Nasce il "FORUM ENERGIA E TERRITORIO BENI COMUNI - P U G L I A"
Riceviamo e volentieri pubblichiamo*
Lo scorso 25 settembre si è tenuta a Bari nella chiesa di San Sabino un'assemblea regionale dei Comitati, Associazioni, Movimenti e Cittadini che ha avuto come tema centrale della discussione la questione energetica.
L'intento dell'incontro è stato quello di mettere in relazione tutte le varie esperienze che in questi anni sono sorte nei vari territori attorno alle tematiche energetiche che ha visto protagonisti associazioni, comitati e i movimenti.
Beppe Grillo, la "guerrilla advertising", il "viral marketing" e la neo-manipolazione mediatica (ovvero la CASALEGGIO ASSOCIATI)
un'analisi critica della cosiddetta "wikidemocrazia"
di Emmeffe
Nella filippica moralizzatrice tenuta da Beppe Grillo intervistato nel corso della trasmissione Annozero, riportata su questa stessa pagina, il comico genovese decanta le virtù della politica che si fa senza danari.
Pare invece che la Woodstock di Grillo tenutasi a Cesena Sabato 25 e Domenica 26, alla quale i media hanno dato grande risalto, sia costata oltre mezzo milione di euro.
Soltanto un anticipo, pare abbia detto il grande moralizzatore. In realtà, quello che giustamente viene definito il "Signore del web", come si sa, o forse si dovrebbe sapere, e' anche uno scaltro imprenditore che mentre tuona contro la politica dei partiti pensa a come occupare poltrone in parlamento. Riportiamo qui di seguito un articolo di Alfredo Oliviero, pubblicato su Micropolis, il mensile che esce in Umbria con il quotidiano il manifesto, nel quale si spiegano scopi e metodi della Casaleggio Associati, che, del nuovo idolo della folla, ha pianificato la discesa in campo.
Abbiamo avuto modo di parlare della segretaria in pectore della CGIL, Susanna Camusso, una funzionaria fabbricata nelle linee di montaggio della burocrazia CGIL e fervida assertrice del sindacato concertativo, a suo tempo cacciata dalla FIOM e ripescata proprio da Epifani. Che ella diventerà, per decisione della inamovibile nomenklatura sindacale, la nuova segretaria confederale, la dice lunga su quale sarà la linea del maggiore sindacato. Una linea, appunto, di concertazione, ovvero di piena collaborazione coi padroni, di zelante rispetto della compatibilità capitalistiche, proprio mentre la crisi sistemica determina per i salariato condizioni neoschiaviste. Qual'è dunque la funzione che il capitalismo in crisi assegna ai sindacati? Addomesticare la forza lavoro, sterilizzare il timido risveglio operaio, spegnere i fuochi della rivolta. Questo è il segnale arrivato dalle parole di Epifani al convegno genovese della Confindustria dello scorso fine settimana, pronto, Epifani, a siglare un nuovo patto sociale, intruppando quindi la CGIL nel fronte che assedia la FIOM alo scopo di ottenerne la resa.
Mentre celebra il dodicesimo anniversario dell’avvento al potere, Chavez festeggia il suo ennesimo, seppure zoppo, successo elettorale. Le elezioni parlamentari svoltesi domenica scorsa (la percentuale dei votanti è stata del 66,45%, la più alta mai registrata) hanno assegnato al PSUV 95 dei 165 seggi, ovvero la maggioranza relativa, mentre le opposizioni del MUD (Mesa de Unidad Democratica, un’accozzaglia che va dalla sinistra all’estrema destra) ne hanno conquistati 64 (ben più di quanto sperava). Non fosse stato per il sistema elettorale (che assegna il 60% degli scranni con meccanismo uninominale e il restante 40% col proporzionale) il MUD avrebbe vinto, avendo conquistato, in termini assoluti, il 52% dei voti. Per questo le opposizioni hanno festeggiato con gran baccano la loro “vittoria”.
Vittorio Rieser è uno dei pochi sociologi seri che insistano ad indagare sulla composita e controversa "realtà operaia", cosa essa sia diventata dopo tre decenni di profondi mutamenti sociali e politici. Di particolare interesse l'ultima parte del saggio, l'inchiesta, commissionata dalla CGIL di Brescia, su cosa pensano (della politica, del sindacato, della loro qualità della vita, del sistema capitaistico, dell'eventuale alternativa) gli operai in quello che è forse il distretto industriale più significativo della penisola.
