lo sapesse, la più prestigiosa sala della città, storico luogo simbolico del dibattito pubblico perugino. Faceva una certa pena che, malgrado l'importanza del tema (il nucleare e le enerigie rinnovabili) e il peso del parterre, la sala fosse semivuota. Quattro gatti, davvero. Dovevate verderlo D'Alema, scuro in volto, funereo. In un certo senso una vera umiliazione.
Non c'è dubbio che la diserzione in massa è dipesa da diversi fattori, primo fra tutti il boicottaggio di mezzo Partito Democratico locale, dilaniato dalla lotta intestina tra d'alemiani e antidalemiani. Una lotta di cosche che era diventata al calor bianco in vista delle recenti elezioni regionali, vinte per il rotto della cuffia dai dalemiani che sono riusciti solo all'ultimo a rimpiazzare la presidentissima Lorenzetti (dopo due mandati) con la fida Marini. Una guerra intestina che spiega lo scandalo di "sanitopoli" o "folignopoli" e che vede indagati diversi esponenti locali dalemiani (l'inchiesta ha messo in luce quanto profondo sia il clientelismo, il nepotismo, il familismo amorale) e che ha portato alla dimissioni dell'assessore alla sanità Vincenzo Riommi.
In questo clima i dalemiani forse pensavano che l'iniziativa di "alto profilo politico" con D'Alema, avrebbe galvanizzato la corrente, tirato su il loro morale. Invece è stata un fiasco clamoroso, ciò che la dice lunga sulla sfiducia della base tutta del PD verso i suoi dirigenti.
Il totale fallimento dell'incontro di questa mattina della Fondazione "Italiani Europei" (titolo ammiccante: "Energie positive"), era nell'aria, visto che nei due giorni precedenti, di cittadini ce n'erano anche meno. Pensate che oltre a D'Alema all'incontro di questa mattina hanno parlato, niente di meno, che Paolo Scaroni, amministratore delegato dell'Eni, Vito Gamberale, amministratore delegato di F2i, Nando Pasquali, amministratore delegato della Gestore servizi energetici. Oltre a D'Alema quindi, i grandi cervelloni di un settore strategico come quello dell'energia.
E pensare che malgrado il flop le cose dette, anzitutto perché dette da persone tanto potenti, erano di sicuro interesse. D'Alema ha testualmente detto: «Votai favore del nucleare al tempo del referendum, ma oggi sono abbastanza dubbioso sulla scelta dell'Italia di buttarsi a capofitto su tecnologie da cui saremo dipendenti. (...) Sono molto dubbioso che il nucleare rappresenti una soluzione per il nostro Paese. Siamo qui a Perugia per mettere l'accento sull'opportunità rappresentata dalle fonti rinnovabili. Parliamo di come valorizzare questa opportunità e di cosa fare perchè possa produrre più posti di lavoro. (...) Il nucleare - ha detto - è un grande affare per i francesi e non per gli italiani ed è difficilmente gestibile. Porterà grandi commesse alla Francia, e forse anche agli Stati Uniti, ma é più un'idea propagandistica che di politica industriale. E' difficile recuperare 25 anni di ritardo se non con costi altissimi. (...) Le rinnovabili rappresentano "un'occasione che il Paese deve perseguire».
Poi hanno parlato Scaroni dell'Eni, Gamberale di F2i, che di fatto (ma guarda un po'?), che hanno dato un colpo al cerchio e uno alla botte. Scaroni ha affermato che la vera alternativa al petrolio (lui che è alla guida di una delle sette sorelle) è l'energia solare e se n'è uscito tirando fuori un sacchetto: «"Ecco l'energia a portata di tasca. Una cella solare senza silicio. Su questo terreno nei prossimi anni come Eni faremo grandi cose". Ma sul nucleare furbescamente ha aggiunto: "Se vogliamo convincere le popolazioni bisogna far capire che non è pericoloso».
Scaroni ha poi trattato dei cambiamenti climatici. «Vale la pena di lavorare - ha detto - per uno sforzo di riduzione delle emissioni di gas serra.. ma questo .. solo se saremo capaci di farci seguire dai più grandi emettitori mondiali di Co2, Cina e Stati Uniti, visto che nel mondo le emissioni europee rappresentano il 13% contro il 55% di Cina e Usa».
Un evento su un tema importantissimo, con personaggi importantissimi, oscurato dall'evento dei finiani e snobbatto dalla città e dagli elettori sempre più sconsolati del Pd. Che brutta aria tira da quelle parti!
Perugia, 7 novembre
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