Se questi tre rappresentano gli interessi dei lavoratori...
«Riforme oggi contro l'odio di domani», così titola il suo editoriale Gianni Riotta su Il Sole 24 ore di ieri, a significare il timore che serpeggia tra le fila di certa borghesia che la crisi, avvitandosi su se stessa, produca sconquassi e tensioni sociali. Un appello accorato agli oligarchi della politica affinché cessino di bisticciare sul “niente” e facciano causa comune —dato che nuovi populismi eversivi bussano alle porte e, chissà, pure una rinascita di forme inedite di lotta di classe, troppo presto data per defunta.
Si capisce lo sconforto del Riotta, anzi, il cupo pessimismo sulla “classe politica”, per cui l’accento cade subito sui sindacati, chiamati a stringere un “Patto”, tra loro e con il Capitale, per salvare il paese, non solo dalla competizione globale, ma dal rischio delle temute turbolenze sociali prossime venture. Un evidente appello al pompieraggio sociale, rivolto anzitutto alla CGIL.
Può darsi che il movimento "Cinque Stelle" sia destinato a crescere, a strappare nuovi consensi. Molte delle cose che esso propone sono giuste e ragionevoli. Anche troppo "ragionevoli". Tuttavia pensiamo che anche il cosiddetto "grillismo" sia una meteora, destinata a scomparire dalla scena con la stessa velocità con la quale è salita alla ribalta. Manca infatti, nel discorso politico del "Cinque Stelle" ogni ragionamento sulla "QUESTIONE SOCIALE". Mentre un intero sistema economico e politico è sull'orlo della bancarotta, mentre milioni di persone sono gettate sul lastrico e vengono private dello stesso diritto ad una vita dignitosa, i "grillini" di che si occupano? Di piste ciclabili....
Grillo afferma che il "Cinque Stelle" non è né di destra né di sinistra, che vola alto, che sta al di sopra. Una frase che avevamo già ascoltato da un pagliaccio come Sgarbi, e che evoca «L'Uomo Qualunque» di Giannini dei tempi che furono.
Il mix di massimalismo ambientalista e di minimalismo sociale ha il fiato corto. La crisi, diceva Marx, farà entrare la necessità di una rivoluzione anche nelle teste di legno. Questo per sottolineare la nostra convinzione che entriamo in un periodo di grandi e violente turbolenze sociali, il quale obbligherà i cittadini a giudicare e a scegliere opzioni di respiro strategico. Non ci sono infinite risposte alla crisi, ma due soltanto: quella di un capitalismo che si blinderà in modo autoritario e avrà bisogno di affamare la maggioranza del popolo per far funzionare la sua macchina nella cosiddetta competizione globale, o quella della fuoriuscita dal capitalismo, la fondazione di un nuovo socialismo, sulla cui base soltanto la democrazia potrà evitare di soccombere.
Lavorare senza saperlo: il capolavoro del capitale
di Carlo Formenti
Riceviamo e volentieri pubblichiamo questo contributo critico delle tesi del "capitalismo cognitivo" o "informazionale" elaborate negli anni dall'area che fa riferimento a Toni Negri, Andrea Fumagalli, Carlo Vercellone, ecc. La crisi mostra che il capitalismo reale, lungi dall'aiutare le "moltitudini" a liberarsi dalle catene del Capitale, le incatena a forme nuove di subordinazione totale.
Spazzato via il teorema accusatorio che portò agli arresti del 1 aprile 2004*
23 Settembre 2010. Un giorno che difficilmente dimenticheremo: «In base all’Art. 530, primo comma, si assolvono gli imputati perché il fatto non sussiste».
Vittoria piena, sul piano giuridico anzitutto, ma pure politico e morale.
Non scorderemo infatti, e come potremmo, nemmeno il 1 aprile 2004, quando fummo arrestati con l’accusa di appartenere ad una rete terroristica internazionale.
Perché Berlino ha voluto la testa di “Alessandro il Grande”
di Moreno Pasquinelli
La cacciata di Alessandro Profumo, Amministratore delegato da Unicredit, è un evento che potrebbe causare uno sciame sismico che lascerà il segno, vedremo se indelebile, negli assetti finanziari, economici e politici dell’Italia.
Gli sciocchi soltanto possono credere alle motivazioni date dal Presidente Dieter Rample, e con lui di alcuni zelanti giornalisti e politici, per cui la defenestrazione sarebbe avvenuta per le maniere decisionistiche di Profumo. Non è forse con Profumo che Unicredit è diventato il secondo gruppo bancario d’Europa? Con filiali in ben 22 paesi e ben 9.200 sportelli? Non è forse anche grazie al suo “decisionismo” che la capitalizzazione di mercato di Unicredit è schizzata da 1,5 Miliardi di euro a circa 37? E’ evidente che c’è dell’altro.
Sarà che Cortina d'Ampezzo è un luogo che si presta più alla contemplazione del paesaggio che ai discorsi seri, ma le affermazioni fatte sabato scorso nella perla delle Dolomiti dal ministro dell'Economia sono un ineguagliabile mix di luoghi comuni, spudoratezza, malafede e tanta ignoranza.
Quale di questi ingredienti sia più importante lo giudicheranno i lettori, ma intanto andiamo a vedere cosa ha detto Tremonti.
DEDICATO A CHI VEDE LA PAGLIUZZA NELL'OCCHIO ALTRUI MA NON LA TRAVE NEL PROPRIO
Ai sicofanti che pilotano la comunicazion di massa, ai giornalisti, alla gente di sinistra che abbocca con tanta facilità alle campagne di menzogna chiediamo: PERCHÉ NON FATE NULLA PER TERESA LEWIS, disabile mentale, accusata anche lei di aver ucciso il proprio marito ma, al contrario della Sakineh, veramente condannata a morte?
Malgrado le critiche alla FIOM e quella che a noi appare come un'incomprensione della crisi di mondiale sovrapproduzione (che ha nel settore auto il suo sempio empirico più lampante), l'articolo del Carniti è importante, poiché demolisce, letteralmente, le affermazioni della FIAT
Su il manifesto di oggi è apparso l'Appello qui sotto. Esso afferma: «Ricomporre non significa, dunque, fare la sommatoria. Vuol dire invece produrre nuovi paradigmi attorno ai quali creare un immaginario che descriva la nostra idea di società, contrapposta a quella delle classi dominanti. Solo la forza di questo processo di movimento e in movimento, può rende forti e possibili tutte le battaglie che abbiamo di fronte».
Annuncia quindi un incontro nazionale "per condividere il cammino futuro". Noi ci saremo.
UNA SUPER POLIZIA MILITARE EUROPEA (SOTTO TUTELA USA). PER MISSIONI ALL'ESTERO? NO! ANCHE PER SEDARE IL CONFLITTO SOCIALE INTERNO.
di Gianni Lannes*
Missioni e compiti di EUROGENDFOR?
L’articolo 4 del Trattato illustra un ampio spettro di attività: «EGF potrà essere utilizzato al fine di: a) condurre missioni di sicurezza e ordine pubblico; b) monitorare, svolgere consulenza, guidare e supervisionare le forze di polizia locali nello svolgimento delle loro ordinarie mansioni, ivi comprese l’attività di indagine penale; c) assolvere a compiti di sorveglianza pubblica, gestione del traffico, controllo delle frontiere e attività generale d’intelligence; d) svolgere attività investigativa in campo penale, individuare i reati, rintracciare i colpevoli e tradurli davanti alle autorità giudiziarie competenti; e) proteggere le persone e i beni e mantenere l’ordine in caso di disordini pubblici; f) formare gli operatori di polizia secondo gli standard internazionali: g) formare gli istruttori, in particolare attraverso programmi di cooperazione».
14 maggio 2010: il Parlamento italiano approva all'unanimità.
Lo strano mostro dei Tea Party e il revanchismo della nuova "America profonda"
di PiEmme
Pubblichiamo qui sotto l'articolo di Carlo Bastasin apparso su Il Sole 24 Ore del 16 settembre. Bastasin ci offre una arguta rappresentazione del nascente movimento del Tea Party. Un movimento chiaramente reazionario che dopo aver vinto in questi giorni alcune primarie del Partito Repubblicano e dopo i grandi raduni di Washington di fine agosto e di Saint Luis del 12 settembre, ha strappato il centro della ribalta politica americana. Un fuoco di paglia? Solo un contraccolpo all'ascesa di Obama?
Bastasin lascia in sospeso la risposta. Noi tendiamo a pensare che il movimento dei Tea party sia un sintomo inquietante di dove gli USA possano andare nei prossimi anni. Ovvero un campanello d'allarme, non solo per la sinistra americana, ma per i popoli di tutto il mondo, come pure per la Cina, che rischia di diventare il capro espiatorio di un nuovo revanchismo guerrafondaio e imperialistico —che rischia di ingrossarsi grazie alla crisi come pure al fatto che esso non si alimenta di miti religiosi o escatoligismi (com'è stato recentemente). La Grande narrazione su cui si basa è assolutamente laica, apparentemente democratica, finanche libertaria e al contempo ultracapitalistica. Insomma: una secolarizzazione del più becero calvinismo.
Castro corregge le affermazioni attribuitegli dal sionista nordamericano Jeffrey Goldberg
di Antonio Moscato*
Fidel non è nuovo a queste forzature verbali: aveva annunciato ad esempio che gli Stati Uniti con Bush erano ormai un regime “nazifascista”. Vedremo se smentirà o ritoccherà anche questa nuova dichiarazione di ieri, che ha suscitato proteste formali da parte della Francia. Nella stessa occasione ha corretto parzialmente le comparazioni tra le calunnie nei confronti degli ebrei e quelle sui musulmani (“Gli ebrei non sono stati gli unici perseguitati e calunniati per le loro credenze” ha detto questa volta, ma non ha spiegato come mai gli è stata attribuita l’opinione opposta). E ha ribadito la fiducia in Goldberg, nonostante gli avvisi dei “suoi amici arabi” che lo considerano il maggior difensore del sionismo. Forse avrebbe fatto meglio a scegliere un intervistatore meno fazioso e a documentarsi prima un po’ autonomamente, senza scegliere Goldberg come grande “esperto”…
[ 16 settembre 2010 ] Un'analisi delle proposte draconiane esposte dalla BCE nel suo Bollettino Mensile di Luglio
di Primo Maggio*
Il processo di costruzione dell'Unione Europea, che aveva ricevuto un forte impulso nel decennio seguito al crollo dell'URSS e dei paesi del “socialismo reale”, ha incontrato nell'ultimo decennio una serie crescente di difficoltà. Dalla bocciatura del Trattato Costituzionale Europeo nei paesi in cui il Trattato è stato sottoposto alla consultazione popolare fino all'incapacità di adottare scelte omogenee di politica economica di fronte alla crisi, la costruzione di quello che avrebbe dovuto essere un “polo” capace di competere con gli altri poli internazionali (e principalmente con gli USA) si trova obbiettivamente in una situazione “di stallo”.
Il 28 Luglio, la brigata di Sumud- Volontariato e Resistenza era impegnata a videofilmare la realtà del campo profughi palestinese di Ein El-Hilweh (Libano meridionale, quando nel tardo pomeriggio è giunta la notizia: “questa sera arriva Leila Khaled”. Una grande eccitazione e un senso di orgoglio hanno preso subito tutti quanti nell'apprendere dell'incontro con questa leggenda vivente, uno dei più noti simboli della lotta di liberazione palestinese. Leila è stata per la sinistra mondiale, l'icona della lotta di liberazione della Palestina dal momento in cui ha preso parte, nel 1969 e nel 1970, come membro dei commandos del Fronte popolare di Liberazione della Palestina (FPLP), ai primi due di quella che sarà una lunga serie di spettacolari dirottamenti aerei.
Nel giugno scorso,in un’intervista rilasciata a il manifesto (19.6.2010), qualche giorno dopo l’Editto di Pomigliano, Pierre Carniti dice a chiare lettere cosa pensa della politica industriale che l'amministratore delegato della Fiat Sergio Marchionne tenta di imporre nel nostro paese.
Senza infingimenti o mezzi termini sostiene, il vecchio capo dei meccanici della Cisl, che sarebbe altamente rieducativo mandare alla catena di montaggio padroni e imprenditori, come Colaninno o Marcegaglia —aggiungiamo noi, che forse una catena di montaggio non l'hanno mai vistanemmeno in un film di Chaplin.
Passa il Sì per le riforme costituzionali. Alta affluenza alle urne, fallita la campagna per il boicottaggio promossa dal filo-curdo Bdp
I turchi hanno detto "Evet" e la vittoria del Sì con il 58 per cento dei consensi segna il trionfo dell'Akp (Giustizia e Sviluppo), il partito filo-islamico guidato da Recep Tayyip Erdogan.
mi dicono che è con questo nomignolo che ami essere chiamato, così dunque mi rivolgo a te. Non per captatio benevolentiae, come capirai leggendo queste righe. Ti tocca sorbire l'ennesima "Lettera aperta". Ma che vuoi, questo è il prezzo, spero il meno amaro, della celebrità!
LA PROTESTA CONTRO IL SINDACALISMO GIALLASTRO... (e l'ennesima tavanata di un giornale comunista che fu)
Più che il solito Campetti che fa il pesce in barile (soltanto lui sa quanti soldi gli ha dato Marchionne per le pagine e pagine su il manifesto ai tempi del lancio della cinquecento) sono interessanti i commenti che testimoniano una sempre più diffusa insofferenza per l'ipocrisia dei pennivendoli sinistrati. (emmeffe)
A seguire il pezzo indegno di Loris Campetti sulla contestazione a Bonanni e più sotto i caustici e sintomatici commenti dei lettori de il manifesto
Sul portale della CGIL si trova una scarna biografia di Susanna Camusso, dalla quale chi non conosca a fondo la CGIL, non capisce un fico secco. Ci ha pensato Il Sole 24 Ore di ieri a dirci con chi i lavoratori avranno a che fare, ovvero e tesserne sperticate lodi. Al di là dell'enfasi con cui viene elogiata la sua "disponibilità al dialogo e al compromesso" (che nel linguaggio affettato del giornale confindustriale significa null'altro che la propensione a subordinare gli interessi degli operai a quelli dei loro padroni), ovviamente contrapposta alla spigolosa FIOM, veniamo a sapere la cosa più importante. La Camusso è stata socialista, e ha fatto una controversa carriera nella CGIL in quota alla confraternita legata al vecchio PSI (fino al suo inabissamento e all'autoesilio di Craxi ad Hammamet). Di sicuro un ottimo pedigree, un promettente viatico, non per i lavoratori, s'intende, ma per i padroni.
"Gente che non ha mai visto una fabbrica, o se l’ha vista, magari perché è di sua proprietà, non sa come lavora un operaio alla linea di montaggio. Io li manderei un anno a Pomigliano, alla catena».
"Non è un accordo, né un contratto, semmai un protocollo imposto dall’azienda, prendere in toto o lasciare. Nessun sindacalista avrebbe dovuto firmarlo. Semmai avrei detto alla
Fiat di chiedere direttamente ai lavoratori.
«IL CINISMO EUROPEO PREPARA LA GRANDE REGRESSIONE»
di Franco Berardi "Bifo"
Sulla Repubblica di sabato 4 settembre, Giulio Tremonti dimostra come, nonostante la nebbia fitta del delirio politico italiano, ci sia qualcuno che sa dove bisogna andare. Bisogna andare nella direzione che indica l’Europa, dice serafico il Ministro. D’altronde i giochi sono fatti. Negli ultimi sei mesi, in seguito alla drammatizzazione della crisi greca, in Europa si è creata l’unanimità basata sul terrore finanziario.
LE SINISTRE SCIPPATE DEL VESSILLO E DELL'ALIBI DELL'ANTIBERLUSCONISMO
di Moreno Pasquinelli
Il discorso di Fini a Mirabello segna forse un tornante decisivo nella crisi politico-isituzionale italiana. Editorialisti e commentatori di varia parrocchia, dopo aver passato al setaccio quanto Fini ha detto, si alambiccano nell'immaginare cosa accadrà alla tanto amata Legislatura, azzardano ipotesi sulle probabilità che si vada o meno ad elezioni anticipate. Quasi tutti convergono nel dire che il governo Berlusconi è oramai virtuale, e quindi sanciscono che il berlusconismo abbia imboccato il viale del tramonto. Perde apparentemente quota (anche tenendo conto dei desiderata di Napolitano e quello di tutti, ma proprio di tutti i capibastone confindustriali) l'eventualità di elezioni anticipate —che solo la Lega sbraita, a parole, di preferire—, a vantaggio di un’ammucchiata la quale, con la scusa di cambiare la legge elettorale per votare in "modo democratico", avrà invece presumbilmente come sua missione lo scopo esattamente opposto: evitare le elezioni (che tutte le frazioni della casta politica temono poiché sanno che l'astensionismo di massa crescerà) e salvare la Legislatura, appunto, per evitare la bancarotta del traballanate capitalismo italiano (così come chiedono ..i mercati).
La tattica disperata della Federazione della sinistra
di Leonardo Mazzei*
Primum vivere, questo e soltanto questo è il principio ispiratore delle attuali scelte della Federazione della sinistra (Fds). Un principio che ha come premessa la convinzione che non sia possibile esistere al di fuori delle istituzioni. Tutto viene perciò subordinato all'obiettivo del rientro in parlamento, dopo il naufragio dell'Arcobaleno dell'aprile 2008. In questa sede non ci dilungheremo a polemizzare con questa impostazione opportunistica. Si commenta da sola e non è certo una novità.
«LE TENSIONI GEOPOLITICHE E I CONFLITTI SOCIALI CRESCERANNO»
L'intervista rilasciata da Padoa Schioppa ad Il Sole 24 Ore di ieri*, ha conquistato la ribalta perl'encomio che il medesimo ha rivolto all'opera del suo successore Tremonti —che suona quasi come un ulteriore lasciapassare, da parte del capitalismo che conta, affinché proprio Tremonti assurga a successore di Berlusconi. In verità l'intervista è ben più significativa e contiene (a riprova di quanto andiamo dicendo riguardo all'acutizzazione delle contraddizioni sociali e internazionali) premonizioni scottanti sugli scenari economici, geopolitici nonché sociali che risulteranno dalla grande crisi sistemica. Consigliamo quindi i nostri lettori a leggerla attentamente, non senza aver sottolineato quelli che a noi paiono i passaggi più stringenti.
«La mia sensazione è che l'alto grado di accordo internazionale che c'è stato nella fase più acuta della crisi adesso non ci sia più. Ed è ben possibile che le tensioni siano destinate a crescere e a diventare tensioni commerciali, politiche, finanziarie. Sono prospettive non particolarmente incoraggianti». (Padoa Schioppa)
Piantare un ulivo ad agosto è vivamente sconsigliato dagli esperti, ma la fantasia degli zombi che si apprestano a ripopolare le aule parlamentari non è granché. Dunque bisogna accontentarsi delle "innovazioni" bersaniane: nascerà il "Nuovo Ulivo".
A sentire i dirigenti del Pd l'entusiasmo nel Paese è alle stelle; nei bar, nelle piazze, nelle fabbriche non si parla d'altro. Qualcuno ricorda, tra il preoccupato e il malizioso, che i governi dell'Ulivo portarono le privatizzazioni, le stangate per l'euro, il pacchetto Treu e la guerra alla Jugoslavia.
Ma quello era il "vecchio" Ulivo, ora abbiamo quello "Nuovo", perché rivangare sempre il passato?
Pubblichiamo qui sotto il resoconto di un incontro tenutosi a Milano nel novembre 2007, presente Toni Negri. Ne prendiamo spunto per dire la nostra su alcuni degli assi portanti del ragionamento teorico di Negri, che il resoconto, tutto sommato, ricapitola in maniera abbastanza precisa. Prima di tornarci in maniera più rigorosa e puntuale, ci sembra utile e opportuna una prima analisi critica. La cosa ci pare addirittura necessaria vista la fatturazione che sta maturando nell’area politica antagonista della quale Negri è stato l’indiscusso capostipite. Che Casarini e ciò che resta dei “Disobbedienti” abbiano aderito alle cosiddette “fabbriche di Nichi” segnala una crisi grave, forse irreversibile, di quello che altri chiamano “negrismo”. A questo si deve aggiungere una seconda rottura, sul piano più squisitamente teorico, tra Negri e alcuni suoi teorici compagni di viaggio, proprio per quanto attiene alle categorie del cosiddetto “capitalismo cognitivo” e del “lavoro immateriale. Procediamo per sommi capi.